per la comunicazione culturale mobile
CAPITOLO QUARTO
4.2 Wi-Fi, Bluetooth, GPS, Tag RFId, QR code e tecnologia NFC
Prima di descrivere più nel dettaglio dispositivi e applicativi di tipo mobile, è necessaria un’analisi delle tecnologie più in uso nella comunicazione mobile.
Come accennato nel Paragrafo 1.3, i sistemi Wi-Fi e Bluetooth hanno contribuito notevolmente alla comunicazione e diffusione di dati di tipo wireless, ovvero senza fili25.
Per Wi-Fi si intende una tecnologia wireless fidelity per il collegamento a reti locali, in cui il sistema di comunicazione tra dispositivi elettronici non utilizza cavi come nelle connessioni wired
cablate tradizionali26. Il Bluetooth è un dispositivo per il collegamento a reti personali wireless27. Queste tecnologie sono integrate ormai in quasi tutti i pc portatili e i mobile devices (PDA, smartphone, tablet, ma anche dispositivi digitali per la musica o i giochi etc.)28.
Il wireless utilizza per lo più onde radio a bassa potenza; la definizione si estende, tuttavia, an- che a quei dispositivi, peraltro meno diffusi, che sfruttano la radiazione infrarossa o il laser. Le onde radio vengono utilizzate dalle reti tipo Wi-Fi e Bluetooth che possono coprire ambienti eterogenei, dove non è necessaria una vicinanza fra le le diverse postazioni da collegare. Le reti basate su infra- rossi sono invece utilizzate per collegare dispositivi tra loro vicini e visibili e sono piuttosto lente; per questo sono state sostituite quasi del tutto dai dispositivi Bluetooth. La differenza sostanziale fra un dispositivo Bluetooth e uno Wi-Fi sta soprattutto nell’ampiezza di copertura del segnale. Il Blueto- oth cerca dispositivi che siano coperti dal segnale entro i 10 metri, mettendoli poi in comunicazione fra loro. Wi-Fi è una tecnologia di connessione digitale, basata su frequenze radio di 2,45 Ghz che vengono irradiate da dispositivi di connessione (hotspot), attraverso l’utilizzo di un router collegato a un provider di servizi Internet. Una rete Wi-Fi consente a più dispositivi contemporaneamente un collegamento veloce ad Internet senza fili nell’area di circa un centinaio di metri (il raggio della frequenza e la sua intensità variano ovviamente a seconda che le frequenze radio siano irradiate in ambienti aperti e in ambienti chiusi, per la presenza o meno di ostacoli). Selezionata l’opzione Wi- Fi dal proprio dispositivo (o installata l’apposita scheda qualora il dispositivo non sia predisposto), esso individua le reti presenti nell’area il cui segnale sia irradiato da un hotspot. Il collegamento permette una navigazione a banda larga attraverso cui scambiare dati ad alta velocità (dagli 11 ai 54 Mbit al secondo) senza utilizzare alcun cavo, in piena libertà di movimento. Mentre il Bluetooth consente a due dispositivi che ne siano dotati di entrare in comunicazione ovunque, la rete Wi-Fi è fortemente collegata alla sua localizzazione geografica, alla qualità della connessione e all’infrastrut- tura tecnologica.
24 Museum & Mobile Survey 2012, slide 41.
25 Più in generale v. Bonacini 2011b, p. 26 e p. 55, nota 59.
26 http://it.wikipedia.org/wiki/Wireless; http://it.wikipedia.org/wiki/Wi-Fi. 27 http://it.wikipedia.org/wiki/Bluetooth.
La limitata diffusione di Wi-Fi pubblico gratuito e le forti carenze infrastrutturali, come di- scusso nei Paragrafi 3.4 e 3.5, costituiscono ancora il limite maggiore a una diffusione piena nelle abitudini di consumo degli italiani ad una connessione mobile di tipo wireless.
L’abbassamento dei costi per gli abbonamenti di telefonia mobile e la crescente espansione del mercato di dispositivi digitali di ultima generazione stanno velocemente aprendo la strada ad una connettività senza limiti. Grazie alla diffusione di reti Wi-Fi, si contribuirà in maniera ancora più incisiva all’accessibilità in mobilità alle informazioni (e, quindi, anche a contenuti culturali), rivoluzionando completamente il panorama dei media informazionali tradizionali (dalla radio alla televisione) e all’abbattimento del digital divide per quegli utenti che, per carenze infrastrutturali, non hanno facilità di accesso diretto alla banda larga.
GPS è l’acronimo di Global Positioning System, a sua volta abbreviazione di un altro acronimo (NAVSTAR GPS, ovvero NAVigation Satellite Time And Ranging Global Positioning System) e indica un sistema di posizionamento e navigazione georeferenziato su base satellitare e sincronizzato. Ge- stito dal dipartimento della difesa degli USA, il sistema ha avuto originaria applicazione in campo militare allargandosi poi velocemente all’uso civile (pur rimanendo, tuttavia, sotto il controllo go- vernativo e militare degli Stati Uniti29) ed è liberamente accessibile a tutti quei dispositivi che siano
dotati dell’apposito ricevitore (il cosiddetto user segment, per distinguerlo dallo space segment, ovvero i satelliti, e dal control segment, ovvero le stazioni di controllo a terra, gestiti dall’aeronautica militare americana), con una precisione nell’ordine di qualche metro. I ricevitori GPS e i servizi di posiziona- mento georeferenziato (o location based services, LBS) si stanno ormai diffondendo anche su numero- si dispositivi mobili, inclusi gli smartphone30.
Una tag RFId (o Radio Frequency Identification, v. Figura 62)31 è un piccolo circuito integrato (un
microchip o trasponder) che funziona a radio frequenza e viene rilevato da un apposito lettore tag reader o lettore RFId. Si tratta di una tecnologia per l’identificazione automatica (in termine tecnico
AIDC, cioè Automatic Identifing and Data Capture) di oggetti, animali o persone basata sulla capacità di memorizzare e di accedere a tali dati decodificando queste apposite etichette elettroniche che comunicano al tag reader le informazioni in esse contenute. I tag si differenziano fra loro dal punto di vista dell’autonomia dell’alimentazione: un tag può essere di tipo passivo se non è alimentato, semipassivo se il microchip (e non l’antenna) è alimentato da una batteria e attivo se interamente alimentato da una batteria32.
Rispetto ad un codice a barre (e anche ai QR code e ai Microsoft tag o QR tag), i tag RFId sono una tecnologia per la connettività wireless ad ampio raggio e come tali possono anche essere decodi- ficati a distanza, senza la necessità di un posizionamento visivo o fisico tra oggetto e lettore, in con- dizioni ambientali anche sfavorevoli; avendo un codice univoco, possono essere individuati in ogni parte del mondo. Nel giro di qualche anno, proprio i tag contribuiranno a rivoluzionare la nostra quotidianità, consentendo la geolocalizzazione degli oggetti, attraverso il collegamento ai dispositivi digitali personali.
I QR code (Figura 62)33 sono codici a barre bidimensionali (o 2D) di tipo quick response, cioè a
risposta rapida, realizzati a matrice e composti da piccoli moduli neri, alternati ad altrettanti bian- chi, disposti all’interno di uno schema quadrato. Inventato in Giappone nel 1994, un solo Qr code è capace di contenere 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici, molti di più di un semplice codice a barre; viene impiegato per memorizzare informazioni che sono poi lette tramite quei dispositivi (smartphone, iPhone, iPad, iPod, etc.) che siano dotati di fotocamera e di apposito programma di decodifica (QR reader). Il QR code viene fotografato o scansionato dal QR reader che rimanda diret- tamente al contenuto del codice34. Dalla metà del 2000 i codici QR hanno trovato applicazione, prima in Giappone e poi negli Stati Uniti, nel campo della pubblicità (frequente l’uso dei codici su giornali,
29 Schuch Brunet - Freire 2010, pp. 2-5.
30 http://it.wikipedia.org/wiki/Global_Positioning_System. 31 Più in generale v. Bonacini 2011b, p. 149, nota 49.
32 http://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Frequency_IDentification. 33 Più in generale v. Bonacini 2011b, pp. 196-203 e p. 217, nota 122.
34 http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_QR; http://augmentedrealitymarketing.wordpress.com/2010/05/02/il-codice-
sui depliant o sui cartelloni pubblicitari) per veicolare facilmente indirizzi e URL. Nel 2005 negli Stati Uniti è stato lanciato il progetto Semapedia, una enciclopedia in cui i luoghi fisici sono collegati direttamente alle descrizioni tramite questi codici.
Decisamente più lenta è stata la penetrazione di questa tecnologie in Europa e soprattutto in Italia; la rapida diffusione degli anni più recenti è stata certamente favorita da quella degli smart- phone e da nuove strategie di marketing ad essi correlate35.
Anche la tecnologia dei Qr code viene sempre più spesso adottata in ambito culturale sia stret- tamente museale che territoriale. Uno dei primi esempi di QR code applicati alla visita museale in Italia è stata l’iniziativa Tag My Museum promossa al Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano e realizzata in collaborazione con la Fondazione IBM Italia e IBM36. Avviata in fase sperimentale tra
marzo e giugno del 2009, Tag My Museum era rivolta a ragazzi di età scolare compresa fra i 9 e i 13 anni: fotografando i codici disposti lungo il percorso (con il proprio Smartphone o con dispositivi predisposti dal Museo), la visita si trasformava in una sorta di caccia al tesoro in cui, alla fine del percorso e visualizzati i contenuti-indizi correlati fra loro in un unico discorso didattico, una parola chiave finale consentiva di ricevere in premio un gadget.
Già a dicembre 2009 i codici erano stampati sulla cartellonistica distribuita nel museo diffuso del territorio di Pontinia in provincia di Latina e rimandavano ad una ricca serie di contenuti in- formativi e alla visualizzazione di brevi filmati, gallerie fotografiche e podcast37; a febbraio 2010 il sistema è stato applicato al Museo Storico Piana delle Orme, anch’esso in provincia di Latina38 e al
Peggy Guggenheim Museum di Venezia39.
Proprio la città di Venezia, nella quale dal 2009 si è avviato il progetto di Cittadinanza Digitale (come specificato nei Paragrafi 3.2 e 3.5), a partire dagli inizi di luglio e per la durata di tre mesi fino al novembre del 2009, è stata al centro del grande laboratorio cittadino TagMyLagoon (letteralmente ‘tagga la mia laguna’). Il progetto, col patrocinio del Comune di Venezia e dell’Ufficio Marketing Progetto Turismo Sostenibile, è in realtà una sorta di spin-off di Tag My Museum, sviluppato anche in questo caso dalla società IBM (realizzatrice della piattaforma I’m Smart con le informazioni sulla cit- tà) in collaborazione con Neotilus (realizzatore della piattaforma NemoBox in grado di adattare i con- tenuti ai vari device mobili)40. TagMyLagoon è un vero e proprio progetto-pilota, implementato con lo
scopo di offrire contenuti culturali in mobilità in modo innovativo e variegato (anche nella gestione differenziata dei flussi turistici, dal momento che si è preferito taggare luoghi meno frequentati dalle masse di turisti41) e di misurare questa esperienza attraverso i feedback di commento, direttamente
inseriti dagli utenti. Sfruttando la rete Wi-Fi attivata in città, gli utenti erano invitati a fotografare i QR code, stampati su delle piastrelle bianche di cm. 15 x 15 su supporti di polietilene (per favorirne l’aggancio all’arredo urbano del Comune, come pali, insegne, lampioni etc.). L’esperimento, in un momento storico in cui l’utenza, soprattutto italiana, non era ancora avvezza a queste tecnologie, è stato considerato un successo (mille utenti in tre mesi): se questo esperimento si rifacesse a qualche anno di distanza, i dati riguardanti accessi e feedback - pubblicati sul sito del progetto a gennaio 201042 - sarebbero profondamente differenti non solo nei numeri dell’utenza (oggi più matura e più
35 http://puntoblog.it/2010/05/18/il-qr-code-la-nuova-frontiera-dellinformazione-e-del-marketing.html. 36 http://www.mercatiditraiano.it/mostre_ed_eventi/eventi/tag_my_museum. 37 http://www.pontiniaweb.it/reloaded/?p=484#more-484. 38 http://www.pianadelleorme.com/index.php/news1/189-qr-code. 39 http://www.guggenheim-venice.it/mobi.html. 40 http://www.tagmylagoon.com.
41 Alla pagina http://www.tagmylagoon.com/dov/ è fornita una mappa con l’indicazione dei luoghi dove erano
stati posizionati i QR code (Piazzale Roma, Giardini Papadopoli, Campo San Rocco, Campo dei Frari, Campo San Tomà, Campo San Polo, Campo San Giacomo dell’Orio, Campo Nazario Sauro, Fondamenta San Simeon Piccolo).
42 “Il progetto e l’esperienza di Tagmylagoon sono stati un successo! Perché? Siamo partiti con l’idea di fare un
test e non avevamo a disposizione un budget marketing dedicato, nonostante questa importante limitazione da luglio a novembre 2009 oltre 1000 utenti hanno vissuto dal vivo l’esperienza a Venezia, oltre il 5% di loro ha poi dato un feedback consistente sul servizio offerto. Il numero di persone che ha testato l’applicazione TagMyLagoon è sicuramente molto più ampio, infatti molti hanno condiviso l’esperienza con la propria famiglia, con il proprio partner o con gli amici. Il 55% degli utenti hanno utilizzato telefoni Symbian, il 31% Android ed il 14% iPhone. Alcuni utenti RIM/Blackberry si sono registrati anche se questa piattaforma non era nei nostri target. […] Il bilancio di Nicola Palmarini su questa prima esperienza è stato
tecnologicamente dotata di devices mobili) ma anche nella tipologia dei sistemi operativi utilizzati (vista la diffusione anche di Android, Windows Phone e Google Play, oltre che di iOS).
Non dissimile dai codici QR è la tecnologia delle QR tag prodotta dalla Microsoft per inserirsi in questo mercato della comunicazione attraverso codici43: si tratta delle Microsoft tags o MS tags
(Figura 62), anch’esse ampiamente utilizzate e sfruttate in ambito pubblicitario e giornalistico. La tec- nologia dei semplici codici bidimensionali a quadratini in bianco e nero dei QR code viene superata da queste tag più ‘smart’, sia nella versione in bianco e nero che in quella a colori.
L’ampia richiesta di questi codici, a livello di comunicazione e di brand-marketing, ha velo- cemente portato a una loro personalizzazione: i Custom tags sono appunto i codici bidimensionali personalizzabili secondo i propri gusti, con il proprio marchio.
Il lancio di questo prodotto è stato immediato, grazie ad una serie di operazioni mirate a fa- vorirne l’appetibilità. Microsoft ha, infatti, provveduto contemporaneamente a creare innanzitutto un Tag reader - scaricabile gratuitamente e in grado di ovviare le eventuali difficoltà tecnologiche di uno smartphone (come una bassa qualità di visualizzazione del colore, delle lenti o dell’autofocus del dispositivo fotografico, etc.) -, a consentire al singolo utente di creare da sé il proprio custom tag personalizzato e, infine, a fornire un sistema automatico di rendicontazione e reportistica (in questo caso a pagamento), sulle modalità di utilizzo della propria tag (dove, quando e con che dispositivo una tag sia stata letta). A questo scopo mira evidentemente anche la campagna di lancio delle MS tag realizzata sull’apposito sito, orientata a rendere la scelta fra MS tag e QR code significativa a livello di brand-marketing: “Older 2D bar codes mean you have to settle for the blackand-white industrial look of a standard bar code. With Microsoft Custom tag, the bar code becomes your brand-reliable and readeable by all existing mobile Tag Readers”44.
(Figura 62: da Bonacini 2011b, p. 199, figg. 56-59)
Evoluzione della tecnologia RFId è la NFC (Near Field Communication45) in uso da qualche anno
quasi esclusivamente in Asia, soprattutto in Corea del Sud dove si è andata più rapidamente e preco- cemente diffondendo46. Il Near Field Communication Forum viene stabilito da Nokia, Philips e Sony ad
Hannover in Germania a marzo del 2004 per allargare il campo alle interazioni fra dispositivi elettro- nici e per facilitare soluzioni di pagamento47; solo nel 2006 vengono create le specifiche della tecnolo-
gia, collegate al lancio sul mercato del Nokia 6131 NFC, il primo telefono cellulare abilitato all’uso di questa tecnologia. All’interno della Sim del proprio smartphone è integrato un hardware di sicurezza (secure element), nel quale sono inseriti i dati del proprio conto, bancomat o carta prepagata attraverso cui effettuare transazioni sicure e visualizzare le informazioni direttamente sul display del telefono. materia di riflessione per tutte le persone coinvolte nel progetto. La scelta delle tecnologie deve essere ampia e consentire agli utenti di poter ricevere il maggior numero di scenari possibili. In questo caso, Android non è solo stata un’idea carina ma si è dimostrata una piattaforma su cui investire seriamente. L’esperienza deve anche essere divertente, come un gioco interattivo per catturare l’attenzione dell’utente, ma è altrettanto importante il rispetto del complesso ambiente di una città, che può andare dalle problematiche a livello politico fino alle superfici dove è possibile incollare le piastrelle. Possiamo affermare che se l’applicazione di TagMyLagoon fosse attiva tutto l’anno il 19.5% dei turisti che visitano Venezia potreb- bero beneficiare del servizio e scoprire altre zone interessanti finora non conosciute dal grande pubblico. Per una città che accoglie oltre 1.800.000 nel solo periodo estivo, la sfida di trovare un equilibrio ed un bilanciamento dei flussi turistici è ancora di là da venire” (http://www.tagmylagoon.com/2010/01/).
43 http://tag.microsoft.com/overview.aspx. 44 http://tag.microsoft.com/custom-tags.aspx. 45 http://it.wikipedia.org/wiki/Near_Field_Communication; www.nfc-forum.org/resources/N-Mark; http://www. rfid-nfc.it/; http://en.wikipedia.org/wiki/Near_field_communication. 46 http://www.nfctimes.com/report/south-korea-takes-global-lead-nfc-rollouts-millions-phones-and-sims. 47 http://www.nfc-forum.org/news/pr/view?item_key=d8968a33b4812e2509e5b74247d1366dc8ef91d8.
Questa tecnologia si differenzia dalla RFId per due aspetti fondamentali: è di tipo bidirezio- nale (la tecnologia RFId è monodirezionale) e wireless a corto raggio, da momento che si irradia entro cm. 10, area all’interno della quale si crea una rete peer-to-peer (questo standard è stato lanciato a gennaio 2009). In questo modo la NFC mette in comunicazione due dispositivi semplicemente accostandoli fra loro, consentendo lo scambio di contenuti o accostando un dispositivo dotato di un NFC reader a un tag.
La NFC sta trovando sempre maggiore applicazione specialmente per specifiche utilità con i telefoni cellulari di ultima generazione e è già utilizzata in molti settori dell’e-ticketing (per eventi sportivi o musicali, per la mobilità nelle reti di trasporto pubbliche48, come dispositivo d’identifi-
cazione per l’imbarco sugli aerei o come iKey, ovvero chiave elettronica, per accedere nelle stanze d’albergo o in ambienti controllati)49 e dell’e-payment per piccoli pagamenti in prossimità (mobile
proximity payment), in modalità cosiddetta touch to pay o contactless50 (Figure 6351-6452).
(Figura 63: possibilità di applicazione della tecnologia NFC) 48 Come accade nelle reti di trasporto urbane di Milano e Torino.
49 http://www.rfid-nfc.it/; Hang et alii 2010, p. 292. Ecco un elenco delle applicazioni di questa tecnologia (http://
it.wikipedia.org/wiki/Near_Field_Communication):
“• Scaricamento e pagamento su dispositivi portatili NFC, attraverso computer o chioschi elettronici abilitati, di giochi, file MP3, video, software;
• Scaricamento da un PC su di un dispositivo portatile della prenotazione o acquisto di una permanenza in al- bergo, ingressi a cinema, teatri, stadi, viaggio in treno o aereo, e accesso al servizio comperato mediante il dispositivo stesso avvicinandolo o toccando il chiosco elettronico in albergo, al gate di ingresso o di parten- za;
• Scaricamento da un chiosco elettronico mediante scansione o contatto di informazioni addizionali, acquisto di una permanenza in albergo, ingressi a cinema, teatri, stadi, titolo di viaggio con mezzi urbani e accesso al servizio mediante il dispositivo stesso anche sui mezzi di trasporto urbano;
• Trasferimento e visualizzazione di fotografie da una macchina fotografica o telefono cellulare NFC a un chiosco elettronico, televisione, computer per la visione o la stampa;
• Trasferimento facilitato di file o messa in rete fra sistemi wireless; • Uso della tecnologia NFC per i sistemi di bigliettazione elettronica”.
50 Sulle sperimentazioni in Italia di pagamento tramite NFC nel 2012 v. Osservatorio Mobile Payment & Commerce
2013, p. 11. Nel 2013 Poste Italiane ha previsto la distribuzione su tutto il territorio italiano della sua Sim integrata con NFC e utilizzabile tramite l’apposita App PosteMobile NFC, dopo averla lanciata a dicembre 2012 a Milano e a giugno 2013 a Roma e Torino. A luglio 2013, Wind e BNL da un lato e Banca Mediolanum e Vodafone dall’altro hanno siglato un accordo per l’avvio di un percorso di sperimentazione della tecnologia NFC con cui effettuare pagamenti in mobilità.
51 http://www.nfc-forum.org/aboutnfc/nfc_in_action/.
Secondo le proiezioni fatte ad ago- sto 2013, la NFC verrà adottata già su 1/3 degli smartphone prodotti (circa 20 mo- delli) per un totale di 250 milioni di di- spositivi53. Ancora una volta, sono par- ticolarmente interessanti i dati e le proi- ezioni forniti al riguardo dal rapporto 2013 dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Manage- ment del Dipartimento di Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano:
“A fine 2012, vi erano circa 30.000 ter- minali POS NFC attivi, partendo dai circa 5.000 del 2011; gli impegni già assunti dagli attori dell’ecosistema portano a stime conservative, per fine 2013, di oltre 170.000 POS operativi (più del 10% del totale). Sempre a fine 2012 si contavano circa 2,56 milioni di possessori di telefoni NFC che, secon- do le nostre stime più conservative […] diverranno circa 6 milioni a fine 2013. […] Secondo la nostra simula- zione, a fine 2016, il numero di utenti di Mobile Proximity Payment oscille- rà tra 6,0 e 10,3 milioni, a fronte di un target potenziale (rappresentato dai possessori di un cellulare NFC) che supererà i 25 milioni”54.
Questa tecnologia è già diventata protagonista anche nel settore culturale per la prenotazione di biglietti e di visite guidate (Figura 65) ma, come già ipotiz- zavano alcuni studiosi55, ha già iniziato
ad affiancarsi (e verosimilmente andrà anche a sostituirsi) ai QR code soprat- tutto nelle fruizione aperta di contenuti culturali. La tecnologia NFC, infatti, è
utilizzabile anche per la diffusione di contenuti, poiché consente l’immediata visualizzazione, tra-