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Un primo passaggio verso quello che oggi è denominato “eportfolio” o “port- folio elettronico” o “portfolio digitale” è stata la possibilità di raccogliere la docu- mentazione attestante la competenza sviluppata in un ambito formativo o professio- nale sotto forma digitale. testi, immagini, audio, video potevano essere in questo modo resi disponibili in maniera agevole e con più facilità esaminati nella loro qua- lità. l’avvento poi e la diffusione delle tecnologie di rete ne hanno favorito un’ulte- riore presenza di possibilità di utilizzo. Anche perché tali raccolte di dati informa- tivi erano immediatamente accessibili da chiunque ne avesse interesse.

negli ultimi anni anche in italia si è risvegliato l’interesse per l’uso del port- folio e di quello diretto alla valutazione delle competenze, soprattutto per l’avvento delle tecnologie digitali e di rete. Così si sono moltiplicate le pubblicazioni e le sperimentazioni in merito, soprattutto in ambito universitario, sia a fini valutativi sia di orientamento professionale e di studio (Galliani et alii, 2011; Giovannini, Riccioni, 2011; la Rocca, 2014). in coerenza con la tradizionale valorizzazione del portfolio i può intendere un eportfolio come “una raccolta sistematica di lavori rea- lizzati o acquisiti in forma digitale (testi, immagini, audio, video, ...), che dimostri la progressione degli apprendimenti di uno studente” (triacca, 2013, 210). il suo valore formativo e orientativo è dato dalla possibilità di esaminare tale materiale informativo e documentario in maniera diacronica, collegando tale processo a una riflessione sempre più attenta circa lo sviluppo da una parte delle competenze evi- denziate, dall’altra delle inclinazioni e prospettive future di studio o di lavoro. per questo un buon portfolio elettronico, come ogni buon portfolio, si presenta come un insieme di documenti scelti secondo specifici criteri e accompagnati da riflessioni e descrizioni che illustrano il percorso seguito e gli sforzi praticati per la loro produ- zione ed ha lo scopo di rendere visibile non solo il risultato ottenuto ma anche il percorso che ne ha consentito il raggiungimento.

55A questo proposito occorre segnalare l’uso improprio del termine “certificazione”. Si tratta di

giudizi la cui affidabilità dipende dalle evidenze che sono state utilizzate e dalla correttezza nella loro in- terpretazione, ma soprattutto da quanto i docenti o la scuola sono degni di fiducia nel contesto sociale e culturale della scuola, della città o del territorio più in generale.

“in sintesi, in ambito educativo, i docenti possono utilizzare l’eportfolio per osservare e valutare la progressiva acquisizione documentata delle competenze rag- giunte dai propri allievi e possono riferirsi ad esso come ad una idea regolativa per la progettazione degli interventi didattici e dei curricoli formativi. Gli studenti pos- sono impiegare l’eportfolio per riflettere sul proprio apprendimento e sui propri at- teggiamenti, auto-valutandosi rispetto ai risultati raggiunti, o mancati, nelle varie fasi del percorso formativo. possono così migliorare la comprensione di se stessi e l’autostima per costruire, nel corso del tempo, quel bagaglio di competenze e meta- competenze che consentiranno loro di operare scelte lucide e responsabili per orientare il proprio progetto di vita” (la Rocca, 2014).

i passaggi fondamentali che ne derivano possono essere così precisati: rac- colta, selezione, riflessione, progettazione, proiezione. “la raccolta è considerata la prima attività che lo studente dovrà compiere, badando bene però a non collezio- nare ogni cosa, ma a tenere presente gli scopi e gli utenti finali del prodotto; la se- lezione dei documenti davvero importanti dovrà essere effettuata tenendo presenti gli obiettivi del curricolo scolastico; la riflessione riguarda l’attività che ciascuno studente dovrà svolgere in merito ad ogni documento inserito e che dovrà accom- pagnare il documento stesso; la proiezione riguarda la necessità di fare in modo che il portfolio guardi avanti, ovvero che non si limiti a descrivere lo status quo, ma che si sforzi di illustrare una prospettiva futura” (la Rocca, 2014).

Rispetto a un portfolio cartaceo, che comunque ha sempre una sua validità, si possono citare alcune nuove possibilità. in primo luogo la presentazione delle co- noscenze e delle fasi di sviluppo attraverso tutti i mezzi espressivi multimediali e dunque la possibilità di coinvolgere tutti canali sensoriali. poi, tramite link iperte- stuali è possibile collegare i contenuti con gli obiettivi di apprendimento e con i cri- teri di valutazione. Si hanno ampie possibilità di memorizzazione, di protezione e di riproducibilità. Si possono includere colloqui e altre forme di di feedback indi- pendenti dal luogo e dal tempo con altri docenti, con compagni, con genitori, ecc. infine, la possibilità di valorizzare la rete, di favorire un utilizzo responsabile delle informazioni e del copyright reperibili e di comunicare attraverso di essa.

l’introduzione di un eportfolio nella pratica scolastica o formativa può essere considerato da due punti di vista: da quello di una gestione dei processi di valuta- zione e di orientamento da parte dell’istituzione stessa, oppure di una gestione affi- data al singolo studente con l’aiuto del docente. quanto al programma informatico che permette di costruire un portfolio, soprattutto nel secondo caso è possibile uti- lizzare applicazioni come Evernote, Dropbox, Google Drive. tuttavia, sembra emergere come valida ai vari livelli scolastici, formativi e universitari una risorsa specificatamente dedicata alla sua costruzione. Si tratta della piattaforma elaborata in nuova zelanda e disponibile in rete a titolo gratuito: Mahara56.

Mahara nel linguaggio maori significa pensare o pensato. il progetto che prende tale nome è nato nel 2006 e ha coinvolto diverse università di Aukland e Wellington. la prospettiva adottata è stata quella di centrare l’attenzione sull’atti- vità e la gestione dello studente più che sulle esigenze e la gestione da parte dell’i- stituzione di appartenenza. Di conseguenza viene offerto allo studente uno spazio di lavoro altamente personalizzabile da molti punti di vista. tale spazio prevede al- cune sezioni fondamentali. tra queste una consente la presentazione di un proprio profilo: non solo dati personali, ma la descrizione della proprie competenze e delle proprie aspirazioni e progetti esistenziali. Un’ulteriore sezione permette l’inseri- mento dei propri artefatti (foto, video, testi, audio, documenti raccolti in rete) e tale sezione può essere articolato in cartelle e sottocartelle. in esse ciascun elemento può essere accompagnato da descrizioni e commenti. Ciascun elemento inoltre è segnato dalla data del suo caricamento e/o modifica. il fatto poi di essere un am- biente di lavoro personale implica che il titolare può decidere che cosa far vedere di tale materiale e a chi, persone singole o gruppi.

A livello universitario è stato utilizzato in particolare ai fini dell’orientamento presso il Dipartimento di Scienze della Formazione la terza Università di Roma da Concetta la Rocca che ne ha presentato recentemente i risultati assai positivi; essa così riassumeva quanto constatato nell’esperienza realizzata: “l’esperienza è risul- tata molto positiva, così come si è rilevato dagli esiti dei questionari in ingresso e uscita somministrati agli studenti. nel merito si rileva che i ragazzi hanno recepito con grande chiarezza sia la modalità di costruzione dell’ep, dalla formulazione degli obiettivi all’utilizzo della piattaforma Mahara, sia la funzione dell’ep come strumento che li possa affiancare nel processo educativo costituendo un valido ap- poggio alla riflessione meta-cognitiva, sviluppata anche in un contesto relazionale, in funzione della determinazione delle proprie scelte formative. Un risultato molto interessante, non formulato esplicitamente nelle ipotesi di ricerca, ha riguardato il miglioramento che gli studenti hanno rilevato nel proprio utilizzo delle nuove tec- nologie; questo dato sembra particolarmente interessante se si considera che la ti- pologia dell’utenza è senz’altro quella di ragazzi che hanno grande familiarità con i nuovi strumenti tecnologici”. Una sua sistematica valorizzazione nei corsi di laurea: “assolverebbe al compito di sostenere lo studente nella meta-riflessione e nella meta-cognizione e gli fornirebbe elementi sui quali riflettere nell’ottica di un orientamento in itinere e diacronico-formativo nell’ambito dell’iter accademico”.

È stato anche suggerito di collegare le possibilità di sviluppo personale di un eportfolio a quello di ambienti personali di apprendimento. lorella Giannandrea così descrive questa possibilità: “le nuove potenzialità offerte dall’uso della rete internet stanno aprendo prospettive e punti di vista innovativi. la diffusione sempre più capillare di siti di social networking e di spazi in cui i soggetti possono inserire raccolte di materiali personali (foto, video, profili), etichettandole e ren- dendole pubbliche, permette di utilizzare questi strumenti come delle repository, dei depositi on line che consentono al soggetto di presentare il proprio punto di

vista, di comunicare le proprie risorse, in un certo senso di definire una propria ‘identità digitale’. Si arriva così all’idea di ambienti di apprendimento on line ‘per- sonalizzati” e gestiti direttamente dal soggetto’. Si possono così proporre pro- grammi che “hanno lo scopo dichiarato di aiutare gli utenti a costruire e gestire un percorso di apprendimento fatto su misura per ciascuno, che sfrutti tutte le risorse disponibili nei tradizionali ambienti on line, ma che consenta anche la relazione con altri individui impegnati nello stesso percorso formativo, allo scopo di suppor- tare l’apprendimento attraverso una rete sociale” (Giannadrea, 2012, 286-287).57

57programmi di questo tipo tendono a sviluppare ambienti che prendono il nome di PLE- Personal

Learning Environment. (http://elgg.org/) è un esempio di questi sistemi software, che comprendono fun-

zionalità tipiche degli applicativi del Web 2.0.

Figura n. 1 - Come si presenta la piattaforma Mahara tradotta e utilizzata da Concetta La Rocca.

Breve descrizione di Mahara

Mahara è un software open source per la produzione di eportfolio, fornisce strumenti per realiz- zare e mantenere un portfolio digitale e propone funzioni di social networking per consentire di in- teragire e creare comunità di apprendimento on line. le caratteristiche principali di Mahara, sono:

File Repository - Mahara include un file repository che permette agli utenti di:

Creare cartelle e sub cartelle per strutturare il portfolio Caricare più file in modo rapido ed efficiente

inserire ad ogni file il nome e una breve descrizione Gestire i propri file

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