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nella tradizione italiana si erano già introdotte forme analoghe a quelle che ora sono divulgate come modalità innovative dovute all’introduzione delle tecnologie mobili. in realtà chiedere agli studenti di leggere testi o di approfondire tematiche specifiche, valorizzando fonti date dal docente o reperite in biblioteca, per poi in classe discuterne e verificare la qualità di quanto affrontato è stata una delle varie maniere di coinvolgerli in maniera più puntuale. tuttavia, oggi le opportunità date dalla comunicazione tra docente e suoi studenti tramite le tecnologie mobili per- mette di inviare loro testi, video, o altro materiale da leggere, vedere e studiare, per poi in classe discuterne, esercitarsi, produrre individualmente e collettivamente ela- borati di vario tipo. nella versione più diffusa, e proposta anche attraverso video presenti nella rete da parte di un gruppo di appassionati (http://flipnet.it), l’imposta- zione prevede che i ragazzi studino a casa i video delle lezioni per apprendere in anticipo i contenuti dei corsi. poi in classe svolgono, in piccoli gruppi collaborativi, quelli che sarebbero stati i compiti per casa. l’insegnante valuta continuamente il lavoro dei singoli e dei gruppi, premia la creatività più dell’apprendimento mnemo- nico, evita l’isolamento degli alunni demotivati o meno capaci e valorizza le capa- cità delle eccellenze: in una parola personalizza l’apprendimento. più sofisticate al- cune altre proposte, che prevedono una maggiore autonomia degli studenti nel sce- gliere i materiali (testi, audio, video, ecc.) messi a disposizione tramite la rete e im- postare il proprio lavoro.

in genere si insiste nel mettere in evidenza la novità fondamentale: i compiti a casa prevedono lo studio di quanto proposto dagli insegnanti o scelto dagli studenti seguendo i loro ritmi e avendo a disposizione possibilità di rileggerlo o rivederlo a seconda della necessità; in classe si svolgono attività di verifica, di discussione, di esercizio pratico, di lavoro individuale o di gruppo, ecc., mentre il docente può se- guire anche personalmente i gruppi o i singoli studenti.

nel prendere in considerazione quanto proposto sia sul piano internazionale, sia in ambito italiano, occorre comunque sempre tener conto del livello e della tipo- logia della scuola o del corso di Formazione professionale. Si ripropone, infatti, la questione dell’adattamento della pratica didattica allo stato di preparazione degli studenti da una parte e agli obiettivi che la normativa nazionale o la programma-

zione curricolare prevede, dall’altra. più si è all’inizio del percorso di studi (scuola dell’infanzia e/o scuola primaria) più si pone l’esigenza di adattare l’attività didat- tica alle condizioni di preparazione, ai ritmi di apprendimento, ai progressi effettivi degli studenti; ma più ci si sposta nel percorso verso qualificazioni superiori, quali quelle previste dal quadro europeo delle qualifiche al quarto o quinto livello, più nasce l’esigenza di promuovere conoscenze, abilità e competenze, che devono es- sere certificate. in questi casi entrano in gioco non solo le dimensioni soggettive del processo formativo, ma anche le esigenze di un riconoscimento pubblico delle competenze effettivamente acquisite al fine di esercitare specifiche attività tecnico- professionali o di accedere a corsi universitari. infine, non possono essere ignorate alcune variabili cruciali come la disponibilità a casa propria di spazi di lavoro tran- quilli, di strumenti digitali adatti e di interconnessioni agevoli, di un livello di mo- tivazione e di impegno adeguati per evitare di presentarsi a scuola non preparati.

Sulla classe capovolta o rovesciata sono stati pubblicati vari contributi. tra questi si possono citare il volume di Maurizio Maglioni e Fabio Biscaro del 2014 (Maglioni, Biscaro, 2014) e l’articolo di Roberto Franchini “the flipped classroom (le classi capovolte)” (Franchini, 2014).

quanto alle strategie didattiche che possono essere attivate sia nel caso di classi capovolte, sia più in generale, dall’esperienza sviluppata nel tempo e sulla base di dati di ricerca, è risultato valido e particolarmente efficace il cosiddetto in- segnamento reciproco (Hattie, 2009) tra studenti. Si tratta di una metodologia che favorisce il mutuo insegnamento tra compagni e consiste nel proporre agli studenti di utilizzare le loro conoscenze e competenze che per favorirne l’apprendimento e lo sviluppo nei propri compagni. Ciascuno studente indica quali conoscenze o quali competenze ritiene di possedere in maniera particolare; queste diventano l’argo- mento secondo il quale egli è impegnato nel proporlo ai compagni (topping, 2014). Attraverso questa esperienza si rende conto di quanto conosce e di quanto è abile nel comunicarlo agli altri. la metodologia dell’insegnamento reciproco si basa sul dialogo orale tra studenti, ne valorizza il ruolo e favorisce il suo sviluppo in ambito dell’apprendimento. Ad esempio, nella lettura di un testo possono emergere pro- blemi di comprensione, questi diventano spazio di ricerca e di dialogo tra due o più compagni al fine di giungere una comprensione più profonda. ne deriva anche il suggerimento di valorizzare il tablet a coppie, in modo da potersi aiutare nell’af- frontare i vari compiti, utilizzando tale tecnologia. Ciò può essere fatto sia in classe, sia a casa collegandosi ai compagni.

Nono capitolo

Fase di avvio e di sviluppo dell’attività didattica

Tra la progettazione dell’attività didattica e la sua realizzazione esiste la stessa relazione tra la fiducia che sia ha circa il verificarsi di un evento futuro e la raccolta di informazioni che via via si riescono a raccogliere e le riflessioni che ne seguono al fine di migliorare il giudizio iniziale. Per quanto si possa prevedere lo svilupparsi del processo di apprendimento dei propri studenti, occorre essere aperti alla realtà di quanto si constata via via e di conseguenza adattarsi alla nuova situazione. Per questo è stato introdotto il concetto di valutazione formativa e la sua interpretazione come strumento fondamentale per favorire l’apprendi- mento. Da due punti di vista: come informazione per lo studente al fine di miglio- rare il suo apprendimento; come informazione al docente al fine di adattare la sua azione alla situazione riscontrata e migliorare.

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