la professoressa Mariachiara lama insegna latino e greco nel liceo classico salesiano di treviglio. Da tre anni utilizza tecnologie mobili, in concreto l’ipad della Apple, nel suo insegnamento. per noi che studiamo i processi educativi e di- dattici è essenziale imparare dall’esperienza altrui, sia da quella divulgata attra- verso le più varie pubblicazioni, sia da quella che possiamo cogliere osservando l’azione didattica nel suo contesto, sia dalla descrizione viva che ne fanno i prota- gonisti. questo calarsi nelle situazioni didattiche concrete implica contemporanea- mente tener conto delle diverse discipline di insegnamento e delle assunzioni meto- dologiche che più o meno consapevolmente guidano l’azione del docente. Ad esempio, nel caso dell’insegnamento del latino e del greco si può privilegiare la capacità di lettura e interpretazione dei testi, rispetto a una produzione scritta o orale in tali lingue; dare importanza alla letteratura come fonte di coltivazione cul- turale e spirituale personale o come conoscenza strutturata degli autori e delle opere fondamentali, magari sotto un profilo storico; ecc.
la prima questione che ho posto alla professoressa è stata molto generale: sulla base della sua esperienza, quale idea si è fatta circa il ruolo della tecnologia
da lei usata nell’impostare l’azione didattica? la riposta è stato netta: è uno stru- mento, uno strumento ulteriore rispetto a quelli disponibili nel passato, uno stru- mento che consente molte opportunità e agevolazioni in più rispetto ad altri, ma che non può sostituire l’uso di carta e penna e, quando opportuno e utile, gli stessi libri stampati. Ad esempio, la connessione in rete permette l’accesso a una impres- sionante raccolta di testi latini e greci e a molti dei loro più autorevoli commenti, soprattutto nei riguardi delle opere principali, che merita frequentare. Si tratta di fonti di libera fruizione e gli studenti, guidati dal docente, possono costruirsi le loro antologie, scaricando i passi più significativi delle opere raggiunte, magari con ac- canto la loro traduzione, collegandoli a commenti significativi e potendo aggiun- gervi le proprie osservazioni e le proprie risonanze personali. in questa attività si può dare spazio anche a preferenze individuali, accostando testi che diventano come riferimenti personali per riflettere ed emozionarsi. Si può costruire così sia una antologia comune, o di classe, sia una più soggettiva, che evidenzia scelte più vicine alla sensibilità di ciascuno.
Quest’attività però è prevalentemente propria del triennio. Nei primi due anni l’attività didattica è più concentrata sullo sviluppare le basi lessicali e grammaticali delle due lingue classiche. In questo caso quali opportunità derivano dall’uso delle tecnologie mobili? in primo luogo occorre ricordare come accanto al tablet stia sempre un quaderno o blocco per scrivere. Anche perché non è facile scrivere sul tablet testi in greco antico. Ma, più in generale, perché è bene accostare l’uso di carta e penna alla valorizzazione dello strumento. Molti insegnanti, poi, continuano a usare una gramma- tica stampata, anche se è possibile fruire di grammatiche digitali. tuttavia la tipologia degli esercizi proposti dai testi sia stampati, sia digitali, è in genere abbastanza limi- tata. la rete permette di accedere a un ricchissima fonte di eserciziari e di proposte di attività assai variate e progressive. la loro risoluzione può poi essere registrata sul ta- blet, o tramite il tablet su un deposito esterno, come il Dropbox, costituendo un proprio portfolio digitale, facilmente consultabile, modificabile. l’analisi della proprie presta- zioni così registrate apre anche alla possibilità di evidenziare i propri punti deboli e di esercitarsi ulteriormente per cercare di superarli. tra le altre opportunità offerte dalla tecnologia vi è anche la possibilità di registrazione vocale e di ascolto individuale tra- mite cuffie. la lettura ad alta voce di un testo da parte dell’insegnante, o da parte di un lettore trovato in rete, può essere conservata e riascoltata, per familiarizzare con il modo di pronunciare in tali lingue. Ciò è particolarmente efficace quando si introduce la metrica latina, o greca, nell’esplorare la poesia.
Se dovesse consigliare ad un suo collega, o a una sua collega, che intende ini- ziare una strada di lavoro analoga alla sua, che cosa gli suggerirebbe subito? Certa- mente in primo luogo gli direi di famigliarizzare con lo strumento. le sue potenzialità esigono non solo una progressiva individuazione delle sue caratteristiche, ma anche un loro sfruttamento sistematico, che può divenire a poco a poco quasi automatico. Se poi si è avuta una buona esperienza nell’uso del computer fisso o da tavolo, il passaggio all’uso del tablet da una parte è più agevole, soprattutto per quanto riguarda lo sfrutta-
mento della rete, ma, dall’altra, implica nuovi modi di rapportarsi con la tecnologia. in particolare occorre esplorare il mondo delle app (applicazioni), icone sul tablet che consentono un accesso diretto a risorse informative e operative alle volte di potenzia- lità non indifferente. ne esistono di gratuite, altre a pagamento. in generale all’inizio quelle gratuite sono più che sufficienti. A esempio l’app Evernote consente di redigere, conservare, catalogare e diffondere testi scritti e immagini, testi orali e video. Accanto a ciò occorre esplorare le varie forme comunicative che possono essere attivate per sviluppare un buon sistema di interazioni con i propri studenti, sia quanto a posta elet- tronica, a esempio nell’ambito di Google con il sistema delle gmail, sia quanto a valo- rizzazione di depositi di materiali accessibili da tutti gli studenti, a esempio valoriz- zando l’opportunità offerta da Dropbox. infine, può essere di notevole aiuto esplorare i siti dedicati esplicitamente all’insegnamento delle proprie discipline. Molti di tali siti sono nati e si sono sviluppati con l’apporto di insegnanti e studenti a partire dalla loro esperienza.
in una sperimentazione dell’uso dell’ipad nell’attività scolastica sviluppata presso la contea di los Angeles non si è potuto andare avanti in maniera produttiva e l’atti- vità, finanziata generosamente, è stata interrotta. Gli studenti si erano lasciati andare a un uso improprio di tali tecnologie mobili: per giocare, per comunicare tra loro, per esplorare siti stuzzicanti le loro curiosità adolescenziali. Mi sono quindi domandato se qualcosa di analogo fosse capitato nelle classi della professoressa. A questo proposito essa ha confermato la convinzione ormai sempre più diffusa che uno dei compiti edu- cativi fondamentali della scuola nel contesto tecnologico attuale è proprio quello di promuovere la capacità di utilizzare in maniera produttiva e con senso di responsabi- lità le tecnologie mobili nell’attività di studio e di lavoro. tale impegno educativo non è facile, perché i cosiddetti “nativi digitali”, lo sono principalmente per giocare e co- municare tra loro e manifestano non poche difficoltà e resistenze a sviluppare quelle competenze digitali che sono oggi necessarie nel contesto dei processi istruttivi e pro- fessionali.
l’incontro con la professoressa Mariachiara è stato assai utile sia per confermare varie ipotesi di lavoro, sia per sfatare alcune assunzioni che poco hanno a che fare con una introduzione seria e valida delle tecnologie mobili. in particolare quella che la loro presenza debba necessariamente provocare una trasformazione radicale della metodo- logia didattica. in realtà ogni insegnante nel corso della sua esperienza d’insegna- mento ha sviluppato, spesso in maniera implicita, una sua concezione del suo ruolo e delle forme attraverso le quali egli è in grado di ottenere i risultati attesi. Se si pensa che tale approccio sia inadeguato, occorre che egli sperimenti direttamente l’efficacia di metodologie didattiche diverse altrimenti o rimarrà convinto della bontà di quanto è grado di svolgere e nulla cambierà o si adatterà a quanto a lui richiesto, ma deman- dando la responsabilità dei risultati attenuti a chi lo ha indotto a modificare il suo modo di procedere. in questa prospettiva occorre ribadire come, comunque, rimanga essenziale promuovere da parte dei docenti lo sviluppo delle fondamentali competenze digitali.