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il passaggio ai libri digitali può portare a qualche difficoltà ed evidenziare alcune condizioni di fattibilità. a) talora i libri di testo digitali proposti sono riproduzioni in pdf dei testi stampati con modeste possibilità di utilizzazione (sottolineature, note, …). in particolare, in alcuni casi vi è una certa difficoltà nello scorrimento delle pagine. Miglio- re la situazione se si tratta di ebook. tuttavia, a parte l’avere a disposizione il testo sul ta- blet, non sembra che queste soluzioni tecnologiche offrano grandi miglioramenti rispet- to all’uso del testo stampato. la possibile soluzione ad alcune di questa problematicità

viene in genere data dall’uso contemporaneo di un quaderno che diventa la forma nor- male di accompagnamento del libro digitale. b) libri digitali e ebook più interattivi, con immagini, anche in movimento, occupano spazi di memoria non indifferenti. in qualche caso le case editrici riescono con vari accorgimenti a limitare tale occupazione di me- moria, ma comunque diventa assai problematico scaricare da parte degli studenti i molti libri di cui hanno bisogno per le diverse discipline di insegnamento. c) Se la fruizione dei libri e materiali didattici offerti dalle case editrici vengono fruiti on line, occorre tener presente che a regime i collegamenti wifi contemporanei potrebbero essere assai nume- rosi e, se si devono scaricare immagini o filmati, le linee potrebbero congestionarsi e ral- lentare o addirittura interrompere i collegamenti.

la normativa ministeriale, dopo molte tergiversazioni e oscillazioni, ha ricono- sciuto le conseguenze dell’entrata in vigore del Regolamento sull’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche e formative relativamente all’adozione dei libri di testo. Ricordiamo a questo proposito come da molti veniva considerato assai problematico che il Ministero potesse continuare a imporre l’adozione di testi sia cartacei, sia digi- tali, stante le disposizioni derivanti dal Regolamento sull’autonomia scolastica del 1999. l’obbligo di adottare testi scolastici (stampati o digitali) per la varie discipline di insegnamento risultava, infatti, assai poco coerente con i principi sanciti circa l’auto- nomia didattica delle istituzioni scolastiche.

oggi viene affermato che: “il collegio dei docenti può adottare, con formale deli- bera, libri di testo oppure strumenti alternativi, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e con il limite di spesa stabilito per ciascuna classe di corso”. inoltre la norma prevede che: “nel termine di un triennio, a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, [...] gli istituti scolastici possono elaborare il materiale didattico digitale per specifiche discipline da utilizzare come libri di testo e strumenti didattici per la disciplina di riferimento; l’elaborazione di ogni prodotto è affidata ad un docente supervisore che garantisce, anche avvalendosi di altri docenti, la qualità dell’opera sotto il profilo scientifico e didattico, in collaborazione con gli studenti delle proprie classi in orario curriculare nel corso dell’anno scolastico. l’opera didat- tica è registrata con licenza che consenta la condivisione e la distribuzione gratuite e successivamente inviata, entro la fine dell’anno scolastico, al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e resa disponibile a tutte le scuole statali, anche adope- rando piattaforme digitali già preesistenti prodotte da reti nazionali di istituti scolastici e nell’ambito di progetti pilota del piano nazionale Scuola Digitale del Ministero del- l’istruzione, dell’università e della ricerca per l’azione editoria Digitale Scolastica”.

il progetto Book In Progress, promosso dall’itiS Majorana di Brindisi, che ne rimane il capofila, coinvolge ormai decine di scuole e centinaia di docenti nella preparazione di libri di testo: segue ormai tale normativa, anche se l’ha anticipata.39

tale impresa deriva dalla convergenza di alcuni fattori fondamentali. in primo luogo, la sempre più accentuata diffusione delle comunicazioni tramite la rete web, che consentono la condivisione di testi, video, audio, immagini, ecc. tra le persone, indipendentemente dalla loro collocazione geografica e dal tempo di utilizzo della rete. in secondo luogo, la possibilità di collocare tali artefatti in un deposito acces- sibile in ogni momento da parte degli interlocutori, con possibilità non solo di fruirli passivamente online, ma di scaricarli, di interagire on line con essi, ecc. Ma, soprattutto, l’interesse e la disponibilità di molti docenti distribuiti su tutto il terri- torio nazionale a partecipare a una impresa collettiva nella redazione di libri di testo per le scuole.

quindi, se l’iniziativa Book In Progress si colloca nella prospettiva ormai pre- vista dalla normativa nazionale, ma in qualche misura la supera, perché estende la partecipazione all’impresa comune a scuole e docenti di tutta la penisola e non solo a docenti del proprio istituto. Viene prevista, poi, la responsabilità di una scuola e di un coordinatore per ogni progetto di testo disciplinare da produrre, mentre la col- laborazione alla sua redazione è aperta a tutti quelli che intendono partecipare. Un regolamento chiarisce tutta una serie di problematiche connesse con i diritti d’au- tore, con la questione della gratuità della prestazione, ecc.

l’importanza di questa impresa può essere considerata da molti punti di vista. Credo interessante sottolinearne solo due. Si è molto insistito in questi ultimi de- cenni sull’importanza di una co-costruzione del sapere, sulla collaborazione nella produzione di artefatti, sul valore di una conoscenza distribuita, che si possa valo- rizzare nelle varie esigenze operative. il progetto sembra proprio corrispondere a una verifica della bontà di tali prospettive di lavoro.

tradizionalmente i libri di testo venivano elaborati da uno i più autori (due o tre) in collaborazione con una casa editrice. Avendo nel tempo collaborato con più case editrici in questa direzione, posso testimoniare le ampie discussioni in merito alla redazione finale dei testi. Anche perché gli autori sviluppano un progetto e lo realizzano sulla base della loro esperienza didattica e delle assunzioni epistemolo- giche e metodologiche che li caratterizzano. Basti citare due celebri esempi di testi scolastici per la matematica: quelli di F. enriques e U. Amaldi e di e. Castelnuovo. le case editrici sono più sensibili alla loro commercializzazione e diffusione. testi molto interessanti dal punto di vista contenutistico e metodologico furono adottati da ben pochi insegnanti. l’impresa Book In Progress può confermare, o falsificare, l’assunzione che il prodotto collettivo di un libro di testo, indipendentemente da una casa editrice, può offrire risultati migliori e più funzionali rispetto a quelli tra- dizionalmente realizzati.

la seconda prospettiva interessante riguarda la possibilità di cogliere, esami- nando i risultati finali di tale impresa, cioè i vari libri di testi prodotti, qual è l’im- pianto epistemologico e metodologico che emerge come il più gettonato da parte di docenti distribuiti sul territorio nazionale e che manifestano interesse, impegno e dedizione particolare al loro lavoro didattico. Già, perché la natura stessa dell’im-

presa, che non consente diritti d’autore significativi, come è stato nel passato in al- cuni dei casi per testi particolarmente diffusi, implica passione per il proprio lavoro e desiderio di rispondere meglio alle attese di famiglie e studenti, anche dal punto di vista economico. Data la mia età, ho potuto cogliere a partire dagli Anni Cin- quanta e Sessanta del secolo passato non poche evoluzioni, sia sul piano della stessa concezione della disciplina scolastica, sia su quello delle metodologie didat- tiche da adottare per insegnarla. inoltre, tra il livello della ricerca, e delle proposte operative che ne derivano, e quello della effettiva diffusione nella pratica quoti- diana si è sempre manifestato un ampio divario. e ciò non può essere considerato sempre come negativo. Anzi. Raffinati studi, come quelli realizzati da John Hattie (Hattie, 2009), hanno messo in evidenza come molte idee, anche assai interessanti, non hanno avuto risposte sul campo analogamente positive.

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