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Potenziali pericoli della dataveglianza

6. Capacità di sorveglianza 1 Premessa

6.3 Potenziali pericoli della dataveglianza

Appare evidente che Clarke mantenga una certa lucidità nel trattare le tematiche di sua competenza, ma con una consapevolezza che lo porta a esaminare anche i possibili pericoli di siffatta dataveglianza con un occhio critico dal sapore sociologico.

Distinguendo i diversi ambiti di operatività, per ciò che concerne la sorveglianza personale l’informatico riconosce alcuni pericoli degni di nota:

- il rischio di un banale errore di identificazione, poiché

l’elaboratore elettronico non è immune a imprecisioni;

- informazioni poco precise;

- un utilizzo decontestualizzato delle informazioni;

- decisioni poco ponderate, prese come automatica reazione ad

un dato registrato;

- assenza di conoscenza soggettiva dei flussi di dati;

- assenza di consenso soggettivo ai flussi di dati;

- formazione di blacklist;

- diniego di un riscatto personale, per la natura incancellabile

dell’informazione ormai registrata (Clarke, 1988).

I pericoli propri della sorveglianza di massa invece sono distinti tra minacce per l’individuo singolo e per la società.

Tra i pericoli per l’individuo Clarke elenca:

- l’arbitrarietà dell’azione di controllo, non sostenuta da alcun

sospetto individuale;

- la fusione di dati appartenenti a contesti diversi;

- la complessità e incomprensibilità di alcune informazioni;

- la “caccia alle streghe” risultante dall’attività di profiling, perché

tale operazione formula un giudizio su un individuo particolare basato sul comportamento passato di altri individui che

statisticamente gli assomigliano61;

61 R. Clarke, articolo Information Technology and Dataveillance, cit.,

testualmente: “Profiling makes a judgment about a particular individual based on the past behavior of other individuals who appear statistically similar.”

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- la discriminazione ex ante e una previsione di colpevolezza,

perché il profiling permette non solo un’attività retrospettiva ma anche il pronostico circa una categoria di individui dalla condotta potenzialmente indesiderabile, lo studio di una "predelinquency" che ricorda fortemente la dickiana teoria del

precrimine62 (Dick, 2002);

- una pubblicità selettiva che tenga conto dei gusti del

consumatore specifico;

- l’inversione dell’onere della prova, contro il pregiudizio del

“sospetto categoriale63”;

- operazioni nascoste, spesso prive di autorizzazione giudiziale;

- ignoranza della fonte di accusa e dell’oggetto dell’accusa;

- la connessa impossibilità di svolgere un giusto processo (due

process) per l’intrinseca compromissione del diritto di difesa

dell’individuo (Clarke, 1988).

I pericoli della sorveglianza di massa a danno della società elencati64 da Clarke consistono in:

- un diffuso clima di sospetto, per la consapevolezza che

l’indagine costante è svolta permanentemente;

- una tendenza a intrecciare rapporti accusatori. I funzionari

dell’organizzazione di sorveglianza che comunicano con i soggetti a cui appartengono le informazioni vagliate comprendono solo parzialmente, e preferiscono non ammetterlo, le ragioni che sono alla base di ogni decisione presa: queste hanno a che fare molto di più con la risoluzione del caso piuttosto che con le pubbliche relazioni. Le posizioni contrattuali che ne risultano sono sbilanciate a causa del

possesso esclusivo e della disponibilità unilaterale

dell’informazione, in forza di ciò le relazioni sono perlopiù antagonistiche;

- una prevalente attenzione delle forze dell’ordine nei confronti

dei reati, solitamente minori, più facili da scoprire e la cui commissione, sistematica e professionale, è semplice da dimostrare; questi, a differenza dell’opera del criminale occasionale, non mettono a rischio la reputazione della forza pubblica;

- applicazione iniqua della legge;

62 Philip K. Dick, Rapporto di minoranza e altri racconti, Fanucci editore,

Roma, 2002

63

Gary T. Marx, Undercover, cit.

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- un indebolimento del rispetto nei confronti della legge e delle

forze dell’ordine;

- una diminuzione della significatività delle azioni individuale

dovuta all’atteggiamento dell’apparato amministrativo: poiché questi ha la disponibilità di informazioni sulla persona derivanti da un’ampia varietà di fonti, tende a prendere decisioni per conto e nell’interesse della persona. Ciò, per quanto possa essere equo ed efficiente, ha un impatto nascosto sulla società consistente nell’evoluzione dell’immagine che ha il genere umano di se stesso; si rischia un’accettazione passiva da parte delle masse e lo stordimento dello spirito di indipendenza che sarebbe invece necessario per affrontare le sfide del futuro;

- con il conseguente calo dell’autodeterminazione e della fiducia

in sé;

- menomazione dell’originalità;

- un incrementale tendenza a decidere di non partecipare al

piano ufficiale della società, preferendo l’anonimato burocratico anche a costo di rinunciare a benefici economici o sociali. Si sarebbe formata una società strutturata su più livelli che comunicano poco e male, trovandosi tra loro in un rapporto perlopiù conflittuale: il piano documentale ufficiale che riguarda fatti e statistiche governative ha una relazione imprecisa e solo superficiale con il piano del mondo concreto in cui si svolgono le reali attività economiche e sociali;

- un indebolimento della morale ed etica pubblica nella sua

integrità e coesione;

- ulteriore aumento della sorveglianza di massa dovuto a siffatte

conseguenze (evasione dall’official level of society65 e crisi della

moralità) e tramite queste giustificato, allo scopo di ristabilizzare l’equilibrio del potere. La padronanza sia dei sistemi di comunicazione di massa, sia della sorveglianza di massa sono infatti gli strumenti necessari alle élite governative per mantenere il potere;

- rischio (da non drammatizzare troppo – avvisa Clarke) del

potenziale repressivo per un eventuale governo totalitario. Lo sviluppo di tecnologie intrusive si verifica ormai da solo, senza lo stimolo di un intento totalitario, ma tali strumenti di monitoraggio dati potrebbero tramutarsi in essenziali strumenti di supporto per azioni repressive.

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L’informatico conclude la sua analisi dei pericoli con una statuaria dichiarazione66:

In general, mass dataveillance tends to subvert individualism and the meaningfulness of human decisions and actions, and asserts the primacy of the state.

Una particolare attenzione meriterebbe lo studio dei tratti di questa sovversione: come si atteggia l’individualismo e la rilevanza delle decisioni del singolo essere umano nella società della sorveglianza, ma se ne rimanda la trattazione in luogo consono.