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Presenza di minori e rischio di femicidio

3.2 Quando la donna vittima di violenza è anche madre

3.2.2 Presenza di minori e rischio di femicidio

Nel primo capitolo è stato affrontato il peggiore tra gli epiloghi della violenza: il femicidio; in questo paragrafoci occuperemo di considerare una fattispecie specifica di tale eventualità: quella nella quale l’uccisione della donna venga perpetrata in costanza di separazione129/divorzio (in seguito alla denuncia della stessa per violenza interpersonale) e di disposizione giudiziale di affido condiviso della prole.

L’uomo nonostante per anni abbia agito violenza (spesso in presenza degli stessi figli) nei confronti della moglie/compagna, non essendo un fattore ostativo all’affidamento, ottiene con il benestare degli organi preposti la condivisione dei minori. In realtà spesso la richiesta dell’uomo risulta essere solamente un nuovo espediente: un pretesto per incontrare la donna e continuare le vessazioni (generalmente psicologiche) privandola dell’unico bene che le dona ancora una ragione per vivere. Alcune ricerche svolte all’interno dei tribunali, negli anni hanno rilevato infatti come i “maltrattanti” utilizzino il sistema giuridico come mezzo per continuare ad esercitare il controllo sull’ex partner e sugli stessi figli anche (appunto) attraverso lunghe battaglie per l’affidamento o per aumentare i tempi di visita (Zorza, 1995; Jaffe, Lemon, Poisson, 2003 in Luberti, 2006 p. 146)

Le ricerche finalizzate a comprendere i fattori di rischio130 di recidiva (il perpetuarsi della violenza) hanno considerato tra gli aspetti rilevanti anche la presenza dei figli

129 Il concetto è estendibile anche nel caso di separazione dopo un periodo di convivenza.

130 “Per ‘rischio’ si intende la probabilità, la possibilità che un fenomeno, un comportamento, in questo

caso la violenza, si presenti o si presenti nuovamente. Valutare il rischio significa prendere in considerazione, analizzare le caratteristiche del reo e delle vittime ma anche delle circostanze in cui si è consumato il delitto” (Karadole.C. Pramstrahler.A, 2011 p. 101).

78 minori all’interno della coppia; tra i maggiori sistemi di valutazione131attuariale

sperimentati a livello europeo e extraeuropeo: l’Ontario Domestic Assault Risk

Assessment (Canada) messo a punto avvalendosi delle informazioni della polizia

(acquisite mediante lo svolgimento di indagini in casi di violenza domestica), rileva 13 item132 tra i quali è individuabile anche il fattore minori:

1. episodi di maltrattamento nei confronti della partner (o dei bambini);

8. presenza di più di un figlio fra vittima e autore della violenza; 9. presenza di bambini che non sono figli dell’autore della violenza; 12. l’autore della violenza ha maltrattato la partner anche durante la gravidanza;

Fra le varie procedure di valutazione professionale strutturata quella che merita invece particolare attenzione (dato il suo utilizzo anche nel contesto italiano) risulta essere il SARA acronimo di “Spousal Assault Risk Assessment” (valutazione del rischio di aggressione nella partner). La versione messa a punto (anche) in Italia prende invece nome “SARA-S” (Spousal Assault Risk Assess- screening). Entrambi gli

strumenti (versione integrale e versione screening) sono creati con lo scopo di individuare il livello di rischio recidiva in un uomo che ha agito comportamenti violenti nei confronti della moglie/compagna; la valutazione finale non si sostanzia sulla quantità/numero di fattori rilevati, aspetto che è imprescindibile nelle valutazioni attuariali, ma si basa sia sulla tipologia dei fattori stessi, sulla loro interazione e soprattutto sul loro cambiamento133 (Karadole.C. Pramstrahler.A, 2011).

Sulla base dell’analisi della letteratura e delle ricerche svolte, questo strumento fornisce delle linee guida finalizzate ad individuare i fattori di rischio: 20 nella versione integrale e 15 nella versione screening. (Baldry, 2011 in Karadole.C, Pramstrahler.A., 2011)

131 Nella prassi forense vengono rilevati tre metodi utilizzati quotidianamente: la valutazione clinica non

strutturata, la decisione basata su strumenti attuariali e la valutazione professionale strutturata (Karadole.C. Pramstrahler.A, 2011)

132 Il punteggio totale ottenuto rappresenta la probabilità che l’uomo sia nuovamente violento nei

confronti della partner (il rischio di recidiva).

133 “La valutazione del rischio è un processo dinamico; il livello di rischio può fluttuare nel tempo ed è

pertanto opportuno ripetere la valutazione del rischio a periodi costanti, minimo ogni sei mesi.” ( Karadole.C, Pramstrahler.A., 2011)

79 Oltre agli elementi citati (soprattutto per quanto concerne la versione successiva) vengono individuati anche altri aspetti rilevanti:

B) bambini testimoni di violenza

C) Child abuse inteso come abuso sessuale ma anche fisico o psicologico sui minori.

La necessità imposta dal sistema giurisdizionale a collaborare con l’uomo per il benessere del figlio, rendono “prevedibile” l’ipotesi che l’incontro tra la donna e il padre del bambino possa essere motivo di ulteriori litigi e violenze.

Ogni pretesto può essere facilmente utilizzato dall’uomo per maltrattare la ex; un elemento riscontrabile anche nelle parole di Laura134, semplicemente a dimostrazione delle tante donne costrette a vivere questa situazione:

Il padre viene a prendere nostro figlio due pomeriggi a settimana e un week end ogni due […], l'incontro per il «ritiro» o la «consegna» del figlio diventava e ancor oggi diventa troppo spesso l'occasione per una nuova discussione, un insulto, una minaccia135.

In molti casi dopo la separazione proprio per l’assenza di contatto136 le percosse e le violenze fisiche agite sulla donna tendono a diminuire; ciò non significa che la stessa non subisca ugualmente violenza: il doverlo incontrare, vedere come da “tutti” sia considerato una persona “che ha commesso solo degli errori”, pone la donna in uno stato di incomprensione; se la memoria l’abbandonasse, potrebbe essere lei stessa a condividerne la capacità nell’essere un padre perfetto137.

Salvo casi particolari, la figura dell’uomo autore di violenza risulta infatti complessa da riconoscere. Nel contesto pubblico, anche durante il maltrattamento domestico appare un marito premuroso, affettuoso e ottimo padre; dopo la denuncia di violenza, la comparizione in tribunale e la richiesta di separazione, agli occhi del mondo resta ugualmente un padre adeguato; gli stessi sforzi per ottenere la custodia

134 Nome di fantasia

135 Articolo disponibile al link: http://www.bresciaoggi.it/dalla-home/fermate-il-mio-stalker-prima-che-

sia-tardi-1.4240531

136 Almeno per un breve periodo gli incontri tra padre e figlio saranno infatti svolti in un ambiente

protetto.

137 È utile ricordare come alcune donne anche dopo la separazione siano sempre convinte che l’uomo,

80 dei figli risultano la riprova dell’amore incondizionato per i bambini. Chi potrebbe sostenere il contrario avanzando l’ipotesi che sia solo un meccanismo studiato minuziosamente per ledere ulteriormente l’esistenza della donna che ha voluto abbandonarlo; solo la stessa, consapevole di cosa si nasconda dietro la “maschera”.

In realtà non sono stati effettuati studi specifici sull’aumento di femicidi delle donne separate con figli minori rispetto a chi non ne avesse; è interessante ricordare però l’analisi presentata da Eures-Ansa138: osservando il grafico, tenendo in considerazione

l’età della prole, si rileva una prevalenza (118 casi di femicidi) dove almeno un figlio risulta minorenne mentre appare minoritaria la quota di donne uccise con figli tutti maggiorenni (65).

Grafico 21: Femicidi di donne separate, in base alla presenza di figli minori nella coppia. Periodo 2010-2014

Fonte nostra elaborazione sudati Eures

Lo studio si rivela ugualmente utile ad avvalorare la tesi avanzata in precedenza che individua nella presenza dei figli minori (soprattutto nel caso in cui venga stabilito l’affido congiunto) un fattore di rischio per la donna stessa.

La presentazione degli estratti dei titoli di giornali di cronaca, permette di verificare come nel periodo successivo alla separazione il perpetrarsi del maltrattamento fino all’atto estremo che vede l’uccisione della stessa donna, in alcuni casi, avvenga anche in presenza del bambino stesso139.

138 Cfr. Primo capitolo

139 Un fenomeno, quello degli orfani di femicidio oggetto sia della recente legge, sia nel nuovo

documento del Cismai: Requisiti minimi degli interventi nei casi di violenza assistita.

non disponibile 21% almeno un minore 51% tutti maggiorenni 28%

81 Sebbene gli episodi di femicidio in presenza degli stessi figli risultino in numero limitato si ritiene necessario indirizzare ugualmente l’attenzione su questi casi: sia per l’assenza di studi che tengano in considerazione il numero effettivo di bambini che ogni anno assiste all’uccisione della propria mamma da parte del padre (i dati sono reperibili solamente dagli articoli di cronaca); sia perché nonostante risultino un numero esiguo si crede resti lo stesso un fattore degno di attenzione dal momento che il bambino dopo aver assistito all’uccisione della madre, oltre a divenire orfano, difficilmente potrà vivere come un bambino “normale”.

Perugia, tenta di uccidere la ex e il figlio. L’amica ferita: “Bazzurri ha sparato a tutti”

“Il gesto dell'uomo è legato alla relazione finita con la moglie. Negli ultimi periodi i due litigavano spesso. Fino al drammatico epilogo di questa mattina”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/06/perugia-tenta-di-uccider-la-ex-e-il-figlio-la-testimonianza-di-un-ferito-bazzurri-ha-sparato-a- tutti/1051738/

Cesena: uccide l'ex moglie a coltellate davanti ai figli piccoli, arrestato

“I due erano separati ma i rapporti tra loro, che ormai si limitava alle sole viste ai figli da parte dell'uomo, era rimasto carico di tensione. Le liti durante gli incontri con i figli a casa della donna erano frequenti secondo quanto raccontano ora alcuni vicini di casa”.

http://www.crimeblog.it/post/189329/uccide-moglie-a-coltellate-davanti-ai-figli-cesena

La uccise davanti alla figlia di 2 anni. Il pm: «Sedici anni all’ex marito»

“I due si erano separati da alcuni mesi, ma si incontravano per via della bimba. Teatro del delitto, un’abitazione al Casilino”.

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_18/roma-casilino-omicio-processo-guardia-giurata-figlia-due-anni-pm-sedici-anni-all-ex- marito-17d6b9a0-1d03-11e6-a8eb-04e4fcf1d7a7.shtml?refresh_ce-cp

Omicidio a Pergine: uccide l'ex moglie a coltellate davanti ai figili di 4 e 7 anni

“I bambini subito dopo il delitto hanno trovato rifugio in casa di alcuni vicini che hanno chiamato il 118 e le forze dell'ordine”.

http://www.trentotoday.it/cronaca/pergine-uccide-ex-moglie-a-coltellate-sotto-occhi-figli.html

Omicidio Ferrazza, 16 anni e 8 mesi a Rao

“L’uomo aveva colpito la donna davanti alla piccola con 51 coltellate”.

http://corrieredelveneto.corriere.it/padova/notizie/cronaca/2014/19-luglio-2014/omicidio-ferrazza-16-anni-rao-223598163653.shtml#

Uccide l’ex davanti al figlio di due anni

“Una donna di 26 anni accoltellata dall’ex convivente di 36. Lei lo aveva più volte denunciato per stalking”.

http://www.lastampa.it/2013/07/10/italia/cronache/palermo-uccide-la-moglie-per-una-lite-eximm9k6oesx40vbExITbP/pagina.html

Uccide la moglie a Seveso davanti ai figli: intervento dei carabinieri poche ore prima del delitto

“Le mani dell'uomo che si stringono intorno al collo della donna, la soffocano fino a ucciderla. Tutto è successo davanti agli occhi dei due bambini della coppia”.

82 Quello che emerge dalle pagine dei giornali, dalla televisione o dalle rivelazioni delle stesse donne sembrerebbe la descrizione di un “mostro” assetato di vendetta e privo di scrupoli che pur di portare sofferenza alla donna che lo ha abbandonato non si ferma neppure dinanzi al suo “stesso sangue”; è risaputo che per molti sia questa la prima impressione che suscita, ma prima di “tirar fuori le torce e i forconi e invocare l’impiccagione” bisogna considerare come si sia arrivati a questo140.

Il non essere stati in grado (per assenza di competenze e conoscenze) di intuire come un uomo, autore di violenza nei confronti della moglie/compagna, non possa essere giudicato un padre adeguato ma debba essere valutato e inserito in un percorso “rieducativo” affinché possa acquisire gli strumenti per comprendere i danni cagionati ai figli e la sofferenza patita dalla partner, imprescindibilmente è un aspetto su cui è doveroso riflettere.