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Sull’inserimento del centro Nuovo maschile nelle linee guida

Il presente capitolo e il Quadro sinottico (Cfr. Allegato 1), hanno mostrato, sulla base anche dei principi internazionalmente codificati (convenzione di Istanbul), come da un punto di vista formale il territorio sia sensibile e rispondente al contrasto della violenza maschile. Un’attenzione al fenomeno che in realtà, visto dal punto di vista operativo se in passato è risultata adeguata208 con il trascorrere del tempo, sta perdendo vigore; la causa di un tale “cedimento” deve essere individuata nel cambiamento di prospettiva che lentamente sta mostrando su tutto il territorio nazionale209 la necessità di rivalutare le politiche al contrasto del fenomeno. Di sicuro interesse per comprenderne le ragioni, il già citato Protocollo di intesa, attivo fino al cinque dicembre dell’anno vigente che dalle stesse parole del prefetto, ritenendo il supporto e l'aiuto al maltrattante un “presupposto necessario”, sembrava si stesse avviando verso una trasformazione culturale. In realtà, sebbene tra i firmatari compaia anche l’Università di Pisa e la stessa Associazione Nuovo maschile, chiaro segno di apertura al cambiamento e alla continua ricerca di soluzioni innovative per migliorare le

policies, il protocollo ha disatteso le aspettative.

Il centro per autori di violenza presente dal 2012 sul territorio, ottiene scarsa considerazione dalle istituzioni pubbliche e la sua esistenza è possibile solo grazie alla passione e all’attenzione degli operatori che vi lavorano e credono nella mission.

L’analisi qualitativa, oltre a rilevare la metodologia adottata (in particolar modo dal centro per autori di violenza), ha cercato di analizzare anche la sussistenza di un rapporto di collaborazione tra tutti i nodi della rete (non ancora formalizzata) e

208 In un primo momento, grazie al contributo della Casa delle Donne, siano state impostato politiche di

intervento efficaci e all’avanguardia. Risale alla legge regionale del 1998 la prima casa rifugio eretta sul territorio ed è nel 2005 che il protocollo d’intesa ha reso possibile la creazione della prima rete antiviolenza, anticipando, in tal senso, anche la normativa regionale.

209 In base ai principi codificati a livello internazionale entrati nel quadro normativo Italiano con la

150 delineando l’ipotesi di un possibile inserimento del Centro Nuovo maschile nelle Linee guida e nella stessa Rete.

L’obbiettivo di inserire nelle Linee guida operative e nell’attuale modello di rete un servizio che si occupi dell’autore della violenza, rende necessario analizzare come possa essere raggiunto un tale scopo; in questa sede per individuare con facilità gli argomenti rilevati durante l’indagine qualitativa, è stato scelto il modello di analisi SWOT, consentendo di puntualizzare gli aspetti salienti: i punti di forza (Strenghts) e di debolezza (Weaknesses), le possibili minacce (Threats), senza dimenticare le opportunità (Opportunities).

Tabella 5.1 – Analisi SWOT

Strenghts

Weaknesses

Opportunities

Threats

-Il centro sta lavorando per entrare nelle linee guida;

-il Cav conosce il servizio offerto dal centro nuovo maschile

-il Cav ritiene importante la loro presenza nelle linee guida e nel monitoraggio del padre

-Formazione degli operatori e turnover

-scarsa collaborazione

-procedure disallineate tra enti pubblici e soggetti privati

-Menzione dei servizi per autori nella normativa nazionale

-Attenzione al fenomeno da parte delle istituzioni comunitarie (e conseguente erogazione di finanziamenti dedicati)

-Inclusione nella rete nazionale Relive

-Assenza e conoscenza di una chiara identificazione della normativa in riferimento al ruolo

-Canalizzazione di tutte le risorse disponibili per la protezione della donna vittima di violenza

-Assenza di conoscenza del lavoro svolto all’interno del Centro Nuovo Maschile

151 Iniziando nell’approfondire gli aspetti positivi, i punti cosiddetti “di forza”, è utile considerare la conoscenza del servizio offerto dal Centro Nuovo Maschile da parte del Cav e la proposta di inserire lo stesso servizio nel monitoraggio del padre, considerato dalla Casa delle donne un aspetto fondamentale per evitare lo “sbilanciamento di interventi”210 e per rilevare nell’uomo una maggiore consapevolezza della sofferenza provocata nei figli.

Le opportunità possono essere configurate nella presenza dei servizi per autori di violenza all’interno dei Regolamenti Europei, nella Convenzione di Istanbul e nel piano nazionale211, sebbene siano menzionati anche nella legge 119/2013; un aspetto

imprescindibile al loro funzionamento perché oltre a legalizzarne l’operatività consente la partecipazione ai bandi per ottenere un finanziamento.

Un altro punto è individuabile nella possibilità che il Centro Nuovo maschile, già riconosciuto a livello nazionale, possa entrare a breve all’interno dell’Associazione nazionale Relive212 con tutte le tutele che ne potranno conseguire.

Tra gli aspetti negativi, punti “di debolezza” possono essere individuati nell’assenza di un’adeguata formazione sulla violenza maschile213 negli altri addetti ai servizi e nella scarsa collaborazione tra gli operatori che, anche in presenza di protocolli formalizzati, risulta connessa alla sensibilità dei medesimi.

Tra le minacce risulta configurabile una scarsa attenzione e conoscenza del lavoro svolto dal Centro Nuovo maschile; aspetto rilevato sia negli addetti ai servizi che nelle istituzioni pubbliche afferenti al territorio Provinciale.

La continua canalizzazione delle risorse alla protezione della sola donna, può essere rilevata come la peggiore tra le minacce: se da un lato l’assenza di finanziamento da parte dell’istituzione pubblica potrebbe condurre alla cessazione del servizio offerto (risultando la mancanza di finanziamento connessa anche ai punti “di debolezza”), dall’altro, l’assenza di contribuzione è un chiaro segnale della scarso interesse

210 Cfr. par. 5.3.1 intervista a sogg.1

211 Ci si sta riferendo al Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere del 2015 212 Cfr. secondo capitolo

213 Come si è avuto modo di comprendere dall’intervista al Centro per autori di violenza, spesso molti

operatori sono formati, ma spesso l’attenzione viene volta ad analizzare la sola figura femminile, risultando essere incompleta e correndo il rischio di sostenere la rappresentazione collettiva stereotipata e stigmatizzante dell’uomo.

152 all’attività svolta dal Centro, rinforzando l’idea che la violenza debba essere contrastata solamente assistendo le vittime.

Risulta essere opinione diffusa come l’uomo “violento” non abbia bisogno di servizi; nella maggior parte dei casi si ritiene possa essere affetto da patologie psichiatriche214, oppure nei casi meno eclatanti viene indicato il principio nei fattori endogeni215 seguitando nel credere che terminato il periodo di stress, l’uomo possa

smettere senza alcun aiuto, ignorando come data la matrice culturale, un nuovo evento critico possa dare nuovamente inizio al circolo violento.

214 Tale considerazione molto frequente soprattutto in situazioni di femicidio o di violenza eclatanti ha

lo scopo di credere che all’amico, al vicino, al parente o a se stessi non potrà mai accadere di reagire con tale violenza. Una difesa personale che seguita nell’alimentare la rappresentazione stereotipata dell’autore di violenza, impedendo che gli stessi uomini possano riconoscere l’“errore” consentendo una presa in carico efficace. In realtà dalla letteratura e dalle interviste alle stesse vittime è emerso come l’uomo all’esterno dell’abitazione fosse rispettabile, amato ed ammirato.

215 Non considerando l’origine culturale del gesto, ma ritenendo che un evento critico della vita

(separazione, disoccupazione…) essendo aspetti critici è probabile che un uomo possa agire con violenza (Quanto riportato è emerso dall’intervista a Centro Nuovo Maschile ).

153

CONCLUSIONI

La violenza maschile sulle donne è parte del nostro quotidiano, impossibile negarne l’evidenza. Altrettanto evidente risulta la centratura della narrazione mediatica così come dei codici normativi attorno alla c.d. parte lesa, che contribuisce a costruire e rafforzare un immaginario che legittima e orienta le policies pubbliche nella stessa direzione. Tuttavia, dall’analisi della letteratura di riferimento si è visto come siano possibili altri modelli di intervento che si sono dimostrati capaci, attraverso strategie integrate, di affrontare la complessità del problema senza incorrere nel rischio di semplificazioni pericolose e limitanti.

Il presente lavoro di tesi, ripercorrendo il sentiero che ha condotto l’emersione di questa “nuova frontiera” di intervento, non ha potuto prescindere nel considerare il gruppo sociale più interessato al fenomeno, allo scopo di collocare le nuove prospettive di intervento all’interno di una riflessione più ampia della famiglia nella sua dimensione olistica.

Tale prospettiva di analisi ha permesso di far emergere la rilevanza di simili percorsi cognitivi in quanto capaci di agire sulle due dimensioni fondamentali e imprescindibili per un ripensamento delle strategie di intervento, che superi l’approccio tutelativo in favore ad uno generativo, ovvero la dimensione culturale e la dimensione operativa; a partire dalle quali organizzeremo le riflessioni conclusive del presente lavoro.

In riferimento alla prima dimensione, poiché la violenza affondando le proprie radici nella costruzione sociale dei generi e nella disparità di potere che caratterizza la loro relazione, non è possibile intervenire sulla violenza prescindendo da tale aspetto. Nel nuovo modello di intervento l’uomo diventa l’agente di cambiamento per sé stesso, per tutti quelli che lo circondano e innanzitutto per i figli.

L’ analisi ha permesso di evidenziare come gli uomini “maltrattanti” durante l’infanzia siano stati, a loro volta, vittime o spettatori di episodi di violenza interpersonale che, se non opportunamente presi in considerazione e trasformati in occasioni di autoriflessività, rischiano di rappresentare la premessa perfetta per una replicazione all’infinito della violenza.

Il percorso compiuto ha permesso di evidenziare come tale rimozione collettiva impedisca anche il processo di acquisizione di consapevolezza che il danno provocato

154 alla moglie/compagna possa ricadere sui figli, ostacolando significativamente percorsi di auto-riflessività e autocoscienza orientati al cambiamento personale.

Da un punto di vista operativo l’analisi condotta ci ha permesso di evidenziare come il nostro Paese, sebbene presenti disposti normativi attenti alla tematica, anche in base ai principi internazionalmente codificati (ratifica della Convenzione di Istanbul), sia caratterizzato da importanti discrasie, che si è potuto verificare analizzando le declinazioni offerte a livello regionale e le pratiche sviluppate dai sistemi locali. Tali aspetti meritano di essere attentamente considerati non solo per individuare le buone pratiche presenti ma anche per analizzare punti di forza e di debolezza, opportunità e vincoli che devono essere parte della riflessione societaria attorno alla individuazione delle migliori strategie di intervento.

La nuova prospettiva, per essere accolta ed implementata quindi esige una rinnovata assunzione della violenza maschile come fenomeno multidimensionale che, partendo dagli stessi addetti ai servizi, possa arrivare anche al livello istituzionale e societario. Lo studio di caso, oltre a confermare la rispondenza tra le caratteristiche delle pratiche sviluppate dal Comune di Pisa con quelle indicate dalla letteratura, ha permesso di individuare opportunità e rischi, punti di forza e punti di debolezza che possono essere in grado di illuminare il processo di riorganizzazione del servizio a livello regionale e nazionale, rendendolo più efficace ed integrato.

Un percorso di ricerca che a distanza di un anno dall’avvio, pare aver centrato la debolezza della rete antiviolenza Pisana. In quest’ultimo mese il Centro Nuovo Maschile è sottoposto alla valutazione, per consentirne l’accesso all’interno delle linee guida, diventando a tutti gli effetti un nodo della rete; un processo che seppur risulta lungo216, conferma l’interesse ad aggiornare le politiche alle trasformazioni in atto.

La speranza è che la necessità di implementazione possa derivare anche dal processo culturale che, lentamente, decostruendo la figura dell’uomo “violento” possa mostrare alla collettività come l’intervento sull’autore produca effetti benefici per tutti.

Dal caso studio è emerso come la maggior parte degli utenti, si rivolga volontariamente al servizio perché la partner ha intenzione o mostra interesse a

216 Essendo il centro un servizio privato, per poter essere inserito è necessario venga adeguato ai requisiti

155 recedere la relazione affettiva; ricorrendo alle indagini statistiche (Cfr. primo capitolo), si rileva come il periodo “a più alto rischio” per la donna sia individuato proprio nei primi tre mesi dall’avvenuta separazione, momento critico della vita dove non tutti gli uomini possiedono le capacità personali per affrontare il “lutto della perdita”.

Dal punto di vista operativo, l’inclusione del Centro nella rete e nelle linee guida, permetterebbe di superare i limiti della settorialità e volontarietà dell’accesso, intervenendo anche in anticipo sui “campanelli d’allarme” che se ignorati potrebbero condurre a conseguenze estreme.

Alla luce della letteratura in materia e del caso studio, il percorso compiuto ha permesso di entrare nel merito del ruolo dei centri per autori di violenza che la letteratura internazionale considera come tassello fondamentale per l’implementazione della rete al contrasto della violenza. La loro presenza sul territorio nazionale, oggi sempre più significativa, risulta essere una sicura risorsa non solamente per l’autore del maltrattamento ma per la sua famiglia, i figli e, in generale, l’intera collettività, perché intervenendo oggi sulla soggettività maschile si agisce anche sulle donne e sugli uomini del domani.

156

ALLEGATO 1

Quadro sinottico

Cos ti tu zi on e de lla R ete /T av ol o Cr ite ri o as se nte V io le nz a as si sti ta A utor i d i v io le nz a

157

ALLEGATO 2

Normative Regionali

ABRUZZO (2006)

- L.R. 31/06 “Disposizioni per la promozione e il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne maltrattate”

BASILICATA (2007) – (2011)

- L.R.26/07 “Istituzione Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori”

- L.R. 11/11 “Spazi di confronto al femminile di modifica e integrazione alla legge regionale 26 novembre 1991, n.27”

CALABRIA (2007)

- L.R. 20/07 “Disposizioni per la promozione e il sostegno dei centri antiviolenza”

CAMPANIA (2005) – (2011)

- L.R. 11/05 “Istituzione di centri e case di accoglienza ed assistenza per donne maltrattate”

- L.R. 2/11 “Misure di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere”.

EMILIA ROMAGNA (2014)

- L.R. 6/14 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”

FRIULI VENEZIA GIULIA (2000)

- L.R. 17/00 “Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà”

158 LAZIO (2014)

- LR. 4/14 “Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna”

LOMBARDIA (2012)

- L.R. 11/2012 “Interventi di prevenzione, contrasto e favore delle donne vittime di violenza”

LIGURIA (2007)

- L.R. 12/07 “Interventi di prevenzione della violenza di genere e misure a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza”

MARCHE (2008) – (2012)

- L.R. 32/08 “Interventi contro la violenza sulle donne”

- L.R. 23/12 Integrazione delle politiche di pari opportunità di genere nella Regione. Modifiche alla Legge regionale 5 agosto 1996, n. 34 “Norme per le nomine e designazioni di spettanza della Regione” e alla Legge regionale 11 novembre 2008, n. 32 “Interventi contro la violenza sulle donne”.

MOLISE (2013)

- L.R. 15/2013 “Misure in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere”.

PIEMONTE (2009) – (2016)

- L.R. 16/09 “Istituzione di centri antiviolenza con case rifugio”

- L.R. 4/16 "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli"

PUGLIA (2007) – (2014)

- L.R. 7/07 “Norme per le politiche di genere e i servizi conciliazione vita-lavoro in Puglia”

159 - L.R. 29/14 “Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime, la promo‐ zione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne”.

SARDEGNA (2007) – (2013)

- L.R. 8/07 “Norme per l’istituzione di centri antiviolenza e case di accoglienza per le donne vittime di violenza.

- L.R. 26/2013 “Interventi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e allo stalking. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 7 agosto 2007, n.8 (“Norme per l’istituzione di centri antiviolenza e case di accoglienza per le donne vittime di violenza”).

SICILIA (2012)

- L.R. 3/12 “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere”

VALLE D’AOSTA (2013)

- L.R. 4/13 “Interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e misure di sostegno alle donne vittime di violenza di genere”

VENETO (2013)

- L.R. 5/13 “Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne”

UMBRIA (2009) - (2016)

- L.R. 6/09 “Istituzione del centro per le pari opportunità e attuazione delle politiche di genere nella Regione Umbria”

- L.R. 14/16 “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”

160 TRENTINO – ALTO ADIGE :

TRENTO (2010)

- L.P. 6/10 “Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime”

BOLZANO (1989)

- L.P. 10/89 “Istituzione del Servizio Casa delle donne”

TOSCANA (2007)

- L.R. 59/07 “Norme contro la violenza di genere”

161

ALLEGATO 3

Mappatura dei centri per autori di violenza

*

TOSCANA

CAMPANIA (L.R. 2/2011)

FIRENZE PISA LUCCA LIVORNO

NOME CAM - Centro di Ascolto uomini Maltrattanti

Nuovo Maschile. Uomini liberi dalla

violenza

Sportello di Ascolto Uomini Maltrattanti

(S.A.M.)

LUI Livorno Uomini Insieme

ANNO 2009 2012 2014 2013

ABRUZZO

Non sono stati rilevati Centri per autori di violenza

BASILICATA

Non sono stati rilevati Centri per autori di violenza

CALABRIA

Non sono stati rilevati Centri per autori di violenza

NAPOLI NAPOLI SALERNO SALERNO

NOME O.L.V - Oltre la violenza

AIED – centro di sostegno agli uomini

“Maltrattanti” A voce Alta Salerno Time Out

162

EMILIA ROMAGNA (L.R. 6/2014)

FRIULI - VENEZIA GIULIA

LAZIO (L.R. 4/2014)

LIGURIA

FERRARA FORLÌ MODENA PARMA PIACENZA RAVENNA

N O ME CAM - Centro Ascolto Uomini Maltrattanti di Ferrara CTM- Centro Trattamento Uomini Maltrattanti di Forlì LDV- Liberiamoci Dalla Violenza LDV- Liberiamo ci Dalla Violenza C.I.P.M. EMILIA M.UO.VITI – Mai Più Uomini Violenti ANNO 2013 2012 2011 2014 2011 2015 TRIESTE

NOME INTER PARES

ANNO 2013

ROMA ROMA ROMA ROMA(Morena)

NOME CAM - Centro Ascolto uomini Maltrattanti Sportello per uomini che esercitano violenza ⁕⁕ C.I.P.M – Centro Italiano Per la Mediazione CAM- Centro Ascolto uomini Maltrattanti ANNO 2015 Riattivato 2016 2016 GENOVA

NOME White Dove - Progetto Lato Oscuro

163 LOMBARDIA (L.R. 11/2012) MARCHE MOLISE PIEMONTE (L.R. 4/2016) PUGLIA (L.R. 29/2014)

BERGAMO BRESCIA COMO CASTELLEONE

(CREMONA) MILANO MILANO MILANO

MILANO (Varese/

Lodi)

N

O

ME Mai+violento Cerchio degli

Uomini Spazio per Uomini che vogliono cambiare CAM - Centro Ascolto Uomini Maltrattanti C.I.P.M - Presidio Criminologico Territoriale S.A.Vi.D. (Stop Alla Violenza Domestica) VIOLA Uomini- non più violenti- si diventa ANN O OO O 2011 2013 2015 2014 2007 2009- 2011 2008 2012

Non sono stati rilevati Centri per autori di violenza

Non sono stati rilevati Centri per autori di violenza

ASTI TORINO TORINO

NOME L’Orecchio di Venere

Cerchio degli Uomini - Sportello d'ascolto disagio relazionale

maschile e prevenzione alla violenza alle donne

OPPORTUNITY

ANNO 2015 2009 2015

BRINDISI FOGGIA

NOME Dalla parte del lupo Servizio di ascolto e trattamento per uomini in cambiamento

164 SARDEGNA (L.R. 26/2013) SICILIA TRENTINO ALTO-ADIGE UMBRIA (L.R. 14/2016) VALLE D’AOSTA

CAGLIARI SASSARI SASSARI/OLBIA

NOME Gruppo di ascolto maltrattanti in emersione (G.A.M.E.) Servizio Di Consulenza Per Uomini Autori Di Violenza E Stalker

Centro di Ascolto uomini Maltrattanti Nord

Sardegna

ANNO 2014 2015 2014

BAGHERIA (Palermo)

NOME Nuova generazione

ANNO 2015

TRENTO BOLZANO

NOME Cambiamenti- percorso antiviolenza per uomini Consulenza per uomini – Training anti-

violenza

ANNO 2011 2011

TERNI/NARNI

NOME Uomini fuori dalla violenza

ANNO 2016

165

VENETO

*Le informazioni relative ai centri sono ricavate da (Bozzoli, et al., 2017) e (Bozzoli A., Merelli M., Ruggerini M. G., 2017)

** Non è stato possibile reperire l’anno di nascita, si rende disponibile il sito disponibile al link: web: www.ilcortile-consultorio.it

BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza)

MONTEBELLUNA

(Treviso) PADOVA VERONA

NOME

Centro ARES Ascolto e trattamento rieducativo per uomini autori di

violenza domestica e di genere

Cambiamento Maschile Servizio Uomini Maltrattanti

Non Agire Violenza Scegli il Cambiamento G

166

BIBLIOGRAFIA

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167 Bozzoli A., Merelli M., Pizzonia S., Ruggerini M.G., a cura di (2014), Il panorama

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