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LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CHIMICI E CANCEROGENI: I PROGETTI FINANZIATI ATTRAVERSO

I BANDI ISI

M.I. BARRA*, P. DESIDERIO*, D. MAGNANTE*, A. SCHNEIDER GRAZIOSI*, R. VALLERGA*, G. ZARRELLI*

* Inail - Direzione Generale - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione.

normativo in costante evoluzione a seguito del graduale recepimento delle seguenti direttive comunitarie:

• Regolamento CE n. 1272/08 del 16 dicembre 2008 - Classification, labelling and packa-ging (CLP), entrato in vigore il 20 gennaio 2009, che introduce un nuovo sistema di clas-sificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele;

• Regolamento europeo n. 1907/06 - Registration, evaluation, authorisation and restriction of chemical substances (REACH), relativo alla produzione, alla commercializzazione e all’utilizzo degli agenti chimici che coinvolgo produttori, distributori e tutti gli utilizzato-ri di sostanze chimiche.

2. METODOLOGIA

È stata eseguita un’analisi dei 286 progetti finanziati con i bandi ISI 2011 e 2012 e relativi alle seguenti tipologie di intervento:

• agenti chimici molto tossici così come definiti dall’art. 222 del Titolo IX del dl.gs.

81/2008 e smi;

• agenti cancerogeni, mutageni e tossici per il ciclo produttivo (escluso amianto) dall’art.

234 del Titolo IX del d.lgs. 81/2008 e smi.

La scelta delle annualità 2011 e 2012 è motivata dal completamento dell’intero iter previsto dal bando, a partire dalla presentazione e verifica della domanda fino alla realizzazione del progetto e all’erogazione del finanziamento.

Lo studio è stato condotto con la finalità di verificare le modalità con le quali le imprese hanno realizzato il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza. In particolare, l’a-nalisi è stata indirizzata alla caratterizzazione delle imprese richiedenti, in termini di com-parti produttivi interessati e di distribuzione territoriale, e dei progetti presentati, in termini di natura dei progetti e di efficacia di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.

Relativamente alla natura dei progetti, l’esame delle domande ha permesso di ricondurle alle seguenti tipologie:

1. sistemi di aspirazione (SA) 2. impianti (IMP)

3. macchine di lavoro (ML) 4. sostituzione di sostanze (S)

5. modifiche lay-out, ambiente di lavoro (Amb) 6. adozione di un ciclo chiuso (CC).

Per quanto riguarda l’efficacia di miglioramento, si è fatto riferimento alla categorizzazione di questo parametro nei bandi ISI in oggetto ai fini della valutazione del punteggio dei pro-getti. A questo fine viene assegnato un punteggio decrescente alle tre categorie di effetto del progetto in termini di efficacia:

• eliminazione del rischio, attuata mediante la rimozione della fonte del pericolo o la com-pleta eliminazione dell’esposizione dei lavoratori al pericolo (p.es. sostituzione di una sostanza cancerogena/mutagena con una non cancerogena/mutagena, automazione di un processo produttivo precedentemente svolto dai lavoratori, adozione di un “ciclo chiuso”

nel processo produttivo);

• prevenzione del rischio, attuata mediante interventi che riducono la probabilità che si verifichi un evento dannoso ossia che, pur non eliminando la fonte di pericolo, riducono

Reti, sinergie, appropriatezza, innovazione: professioni tecniche verso il futuro della salute e sicurezza sul lavoro

Figura 1 - Distribuzione geografica percentuale dei progetti finanziati.

l’entità del rischio (p.es. sostituzione di agenti chimici pericolosi con altri meno perico-losi o interventi sul layout quali modifiche alla disposizione delle macchine o degli impianti al fine di diminuire l’esposizione agli agenti chimici);

• protezione collettiva, attuata mediante sistemi di tutela che si interpongono tra la fonte di pericolo e i lavoratori (p.es. sistemi di ventilazione, cappe di aspirazione, impianti e siste-mi di aspirazione centralizzati e/o localizzati).

3. RISULTATI

L’esame della distribuzione delle domande a livello regionale, rappresentata in Figura 1, evi-denzia la presenza dei progetti per la riduzione del rischio legato ad agenti chimici su tutto il territorio nazionale, con una prevalenza relativa di quelli ammessi in Lazio, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, e Veneto.

L’analisi della distribuzione per settore produttivo secondo la classificazione Ateco 2007 non ha evidenziato una particolare incidenza di specifici settori, afferenti al comparto chi-mico; è risultato, invece, che gli interventi sono stati richiesti da piccole imprese che ope-rano in diversi settori produttivi. Il rischio chimico all’interno degli ambienti di lavoro è molto più diffuso di quanto si possa pensare ad una prima valutazione; a differenza di quan-to si creda, infatti, non ne sono interessate esclusivamente le industrie chimiche o le raffi-nerie, o i laboratori di ricerca e sintesi, bensì una più vasta casistica di attività lavorative che utilizzano dai prodotti per le pulizie e la disinfezione, a quelli per la stampa o per la conservazione degli alimenti. Una così elevata presenza di sostanze chimiche, comporta una diffusione del rischio chimico in diversi luoghi di lavoro ed un corrispondente rilevan-te numero di lavoratori porilevan-tenzialmenrilevan-te esposti. Per quanto riguarda la tipologia di agenti

Figura 2 - Percentuale per tipologia di fattore di rischio oggetto dell’intervento.

interessati dall’intervento, lo studio ha mostrato una prevalenza degli agenti chimici molto tossici, maggiormente diffusi nei luoghi di lavoro, rispetto agli agenti cancerogeni, muta-geni e teratomuta-geni (Figura 2), la cui percentuale di progetti risulta comunque rilevante, supe-rando il 40% di finanziamenti.

Per quanto riguarda l’efficacia del progetto, rappresentata in Figura 3, i progetti finanziati sono per l’85% dei casi volti a misure di efficacia elevate; si registra, infatti, una distribu-zione confrontabile tra gli interventi volti all’eliminadistribu-zione del rischio di esposidistribu-zione e gli interventi di prevenzione, seguiti dagli interventi che incidono in misura minore sulla tutela dei lavoratori, quali l’adozione delle misure di protezione collettiva che costituiscono solo il 15 % dei casi.

Figura 3 - Distribuzione percentuale della specifica finalità degli interventi attuati.

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Reti, sinergie, appropriatezza, innovazione: professioni tecniche verso il futuro della salute e sicurezza sul lavoro

Figura 4 - Rappresentazione percentuale della tipologia dei progetti.

Entrando nel dettaglio delle tipologie di progetto (Figura 4), i rischi sono stati ridotti princi-palmente attraverso l’acquisto di diverse tipologie di macchine (ML), quali atomizzatori, linee di saldatura, sistemi di disinfezione, macchine per l’elettroforatura, macchine agricole, ecc.. L’acquisto è in prevalenza avvenuto come sostituzione di macchine non più risponden-ti agli attuali requisirisponden-ti di sicurezza con altre rispondenrisponden-ti ai più moderni standard tecnologici o con insiemi di macchine di cui spesso una opera come macchina operatrice mentre l’altra realizza l’aspirazione degli agenti chimici aerodispersi.

Seguono gli investimenti riguardanti i sistemi di aspirazione (SA) tra i quali figurano i siste-mi diretti all’aspirazione delle polveri di legno, le cappe di aspirazione fusiste-mi, diffuse in molti settori produttivi e le cabine di verniciatura. Riferendosi al solo bando ISI 2012, queste ulti-me costituiscono da sole circa il 13 % dei progetti e sono state richieste quasi tutte da impre-se operanti nella riparazione di carrozzerie di autoveicoli di cui al codice Ateco 45.20.2 Un ruolo marginale, inferiore al 10%, è rappresentato dalle altre tipologie di progetti quali le modifiche del lay-out o dell’ambiente di lavoro (Amb), l’eliminazione di sostanze cance-rogene (S) e l’adozione di un ciclo chiuso (CC).

4. CONSIDERAZIONI

Intervenire sulla prevenzione degli infortuni e delle tecnopatie, oltre ad essere un obbligo per il datore di lavoro, risulta essere anche un fattore trainante della crescita e della competitivi-tà delle imprese in quanto condizioni di lavoro migliori ne incrementano la produttivicompetitivi-tà.

Tra i fattori di rischio più significativi dal punto di vista dell’impatto sulla salute e sicurez-za dei lavoratori risultano gli agenti chimici molto tossici e gli agenti cancerogeni, mutage-ni e tossici per il ciclo produttivo i cui effetti possono mamutage-nifestarsi immediatamente o anche a distanza di molti anni dall’esposizione. Bisogna anche tenere conto del fatto che una volta introdotto nell’organismo, un agente nocivo può avere effetti locali, con un danno della parte

con cui è entrato in contatto, o effetti sistemici che si riscontrano quando la sostanza si dif-fonde nell’organismo localizzandosi in organi diversi da quelli del contatto iniziale.

La complessità di questi fattori rende prioritaria l’adozione di interventi migliorativi che por-tino all’eliminazione o alla riduzione dell’esposizione a tali sostanze.

Il finanziamento dei progetti correlati alla riduzione del rischio di esposizione ad agenti chi-mici attraverso i bandi ISI 2011 e 2012 ha portato a un miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro realizzato mediante l’ammodernamento di macchine, non più rispondenti ai requisiti di sicurezza o agli standard correnti, riuscendo in molti casi a ridur-re anche altri fattori di rischio coesistenti con quelli dovuti agli agenti chimici e mediante l’adozione di impianti di aspirazione, ossia con progetti volti unicamente all’adozione di misure di tutela della salute dei lavoratori. Infine, la riduzione del rischio esposizione ad agenti chimici attraverso i bandi ISI 2011 e 2012 è stata anche ottenuta con i progetti relati-vi alla bonifica dei materiali contenenti amianto, non considerati nel presente studio poiché oggetto di una specifica tipologia di intervento.

RIASSUNTO

Fedele ai compiti affidatigli dall’art. 9 del d.lgs. 81/2008, l’Inail svolge, sul tema degli agen-ti chimici, un’intensa atagen-tività di prevenzione, informazione e formazione, partecipazione a progetti di normazione e legislazione, realizzazione di strumenti di sostegno alle imprese.

Nonostante il settore sia percepito come molto pericoloso, per le proprietà intrinseche delle sostanze, i dati relativi a infortuni e malattie professionali denotano che una corretta gestio-ne degli agenti chimici sul luogo di lavoro può garantire la tutela dei lavoratori.

In questa ottica di ausilio ad una corretta valutazione e gestione del rischio chimico si inqua-dra l’attività dell’Inail: di seguito sono sintetizzate le principali esperienze in cui è coinvol-ta la Concoinvol-tarp.

1. PREMESSA

A partire dal 2001, con la pubblicazione, da parte della Commissione delle Comunità euro-pee del Libro bianco: “Strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche” è iniziato un processo volto ad una maggiore tutela della salute umana e dell’ambiente dagli effetti nocivi degli agenti chimici. Tale processo evolutivo ha condotto all’entrata in vigore dei regolamenti REACH (Registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals Regolamento CE n. 1907/2006), CLP (Classification, labelling and packaging -Regolamento CE n. 1272/2008) e SDS (Schede di sicurezza - -Regolamento UE n. 2015/830) che hanno portato una vera e propria rivoluzione nel campo della produzione, utilizzo e gestione delle sostanze chimiche.

Tali regolamenti stanno aumentando la consapevolezza del rischio da sostanze chimiche e hanno inciso sugli obblighi e sulle procedure nell’ambito del sistema prevenzionistico defi-niti dalla normativa sociale di salute e sicurezza sul lavoro, quale strumento di approfondi-mento e divulgazione rivolto a tutti gli attori coinvolti nel sistema della prevenzione.

2. DATI STATISTICI 2.1 Infortuni

L’analisi degli infortuni è stata effettuata tramite il sistema di codifica europeo ESAW

AGENTI CHIMICI NEI LUOGHI DI LAVORO: IL CONTRIBUTO

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