• Non ci sono risultati.

LA PRASSI DI RIFERIMENTO SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE ORGANIZZAZIONI

2. LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

Una menzione a parte va alla salute e sicurezza sul lavoro, sia per l’interesse fondante dell’Inail, sia per l’interesse strategico di tutti coloro che riconoscono alla salute e sicurezza sul lavoro il valore etico, ma anche il peso nel successo e nella sostenibilità aziendale.

Trattato nella UNI ISO 26000 come aspetto specifico del tema fondamentale “rapporti e con-dizioni di lavoro”, viene connotato per le caratteristiche di trasversalità che lo rendono, assieme a catena del valore e aspetti economici, punto da trattare all’interno di tutti i sette temi fondamentali, laddove e se ritenuto dall’organizzazione appropriato. Ciò fa sì che la salute e sicurezza sul lavoro possa diventare, in funzione di una data visione strategica, obiettivo di governance, su cui centrare ogni azione che l’organizzazione decida di realizza-re nella integrazione del proprio business. Nei fatti questo è quanto realizza-realizzano le organizza-zioni più spiccatamente orientate alla sostenibilità ma, anche, alla produttività. La consape-volezza ormai diffusa che un luogo di lavoro sicuro, salubre, confortevole generi dei note-voli benefici diretti ed indotti, non solo a lungo termine ma anche nel medio periodo, sta por-tando le organizzazioni, e ciascuno di noi, a rendere prioritario il tema del benessere, del sin-golo e dell’organizzazione intera; in altri termini sta spostando l’asse centrale della gover-nance dal profitto unito al benessere al benessere che genera profitto. E questa visione tra-spare anche nella prassi, che prende a riferimento il tema della salute e sicurezza per rap-presentare la dimensione interna dell’organizzazione, ma anche nell’esemplificare un approccio per obiettivi, azioni e indicatori e, soprattutto, nell’esemplificare il percorso che dall’analisi di materialità conduce al piano di azione. Inoltre aver attribuito grande impor-tanza al processo di valutazione del rischio, non solo in relazione a salute e sicurezza, esten-dendolo alla filiera e prevedendo addirittura un modello organizzativo ai sensi del d.lgs.

231/01 come requisito per concorrere al riconoscimento di un livello di eccellenza acquisito a valle di un processo di sostenibilità integrato nel business , dà la misura del valore ricono-sciuto alla salute e sicurezza sul lavoro nell’ambito del più ampio sistema di governance del-l’organizzazione.

In merito va evidenziato il ruolo dell’Inail, chiamato da Uni al tavolo di lavoro, in virtù della rappresentatività rispetto al tema specifico e del sostegno che l’Istituto ha garantito negli anni nel promuovere la materia della responsabilità sociale in funzione degli impatti e delle ricadute positivi generati nel migliorare la tutela dei lavoratori.

3. CONCLUSIONI

Diventa interessante analizzare, nel prossimo futuro, la diffusione che la prassi registrerà;

questo soprattutto in considerazione del fatto che il documento, reso gratuitamente disponi-bile da UNI, ben si presta ad essere utilizzato da ogni tipo di organizzazione, qualunque sia il livello di consapevolezza e maturità raggiunto.

La semplicità, voluta e ricercata, con cui il documento è stato prodotto, costituisce il valore aggiunto della prassi, che può essere considerata a ragione uno strumento adatto a sostenere ulteriormente la diffusione e la applicazione della UNI ISO 26000:2010. Questo è lo spirito con cui l’Inail ha contribuito al documento, anche in ragione dell’interesse che l’Istituto manifesta da tempo alla tematica della responsabilità sociale ed al modo in cui la stessa viene sviluppata attraverso l’applicazione della UNI ISO 26000. La prassi arricchisce il panel degli strumenti volontari a disposizione delle aziende, proponendosi come indirizzo metodologi-co da seguire e offrendo alle aziende, al tempo stesso, un ausilio ulteriore per implementare la linea guida UNI ISO 26000, rendendo non in ultimo più facile accedere alle agevolazioni

tariffarie previste ai sensi dell’art. 24 del d.m. 12/12/2000 e s.m.i qualora abbiano integrato azioni di responsabilità sociale a più avanzate misure di prevenzione e tutela dei lavoratori.

BIBLIOGRAFIA

GRI G4 Guidelines and ISO 26000:2010, How to use the GRI G4 Guidelines and ISO 26000 in conjunction, 2014.

Piattaforma di Indicatori di Responsabilità Sociale di impresa, 2015.

D.lgs. 8 giugno 2001, n. 231. - Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300 (G.U. Serie Generale n.140, 19 giugno 2001).

Reti, sinergie, appropriatezza, innovazione: professioni tecniche verso il futuro della salute e sicurezza sul lavoro

RIASSUNTO

L’invecchiamento della forza lavoro è ormai una condizione molto diffusa nelle aziende ita-liane, emergono pertanto nuovi problemi e nuove necessità per la corretta gestione della salute e sicurezza dei lavoratori che si trovano in età avanzata. Attualmente la normativa di salute e sicurezza affronta solo alcuni aspetti specifici fissando obblighi dai 45 anni e richia-ma più genericamente una valutazione dei rischi per differenza di età.

Al fine di rilevare sia la diffusione e la conoscenza delle problematiche che l’invecchiamen-to della forza lavoro comporta in relazione alla salute ed alla sicurezza al lavoro nel sistema azienda, che le iniziative rivolte alla specificità del lavoratore maturo riconoscendo anche in esso un portatore di valore per l’azienda è stato condotto uno studio riguardante la popola-zione di lavoratori over 50.

Il presente lavoro delinea, per un campione di aziende del territorio lombardo del settore Industria e Servizi e con dimensione prevalente inferiore ai 250 addetti, le iniziative assun-te dalle aziende aldilà del rispetto della normativa vigenassun-te.

1. PREMESSA

L’allungamento della vita media della popolazione e i mutamenti relativi al regime pensio-nistico hanno avuto come conseguenza un progressivo incremento della fascia di lavoratori maturi, intendendo con essi i lavoratori over 50. Infatti, dagli inizi degli anni 2000 diversi studi suggeriscono l’abbandono del concetto generico di lavoratore distinguendoli in alme-no 3 fasce: giovani, adulti e maturi in relazione all’età. Il primo passo verso una logica di età consiste nel fotografare la percezione del fenomeno “invecchiamento” e soprattutto delle strategie messe in atto, oltre gli obblighi di legge, in una logica di preparazione ai cambia-menti futuri, tenendo presente che l’aspetto della salute e della sicurezza è solo un tassello di un sistema d’iniziative di più ampio respiro.

2. LO STUDIO “INVECCHIAMENTO & SALUTE E SICUREZZA AL LAVORO”

La definizione di lavoratore maturo non è tuttora univoca, ad esempio l’Organizzazione mondiale per la sanità si riferisce al solo dato anagrafico (45 anni) mentre il Finnish institu-te of occupational health propone un indicatore Work ability index (WAI), indipendeninstitu-te

Documenti correlati