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Dall’analisi effettuata sulla letteratura sugli International Manufacturing Network e in particolare sui principali framework sono state individuate alcune aree che non sono state

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finora adeguatamente approfondite, e che quindi possono rappresentare degli spunti per ulteriori ricerche.

Innanzitutto è emerso che è stata data finora scarsa attenzione al rapporto tra le caratteristiche e le strategie di un International Manufacturing Network e le caratteristiche e le strategie di prodotto. Come sottolineano Christodoulou et al. (2007), una volta riconosciuta la necessità di riconfigurare un IMN le prime fondamentali domande che l’azienda si deve porre sono “quali sono i prodotti e i processi che stanno alla base del vantaggio competitivo dell’azienda? quali prodotti realizzare nei propri stabilimenti e quali esternalizzare verso i fornitori?” (What). Solo in un secondo momento, infatti, il management stabilirà la localizzazione dei plant e le modalità di coordinamento più adeguate. Il legame tra IMN strategy e le caratteristiche e le strategie di prodotto è pertanto di primaria importanza.

Figura 2.16: Le quattro domande fondamentali su cui basare la International Manufacturing Network Strategy (Fonte: Christodoulou et al., 2007)

Anche Rudberg (2004) evidenzia come il prodotto, con le sue peculiarità e strategie, sia il punto di partenza fondamentale per definire una international manufacturing network

strategy.

“It is important to point out that companies within an industry still sell products, and that

they emphasize different competitive priorities to target their specific markets and customer segments. It is important to find out each product’s (or product family’s) competitive priorities and then arrange the (manufacturing) network so that the right capabilities are established to fulfill the customers’ requirements. Companies with products that compete on different priorities might benefit from designing different networks for different products.”

(Rudberg, 2004, p. 62)

Nonostante questo, tra i framework rilevati in letteratura solo quelli di Sweeney (1994), Rudberg e West (2008) e Ferdows (2009) considerano il prodotto come una variabile chiave.

In secondo luogo, gli studi empirici che analizzino aziende multinazionali diversificate che gestiscono separatamente più network produttivi per differenti tipologie di prodotto sono molto rari. Molto spesso le imprese diversificate devono gestire più di un international manufacturing network per diverse tipologie di prodotto, ma i modelli teorici in grado di descrivere e supportare tali scelte sono pochi. Un’eccezione è costituita da Ferdows (2009), che analizza il network manifatturiero ibrido di Zara, azienda di grande successo nel settore dell’abbigliamento, e crea un framework che illustra in quali

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situazioni una simile scelta di configurazione del network produttivo può essere adatta. Una direzione di ricerca interessante, inoltre, può essere l’analisi delle interdipendenze strategiche e delle sinergie tra distinti network produttivi che fanno capo alla medesima azienda.

Un ulteriore gap nella ricerca è dato dalla scarsa attenzione verso la valutazione delle performance di diverse decisioni di configurazione e coordinamento di un network produttivo. Nell’analisi della letteratura, infatti, sono stati identificati solo pochi articoli che trattano il tema delle performance (Colotla et al., 2003; Mauri, 2009).

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3 METODOLOGIE DI RICERCA NEL CAMPO

DELL’OPERATIONS MANAGEMENT

3.1 INTRODUZIONE

Nel presente capitolo sarà presentata una sintesi delle principali metodologie di ricerca e dei principali strumenti per la raccolta dati, con particolare attenzione verso la metodologia dei casi studio utilizzata per questa ricerca. Dopo una breve panoramica sulle diverse metodologie, saranno illustrate le motivazioni della scelta di adottare la metodologia dei casi studio multipli e sarà inoltre descritto il protocollo di ricerca seguito. La metodologia rappresenta un elemento fondamentale che conferisce rigore all’analisi e consistenza ai risultati di ogni ricerca. La produzione di conoscenza, infatti, dipende in modo sostanziale dalla metodologia con la quale viene realizzata e dal modo con cui la metodologia viene applicata all’oggetto dello studio.

Le metodologie utilizzate negli studi manageriali e in particolare nel campo dell’Operations Management (OM) derivano da ambiti diversi, nei quali da tempo si utilizzano metodologie di ricerca formalizzate e consolidate.

Come sottolinea Karlsson (2009, pp. 9 e seg.), per comprendere in modo più approfondito gli approcci metodologici nel campo dell’OM è importante tenere in considerazione l’evoluzione storica di questa disciplina, che ebbe origine da diversi ambiti di studio e si sviluppò rapidamente come disciplina indipendente dalla fine degli anni Settanta. Negli anni Ottanta le research agendas portate avanti negli Stati Uniti e in Europa erano molto simili e si occupavano prevalentemente di tematiche come: operations policy, operations

control, productivity and technology, quality, inventory, organization structure, maintenance, logistics. Anche se i temi affrontati dalle varie scuole erano simili, nel corso

degli anni iniziarono a svilupparsi tendenze distinte.

“There are clear differences between OM research traditions in Europe and the US. These

can be characterized along three dimensions: integration versus reductionism, qualitative versus quantitative, and people versus technology orientation.” (Karlsson, 2009, p. 12)

Nonostante l’emergere di queste differenze, dagli anni Ottanta ad oggi nell’ambito delle ricerche sull’OM si è riscontrato un incremento dell’uso dei dati empirici, derivanti dall’analisi sul campo, a supportare i modelli matematici e le simulazioni nello sviluppo o nella verifica di teorie (Forza, 2002). Negli ultimi anni quindi molti ricercatori nell’ambito dell’Operations Management hanno privilegiato le ricerche empiriche al fine di ridurre il gap tra “teoria” e “pratica” estendendo l’utilizzo di queste ricerche, di marcata natura accademica, anche all’ambito dei practitioners (Meredith et al., 1989; Flynn et al., 1990; Filippini, 1997; Scudder e Hill, 1998).

La ricerca nel campo dell’OM può dunque essere affrontata secondo diversi approcci, quantitativi o qualitativi, provenienti da differenti tradizioni accademiche. Queste prospettive sono accomunate da un obiettivo comune, ovvero la creazione e lo sviluppo della conoscenza in questo ambito da parte di studiosi accademici o practitioners.

Poiché i contributi in termini di creazione o accrescimento della conoscenza sono fondati sulla conoscenza esistente, l’analisi della letteratura costituisce un punto di partenza

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irrinunciabile da cui fissare gli obiettivi e le domande di ricerca e su cui costruire o verificare delle teorie mediante lo studio empirico. Sulla base degli obiettivi di ricerca che si vogliono raggiungere è necessario adottare la metodologia più appropriata.