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La gestione del fenomeno migratorio in Puglia e Veneto

3.2 La programmazione triennale e annuale veneta in materia di immigrazione

Oltre a queste singole norme che hanno inciso sulla materia delle politiche regionali venete dell’immigrazione è fondamentale ricostruire l’impatto avuto dai programmi annuali e triennali2, riguardanti le iniziative e gli interventi nel settore dell’immigrazione.

Occorre ricordare come il Veneto sia la terza regione italiana per la consistenza del fenomeno migratorio.

All'aumento dei flussi si somma la progressiva stabilizzazione sul territorio della popolazione immigrata di cui un’evidenza è costituita dalla presenza dei minori e delle donne.

La programmazione regionale nel settore dell’immigrazione, consistente nei Piani Triennali e nei Programmi Annuali è l'esito di un processo di concertazione territoriale nelle sedi, ad esso dedicate, della Consulta regionale per l'immigrazione, in cui trovano rappresentanza in particolare le Associazioni degli immigrati e per gli immigrati regolarmente iscritte al Registro Regionale Immigrazione, e del Tavolo Unico regionale di coordinamento sull'immigrazione, in cui sono rappresentate invece le parti sociali e il sistema delle autonomie locali.

I programmi sono basati sulle conoscenze e sulle analisi dell’evoluzione del fenomeno migratorio ricavate per il tramite dell’attività dell’Osservatorio Regionale Immigrazione, nonché attraverso il coordinamento informativo tra enti pubblici e privati della Rete informativa Immigrazione e l'incentivazione di alleanze territoriali per la realizzazione di progetti ed azioni di ampiezza pluriennale, finalizzati all'integrazione della popolazione immigrata nel tessuto socio- lavorativo veneto.

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Inoltre la regione Veneto ha aderito a una serie di progetti europei, volti a favorire l’integrazione della componente immigrata nel tessuto socio-economico regionale.

Ma andando nello specifico, possiamo innanzitutto analizzare quello che è il quadro delineato dai Piani triennali adottati sulla base delle prescrizioni della legge regionale n.9 del 1990.

Il primo dei Piani Triennali degli interventi in materia di immigrazione esaminato in questo lavoro è quello relativo alle annualità 2007-2009, adottato dal Consiglio Regionale del Veneto, VIII legislatura, nell’84a seduta pubblica del 12 luglio 2007.

Obiettivo generale del Piano era la strutturazione progressiva di un sistema regionale di attività e servizi per il governo dei flussi migratori legali e per la integrazione degli immigrati regolarmente soggiornanti, che garantisse allo stesso tempo la qualità della vita di tutta la comunità regionale.

Uno dei principi di fondo del Triennale 2007-2009 è il rafforzamento della cooperazione territoriale e infra regionale. In particolare il Tavolo Unico e la Consulta Immigrazione vengono riconfermati quali migliori strumenti con i quali il territorio possa partecipare alle politiche regionali e di raccordo tra Enti Locali, organizzazioni del mondo immigrato, associazioni di solidarietà, settori produttivi e del lavoro, per un impegno congiunto volto a favorire la convivenza tra la popolazione autoctona e la popolazione immigrata.

Altro punto importante è il potenziamento della cooperazione tra assessorati regionali, anche tramite la collaborazione operativa tra strutture, funzionari e operatori, volta al reciproco scambio di dati e informazioni, alla realizzazione di specifici progetti o alla risoluzione di particolari problematiche. Infatti le questioni migratorie, specificamente trattate dall’Assessorato Regionale alle Politiche dei Flussi Migratori, interagiscono per la loro trasversalità con molti settori dell’Amministrazione regionale, in quanto l’immigrazione rappresenta aspetti o variabili di temi più vasti quali il lavoro, lo sviluppo, il sociale, l’istruzione, la sanità, la casa.

Anche il consolidamento della cooperazione tra Regione, Enti Locali e Uffici territoriali dello Stato per la razionalizzazione delle procedure di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno costituisce un obiettivo concorrente alla riduzione della burocrazia e al raggiungimento di comportamenti omogenei e coerenti in ambito regionale.

Un altro punto chiave del piano triennale 2007-2009 è la necessità di sistematizzare gli interventi e gli strumenti, anche e soprattutto in ragione del ridimensionamento delle risorse finanziarie disponibili, dovuto ai vincoli del patto di stabilità.

In questa direzione si colloca la duplice necessità di porre in primo luogo un particolare impegno per l’utilizzo dei fondi pubblici, privilegiando la valorizzazione delle competenze, degli strumenti e delle capacità territoriali a cui il sostegno pubblico offre valore aggiunto e coordinamento, e in secondo luogo di introdurre indicatori di efficienza e di efficacia per monitorare e valutare tutte le

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attività sostenute dalla Regione in attuazione del Triennale 2007-2009, in relazione all’aumento dei livelli di integrazione della popolazione immigrata e alla capacità gestionale del soggetto attuatore.

Questo dunque l’obiettivo generale del Programma triennale 2007-2009, che viene declinato in linee di intervento, sulla base delle quali i Programmi annuali definiranno le priorità annuali, le iniziative e attività e i relativi finanziamenti.

La prima linea di intervento riguarda il Patto di Accoglienza e Integrazione, il quale si ispira al modello francese del “contrat d’accueil et d’intégration (C.A.I.)”.

Nonostante il contratto di accoglienza e di integrazione non possa né debba costituire il presupposto per il rilascio del permesso di soggiorno, in quanto non previsto dalla legge nazionale, esso può tuttavia rappresentare una opportunità per sottolineare il valore dell’integrazione e produrre ricadute positive su tutta la comunità. Nel piano triennale si specifica che potranno essere previsti reciproci impegni.

In primo luogo da parte della regione Veneto viene prevista l’organizzazione di una giornata di educazione civica sulla costituzione italiana, sulle istituzioni e sui diritti fondamentali, l’organizzazione di una giornata di informazione sui temi della salute, della prevenzione e igiene pubblica, della scuola, della casa, della formazione e dell’impiego, la consegna di un manuale sul Veneto e sulla sua storia, sulla cultura e sui valori, corredato da informazioni e indirizzi utili alla vita pratica e informazioni sulle opportunità di formazione linguistica presenti nel Veneto e sulle modalità di accesso.

Da parte della persona immigrata invece viene richiesto l’impegno al rispetto della legge e dei valori civici e culturali, all’integrazione nella comunità veneta, la frequenza ad entrambe le giornate di educazione civica e di informazione sui servizi organizzate dalla Regione e la frequenza di un corso di formazione linguistica, se non dimostrata.

Un’altra delle linee guida previste nel Programma triennale è la necessità di gestire i flussi migratori legali per motivi di lavoro.

Nel Programma si prevede che la Regione Veneto operi con il Ministero competente e con i settori veneti della produzione, della formazione e del lavoro, per attuare delle esperienze sperimentali di accompagnamento formativo, lavorativo e sociale dei flussi migratori dai Paesi di origine al Veneto, già promosse in attuazione del precedente Triennale. L’obiettivo di questa specifica azione è quello di facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro grazie al sostegno dato dalla formazione linguistica e professionale e dal sostegno all’inserimento sociale. Si prevede dunque che vengano incoraggiate tipologie di immigrazione compatibili con la domanda di lavoro espressa dal sistema veneto della produzione, dei servizi, del lavoro domestico e di assistenza alle

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famiglie, sempre tenendo conto dell’andamento dei livelli di disoccupazione dei lavoratori italiani e stranieri residenti in Veneto monitorati dai Centri per l’impiego.

Viene dunque specificata la necessità di seguire una serie di principi guida.

In primo luogo rilevare il fabbisogno lavorativo del tessuto produttivo veneto, secondariamente accertare le competenze professionali e linguistiche dei lavoratori all’estero tramite attività di informazione occupazionale, orientamento, preselezione, formazione alla lingua italiana, alla sicurezza e alla cultura del lavoro e selezione nei Paesi di origine.

Si prevede poi la stipulazione del contratto di accoglienza e di integrazione su citato, sostenendo l’integrazione sociale e lavorativa in Veneto per valorizzare il percorso virtuoso di immigrazione, infine di garantire assistenza all’immigrazione di ritorno e al reinserimento nelle società nazionali degli immigrati che intendano rientrare nei luoghi di origine una volta scaduto il contratto di lavoro.

Il Programma prevede inoltre delle misure di rafforzamento dei rapporti con i Paesi di origine e di transito, anche in relazione alle nuove frontiere dell’Unione Europea generatesi grazie al recente ingresso di nuovi Paesi all’interno dell’Unione.

La Regione poi, nell’ambito delle proprie competenze, stabilisce di favorire la collaborazione con le autorità e gli enti pubblici e privati dei Paesi di origine.

Altra linea guida del Programma è costituita dall’inserimento alloggiativo, che deve assolutamente evitare concentrazioni etniche, sovraffollamenti e ghettizzazioni. Una particolare importanza è rivestita dalla necessità di misure di accompagnamento all’abitare, al rispetto della qualità della vita delle città e dei quartieri, di incremento dell’accesso dei lavoratori immigrati stabilizzati al sistema bancario e al mercato immobiliare.

In particolare il Programma promuove, in raccordo tra Assessorato alle Politiche dei Flussi Migratori e Assessorato all’Edilizia Abitativa, un Programma regionale pluriennale di edilizia sociale finalizzato a favorire la locazione temporanea calmierata con accompagnamento sociale, rivolto alle fasce deboli della popolazione a basso reddito autoctona e immigrata, singoli e famiglie, impossibilitata ad accedere agli alloggi di edilizia pubblica residenziale o al libero mercato della locazione e dell’acquisto.

Il Programma si pone poi la necessità di un’azione di recupero e rivitalizzazione del patrimonio abitativo dismesso o dequalificato già esistente. Tutto ciò mediante la garanzia del rispetto di specifici standard delle strutture abitative che non incidano negativamente sulla qualità degli spazi naturali e urbani e sull’autonomia abitativa degli utenti degli alloggi. Inoltre esso si pone l’obiettivo di prevedere azioni volte a informare sull’appropriato utilizzo della casa, dei rapporti con i coinquilini, del rispetto e del decoro dell’ambiente esterno.

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Il Programma dovrà infine individuare criteri e strumenti per agevolare l’incontro tra l’offerta abitativa realizzata e resa disponibile e la potenziale domanda di alloggi sociali anche mediante un servizio di informazione accessibile agli enti locali e al territorio tramite la Rete regionale immigrazione.

Un’ulteriore aspetto fondamentale del Programma è costituito dall’integrazione sociale e scolastica, e dal potenziamento dell’informazione e del dialogo tra le culture.

Viene infatti riconfermata, come avvenuto per il triennio precedente, la metodologia che ha istituito il raccordo delle iniziative per il miglioramento dell’integrazione della popolazione immigrata con i Piani di zona promossi dalle ventuno Conferenze dei Sindaci del Veneto, con il coinvolgimento delle associazioni di immigrati.

La scelta di utilizzare le reti strategiche di pianificazione locale delle politiche sociali, valorizzandone le competenze e le esperienze per promuovere e veicolare specifici interventi di sostegno all’integrazione, si conferma come la migliore scelta per accrescere la attenzione, la responsabilizzazione e la partecipazione organizzata e trasversale dei diversi attori territoriali ai temi migratori e per favorire lo scambio di buone pratiche.

Infine un altro aspetto fondamentale del Programma è quello della necessità di dare uno spazio ampio alla formazione, che si configura come uno degli ambiti prioritari degli interventi di integrazione.

La conoscenza della lingua italiana infatti costituisce un passaggio essenziale dei percorsi di integrazione e agevola l’inserimento lavorativo e la partecipazione alla vita sociale.

Inoltre la formazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro rappresenta un investimento sociale utile a ridurre gli infortuni che colpiscono con sempre maggiore frequenza i lavoratori stranieri.

Ancora, la formazione e l’aggiornamento di coloro che lavorano nei servizi, dei mediatori linguistico-culturali, dei formatori, costituiscono in concreto la capacità del territorio di organizzarsi e di attrezzarsi sempre meglio alla gestione dell’impatto del fenomeno immigratorio. A questo proposito il Programma si impegna ad incoraggiare le iniziative e i percorsi formativi valorizzando le competenze delle amministrazioni provinciali, degli istituti scolastici e in particolare dei centri territoriali permanenti istituiti con O.M. n. 455/1997 dal Ministero della Pubblica Istruzione e attivi in tutto il territorio regionale, in raccordo con le associazioni di categoria, le associazioni sindacali e gli enti bilaterali.

In particolare si prevede la realizzazione di programmi linguistici e di cultura italiana rivolti ad immigrati adulti regolarmente presenti sul territorio del Veneto, corsi e strumenti di informazione e formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla normativa fiscale, tributaria e del lavoro per imprenditori immigrati e di qualificazione dell’imprenditoria straniera, corsi di miglioramento della

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professionalità dei lavoratori immigrati, corsi di formazione e aggiornamento di operatori di servizi, operatori aziendali, operatori di sportello e on-line, mediatori linguistico-culturali, corsi di formazione rivolti all’inserimento sociale della donna immigrata e infine corsi di formazione e selezione all’estero per ben determinate figure professionali del settore sociosanitario nei paesi d’origine.

In ultimo il Programma sottolinea il ruolo centrale che dovrà rivestire l’Osservatorio Immigrazione, il quale dovrà qualificarsi quale strumento regionale tecnico scientifico di qualità per il monitoraggio, l’analisi, la diffusione di dati e di informazioni in materia di flussi migratori e di integrazione e prevede la riorganizzazione del sistema informativo territoriale (Rete informativa immigrazione). Quest’ultima era già stata attivata in attuazione della precedente programmazione di settore ed era finalizzata principalmente allo scambio di conoscenza e informazioni sui temi immigratori e sui servizi tra enti e operatori pubblici e privati.

Il quadro delineato dal Programma triennale suddetto prevede che la Regione assuma un ruolo fondamentale di promozione degli interventi di integrazione e di regia delle azioni da intraprendere. Alla promozione degli interventi di integrazione partecipano, in collaborazione con la Regione, anche i settori veneti della produzione, della formazione e del lavoro, con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, sostenuta dalla formazione linguistica e professionale e dal sostegno all’inserimento sociale.

Un ruolo di promozione, anche e soprattutto nell’ambito della politiche relative all’edilizia pubblica residenziale, è svolto inoltre dalle istituzioni pubbliche territoriali, dalle istituzioni bancarie e dalle associazioni imprenditoriali interessate.

Le associazioni di immigrati svolgono invece, in questo contesto, una funzione fondamentale di filtro degli interessi, insieme alle associazioni sindacali e di categoria, mentre le associazioni del terzo settore svolgono un ruolo di filtro degli interessi oltre che di promozione di interventi di integrazione.

L’Osservatorio Regionale sull’immigrazione svolge a sua volta una funzione costante di monitoraggio e garantisce un sostegno importante nei confronti dei decisori politici regionali, apportando costanti informazioni circa la consistenza e la conformazione dei flussi.

Il network costituitosi in questo caso è molto vicino all’issue network, ed è piuttosto includente. Per quanto riguarda il Programma triennale relativo alle annualità 2010-2012, viene subito specificata in tale documento la necessità di rilanciare a aggiornare l’esperienza di governance maturata negli anni precedenti e attuata con l’impegno congiunto della Regione, delle Amministrazioni locali, delle rappresentanze dei settori della produzione e del lavoro assunto, con la costituzione del Tavolo Unico regionale di Coordinamento sull’Immigrazione, finalizzato

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all’avvio di un sistema regionale coordinato in materia di immigrazione e alla individuazione delle priorità di intervento e approvato con D.G.R. n.246 del 02.02.2001 e successivamente sottoscritto da Regione Veneto, Province, Comuni Capoluogo, CGL, CISL, UIL Regionale, associazioni regionali di categoria.

Se Programma Triennale 2007-2009 aveva tra i suoi principi fondamentali il rafforzamento della cooperazione territoriale e infra regionale, nel programma 2010-2012 viene evidenziato come l’elemento cardine debba essere il coordinamento della programmazione territoriale dell’integrazione sociale, dell’integrazione scolastica e degli interventi formativi.

In particolare si sottolinea come il Tavolo Unico e la Consulta Immigrazione debbano essere riconfermati come migliori strumenti partecipativi del territorio alle politiche regionali e di raccordo tra Enti Locali, istituzioni, associazioni del mondo immigratorio, associazioni di solidarietà, settori produttivi e del lavoro.

Tutto ciò sembra essere necessario anche alla luce del ridimensionamento delle risorse finanziarie disponibili, dovuto ai vincoli del patto di stabilità.

Tra le linee guida previste dal Programma Triennale 2010-2012 si prevede innanzitutto un’azione regionale volta a sensibilizzare e informare le associazioni di migranti, al fine di aumentarne la capacità di trasferire le informazioni ai lavoratori immigrati sui temi del lavoro, informare le imprese a titolare straniero per aumentarne la capacità di accedere alle opportunità offerte dal mercato del lavoro regionale, promuovere il rientro volontario dei migranti attraverso la costruzione di reti di cooperazione tra Italia e Paesi d’origine.

In queste operazioni si prevede una collaborazione tra la Regione Veneto, il Ministero competente e i settori veneti della produzione, della formazione e del lavoro.

Le azioni previste devono seguire alcuni specifici principi guida, ovvero: l’accertamento e la rilevazione dei fabbisogni lavorativi del tessuto produttivo veneto; l’accertamento delle competenze professionali e linguistiche dei lavoratori all’estero tramite attività nei Paesi di origine, la formazione alla lingua italiana, alla sicurezza e cultura del lavoro; la collaborazione istituzionale con gli uffici dello stato, gli sportelli unici dell’immigrazione e le strutture territorialmente competenti per quanto riguarda l'organizzazione e lo svolgimento degli adempimenti necessari alla sottoscrizione dell’accordo di integrazione; l’assistenza all’immigrazione di ritorno e al reinserimento nelle società di origine per gli immigrati che intendano rientrare nei luoghi di origine una volta scaduto il contratto di lavoro.

La Regione, nell’ambito delle proprie competenze, favorirà la collaborazione con le autorità e con gli enti pubblici e privati dei Paesi di origine, utilizzando e consolidando i partenariati già creati.

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Un’altra delle linee guida fondamentali del Programma triennale è la programmazione territoriale coordinata per favorire l’integrazione e per la formazione.

In particolare lo strumento di programmazione che coinvolge il sistema dei servizi è il Piano di Integrazione sociale e scolastica, il quale è previsto che sia predisposto in sinergia con il Piano di Zona delle Politiche Socio-Sanitarie.

Gli interventi atti a favorire l’integrazione sociale e scolastica sono affidati alle 21 Conferenze dei Sindaci, mentre le attività formative sono affidate alle Province e all’Ufficio Scolastico Regionale.

Per quanto riguarda invece l’assistenza tecnica alla progettazione, realizzazione, monitoraggio e rendicontazione essa è affidata alla Rete Informativa Immigrazione.

In particolare si prevedono interventi rivolti alle seguenti aree prioritarie: l’inserimento scolastico, l’insegnamento della lingua italiana e la promozione di interventi educativi rivolti ai minori; l’informazione, in particolare relativa all’aggiornamento sulla normativa nazionale e regionale, alla regole di soggiorno e in materia di lavoro; l’aggiornamento degli insegnanti e degli operatori della scuola; la valorizzazione della mediazione linguistico-culturale; l’inserimento delle donne immigrate; la promozione del dialogo tra la cultura veneta e le altre culture.

Una particolare attenzione è rivolta al coinvolgimento delle comunità immigrate nei programmi di Integrazione, tramite le associazioni iscritte al registro regionale immigrazione, in modo da accrescere la conoscenza degli enti locali sulla popolazione immigrata e di permettere un loro conseguente adeguamento e di potenziare la responsabilizzazione degli stranieri sulle problematiche e sulle priorità collettive.

Inoltre un altro aspetto fondamentale è quello della formazione, in particolare si specifica l’avvio di un nuovo progetto, “Prendersi cura in Veneto”, il quale attraverso percorsi informativi-formativi, e coinvolgendo la rete degli Sportelli Badanti regionali e con il supporto della Rete Informativa Immigrazione regionale, è volto a favorire la conoscenza della cultura e della lingua veneta per gli stranieri che lavorano nell’ambito delle relazioni di cura alla persona e in particolare nell’assistenza famigliare.

Altri ambiti fondamentali della formazione sono in primo luogo quello della formazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro di maestranze provenienti da diverse aree geografiche extranazionali e secondariamente quello della formazione e dell’aggiornamento degli operatori impegnati nei servizi, dei mediatori linguistico-culturali e dei formatori, che rappresenta la capacità del territorio di organizzarsi e di attrezzarsi alla gestione dell’impatto del fenomeno immigratorio sui sistemi locali.

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La Regione del Veneto ha in questo senso un ruolo di regia e promozione di tali interventi nei confronti delle amministrazioni provinciali e degli istituti scolastici, anche in raccordo con le associazioni di categoria, le associazioni sindacali e gli enti bilaterali.

Infine si conferma, potenziandolo ulteriormente, il ruolo dell’Osservatorio Regionale sull’Immigrazione e della Rete Informativa Immigrazione.

Il network in questo caso continua ad essere molto vicino all’issue network e includente, e gli attori coinvolti mantengono le medesime funzioni definite per il tramite del precedente Programma triennale.

Se si analizza poi nello specifico il Piano annuale di iniziative e interventi in materia di immigrazione per il 2010, si nota come esso si apra innanzitutto con una osservazione sul contesto socio-economico in cui tale Piano si inserisce.

Si sottolinea infatti che dal monitoraggio svolto dall’Osservatorio Regionale Immigrazione e dalle indicazioni che emergono dalla Rete Informativa Immigrazione si evince la presenza di un