ALLA RICERCA DEL FONDAMENTO Marcella F ARINA fma*
2. Proseguire con il “mihi interest” pedagogico ed educativo
L’obiettivo di proseguire la ricerca esplorando più profondamente ed esplicitamente il rapporto educativo reciproco tra Gesù e Maria e quello che da Gesù e Maria va verso la Chiesa e l’umanità valorizza le acquisi-zioni del percorso già fatto, delineato nei momenti più significativi dalle Prof.sse Manello e Marchi.4
In questa direzione non è fuori luogo segnalare qualche snodo e svi-luppo per concretizzare il discorso in obiettivi.
L’esigenza di studio interna all’Istituto delle Figlie di Maria Ausilia-trice sta coinvolgendo altre istituzioni e studiosi, assumendo maggiore profondità e pertinenza. Infatti, negli anni ’70 l’esigenza era motivata dal bisogno di prendere sempre più coscienza del carattere mariano del-l’Istituto, mediante un approfondimento biblico-teologico, per qualificare il servizio educativo e dare fondamento alla diffusione del culto a Maria Ausiliatrice. Il contesto ecclesiale era quello immediatamente post-con-ciliare con i ricchi contenuti espressi nel capitolo VIII della costituzione dogmatica Lumen Gentium. La Figlia di Maria Ausiliatrice, assumendo la proposta conciliare per approfondire la sua spiritualità mariana, “doveva”, per così dire, giungere a ricomprendere il carattere mariano o la dimen-sione spiccatamente mariana della sua misdimen-sione educativa, quindi era sol-lecitata ad approfondire la riflessione pedagogica, unitamente ai suoi ri-svolti educativi.
Non mi sembra una forzatura individuare proprio nell’ecclesiologia della Lumen Gentium alcuni inputs che hanno potuto condurre dalla con-siderazione teologica della maternità universale di Maria alla sua valenza pedagogica ed educativa all’interno della Chiesa e a servizio dell’intera umanità.
4 Cf MANELLO M.P.-MARCHI M.,Sulle tracce di un “rilancio mariano”. Il con-tributo della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, in questo vol.
pp. 19-39.
50 Marcella Farina
Dagli anni ’70 ad oggi gli apporti teorici e pratici sia in campo mario-logico che pedagogico sono notevolmente cresciuti in numero e qualità, per cui è possibile andare oltre nella tematizzazione critica: le acquisizio-ni del precedente seminario lo attestano.
Proseguire, scegliendo un testo che indirizza al fondamento ed evoca sinteticamente la novità cristiana raccogliendo quanto di più significativo era stato realizzato, costituiva una sfida. Di qui la scelta di partire da Gv 19,25-27. Scelta ardita, ma “urgente”, accolta confidando nella genea-logia della fede: le tante generazioni che a tale testo si sono ispirate, a partire dal NT.
L’obiettivo generale si è tradotto così in obiettivi particolari che svi-luppano la tematica in alcune coordinate essenziali e ne lasciano intuire altre da prendere in considerazione successivamente perché ugualmente importanti.
Il primo obiettivo particolare verte sulla comprensione del testo gio-vanneo per coglierne i contenuti, il senso e la portata in ordine alla corret-ta tratcorret-tazione del nostro tema. Una adeguacorret-ta esegesi, rispettosa della strut-tura letteraria, storico-critica e teologica del testo in esame era fondamen-tale e preliminare ad ogni considerazione pedagogica ed educativa. Cer-tamente Gv 19,25-27 può essere oggetto di ulteriori indagini teologiche, soprattutto di quelle che si collocano nell’ambito della teologia pratica, quali la teologia spirituale, la liturgia, la teologia pastorale, ecc. Ma biso-gnava delimitare il campo.
Contemporaneamente, per poter precisare il “mihi interest” pedagogi-co ed educativo era fondamentale mettere a fuopedagogi-co e tematizzare le pedagogi- coor-dinate costitutive del fatto educativo, le sue condizioni di possibilità, le sue istanze, le sue implicanze e conseguenze nell’attuale svolta culturale.
Ecco il secondo obiettivo, che mira appunto ad esplicitare le strutture pe-dagogiche fondamentali. Nello sviluppo del tema dovevano essere chia-mate in causa molteplici scienze umane e scienze dell’educazione. Anche qui si sono individuate alcune priorità. L’attenzione è stata posta sul-l’antropologia filosofica, sulla psicologia dinamica, sulla psicologia della religione, sulla sociologia della religione, sull’arte, sulla didattica. Ma la prospettiva di fondo è molto più ampia. Infatti le docenti dell’“Auxilium”
erano state interpellate in precedenza a riflettere sul testo giovanneo a partire dalla/e disciplina/e coltivate per considerare la maternità di Maria nei confronti di Gesù e dell’umanità, per esplicitarne la portata e il senso anche per le generazioni attuali. A tale scopo erano state poste delle do-mande puntuali finalizzate alla ricomprensione-valorizzazione della
pa-Alla ricerca del fondamento 51
ternità-maternità-filialità nel contesto socio-culturale odierno.
I risultati di questo interrogarsi ed interrogare avviano ad un terzo obiettivo che consiste nel mettere in comune gli apporti delle varie aree disciplinari, un “mettere in comune” appena iniziato.
Dal confronto tra le docenti era emersa la necessità di tematizzare l’orizzonte biblico-teologico ecclesiale, inteso in senso inclusivo, per con-siderare Maria come donna che percorre un itinerario educativo che l’abilita all’educazione di Cristo e del cristiano. Le domande poste a Gv 19,25-27 hanno favorito l’ovvio riconoscimento che il testo non ha le no-stre preoccupazioni; tuttavia da esso si possono individuare delle linee di forza utili per elaborare delle risposte ispirate ai valori che esso propone nel contesto della teologia giovannea ed eventualmente della teologia neotestamentaria. Quest’operazione ha messo in luce la singolare circola-rità, che esiste tra l’ingresso delle culture nella redazione dei Libri Sacri e l’ingresso delle culture nell’interpretazione di tali libri, un processo inte-ressante nel quale può entrare il nostro interrogarci.5
La ricerca del fondamento, il bisogno di andare alle radici mediante uno studio interdisciplinare per una comprensione più precisa e più pro-fonda del che cosa significhi chiamare in causa Maria di Nazaret nel-l’educazione di Gesù Cristo e del cristiano, di quali implicanze e conse-guenze comporti, di come inculturarne le ricchezze di senso e le esigenze educative si è trasformata, così, nel dibattito tra le docenti in una doman-da più ampia che la Facoltà “Auxilium” rivolge ad altri studiosi e studio-se, una domanda ecclesiale aperta all’universale. Bisogna far emergere in maniera pertinente, con giustificazioni rigorose a livello teologico e pe-dagogico-educativo, il significato della missione materna di Maria nei confronti di Gesù e dell’umanità intera.
In questa direzione il cammino è ancora tutto in salita.
Il ventaglio delle scienze da interpellare si allarga in molteplici e diffe-renziati ambiti.
Il sapere teologico va ulteriormente indagato nei suoi diversi ambiti, da quello biblico a quello teologico sistematico, teologico spirituale, litur-gico, pastorale, magisteriale. Seguendo le indicazioni del Vaticano II, che
5 Cf SIMIAN YOFRE H., L’assimilazione di culture straniere nella S. Scrittura (ri-flessione critica), in CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI (a cura di), L’Interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Atti del Simposio promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (Roma, 16-19 settembre 1999), Città del Vaticano, Libreria Edi-trice Vaticana 2001, 90-105.
52 Marcella Farina
incoraggia a far risuonare il messaggio scritturistico, arricchito del-l’incremento di senso acquisito nella storia, sarebbe da tematizzare come la Sacra Traditio sulla divina maternità di Maria sia stata percepita e vis-suta nelle varie comunità cristiane, in particolare nei movimenti e nelle associazioni e soprattutto nelle congregazioni religiose ed istituzioni edu-cative femminili che si ispirano a Maria. L’esperienza dei santi è un altro luogo fecondo di indagine da prendere in considerazione con approcci pertinenti.
Le scienze metodologiche (si allude qui alla metodologia dell’azione educativa e non, ovviamente, alla metodologia della ricerca), sono inter-venute con la relazione di fondo, che ha segnalato i termini fondamentali e le condizioni di possibilità del fatto educativo. In questa prospettiva si è collocato il rinvio d’obbligo alla riflessione filosofica per precisare l’antropologia che può fondare una genuina e non retorica azione educa-tiva. Non sono ancora interpellati i saperi metodologici più direttamente finalizzati alla dimensione catechetica e a quella didattica.
Interessanti suggestioni e prospettive potrebbero emergere nell’inter-pellare altri campi delle scienze umane. Le scienze psicologiche sono sta-te appena toccasta-te da due insta-terventi, molsta-te altre sono da insta-terrogare e a lo-ro volta potrebbelo-ro avanzare opportune domande, plo-roponendo nuove coordinate per la comprensione del nostro tema. Lo stesso vale per il campo sociologico. I saperi relativi alla comunicazione potranno offrirci altre dimensioni non ancora tenute presenti e favorire l’emergere di nuove risposte.
I saperi relativi alle scienze giuridiche sono ancora tutti da dissodare.
Andrebbero presi in considerazione per cogliere, ad esempio, le coordina-te fondamentali che identificano le relazioni parentali in una peculiare so-cietà, con i diritti e doveri che ne derivano e precisano la consistenza, il senso e la pratica educativa.
Siamo in un cantiere aperto. Maria è con noi. Quando parliamo di lei, parliamo alla sua presenza.
53
RELAZIONI
Essa rimane là, in piedi accanto alla croce, forte ed eroica, e il Maestro mi dice: «Ecco tua Madre» (Gv 19, 27).
Così me l’ha data per Madre, ora che è ritornato al Padre suo e mi ha collocato al suo posto sulla croce, perché «soffra nel mio corpo ciò che manca alla sua Passione, per il suo corpo che è la Chiesa», la Vergine è ancora là per insegnarmi a soffrire come lui, per dirmi, per farmi udire quegli ultimi canti della sua anima che nessuno, al di fuori di lei, ha potuto percepire.
ELISABETTADELLA TRINITÀ, Opere, a cura diBORRIELLO L., Cinisello Balsamo (MI), Paoline 1993, 593-595.
55
LA TESTIMONIANZA DEL QUARTO VANGELO