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Punti di forza e di debolezza della finanza torinese: introduzione

LA FINANZA A TORINO

6 Punti di forza e di debolezza della finanza torinese: introduzione

L’occupazione assicurativa è stata in crescita per tutti gli anni novanta e ammonta attualmente ad oltre 4.000 unità, senza tenere conto delle assicurazioni sociali. La presenza delle sedi legali e operative ha come diretta conseguenza una presenza locale più che proporzionale, rispetto alla media del settore, di risorse umane che ricoprono alte posizioni tecniche e dirigenziali.

6 Punti di forza e di debolezza della finanza torinese: introduzione

L’attività del settore finanziario a Torino può essere analizzato secondo due punti di vista. Da un lato ci si può chiedere se l’offerta di servizi finanziari sia adeguata ai bisogni espressi e latenti dei cittadini, delle imprese non finanziarie e delle amministrazioni pubbliche. Dall’altro lato se il settore nel suo complesso o in alcuni suoi componenti sia tale da generare (oggi o in prospettiva) una forza di attrazione nei confronti di altri operatori finanziari.

Un succinto esame dei punti di forza e di debolezza di Torino con riferimento al settore finanziario, fornisce gli elementi per rispondere ai due quesiti.

6.1 I punti di forza:

Completezza dell’offerta finanziaria

Dal lato dell’offerta, Torino è, con Milano e Roma, il solo centro italiano in cui sono presenti operatori appartenenti a tutte le 30 sezioni, articolate per tipo di operatore e per funzione, che compongono l’Annuario Servizi Finanziari ASEFI 1997/8.

Presenza di operatori sofisticati

Torino Internazionale – I DATI FONDAMENTALI La finanza a Torino 170

quasi un’anomalia nel panorama finanziario europeo che vede una forte concentrazione di attività nelle capitali finanziarie. A Torino risiedono risorse umane dalle competenze difficilmente reperibili al di fuori delle normali capitali finanziarie, oltre a soggetti con un effettivo potere decisionale e con un’elevata sensibilità ai temi dello sviluppo locale.

Domanda locale potenziale ampia e sofisticata

Le grandi imprese globali sono le fonti di domanda di servizi finanziari quantitativamente e qualitativamente più importanti. La presenza di grandi società, tra cui in primo luogo Fiat, che a Torino accentra la gestione finanziaria dell’intero gruppo, rappresenta un importante stimolo allo sviluppo e all’offerta di servizi finanziari sofisticati. L’ampio bacino industriale regionale è al contempo in grado di generare una domanda diversificata di servizi finanziari.

Propensione all’innovazione finanziaria.

Una serie di “primati tecnici” conseguiti da Torino negli anni ‘90 testimoniano una attenzione all’innovazione finanziaria maggiore che nel resto d’Italia. “Una società torinese si è vista assegnare il primo rating pubblico dalla prima agenzia di rating italiana. A Torino sono state emesse le prime cambiali finanziarie e i primi certificati di investimento per le PMI, e qui ha preso il via l’iniziativa di proporre un mercato mobiliare regionale per fornire capitali di rischio alle PMI. È torinese la prima società italiana quotata al mercato pan-europeo per le imprese ad alta crescita EASDAQ. È torinese la prima società di intermediazione mobiliare quotata alla Borsa Valori, e successivamente trasformata in una banca di gestione. È nato a Torino il primo discount broker telematico di valori azionari ed è torinese una società di consulenza finanziaria pluri-premiata con il “Leonardo” della ricerca finanziaria.

Con riferimento alle amministrazioni locali, il Comune di Rivoli per primo in Italia ha collocato pubblicamente un’emissione di Buoni Ordinari Comunali, prontamente seguito sia dal Comune di Torino sia dalla Regione, che, ottenuto il rating del proprio debito, si sono anch’essi avviati sulla via dell’innovazione finanziaria.

Competenze nell’Information & Communication Technology

Pur in crisi come sistema di impresa, il settore dell’ICT mantiene nell’area compresa tra Torino e il Canavese un importante bacino di attività sia operative, sia di ricerca. Quest’ultima, rappresentata da CSELT, centro di ricerca di Telecom Italia e dal Politecnico di Torino rappresenta un vero e proprio punto di forza e una condizione agevolante dello sviluppo di attività finanziarie basate sull’utilizzo delle reti di telecomunicazioni (non è un caso la nascita a Torino del primo discount broker telematico, probabilmente presto anche su Internet). Si ricordi infine che Torino è una delle poche città italiane interamente cablate con la fibra ottica

Ampio bacino di risorse umane

Oltre 4000 persone sono occupate a Torino nel settore assicurativo, con una buona presenza di risorse umane con qualifiche medio-alte; circa 20.000 sono gli addetti nel campo bancario. Al di là di coloro che sono attualmente occupati, si consideri che l’elevato tasso di disoccupazione, frutto delle riconversioni industriali, e che è sicuramente una fonte di preoccupazione sia nel Torinese sia nel Canavese, comporta soprattutto a Torino un’ampia disponibilità di risorse umane, anche di giovani con un livello di formazione medio-alto, potenzialmente impiegabili in mansioni finanziarie non tecniche. L’ampio bacino di studenti universitari, informaticamente alfabetizzati, è sicuramente attraente per lo sviluppo di servizi finanziari in remoto (Banca e Assicurazione Telefonica).

Prossimità a Milano

La prossimità alla capitale finanziaria è un punto di forza per Torino, anche se con qualche risvolto di debolezza. È un punto di forza, che verrebbe ulteriormente sottolineato e potenziato dal

collegamento ad Alta Velocità, per la rilocalizzazione di attività che non richiedano una concentrazione delle operazioni in una capitale finanziaria. In questo caso, oltre ai vantaggi in termini di costi e di maggior disponibilità di risorse umane, descritta nel punto precedente, Torino vanterebbe la rapidità del collegamento con le sedi centrali (a Milano) e quindi i bassi costi aggiuntivi di supervisione e controllo delle attività decentrate.

D’altro canto la prossimità a Milano, fa sì che una serie di attività finanziarie siano direttamente fornite dalla piazza milanese e che, pur in presenza di una domanda locale di servizi ampia e sofisticata non venga percepita la necessità di una presenza diretta. Discorso analogo vale per le attività formative e divulgative, per cui la capacità di attrazione di Milano spesso non riesce a permettere alla domanda torinese di raggiungere la soglia minima efficiente per giustificare una produzione dei servizi su piazza. È in questo senso sintomatico che una delle maggiori società italiane di convegnistica economico-finanziaria-fiscale, nonostante sia basata a Torino, organizzi la maggior parte delle sue attività a Milano.

Esistenza dell’Associazione Torino Finanza

A Torino, tra le prime città in Europa, è operativa dal 1990 un’associazione rappresentativa dell’attività finanziaria. Il progetto nacque dalla constatazione, che a un’attività finanziaria consistente, sia dal lato degli operatori finanziari sia da parte delle imprese manifatturiere e di servizi, non corrispondeva una visibilità esterna adeguata, in grado di attrarre e suscitare nuova attività, oltre che di stimolare l’innovazione e la circolazione di informazione in quelle esistenti. Nell’esperienza, ormai quasi decennale, di Torino Finanza sono racchiusi i punti di forza e di debolezza di Torino come piazza finanziaria: un’elevata capacità propositiva - dal mercato mobiliare per le PMI, all’università finanziaria privata, dal rating al mercato futures sul vino – e di stimolo all’innovazione finanziaria, cui è corrisposta una limitata capacità della piazza di realizzare i progetti, probabilmente per la difficoltà, tutta torinese, di “mettere in rete” le risorse esistenti, e generare attorno ai progetti il consenso necessario per il loro decollo.

A Torino, la presenza di un’associazione riconosciuta in grado di interloquire sia con gli operatori finanziari, sia con gli amministratori e le istituzioni locali e nazionali, è un punto di partenza cruciale per qualsiasi iniziativa che richieda il coinvolgimento di una molteplicità di attori su piazza.

6.2 I punti di debolezza

I punti di debolezza individuati sono meno numerosi dei punti di forza, e questo rappresenta -di per sé- un fatto positivo.

L’assenza di mercati regolamentati e di organismi di controllo

La Borsa di Torino, avendo da tempo esaurito la sua funzione storica, ha chiuso definitivamente i battenti nella prima metà degli anni novanta e con essa se ne sono andati l’ufficio locale del Consiglio di Borsa e l’ufficio del Commissario della Consob addetto alla vigilanza del mercato. Come spiegato nella descrizione dei trend finanziari non si tratta di una grave perdita in termini sostanziali, dato che la trasformazione delle Borse da siti fisici a luoghi virtuali di contrattazione, non implicando più la concentrazione degli operatori, ne ha fortemente diminuito la forza aggregante. In positivo si può sostenere che il successo di piazze finanziarie di primo rango come Edimburgo e di centri regionali come Leeds, da lungo tempo privi di una Borsa Valori locale, testimonino la limitata rilevanza di questo aspetto. Dal punto di vista simbolico, tuttavia, non si può negare la persistenza di un collegamento diretto tra la presenza di una Borsa e il rango di un centro finanziario.

Torino Internazionale – I DATI FONDAMENTALI La finanza a Torino 172

Pochi operatori specialisti di nicchia

Uno tra i principali punti di debolezza è dato dalla limitata articolazione del settore finanziario torinese, particolarmente sentita a livello di offerta di servizi finanziari e ausiliari da parte di chi dall’esterno del settore finanziario si è più adoperato per proporre l’utilizzo di nuovi strumenti finanziari da parte delle PMI. In questo senso si può addirittura dire che la presenza di due grandi operatori universali, quali il Gruppo San Paolo e la Banca CRT, con la loro capacità di attrazione della domanda verso servizi standardizzati, abbia frenato l’offerta di prodotti non standardizzati e di nicchia, rivolti alle piccole e medie imprese.

Si pensi, per esempio, al fatto che le prime “cambiali finanziarie” emesse da piccole e medie imprese in Italia hanno visto la luce a Torino, ma con il coinvolgimento di controparti finanziarie non torinesi, se si esclude l’attività di garanzia prestata da Fidipiemonte: quest’ultimo è uno dei pochi operatori locali che sta puntando con decisione allo sviluppo di un più ampio ventaglio di servizi per le PMI.

Modesta internazionalizzazione attiva e passiva

Il limitato appeal della piazza locale per gli intermediari esteri non è un fatto tipicamente torinese; come non lo è la scarsa propensione all’internazionalizzazione da parte degli operatori regionali. Si tratta di fatti che si riscontrano nell’intera realtà italiana, e hanno radici nella storia e nell’organizzazione industriale e territoriale della finanzia italiana.

La presenza estera storica a Torino è quella di Deutsche Bank, entrata anni fa in tutta Italia attraverso la controllata Banca d’America e d’Italia. Le altre presenze sono state per lo più legate all’evoluzione di assetti proprietari, in gran parte indipendenti dalla localizzazione torinese. Anche la recente presenza nel settore dei mutui immobiliari si limita alla presenza dei “terminali distributivi” di due importanti società estere – Abbey National e UCB Credicasa, mentre un terzo operatore ha siglato un accordo di distribuzione con un primario operatore immobiliare.

Pure nel settore assicurativo, nonostante la già citata presenza del gruppo Axa-Uap, si deve registrare un’attività di respiro regionale e al più nazionale, a fronte della localizzazione a Milano dell’attività internazionale.

Il sistema formativo si è occupato poco di finanza

Torino, città della tecnologia e della produzione industriale e con una lunga e prestigiosa tradizione nell’insegnamento delle discipline tecnologiche, ha a lungo trascurato il filone della formazione di medio, alto e altissimo livello, nelle discipline economiche a indirizzo finanziario. Solo da quest’anno sarà operativo il Master in Financial Management organizzato dalla Scuola di Amministrazione Aziendale in collaborazione con prestigiose Università estere.

La carenza di offerta formativa è da ascriversi solo in parte ad una limitata domanda ed è in buona parte attribuibile ad una scarsa attenzione ai temi finanziari dal lato dell’offerta di formazione. Oggi si sta sviluppando una maggiore sensibilità alla necessità di sviluppare l’industria della formazione universitaria e specialistica nelle sue diverse nicchie e articolazioni, inclusa quella finanziaria. E avrebbe oggi forse avuto migliore fortuna il progetto di università privata economico-finanziaria, avanzato all’interno di un nucleo di operatori locali nei primi anni novanta, ma che non ha trovato le energie per arrivare neppure a una verifica di fattibilità concreta.

A testimonianza che il clima sta mutando, ed evolve positivamente, possiamo citare, anche come modello di altre successive iniziative, la richiesta da parte delle Compagnie di Assicurazione torinesi di attivare un corso di laurea per ovviare ad una situazione di cronica carenza di “attuari”. Dall’interazione tra le compagnie di Assicurazione e la Facoltà di Economia e Commercio

dell’Università di Torino, con il coordinamento dell’Associazione Torino Finanza e il coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale è nato un progetto che auspicabilmente porterà all’avvio di un nuovo corso di laurea in Scienze Statistiche ed Attuariali a partire dall’anno accademico 1999-2000.

Anche dal lato della formazione continua, sia sotto forma di seminari, sia sotto forma di convegni la vicinanza di Milano da un lato e la naturale tendenza dei grandi gruppi a fare da sé dall’altro, rappresentano un freno alla diffusione di competenze specialistiche (E ciò, nonostante l’impegno dell’Associazione Torino Finanza nell’organizzazione di convegni, seminari mensili, studi).

Figura 6.2.1:Punti di forza e di debolezza della piazza finanziaria torinese

Punti di forza Punti di debolezza

Completezza dell’attività finanziaria Assenza di mercati regolamentati e di organismi di controllo

Presenza di operatori sofisticati Pochi operatori specialisti

Domanda locale ampia e potenzialmente sofisticata Bassa internazionalizzazione attiva e passiva

Propensione all’innovazione finanziario Sistema formativo carente sulle specializzazioni finanziarie, ma in miglioramento

Competenze nell’ICT Basso richiamo e presenza delle attività culturali finanziarie

Bacino di risorse umane Prossimità a Milano

Esistenza dell’Associazione Torino Finanza