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TORINO TRA COMPETIZIONE E COOPERAZIONE

2 Torino: città intermedia

La crescente competizione fra le città per l’attrazione di funzioni di punta spiega il fiorire di analisi

empiriche sul livello di attrezzatura delle città europee volte ad individuare la nuova geografia del

potere economico e territoriale a scala continentale e di studi comparativi tra città dello stesso rango. Nonostante tutte le critiche che possono essere avanzate a queste analisi, esse rimangono le fonti più attendibili alle quali rivolgersi per avere un quadro della nuova competizione a scala europea.

Torino Internazionale - I DATI FONDAMENTALI Torino tra competizione e cooperazione 54

Stilare classifiche tra città o analizzare comparativamente i reciproci elementi di forza e di debolezza è dunque attività niente affatto superflua o relegata nella sfera della semplice analisi astratta; essa costituisce il primo passo per la definizione di un progetto di città credibile ed effettivamente realizzabile con successo. Ci mostra inoltre come assai differenti possano essere gli obiettivi delle politiche urbane, e come i conflitti o le sinergie fra obiettivi differenti possano essere, nelle nuove condizioni della competizione internazionale, del tutto diversi da quanto comunemente e tradizionalmente si credeva.

2.1 Nelle classificazioni sulle gerarchie urbane europee

Per un quadro complessivo della posizione di Torino nelle classificazioni delle città europee sono di seguito proposti quattro studi tutti svoltisi nell’ultimo decennio: DATAR (1989), Conti e Spriano (1990), Kunzmann e Wegener (1990) e Équipe P.A.R.I.S. (1994).

1. Lo studio della DATAR (1989) ha come scopo la definizione delle città e del loro ruolo all'interno del quadro europeo. Una prima sintesi dell'indagine definisce una gerarchia delle città europee, secondo un punteggio ottenuto da 16 indicatori (tra i quali demografia, infrastrutture, università, ricerca e formazione, attrezzature per la mobilità, finanze, cultura, informazione, telecomunicazioni, ecc.), divisa in otto classi. La città di Torino è indicata all'interno della quarta classe (esattamente in 19esima posizione) assieme ad alcune capitali nazionali (Copenaghen, Atene) e a delle attive “seconde” (Manchester, Lione, Rotterdam, Amburgo, Ginevra,...).

Una seconda sintesi è mirata a definire diverse classifiche settoriali basate sull'unione di più indicatori secondo dei profili di città prestabiliti: relazioni internazionali, comunicazioni, economia e finanza, ricerca e tecnologia, cultura. La città di Torino è inserita nel gruppo di città con un profilo fortemente caratterizzato da relazioni internazionali e da ricerca e tecnologia, assieme a città come Zurigo, Stoccarda, Lione, Colonia, Bologna, Bristol, Losanna.

La ricerca arriva alla conclusione che l'Europa è strutturata attraverso una grande dorsale densamente popolata, a partire dalla quale si organizza il suo spazio e si definiscono le sue reti di città: la “Banana blu”. Un secondo sottosistema si estende da una parte verso il sud dell'Italia, lungo l'Adriatico e verso Roma e Napoli e dall'altra in direzione della Spagna e del Portogallo, inglobando Barcellona, Madrid e Valenza. Torino si trova a cavallo di questi due sistemi e appare quindi collegata sia alla megalopoli super infrastrutturata che va dall'Inghilterra alla Lombardia, sia al nuovo asse di sviluppo denominato il ‘Nord dei Sud’ (fig. 1).

A tal proposito, tra le immagini frequenti nelle analisi territoriali, è da ricordare quella proposta dalla Commissione europea nel 1992 che pur con contorni piuttosto sfocati, individua tre vaste aree economiche nell’Unione europea: il vecchio centro, comprendente le aree di più antica industrializzazione del Regno Unito, del Belgio, del nord e dell'est della Francia, del Lussemburgo, dei Paesi Bassi, della Germania settentrionale e della Danimarca; il nuovo centro, che include le regioni meridionali della Repubblica federale di Germania, l'Italia settentrionale, la Francia sud orientale e la Spagna centro orientale; ed infine la cosiddetta periferia, comprendente la Grecia, il Mezzogiorno d'Italia, le restanti regioni della Spagna, il Portogallo, la Francia occidentale e l'Irlanda (fig. 2). Torino, ancora una volta, sembra situarsi in un’area strategica rispetto ai flussi internazionali.

2. Lo studio di Conti e Spriano per la Fondazione Agnelli (1990) si pone come obiettivo quello di individuare, per 48 aree urbane prese in considerazione, una collocazione nell'ambito della gerarchia metropolitana europea ed un tipo specifico di ruolo con riferimento alla partecipazione ai processi innovativi di portata internazionale.

L'analisi si basa sulle sinergie urbane, sulle potenzialità di produzione di conoscenza e innovazione delle aree urbane che, sulla base di 29 indicatori, sono individuate secondo le caratteristiche di:

potenzialità di direzionalità e globalità delle aree urbane; divise in città pure (Londra, Bruxelles, Amsterdam, Roma e Copenaghen) e complete (Parigi, Francoforte, Milano). Questa distinzione permette di evidenziare come Londra unisca al suo ruolo di città globale mondiale alcune deficienze sul piano delle funzioni industriali e gravi carenze su quello delle strutture spaziali urbane;

diversificata e dinamica base industriale in transizione, industriale e tecnologica, positiva; città pure (Stoccarda e Torino), città complete (Monaco Norimberga Düsseldorf...) e città incomplete (Essen, Bologna, Lione, Duisburg...);

base industriale in transizione industriale negativa; città altamente terziarizzate (Dublino, Liegi...) e città a vocazione portuale tradizionale (Marsiglia, Genova, Anversa);

aree urbane in crisi strutturale; città a senescenze funzionale urbana (Napoli, Edimburgo, Glasgow Manchester, Lille) e città con mantenimento industriale (Bristol, Nantes..).

In questa ricerca Torino è collocata al secondo livello della graduatoria costituito dalle aree metropolitane in transizione industriale e tecnologica positiva. Più precisamente rientra nella categoria delle città “pure”, cioè delle città nelle quali le elevate potenzialità industriali e tecnologiche si associano a funzioni direzionali economiche ed amministrative trascurabili.

3. Lo studio realizzato da K.R. Kunzmann e M. Wegener, dell'Istituto di Pianificazione Territoriale dell'Università di Dortmund, nel 1990 per conto della Comunità Europea propone una gerarchia delle città europee e delle diverse conurbazioni così suddivisa:

metropoli-globali, che ricoprono praticamente tutto il ventaglio delle funzioni finanziarie, economiche, di servizio e politico direzionali di scala mondiale: Londra e Parigi;

conurbazioni: Reno-Meno (Francoforte), Copenaghen-Malmo, Manchester-Leeds-Liverpool, il Randstad Holland (Amsterdam-Rotterdam), la Rhur (Dortmund-Essen-Duisburg) e la Renania (Bonn-Colonia-Dusseldorf);

eurometropoli, cioè città che svolgono funzioni essenziali in campo economico, finanziario, politico e culturale per l'intera Europa: Atene, Vienna, Bruxelles, Birmingham, Lione, Milano, Roma, Madrid, Barcellona, Amburgo, Berlino, Monaco e Zurigo;

capitali nazionali e città di importanza europea: Dublino, Glasgow, Lisbona, Strasburgo, Stoccarda, Marsiglia, Salonicco, Grenoble, Ginevra, Zurigo, Malaga, Valencia, Torino, Palermo e Napoli. Esse completano la maglia delle città europee importanti, anche se la loro funzione è prevalentemente nazionale;

città medie e medio-piccole, con funzione di sub-poli.

Torino è quindi inserita all'interno delle città d'importanza europea; non ricopre, secondo questa analisi, un ruolo europeo essenziale in nessun campo, nemmeno nel settore ricerca e tecnologia, evidenziato dai precedenti studi.

4. Un ultimo studio considerato è quello proposto dall'Équipe P.A.R.I.S. nel 1994 che, considerando le agglomerazioni urbane con più di 200.000 abitanti dell'Europa occidentale (Europa dei dodici, Austria e Svizzera), individua 10 classi di città. Esse sono definite dallo studio della posizione gerarchica delle città (metropoli internazionali e regionali) rispetto alle loro caratteristiche strutturali, con evidente attenzione per la loro diversificazione/specializzazione funzionale:

metropoli internazionali dominanti: Londra Parigi;

metropoli internazionali specializzate: Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Copenaghen, Francoforte, Ginevra, Monaco, Vienna, Zurigo,…;

metropoli regionali a forte apertura internazionale: Anversa, Bonn, Colonia, Lione, Marsiglia, Milano, Rotterdam, Barcellona, Madrid, Manchester, Firenze, Napoli, Roma,…;

metropoli regionali periferiche a debole apertura internazionale: Edimburgo, Tolosa, Atene, Bilbao, Genova, Glasgow, Lille, Lisbona, Porto, Palermo, Venezia, Siviglia, Torino, Grenoble,…;

metropoli regionali ad apertura internazionale debole e molto specializzata: Cardiff, Bari, Catania, Liegi, Valladolid, Tolone, ….

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In questa classificazione Torino risulta appartenere alla quarta classe, caratterizzandosi per scarsa dotazione di servizi terziari di livello metropolitano e per funzioni internazionali poco sviluppate. Un’altra dimensione di indagine è quella rappresentata dalle classificazioni realizzate da società internazionali di consulenza immobiliare sulle città europee in grado di accogliere meglio investimenti ed aziende. Questi studi rappresentano un importante ed interessante strumento in quanto, essendo continuamente aggiornati (spesso annualmente), permettono un quadro complessivo abbastanza realistico delle condizioni di attrattività economica della città europee. Tuttavia ciò rappresenta anche un limite in quanto essi danno una visione delle cose per scelte e azioni di breve e medio periodo. Ed è auspicabile che un piano strategico prenda in considerazione fattori che diano una visione e una prospettiva di lungo periodo.

Tra questi studi ricordiamo in particolare il recente studio di Healey e Beaker (1997) che propone una classificazione delle città europee secondo le loro business attitudes rispetto ad una serie di indicatori (accesso al mercato, telecomunicazioni, costi e disponibilità di personale, disponibilità di spazi, trasporti interni ed esterni, qualità della vita, ..).

Torino risulta alla 27esima posizione tra le migliori città nelle quali stabilire un’attività economica. Nelle posizioni vicine a Torino sono presenti tutte città capitali politiche o economiche dei rispettivi paesi. L’unica città intermedia è Lione al 22esimo posto.

Torino risulta essere in ascesa di un posto rispetto l’anno precedente. Con essa anche altre città medie, come Manchester, Dublino e Glasgow.

All’interno di questo studio, Torino inoltre si situa:

al 28esimo posto per accessibilità ai mercati, vicina ad Atene ed Oslo;

al 22esimo in termini di collegamenti e trasporti esterni, vicina a Dublino, Lione, Praga, Varsavia; al 25esimo per la qualità delle telecomunicazioni, accanto ad Atene, Budapest, Roma e Varsavia; al 19esimo per i costi e la disponibilità si personale qualificato vicina a Bruxelles, Düsseldorf, Parigi; al 26esimo per la qualità della vita degli impiegati, vicina ad Atene e Budapest.

2.2 Settori strategici per la competizione

Torino è definita, anche se attraverso percorsi diversi di analisi, una città intermedia, potenzialmente in grado di occupare un ruolo importante sulla scena internazionale.

Ogni città italiana della stessa classe è un potenziale competitore nel caso di decisioni di competenza governativa (ad esempio la competizione creatasi con Napoli per l’Authority delle Telecomunicazioni), mentre ogni città europea lo è nel caso di decisioni di competenza di organismi sovranazionali (per esempio per la sede della Fondazione europea per la formazione professionale nell’Europa orientale).

La comparazione di Torino con altre città dello stesso rango e con caratteristiche economiche simili porta a considerare accanto alle dinamiche economiche torinesi, legate soprattutto all’industria, le condizioni di competitività del milieu locale.

Accanto ai comparti strategici della struttura economica torinese, quali la robotica e l’automazione industriale, la veicolistica, il design e la progettazione, i veicoli spaziali, risultano essere elementi strategici la qualità della forza lavoro e l’imprenditorialità radicata, la cultura politecnica e quella cinematografica, la capacità innovativa di alcuni settori (Conti, Barone, Pichierri, 1997). Si rimanda per approfondimenti ad alcune aree della diagnostica che trattano più specificatamente questi argomenti.

Il milieu torinese risulta essere piuttosto ricco e diversificato, anche se fin ora non così incisivo da proporre veri e propri vantaggi competitivi a livello internazionale. La scarsa capacità auto-organizzativa del sistema locale torinese è stata segnata da lunghi processi decisionali (basti pensare ad alcuni processi fondamentali per la città come la stesura del Piano regolatore, l’applicazione della Legge 142 sulle aree metropolitane, alcuni progetti infrastrutturali), da una debole conoscenza del

proprio patrimonio e delle proprie dotazioni a cui si accompagna una debolezza nelle azioni di

marketing urbano.