GRUPPI DI PRESSIONE E ALLEANZE NAZIONAL
Prospetto 4.3 Le riflessioni e le proposte del Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltor
Riflessioni del CEJA Proposte
Liberalizzazione Estirpazione Etichettatura Riclassificazione delle denominazioni Promozione segue
10 Olson M., Peter Herman C., Mark P. Zanna (1986), Relative deprivation and social comparison (cfr. Riferimenti bibliografici).
Opportuna un’attenta stima, attraverso una “revisione a medio termine”, che tenga in conto i trend globali di mercato e soprattut- to l'evoluzione della produzione nel corso degli anni.
Riforma contraddittoria poiché incentiva prima l’abbandono poi propone la totale liberalizzazione, con elevato dispendio di risorse.
Rischio di equiparare i vini da tavola ai VQPRD, vista anche l’assenza di controlli trasparenti.
Proposta intesa a stravolgere l’attuale siste- ma. L’origine non sarebbe più legata al vigneto, ma all’ubicazione della cantina.
Non giustificato l’utilizzo della totalità del budget per finanziare la promozione esclu- sivamente sul mercato dei paesi terzi.
La proposta dovrebbe essere valutata in relazione alle tendenze del mercato globale e alla produzione futura. Sarebbe necessa- rio attendere fino al 2012 un primo studio di valutazione d’impatto. Tuttavia, nelle aree in cui si producono vini da tavola, dovreb- be essere lasciata allo Stato membro la deci- sione di una eventuale liberalizzazione. Nel- le aree in cui si producono vini con denomi- nazione di origine o indicazione geografica opportuno mantenere vigente il divieto, con- cedendo la possibilità di decisione ai “pos- sessori della denominazione”.
Lo strumento di estirpazione volontaria deve essere mantenuto, ma ridotto, preve- dendo una gestione nazionale. Da utilizza- re solo per i casi senza prospettive di mer- cato, impedendo l’accesso per i beneficiari di misure di riconversione e di ristruttura- zione. Introdurre una misura nuova, defini- ta come “estirpazione provvisoria” di 8 anni, al termine dei quali i produttori avreb- bero facoltà di reimpiantare o di trasferire i diritti a giovani agricoltori.
Mantenere le attuali norme in materia di eti- chettatura.
Necessario il mantenimento dell’attuale distinzione tra vini da tavola, vini con indi- cazione geografica e vini con denominazio- ne di origine, conservando a livello interna- zionale l’attuale sistema di classificazione. Il budget dovrebbe essere assegnato in maniera più equilibrata. È importante piani- ficare, anche per l’Europa, una strategia di promozione, visto l’aumento delle impor- tazioni da paesi terzi.
segue Prospetto 4.3 - Le riflessioni e le proposte del Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori
Riflessioni del CEJA Proposte
Pratiche enologiche
Distillazione
Fonte: ns. elaborazione su documenti CEJA redatti dalla Commissione vino il 12 marzo 2007.
4.5
Il gioco di squadra: Italia, Francia, Spagna, Portogallo.
Una nuova “Banda dei Quattro”?
La riforma dell’OCM vino, come nella tradizione dei più difficili e lunghi negoziati agri- coli della Comunità Europa, si è chiusa con uno degli esercizi più classici dei consigli agricoli: la maratona. Iniziata con le prime discussioni nel 2006 si è conclusa, se così si può definire, con il voto definitivo nel dicembre 2007. La riforma è stata approvata sotto la presidenza portoghese (in carica dal 1 luglio al 31 dicembre 2007), prima del passaggio alla presidenza slovena (1 gen- naio-30 giugno 2008), dopo essere stata discussa per la prima volta nel 2006 durante la presi- denza finlandese, terminata il 31 dicembre 2006 e seguita dalla presidenza tedesca in carica fino al 30 giugno 2007.
Sono stati necessari tre giorni di negoziati con l’Italia sempre in prima linea per giungere all’accordo sulla riforma e solo la Danimarca e Malta hanno votato contro, mentre l’Estonia si é astenuta.
Probabilmente questo è uno dei motivi cardine che hanno spinto il governo e l’ex mini- stro De Castro a tentare di creare una strategia negoziale condivisa dal Parlamento e dalle orga- nizzazioni, allargando le trattative con i ministri di Francia, Spagna e Portogallo, per rafforzare il fronte comune dei Paesi dell’area mediterranea. De Castro ha probabilmente tentato di ricostrui- re quel gioco di squadra, quella “Banda” che caratterizzò la difficile trattativa di Agenda 2000, stavolta con alleati di ben diverso spessore all’interno della filiera vitivinicola. I presupposti face- vano ben pensare non ad una “minoranza di blocco” quanto ad un alleanza in grado di esprime le esigenze e il carattere di una potenza agricola, anzi vitivinicola, in grado di replicare l’inizia- le proposta di riforma che avrebbe stravolto tutto il settore, se approvata così come tale. Eserci- tando un gioco di squadra, con una strategia comune, si sarebbe anche eretta una solida barriera contro i paesi del Nord Europa, in parte alleati in Agenda 2000, adesso con posizioni ed interes- si nettamente divergenti. Una coalizione che avrebbe proposto soluzioni alternative, nonché misu- re più efficienti ed efficaci, a vantaggio non solo del singolo Stato membro.
Inopportuna sia la miscelazione di vini e uve provenienti da paesi terzi con quelli di produzione europea, sia la miscelazione di vini provenienti da paesi in via di sviluppo sul territorio dell’UE.
Nonostante il vino sia un prodotto che deri- va dall’uva, occorre considerare lo zucche- raggio come una pratica secolare in alcune paesi dell’Europa.
Necessità di cambiare i meccanismi delle distillazioni.
Al fine di preservare la qualità dei vini euro- pei e una corretta informazione, è necessa- rio mantenere il divieto di produrre vino con uve provenienti da paesi non UE, escluden- do altresì eventuali deroghe da accordi bila- terali.
Gli aiuti per l’arricchimento con mosto con- centrato dovrebbero essere mantenuti e sup- portati attraverso un bilancio specifico. Al fine di preservare un equilibrio competitivo, dovrebbe essere inserito in etichetta l'even- tuale uso di saccarosio.
Opportuna una gradualità. Necessario deter- minare nuove misure per la gestione delle distillazioni.
L’alleanza con Francia, Spagna e Portogallo puntò fin da subito al concetto di qualità: dai rispettivi ministri agricoli il messaggio lanciato al commissario Fisher-Boel era quello di difen- dere le denominazioni e le indicazioni geografiche dei vini.
I traits d’union che guidarono la piattaforma comune dei “paesi del mediterraneo” aveva-
no l’obiettivo di rendere la filiera non solo più competitiva, per adeguarsi al mercato mondiale e vincere la concorrenza internazionale, ma più dinamica, attraverso il rafforzamento delle misure strutturali. Dall’analisi del prospetto, riportato in seguito, emergono le priorità della piattaforma che scaturirono già nelle fasi plenarie della discussione.
Prospetto 4.4 - Piattaforma comune di Italia, Spagna, Francia e Portogallo: gli obiettivi