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Capitolo 4 La pratica autobiografica come spazio di cura: tracce,

4.4 La Scrittura autobiografica come metodo formativo nell’educazione degli adulti

La prospettiva autobiografica ha conquistato uno spazio all’interno di progetti di intervento o di ricerca in psicologia, antropologia, sociologia o in studi filosofici ed ha assunto un ruolo centrale in campo pedagogico e formativo, specie nell’educazione degli adulti218. L’interesse per la pratica autobiografica nel campo della formazione e dell’educazione degli adulti è motivato da219:

una concezione dell’apprendimento e dello sviluppo umano come processi dinamici; il riconoscimento della capacità di autoapprendimento dalla propria esperienza e dalle esperienze significative dal punto di vista biografico di altri;

l’opportunità di adottare un approccio empirico ed euristico nei confronti dell’età adulta teso ad evitare generalizzazioni teoriche;

la consapevolezza dello stretto legame tra esperienze vissute, formazione e ricerca.

Secondo Franco Cambi “è stata proprio l'educazione degli adulti a riaffermare, con la

cura di sé il valore dell'autobiografia come metodo formativo, assegnandole un ruolo

cardine nella costituzione di ogni adultità personale220”. Un’età adulta che porta alla consapevolezza di sé e della propria storia vissuta; un’età che implica il ripensare in maniera autobiografica il proprio percorso biografico e che invita a guardarsi come raccontassimo la vita di un altro.

All’interno di una nuova concezione della formazione degli individui adulti, che supera quella tradizionale relativa al mero trasferimento - acquisizione di informazioni, e considera invece l’apprendimento come un “processo autonomo di appropriazione basato sulle operazioni mentali dell’individuo conoscente”221, esperti

218 Santini V., Il metodo autobiografico come intervento formativo sull’anziano istituzionalizzato, articolo annesso

al report di una ricerca condotta in una casa di riposo, disponibile in rete all’indirizzo http://nuke.netapprendere.it/LinkClick.aspx?fileticket=nRdIPpEO%2B7c%3D&tabid=61&mid=386, pagg. 1-10, (ultima cons. 4/10/2015), sito citato. In Italia, fondamentale risulta l’apporto in questo campo da parte di Duccio Demetrio (Docente di Pedagogia Generale ed Educazione degli Adulti all’Università degli Studi di Milano e Fondatore della LUA - Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari), ma secondo Santini occorre citare anche pedagogisti come Riccardo Massa e Andrea Canevaro. Gli studi sull’autobiografia si stanno sviluppando anche grazie ad alcuni docenti e formatori dell’Università di Milano, come Sergio Tramma e Ivano Gemelli, personalità che appartengono al comitato di redazione della rivista «Adultità» e del comitato scientifico della Libera Università dell’Autobiografia.

219 Portis L, op. cit., pag. 6.

220 Cambi F., L’autobiografia: uno strumento di formazione, in Pulvirenti F. (a cura di), Pratiche narrative per la

formazione, in M@gm@- rivista di studi sociali - vol.3 n.3 Luglio-Settembre 2005, fonte: http://www.analisiqualitativa.com/magma/0303/articolo_04.htm (ult cons 4/08/2015).

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come Formenti e Demetrio si riferiscono all’autobiografia come a uno strumento in

grado di favorire anche processi di crescita e di empowerment personale.

Gli autori indicano le principali motivazioni222 legate all’uso della metodologia autobiografica nelle pratiche socio-educative e formative con gli adulti.

Un primo motivo è quello meta cognitivo. Osservare come funziona la mente, capire come si arrivati a pensare in quel modo, innesca un circolo virtuoso che rende più chiari meccanismi, scelte, operazioni mentali e ci rende più consapevoli di noi stessi.

Un secondo motivo è quello legato al processo stesso dell’apprendere. L’auto riflessione e l’auto percezione aiutano a trovare le parole per raccontarsi, la possibilità di interrogarsi sul perché delle cose, domande che ricevono ascolto. Stimolano il desiderio, la motivazione personale ad essere più responsabili e protagonisti della propria crescita. Il terzo motivo è quello trasformativo. La ricognizione autobiografica genera possibili nuove interpretazioni, rappresentazioni, immagini delle azioni, delle relazioni che sono state e di quelle che potranno essere. Indica possibilità di scelta futura e quindi cambiamento, ristrutturazione.

Il quarto motivo è quello formativo, che ha l’obiettivo di portare ad una maggiore autonomia l’individuo adulto coinvolto nel percorso.

In cosa consiste l’adultità? E come l’autobiografia può prendersi cura dell’educazione, della formazione, dello sviluppo in età adulta?

Secondo Formenti, la definizione di soggetto adulto chiama in causa necessariamente le sue plurime identità: quella anagrafica, quella sociale, psicologica, affettiva, culturale. Lo studio, l’intervento, la ricerca, la formazione delle persone adulte richiama necessariamente saperi ed approcci diversi. Per evitare riduzionismi o semplificazioni è importante, pertanto, considerare che “l’adultità come stato, condizione, o semplicemente come età della vita, richiede una visione pluralistica”223. Il quadro di riferimento in un settore poliedrico come l’educazione degli adulti non potrà che essere interdisciplinare e articolare tra loro più saperi, temi, metodi.

La società di oggi chiede al singolo individuo una capacità continua di ridefinizione di

ruoli, compiti e identità224; alle persone adulte si domanda ogni giorno di aderire a

norme, scegliere comportamenti, produrre servizi, autoeducarsi, essere responsabili di quello che si fa. Quella che Demetrio chiama adultità225 non è il prodotto finale di un percorso, ma un sistema aperto che non esclude possibili cambiamenti, una condizione che è l’espressione di identità molteplici, come si è spiegato nei primi

222 Formenti L., La formazione autobiografica, op. cit., pagg. 128-130. 223 Ibidem, pagg. 13-14.

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capitoli. Il sentirsi realizzati, l’essere in equilibrio con sé e con gli altri, sono il frutto dell’intrecciarsi di diversi continuum vitali226 che l’autore considera come delle costanti nella vita di un individuo in sviluppo: l’auto-riconoscimento, l’elemento ludico, l’avventura, la magistralità (qualcosa in cui sono abile e che posso trasmettere o insegnare), la capacità di decisione, la reciprocazione (capacità di relazionarsi), la proiettività (il vedersi in avanti).

All’interno di questa visione complessa dell’individuo adulto si inserisce la proposta autobiografica, che con il suo metodo maieutico e pedagogico riesce ad apportare benefici in termine di autoconoscenza, apprendimento, progettualità.

Quando qualcuno, da giovane, adulto, anziano, manifesta il desiderio di porsi delle domande attraverso un racconto di sé, afferma Demetrio, è già un “segno inequivocabile di una nuova tappa della propria maturità”227. I processi di educazione, di sviluppo, emancipazione di un adulto, all’interno di questa cornice di pensiero, richiedono la possibilità che questi si riscopra come soggetto in formazione

e che trovi anche dentro di sé capacità di trasformazione. Il dispositivo

autobiografico può essere di grande supporto nel cammino di riappropriazione di queste abilità e maturazione di altre competenze e ha l’obiettivo di rendere gli adulti più protagonisti del proprio miglioramento, apprendimento. Da soggetti in formazione a soggetti della formazione, come in più occasioni suggerisce Formenti. In Italia il modello più usato in educazione degli adulti è quello biosistemico228 che

accoglie al suo interno una ibridazione di sfondi e paradigmi (quello costruttivista, quello sistemico-relazionale, quello fenomenologico, quello interazionista e quello clinico) per un approccio di studio, intervento, analisi di fenomeni o eventi nel campo dell’educazione.

Il cuore della formazione all’adultità è l’autoeducazione229, spiega Demetrio: la

riflessione su sé stessi e con sé stessi per promuovere e sviluppare le proprie capacità, acquisire più autonomia. In tutto questo, lo strumento autobiografico stimola chi scrive all’ascolto e alla riflessione; imparare ad ascoltarsi per saper ascoltare, rispettare, relazionarsi con gli altri e soprattutto accettare le differenze.

226 Ibidem, pagg. 42-43 (Per un approfondimento consultare il testo di Demetrio D. L’Età Adulta, Teorie

dell’identità e pedagogia dello sviluppo, Carocci, Roma, 1990, a cui gli autori si sono riferiti per elencare i continuum vitali e il pensiero di Demetrio sull’adultità).

227 Demetrio D., Raccontarsi, op. cit., pag. 91.

228 Formenti L., La formazione autobiografica, op. cit. pagg. 76-77. Quello biosistemico è un modello elaborato da

Demetrio e dal gruppo sui processi formativi in età adulta dell’Università degli Studi di Milano, la cui metodologia è illustrata nel testo di Demetrio Micropedagogia. La ricerca qualitativa in educazione, La nuova Italia, Firenze, 1992.

229 Formenti L., (a cura di), Attraversare la cura. Relazioni, contesti e pratiche della scrittura di sé, 2oo9, op. cit.,

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Proprio nel senso dell’autoeducazione, la formazione alla scrittura di sé si dimostra essere, come vedremo nella parte finale della tesi, un efficace metodo che va ad arricchire la formazione degli stessi educatori, dei formatori e dei professionisti in

ambito socio educativo.

L’esercizio della pratica autobiografica, come esorta gran parte della letteratura dedicata, richiede da parte di chi sollecita e/o raccoglie, scritture e narrazioni personali un’adeguata formazione autobiografica, per essere preparati sul metodo che si va ad usare con altri. A comprova, l’invito ad usare per primi su di sé al fine di conoscere in maniera approfondita i meccanismi, i metodi, i processi legati all’autonarrazione e alla scrittura di sé, costituisce il primo passo anche all’interno dei corsi proposti alla LUA per divenire esperto, cultore o consulente in metodologie autobiografiche.

4.5 Pratica autobiografica nel lavoro sociale, educativo,