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CAPITOLO 3. L’IMPIEGO DELLE INFORMAZIONI DI COSTO E LA LORO

3.2 Il settore e il mercato del compost

3.2.1 Il settore

L’attività di compostaggio è strettamente connessa alla presenza e alla diffusione di un sistema di gestione dei rifiuti basato sulla raccolta differenziata, sistema che negli ultimi anni si sta espandendo e affermando sempre di più e che risulta fondamentale perché solo attraverso questo è possibile separare la frazione organica dei rifiuti, che è quella che può essere destinata al compostaggio.

Come è possibile constatare dai dati del rapporto Ispra del 2017, la produzione di rifiuti urbani ha iniziato nuovamente ad aumentare a partire dal 2016, in controtendenza rispetto a quanto è accaduto negli ultimi 6 anni, fino ad attestarsi su un livello di circa 30 milioni di tonnellate; la figura sottostante mostra l’andamento del livello della produzione di rifiuti urbani in Italia:

Figura 4 - Andamento della produzione dei rifiuti urbani in Italia 2004-2016 (Fonte: Rapporto rifiuti urbani edizione 2017, ISPRA)

A questo aumento della quantità di rifiuti prodotti, nel 2016 ha corrisposto anche un aumento della percentuale di raccolta differenziata che si attesta sul 50,6 % del totale dei rifiuti prodotti, in aumento rispetto al 2015, pari ad un volume di rifiuti trattato di 15,8 milioni di tonnellate; questo dato, pur confermando il trend positivo degli ultimi tre anni, è ancora tuttavia distante dagli obiettivi di raccolta stabiliti sia dalle norme

nazionali che dalle direttive europee82, che già per il 2012 prevedevano il raggiungimento di un livello di raccolta differenziata pari al 65%, obiettivo raggiunto ad oggi esclusivamente nel Nord-Italia (64,2%), più virtuoso sotto questo punto di vista rispetto al Centro (48,6%) e al Sud (37,6%).

I rifiuti organici83, che come è stato precedentemente detto sono quelli che vengono avviati a trattamento per ottenere il compost, rappresentano la frazione merceologica più significativa della raccolta differenziata (circa il 41% dei rifiuti raccolti tramite la differenziata), la quale ha intercettato nel 2016 circa 6,5 milioni di tonnellate di rifiuti organici, dato anche questo costantemente in crescita negli ultimi anni come desumibile dal grafico sotto riportato:

parallelamente alla crescita dei quantitativi dei rifiuti organici raccolti tramite la differenziata, c’è stato anche un continuo aumento del numero degli impianti che con processi e dotazioni impiantistiche sempre più innovative, si vanno ad occupare del trattamento e del recupero dei rifiuti a matrice organica84; dalla fine del 2016 si possono

82 Si vedano il d.lgs. n. 152/2006, la legge n. 296 del 27/12/2006, e la direttiva 2008/98/CE

83 Questa frazione merceologica è composta da rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili, prodotti dall'industria alimentare raccolti in modo differenziato (D. Lgs 152/06 e s.m.i. all'art. 183, comma 1, lettera d)).

84 Si parla di rifiuti a matrice organica perché fra questi impianti, sono considerati anche quelli che

trattano oltre ai rifiuti organici, anche rifiuti di manufatti e imballaggi compostabili certificati secondo la norma UNI EN 13432:2002, fanghi, scarti agroindustriali e altri rifiuti biodegradabili.

Figura 5 - Andamento della raccolta differenziata dei rifiuti organici dal 1995-2015 (Fonte: Rapporto annuale CIC 2017)

contare in tutta Italia 326 impianti che hanno trattato complessivamente 7,1 milioni tonnellate di rifiuti, di cui 5,7 milioni tonnellate sono state costituite da rifiuti organici:

 274 impianti di compostaggio, che trattano esclusivamente i rifiuti tramite processo aerobico, hanno gestito circa 3,4 milioni tonnellate di rifiuti organici;  31 impianti che trattano i rifiuti tramite un processo integrato

anaerobico/aerobico e che hanno gestito circa 2,1 milioni tonnellate di rifiuti organici;

 21 impianti che tramite il solo processo di digestione anaerobica hanno trattato circa 250.000 tonnellate di rifiuti organici.85

L’intero sistema impiantistico italiano dispone di una capacità nominale che consentirebbe di avviare a trattamento e recupero tutti i rifiuti compostabili raccolti in Italia tramite la differenziata, tuttavia molto spesso questi impianti non lavorano impiegando a pieno la loro capacità ed inoltre la carenza di impianti in alcune regioni, soprattutto del Centro e Sud Italia, non permette di avviare tutte le matrici organiche agli impianti di trattamento86: i rifiuti se possibile vengono trasportati da queste regioni in altre dove sono gli impianti di trattamento, ma a causa degli elevati costi che si possono sostenere per trasportare i rifiuti da queste zone a quelle dove sono situati gli impianti, può risultare maggiormente conveniente (da un punto di vista economico) smaltirli attraverso differenti modalità; questo squilibrio è confermato dalla collocazione territoriale, sia degli impianti di solo compostaggio che di quelli che integrano processo anaerobico e aerobico, in quanto al Centro e al Sud infatti sono situati rispettivamente, solo il 18% e il 21% degli impianti che si occupano esclusivamente del compostaggio, mentre invece al Nord il 61% di questi, che inoltre hanno una capacità autorizzata di trattamento per ogni singolo impianto superiore, posizionamento che presenta gli stessi caratteri per quanto riguarda gli impianti che integrano processo anaerobico/aerobico, con un elevato numero di impianti al Nord e una scarsa presenza di questi al Centro e al Sud.

I quantitativi di compost che il complesso degli impianti in Italia ha prodotto nel 2016, sono di circa 1,6 milioni di tonnellate da suddividere fra diverse tipologie di

85 Dati reperiti da: Rapporto rifiuti urbani edizione 2017, ISPRA 86 Rapporto annuale CIC 2017

compost87: l’ammendante compostato misto (AMC), l’ammendante compostato verde (ACV) e altri ammendanti di differente derivazione come l’ammendante compostato con fanghi o gli ammendanti vegetali non compostati.

La normativa sui fertilizzanti contenuta nel D.lgs. 75/2010, definisce come:

 ammendante compostato verde un prodotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici che possono essere costituiti da scarti di manutenzione del verde ornamentale e altri materiali vegetali;  ammendante compostato misto un prodotto ottenuto attraverso un processo

controllato di trasformazione e stabilizzazione di rifiuti organici che possono essere costituiti dalla frazione organica dei Rifiuti Urbani proveniente da raccolta differenziata, ivi inclusi i rifiuti in plastica compostabile secondo la norma UNI EN 13432:2002, dal digestato da trattamento anaerobico (con esclusione di quello proveniente dal trattamento di rifiuto indifferenziato), da rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività agroindustriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, nonché dalle matrici previste per l'ammendante compostato verde;

 ammendante compostato con fanghi prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di reflui e fanghi nonché dalle matrici previste per l'ammendante compostato misto.

Come è possibile notare dal grafico sopra riportato, il compost che viene prevalentemente prodotto è l’ammendante compostato misto (in quantità superiori alle 1,1 milioni di tonnellate) derivante dal trattamento e stabilizzazione di rifiuti organici comprendenti sia la parte umida che quella verde88, mentre in quantitativi decisamente inferiori sono prodotti l’ammendante compostato verde (293.000 tonnellate circa), ottenuto dal trattamento e dalla stabilizzazione di rifiuti organici comprendenti la sola frazione verde, e gli altri ammendanti come quello derivante da fanghi di depurazione ad esempio (circa 174.000 tonnellate).

Nel contesto umbro, in cui opera GreenAsm, la produzione dei rifiuti presenta lo stesso trend riscontrato a livello nazionale, e cioè una decrescita del volume annuo di rifiuti prodotti a partire dal 2010 fino al 2016, dal quale si è registrato il primo aumento del volume di rifiuti prodotto, che nell’anno in questione appunto è stato pari a poco più di 471.000 tonnellate89; il grafico sotto riportato mostra questo andamento, molto simile a quello a livello nazionale:

88 La frazione umida comprende «rifiuti di cucine e mense prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi

di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall'industria alimentare raccolti in modo differenziato, nonché i rifiuti di manufatti e imballaggi compostabili certificati secondo la norma UNI EN 13432:2002», mentre la frazione verde «rifiuti biodegradabili di giardini e parchi» (Fonte:

Definizioni Rapporto annuale CIC 2017) 89 Fonte: www.regione.umbria.it

Figura 6 – Tipologie di compost prodotte nel 2016 (Fonte: Rapporto rifiuti urbani edizione 2017, ISPRA)

il sistema della raccolta differenziata è significativamente migliorato attraverso il l’introduzione e il potenziamento del servizio di raccolta “porta a porta”, che nel corso degli ultimi anni ha permesso di arrivare ad una percentuale regionale di raccolta differenziata nel 2016 quasi del 58%, dato medio molto vicino all’obiettivo 65% imposto dalla normativa, che in alcune aree della regione è stato però già raggiunto o addirittura superato, come è possibile vedere dal grafico riportato che evidenzia la

Figura 8 – Trend % raccolta differenziata Umbria 2009-2016 (Fonte: www.regione.umbria.it)

Figura 7 – Andamento della produzione di rifiuti urbani in Umbria 2009-2016 (Fonte: www.regione.umbria.it)

percentuale di raccolta differenziata sull’asse delle ordinate e gli anni sull’asse delle ascisse.

Anche nell’area umbra, la frazione più consistente dei rifiuti raccolti è rappresentata da quella organica (umido + verde, pari a circa il 44%) con un totale di 118.432 tonnellate, frazione trattata quasi completamente dagli impianti che sono situati nel territorio umbro e che è stata quasi interamente recuperata attraverso l’attività di compostaggio: nei rapporti di Arpa Umbria riferiti all’anno 2015 è stato stimato che circa il 90% sia della frazione umida che verde è stato trattato e avviato al compostaggio presso i 6 impianti umbri e solo il 10% invece è stato trasportato e trattato fuori regione.

Oltre all’impianto della GreenAsm, sono presenti sul territorio altri 5 impianti che recuperano la frazione organica dei rifiuti tramite il compostaggio90:

 l’impianto di Pietramelina, gestito dalla Gesenu S.p.a., che è un impianto esclusivamente di compostaggio e che tratta la maggior parte dei rifiuti organici umbri (il 66% della frazione umida e il 44% del verde nel 2015)

 l’impianto di Casone, gestito dalla Valle Umbra Servizi S.p.a. (dal 4 giugno 2018 la gestione sarà affidata alla Asja Ambiente Italia S.p.a.), anche questo un impianto solo di compostaggio che nel 2015 ha trattato il 15% della frazione organica umida umbra e il 16% di quella verde, che costituiscono circa i 3/4 del volume dei rifiuti trattati, mentre la parte restante è costituita da rifiuti raccolti e provenienti da altre regioni

 l’impianto della S.A.O., gestito da Acea S.p.a. nella zona di Orvieto, è stato recentemente convertito in un impianto con processo integrato anaerobico/aerobico, l’unico in Umbria insieme a quello della GreenAsm ad avere questo innovativo processo; nel 2015 questo impianto ha lavorato volumi non molto consistenti a causa del rinnovamento e conversione dell’impianto; l’impianto ha trattato “solo” l’1% della frazione umida e della frazione verde umbra, volumi che però hanno costituito solo il 18% dei rifiuti trattati, il resto è relativo a rifiuti provenienti da altre regioni

90 Le informazioni relative agli impianti sono state reperite da: Rifiuti urbani anno 2015: la gestione, a cura di Alessandra Santucci e Cristina Mazzetti, Sezione Regionale Catasto Rifiuti, Arpa Umbria

 l’impianto della Agriflor S.r.l., è un impianto di compostaggio che produce compost principalmente da fanghi e dalla frazione verde dei rifiuti organici (circa il 6% della frazione verde totale umbra).

 l’impianto della Trasimeno S.r.l. che come il precedente è un impianto di compostaggio dove si realizza compost prevalentemente da fanghi e in misura inferiore dalla frazione verde in quantitativi che sono pari a circa il 6% della frazione verde umbra.

Il grafico sotto riportato mostra l’andamento dei volumi di compost prodotti in Umbria negli ultimi 4 anni:

Figura 9 – Tonnellate di compost prodotto in Umbria 2013-2016 (elaborazione da dati dei Rapporti ISPRA sui rifiuti urbani)

sulla base dei rapporti sui rifiuti urbani dell’ISPRA riferiti a questi anni, le cause di questo trend irregolare si potrebbero ricondurre alla variazione del numero di impianti operativi (passati da 8 a 6), ad una modificazione dei quantitativi di rifiuti che ogni singolo impianto è autorizzato a trattare e dai diversi livelli di efficienza del processo di trattamento che gli impianti hanno raggiunto in ogni anno.