per garantire l’educazione di tutti e di ciascuno G. Filippo Dettori
6. Le sfide per il futuro
In Italia, anni di studi e di riforme a favore dell’inclusione scolastica degli allievi con disabilità hanno dato risultati apprezzabili: nella scuola statale sono 245.723 le alunne e gli alunni con disabilità regolarmente iscritti, di questi 21.434 frequentano la scuola dell’infanzia, 89.029 la primaria, 66.823 la secondaria di I grado, 68.437 la secondaria di II grado2. Il pro-gressivo aumento di studenti indica che, in tutti gli ordini c’è stata una maggiore attenzione da parte del corpo docente a rendere la didattica più flessibile per consentire agli allievi con BES di beneficiare di percorsi che tenessero conto delle loro capacità e dei loro ritmi (Pavone, 2015). Inse-gnanti sempre più specializzati si adoperano ogni giorno per favorire il suc-cesso formativo dei loro allievi con disabilità e DSA anche grazie alle Tecnologie dell’Informazione e della comunicazione (TIC) che in alcune situazioni rappresentano una grande risorsa (Dettori; Letteri, 2019). Tut-tavia, nonostante gli sforzi di insegnanti di classe e di sostegno, permangono ancora ostacoli alla piena inclusione soprattutto nel proporre percorsi edu-cativi validi al raggiungimento di competenze concrete che, finita la for-mazione, aiutino i ragazzi con disabilità nella ricerca di un impiego che consenta loro di essere autonomi. Vecchie questioni e nuove domande ali-mentano studi e ricerche della pedagogia speciale:
– I contesti scolastici sono più inclusivi e offrono, anche grazie alle TIC, percorsi più mirati?
– Scuola, famiglia, mondo del lavoro dialogano per definire quali compe-tenze in uscita siano utili per il futuro lavoratore che presenta specifiche difficoltà?
– La formazione iniziale e in servizio degli insegnanti classe e di sostegno è idonea a supportare la vera inclusione degli studenti con BES? – I servizi 0-3 anni sono organizzati adeguatamente per accogliere gli
al-lievi con disabilità?
– L’università riesce a proporre attività didattiche personalizzate ed è in grado di dare servizi per il supporto didattico allo studente con disabilità?
2 Dati MIUR del maggio 2019 (https://www.istruzione.it/archivio/web/istruzione/rile-vazioni.html).
A conclusione di questo lavoro, ci si vuole soffermare sulle ultime due domande che negli ultimissimi anni sono state oggetto di molteplici ricer-che in ambito pedagogico e didattico.
I risultati degli studi italiani ci dicono che mancano normative chiare a livello nazionale riguardo l’organizzazione dei servizi per la primissima in-fanzia, questo impedisce un’omogenea l’inclusione dei bambini con disa-bilità nei diversi contesti del territorio nazionale (Dettori, Pirisino, 2017). Regolamenti comunali, alle volte regionali, definiscono le linee guida per il precoce intervento educativo nei nidi ma in molti casi i criteri sono ap-prossimativi e lasciano grande libertà agli operatori e ai responsabili nella gestione delle attività didattiche. Tali disomogeneità di regole hanno destato il malcontento nelle famiglie; talvolta i genitori hanno vissuto frustrazione e impotenza davanti all’organizzazione di nidi con personale poco specia-lizzato e/o senza la presenza di sezioni con un rapporto numerico allievi-educatore favorevole per una vera inclusione (Dettori, Pirisino, 2019). Il disorientamento riguarda gli stessi educatori che risentono della mancanza di normative regionali e/o nazionali chiare per i servizi 0-3 anni che rego-lino, come per gli altri ordini di scuola, il rapporto numerico in presenza di bambini con disabilità, le modalità di progettazione e valutazione dei percorsi didattici, le modalità di collaborazione con la famiglia e i servizi sanitari. L’inclusione nei servizi 0-3 anni, rimane un servizio da migliorare; la Legge 107/2015 ha previsto un percorso formativo unitario dai 0 ai 6 anni, senza indicare però regole chiare per l’organizzazione dei nidi, anche in riferimento alla specializzazione che devono avere gli operatori che lavo-rano con bambini disabili. La ricerca deve in questo ambito offrire dati e sollecitazioni ai decisori politici per fare sì che i servizi per la primissima infanzia siano in grado di garantire la precoce presa in carico del bambino con disabilità definendo un Piano Educativo Individualizzato, in stretta collaborazione con le famiglie e i professionisti sanitari che li hanno in cura (Cramerotti, Ianes, Scapin, 2019).
Se, come si è visto, la primissima fase dell’inclusione incontra difficoltà, anche l’ultimo segmento della formazione, l’università, non è immune da problemi nonostante il progressivo aumento delle iscrizioni di studenti con disabilità nei diversi corsi di studio. La Conferenza dei Delegati del Rettore per gli studenti con Disabilità e DSA (CNNUD) monitora sistematica-mente l’inclusione accademica e promuove numerose ricerche per valutare la qualità dei servizi che nei diversi atenei sono stati attivati a supporto di
una didattica inclusiva. Gli studi più recenti hanno dimostrato che l’inclu-sione accademica negli ultimi 10 anni ha avuto risultati molto apprezzabili, come dimostra il numero dei laureati, grazie all’investimento del MIUR e degli atenei per il miglioramento dei processi di accompagnamento e sup-porto allo studente con disabilità e DSA (Pace, Pavone, Petrini, 2018). Ogni università dovrebbe, tuttavia, lavorare di più per un maggiore raccordo con la scuola secondaria di secondo grado finalizzato a migliorare l’inclusione universitaria ed evitare che lo studente si iscriva a corsi di studio che non sempre sono in grado di offrire risposte ai suoi bisogni formativi. L’orien-tamento in uscita (scuola secondaria di secondo grado) e in ingresso (servizi per le matricole con disabilità presso le università) va implementato sia a livello di ricerca che di condivisione di buone prassi, anche valorizzando le esperienze e il punto di vista degli studenti stessi (Bellacicco, 2018; Dettori, 2018). La sperimentazione e condivisione di modalità di accompagnamento universitario rivelatesi efficaci devono essere maggiormente promosse per dimostrare con quali modalità è possibile favorire il passaggio dello studente con disabilità da un contesto scolastico protettivo (garantito da un team ri-stretto di docenti che lo seguono per uno o più anni scolastici e ne cono-scono gli stili di apprendimento) ad uno, quello accademico, dove l’alternanza di numerosi professori, che tengono corsi più brevi, non sempre consente la conoscenza dello studente e la reale personalizzazione della di-dattica. Il ruolo del tutor è sicuramente indispensabile soprattutto all’inizio del percorso accademico, ma, come è possibile osservare consultando i siti dei diversi atenei italiani, i servizi di tutorato sono molto differenti e non sempre le ore che vengono garantire sono sufficienti per una vera presa in carico dello studente con disabilità.
Nelle ricerche del passato e più recenti permane una domanda di sfondo: in che modo le istituzioni formative (dal nido all’università) possono do-cumentare buone prassi inclusive rispondendo alle esigenze formative di ogni studente? La Società Italiana di pedagogia Speciale (SIPES) ha pro-mosso dei gruppi di studio dove ricercatori appartenenti a diversi contesti nazionali studiano le esperienze in corso e si aprono al confronto con le as-sociazioni e la politica per una didattica che si orienta a prendersi maggior-mente cura delle esigenze formative dello studente disabile. Tali gruppi di lavoro stanno focalizzando l’attenzione sulla “cura” che le istituzioni for-mative devono offrire agli studenti con BES, una cura, per dirla con Cane-varo, che va oltre le diagnosi, per soffermarsi sulle potenzialità di cui ogni
persona è portatrice che devono essere, nelle diverse fasi della vita, ricono-sciute, valorizzate e sollecitate (Cannevaro, Ferrari, 2019).
Riferimenti bibliografici
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Bellacicco R. (2018). Verso una università inclusiva. La voce degli studenti con
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Canevaro A., Ferrari A. (2019). Diagnosi e prognosi in riabilitazione infantile. Trento: Erickson.
Cottini L. (2017). Didattica speciale e inclusione scolastica. Roma: Carocci. Cramerotti S., Ianes D., Scapin C. (2019). Profilo di funzionamento su base
ICF-CY e Piano educativo individualizzato. Trento: Erickson.
Dettori G.F., Pirisino G. (2017). L’inclusione del bambino con disabilità nei servizi per la prima infanzia: l’esperienza di “Melampo al nido”. Italian Journal of
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Dettori G.F., Pirisino G. (2019). Processi inclusivi nella primissima infanzia. Il punto di vista dei genitori sulla qualità dei servizi 0-3. L’Integrazione Scolastica
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for Students whit Disabilities in the Academic Context. Milano: FrancoAngeli.