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Un sistema di negazioni.

Questa sintesi rende conto dell’origine negativa di idee tra le più ricorrenti nell’opera di Renouvier e del rapporto affatto concreto tra esperienza e speculazione nell’autore. Secondo Del Noce, il situarsi di Renouvier tra le correnti filosofiche del periodo si diede anch’esso come reazione piuttosto che come adesione o approfondimento; e leggendo

Uchronie traspare chiarissimo l’intrecciarsi del piano politico-sociale e di quello

speculativo quali oggetti di critica. Questo ritratto trova conferma negli scritti dei contemporanei che a Renouvier furono vicini, come Alexandre-André Jacob detto Erdan, che lo definì «”un santo della filosofia radicale, un anacoreta della scienza libera, un Pascal del razionalismo”. Un profondo senso della doverosità morale», ha chiosato Vittore Collina, radicato in un pensatore che pure «vive la crisi che, per motivi politico- sociali e per motivi teorici, lo statuto filosofico della morale attraversa nella seconda

metà dell’Ottocento»359

.

Nato nel 1815, Renouvier studiò al politecnico di Parigi dove ebbe tra gli insegnanti – senza restarne sedotto – August Comte. In gioventù fu attratto dalle teorie utopistiche di Saint-Simon, la successiva distanza dalle quali è testimoniata dell’editore in Uchronie ma anche, e in modo più esplicito, nelle lettere del filosofo all’amico Charles

Secrétan360. I suoi primi scritti, un saggio su Cartesio e due manuali di filosofia antica e

358

A. Del Noce, Filosofi dell'esistenza e della libertà : Spir, Chestov, Lequier, Renouvier, Benda, Weil, Vidari, Faggi, Martinetti, Rensi, Juvalta, Mazzantini, Castelli, Capograssi, Milano, Giuffrè, 1992, p.200.

359 V. Collina, Plurale filosofico e radicalismo. Saggio sul pensiero politico di Charles Renouvier, Bologna,

Clueb, 1980, p.15.

360

«Questa follia non resse in me che fino ai vent’anni» (Collina, op cit, p.17). La citazione è tratta dalla Correspondance de Renouvier et Secrétan, Parigi, A. Colin, 1910. L’opera più nota di Secrétan è La philosophie de la liberté: Cours de philosophie morale fait à Lausanne, Parigi, Hachette, 1849. La sintonia tra i due pensatori era fondata sulla centralità dei principi di libertà personale e di solidarietà, e sulla loro interrelazione posta a fondamento del fare sociale.

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moderna, datano ai primi anni Quaranta, prodotti al di fuori degli ambienti accademici in cui Renouvier fece ingresso solo negli ultimi anni della sua vita. Prima del 1848 collaborò con l’Encyclopédie Nouvelle, e poi con il ministero dell’istruzione del governo provvisorio, per conto del quale scrisse un Manuel républicain de l’homme et

du citoyen361, e con altre riviste liberali come Le Feuille du Peuple. Seppure al di fuori del mondo universitario, in quegli anni egli fu quindi piuttosto attivo negli ambienti culturali progressisti. Se ne allontanò, riparando in provincia, dopo il colpo di stato del 1851 di Luigi Napoleone; ed è in questo periodo, negli anni Cinquanta, che Renouvier compose in prima stesura la sua opera più importante, i quattro Essai de critique

générale dedicati rispettivamente alla logica, alla libertà individuale, alla scienza della

natura e alla filosofia della storia, temi poi sviluppati in edizioni successive degli Essai

(l’ultimo soprattutto, come La philosophie analytique de l’histoire362

). Negli stessi anni, sulla “Revue Philosophique et Religieuse” di Fauvety e Lemonnier, apparve come serie di tre saggi il nucleo originario di Uchronie, che nell’edizione in volume del 1876 corrisponde in parte al “manoscritto” di padre Antapire. L’attività pubblicistica si intensificò nella fase matura e in quella senile della vita di Renouvier, con le riviste La

critique Philosophique (1772-1889), di cui fu anche direttore e dove condusse una

battaglia contro il cattolicesimo, e l’Année Philosophique di Francois Pillon, per cui scrisse tra il 1890 e il 1900. Oltre a comporre gli ultimi libri, tra cui il postumo Critique

de la doctrine de Kant (1906), alla fine della sua vita Renouvier ottenne i primi

riconoscimenti dalla cultura ufficiale, entrando nel 1900 a far parte dell’Accademia delle scienze morali. Morì nel 1903, due anni dopo la prima ristampa di Uchronie (ed. Alcan).

Tre temi ricorrenti nell’opera di Renouvier confluiscono in Uchronie e ne possono spiegare la genesi: il rifiuto dell’assoluto e dell’assolutismo, la libertà e la responsabilità morale dell’uomo, la critica del determinismo storico. L’assolutismo era rappresentato sia da Napoleone III, sia dalla chiesa cattolica, manifestazione attuale dell’alleanza tra il potere politico e quello spirituale stabilita all’epoca di Costantino e Teodosio. La conversione senile di Renouvier alla chiesa protestante, sulla cui «qualità religiosa sono

possibili molte riserve»363, fu una pubblica presa di posizione espressa su La critique

Philosophique nei primi anni Settanta, un atto di protesta teso a indebolire il

cattolicesimo in Francia. Anticlericale e anticattolico Renovier era stato fino da giovanissimo, come ricorda egli stesso in una lettera a Secrétan del 1875: «le vere diversità tra di noi riguardano la Fede. Voi, al di là della filosofia ne avete una, ma io, ne sono ben afflitto, in quelle regioni non ho nulla, avendo avuto la fortuna di essere un

piccolo pagano fin dall’età della prima comunione e anche prima»364

. Secondo Foucher, tra i primi biografi del filosofo, l’avversione alla religione fu «la prima manifestazione di una vera passione intellettuale […] che resterà immutabile nel corso di una lunga

carriera segnata da cambiamenti speculativi importanti»365. Se ne trovano tracce già nel

1843, quando un Renouvier ventottenne pubblicò sulla Revue Indépendante l’articolo

361

Manuel républicain de l’homme et du citoyen, Parigi, Pagnerre, 1848.

362 La philosophie analytique de l’histoire: les idées, les religions, les systèmes, Parigi, Leroux, 1896-7. 363

A. Del Noce, op cit, p.203

364

V. Collina, op cit, p.16.

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“Quelques mots sur le retour aux idées religieuses en France”, riprendendo le teorie di Voltaire sulla religione come fonte collettiva di rassegnazione. Otto anni dopo, sul

Feuille du People, comparve una serie di cinque saggi, travestiti da feuilleton per

aggirare la censura, dal titolo complessivo “Histoire de l'Église”: dove del socialismo di Gesù Renouvier scriveva che «sacrifica la persona alla società che vuol realizzare, subordina e distrugge l’individualità», ancor prima che i teologi come San Paolo e Sant’Agostino fissassero una dottrina rigidamente fatalista.

L’anticlericalismo di Renouvier deriva quindi dalla collusione storica della chiesa con il potere temporale, e il suo antispiritualismo dal culto del filosofo per l’individualità. Assolutismo e determinismo, nella sua concezione, si presentano come due facce della stessa medaglia, perché la cultura che nega la libertà e la responsabilità degli individui è uno strumento, probabilmente il principale, per assoggettare la società. Da questo punto di vista, Uchronie è un complemento ideale a La philosophie analitique de l’histoire, dove l’autore distingue tra leggi empiriche e leggi a priori della causalità, affermando: «Les lois empiriques supposent le libre arbitre humain et non la prédétermination des grands événements, au moins du point de vue de notre ignorance, même quand ils ont été conçus et concaténées de manière qui nous est inconnue. Les lois a priori au lieu impliquent le déterminisme absolu de l'esprit humain et le pouvoir de définir et d'embrasser l'ensemble du développement». Concedendo che gli avvenimenti potrebbero essere «concatenati in modo a noi sconosciuto», Renouvier non nega alla radice l’esistenza di leggi fisiche o metafisiche che determinano la storia umana, ma afferma che non avendo l’uomo la possibilità di conoscerle interamente, tutte le spiegazioni deterministiche – dalla teologia cristiana al materialismo storico – vanno respinte perché negano a priori la libertà degli individui. Storia e morale, nella visione di Renouvier, sono determinate una in funzione dell’altra.