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Gli spazi didattici del gioco 32

Nel documento QUANDO IL GIOCO DIVENTA APPRENDIMENTO (pagine 151-156)

L’ APPROCCIO P EDAGOGICO

5. Gli spazi didattici del gioco 32

Il rapporto fra uomo e ambiente s’arricchisce di momenti formativi, ma anche di elementi ludici. Un’attenzione particolare si pone nei confronti dello spazio abitato, sia nel rapporto interno-esterno sia nella dicotomia privato-pubblico. La possibilità di vivere la propria giocosità nell’abitazione, così come a scuola o sul territorio, definisce i diversi ambienti in termini formativi. Questi, infatti, riconoscono i momenti ludici quali dimensioni esistenziali di crescita individuale e collettiva.

Si avverte l’esigenza di introdurre nella scuola varie attività atte a soddisfare le esigenze cognitive ed espressive del bambino.

L’installazione dei laboratori, veri e propri ambiti di “ricerca”, rappresentano una soluzione ottimale che va a toccare il delicato problema di organizzazione degli spazi e della didattica della scuola.

In realtà non si dovrebbe guardare all’attività ludica solo come momento laboratoriale, ma come metodo d’insegnamento vero e proprio.

Per iniziare a sensibilizzare i docenti all’uso dei giochi per insegnare, si potrebbe cominciare con l’allestimento in aula di alcuni angoli o

“centri di interesse” che richiamino l’attività ludica.

Quelli che verranno presentati in seguito sono stati pensati essenzialmente per la scuola dell’infanzia, ma con le opportune modifiche possono essere ripresi e proposti anche in quella primaria.

32 Cfr. R. Zonta, Psicologia e scuola dell’infanzia, op. cit. Cap. XIX

Centro di linguaggio Per portare il bambino a riappropriarsi di un certo modo di esprimersi e di mettersi in rapporto di conoscenza con le cose e gli altri. Occorre fornirgli uno spazio con materiali appropriati in modo tale da essere invitato ad utilizzare, oltre al linguaggio verbale, anche quello non verbale stimolato dagli oggetti circostanti. I bisogni dominanti sono rappresentati da comunicazione, socializzazione, fantasia, imitazione.

Struttura:

o Zona del materiale strutturato (schede per costruzione di storie, giochi di memoria, materiale di verbalizzazioni…) o Zona della raccolta dei testi liberi (cesto delle parole,

sillabe, composizione e ricomposizione delle frasi, tipografia…)

o Zona delle fiabe e dei racconti (biblioteca di classe, fiabe filastrocche…)

Possibili attività:

o Gioco della lettura di immagini e primo approccio alla parola scritta

o Gioco della conversazione collettiva e costruzione dei testi liberi

o Giochi collettivi di lettura e invenzione delle fiabe o Giochi con la tipografia

Centro logico-matematico Legato al precedente. Aiuta a rendere il pensiero sempre più formale. Bisogni dominanti: costruzione, fare da sé, movimento.

Struttura:

o Materiale strutturato per esercizi di percezione e avviamento al pensiero logico (es. materiale montessoriano, per classificazioni seriazioni…)

o Materiale occasionale, non strutturato per avviare sempre alla percezione al pensiero logico in modo

spontaneo (cannucce per bolle di sapone, girandole, conchiglie, spugne….)

o Zona delle scienze e delle misurazioni (bilance, bottiglie, misurini, microscopio, calamite, orologi, caledoiscopi…) Possibili attività:

o Giochi a base senso-percettiva; di orientamento spazio temporale; di classificazione; di costruzione…

o Giochi di analisi dei sensi fisici della realtà, scoperta dei rapporti di causa-effetto

Centro del ludico puro Si concentra sulla dimensione esplorativa e catartica. Nel momento dell’esplorazione il bambino manifesta la voglia di manipolare, capire, scoprire, il tutto per aumentare il proprio patrimonio di conoscenza. Si valorizza la creatività, il movimento, l’autonomia, le relazioni. Bisogni dominanti: aggressività, avventura ed esplorazione.

Struttura:

o Zona dei macrogiocattoli (costruzioni, pupazzi, altalene o scivoli, cuscini…)

o Zona nascosta (microgiocattoli in una zona nascosta alla vista dell’adulto)

o Zona dei giochi di intelligenza e di azzardo (domino, tombole, il gioco dell’Oca…)

Possibili attività:

o Giochi di scarico dell’aggressività e socializzanti o Giochi singoli o di coppia con giocattoli usuali o Giochi di tranquillità, di intelligenza o azzardo.

Centro grafico pittorico e plastico manipolativo Gli spazi e gli strumenti espressivi, che questi due angoli offrono, favoriscono nel bambino l’instaurarsi di un rapporto fisico/psichico con la realtà, lo aiutano a sviluppare il rapporto tra processi percettivi e rappresentativi e a

liberare energie creative ed affettive. Bisogni dominanti: fantasia, imitazione, sessualità.

Struttura:

o Attrezzatura mobile e spostabile anche all’aperto o Zona della pittura di gruppo, individuale, a coppie.

Possibili attività:

o Disegno e pittura puramente fantastici immaginativi, proiezione dei propri affetti e conflitti.

o Disegni in funzione di attività teatrali (scenografie, fondali), musicali (da stimoli musicali)

o Copie dal vero dentro e fuori la scuola

Centro teatrale e musicale (il gioco teatrale necessiterebbe di un capitolo a sé, data la forte valenza educativa, ma esula da questo lavoro, per cui ne verranno accennati solo alcuni tratti). Il gioco drammatico è azione scenica e attraverso di esso l’immaginazione del bambino si manifesta con la gestualità, l’uso del corpo e della voce, in un rapporto dinamico con gli altri. I bisogni dominanti sono dati da:

comunicazione, aggressività, fantasia, imitazione, sessualità.

Struttura:

o zona trucco, guardaroba e travestimenti o Teatro dei burattini

o Zona musicale (audizione e produzione) Possibili attività:

o Gioco-dramma: libera invenzione scenica di esperienze vissute dai bambini (con o senza burattini)

o Teatro su produzione del bimbo, con storie da lui inventate o da un racconto. Questo gioco propone un considerevole ventaglio di soluzioni (storie che seguono un canovaccio ideato dai bambini o utilizzo di varie tecniche musicali, il mimo, la rappresentazione

unicamente musicale o associata a suoni, rivisitazioni di fiabe riproposte dai bambini o con finale aperto…).

Questi centri, pensati esclusivamente per la scuola dell’infanzia, possono essere benissimo inseriti anche nell’ambito della scuola primaria. Il gioco non è a carattere esclusivo dei bambini al di sotto dei 6 anni, ma deve rientrare a far parte del contesto di vita anche degli allievi degli ordini superiori.

A seguito di queste considerazioni possiamo ritenere il gioco come un fenomeno fondamentale che consente l’evoluzione psicologica del soggetto, ne promuove la socialità e il soddisfacimento dei bisogni affettivi ed intellettuali. Esso rappresenta una vera e propria esperienza, è conseguentemente fonte e strumento di apprendimento.

In quanto rappresenta l’attività fondamentale dei bambini, pare anche la modalità più adeguata perché vengano trasmessi contenuti di insegnamento.

Eppure il binomio gioco e scuola è ancora incerto, il gioco è apprendimento, ma come si configura all’interno della Scuola?

Nel documento QUANDO IL GIOCO DIVENTA APPRENDIMENTO (pagine 151-156)