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Lo sviluppo sostenibile come

Capitolo 1 Profili generali di diritto ed

3. La riduzione del rischio

3.2. Le misure strutturali per la riduzione

3.2.3. Lo sviluppo sostenibile come

Per quanto riguarda la prevenzione latu sensu dei rischi naturali ed in special modo di quelli legati agli eventi atmosferici un interesse prioritario assume l'analisi di quanto emerso in prospettiva di sviluppo sostenibile anche alla luce delle iniziative intraprese sia a livello internazionale, dai lavori dell'International Panel on Climate Change (I.P.C.C.), alla Conference of Partners di Parigi del dicembre 2015 o della United Nations International Strategy for Disasters

Reduction(U.N.I.S.D.R.), sia a livello comunitario, specialmente in relazione alla strategia "Europe 2020". In queste occasioni si è discusso di numerose questioni dalla difesa della biodiversità alla sicurezza alimentare, dalla demografia ai cambiamenti climatici i quali sono sempre più percepiti come la minaccia principale all'attuale stile di vita. Sebbene non esista ancora unitarietà di vedute sia nel mondo scientifico che in quello politico riguardo non solo al ruolo che le attività antropiche potrebbero o meno avere nel determinare o accelerare il "Global Warming" ma anche

sull'evoluzione che si potrebbe verificare nei decenni a venire. Ad esempio, nella sola regione Toscana si registra un decremento medio delle precipitazioni piovose del 12 per cento nel periodo 1991-2008 rispetto al precedente periodo dal 1961-1990 con picchi stagionali anche maggiori e pari al 16,8 per cento per la primavera, al 20,5 in estate e, addirittura, 25,5 in inverno. Il modesto

incremento registrato per l'autunno, pari al 7 per cento, non risulta, dunque, sufficiente a garantire un recupero del deficit accumulato nel resto dell'anno635 causando così diffuse situazioni di siccità dalle quali si generano a cascata problematiche per l'introduzione del cuneo salino, per l'irrigazione delle produzioni agricole, floriculturali, arboree, ecc..., per l'idratazione del bestiame, per l'accesso all'acqua potabile per le comunità locali e, infine, relative alla diffusa presenza di condizioni

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L'art. 3, 2° comma, del decreto ministeriale precisa che: " 2.Il piano territoriale di coordinamento, ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, nell'ambito della determinazione degli assetti generali del territorio disciplina, tra l'altro, la relazione degli stabilimenti con gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili come definiti nell'allegato al presente decreto, con le reti e i nodi infrastrutturali, di trasporto, tecnologici ed

energetici, esistenti e previsti, tenendo conto delle aree di criticità relativamente alle diverse ipotesi di rischio naturale individuate nel piano di protezione civile".

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Si vedano l'art. 4 e il punto 3.1. del decreto ministeriale.

634 L'art. 4, 5° comma, prevede: "5. Nei casi previsti dal presente decreto, gli enti territoriali competenti possono

promuovere, anche su richiesta del gestore, un programma integrato di intervento, o altro strumento equivalente, per definire un insieme coordinato di interventi concordati tra il gestore ed i soggetti pubblici e privati coinvolti, finalizzato al conseguimento di migliori livelli di sicurezza".

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favorevoli all'innesco e propagazione colposa e dolosa di incendi636 che al permanere di valori fuori norma delle concentrazioni di polveri sottili ed altri inquinanti nelle zone metropolitane637.

Nonostante la suddetta incertezza rispetto a quanto accade, alle sue cause o al suo perdurare, le autorità pubbliche si trovano costrette comunque a compiere delle decisioni e nell'attuale contesto si è riconosciuto, nelle sedi suddette e non solo, un quadro in cui si ritiene probabile che sia in atto un cambiamento climatico provocato dall'inquinamento almeno quale concausa. Da ciò discende l'interpretazione dello sviluppo sostenibile quale complesso sui generis di misure di riduzione del rischio le quali possono al loro interno essere distinte a seconda che mirino a ridurre la pericolosità, e allora si parlerà di "contrasto" dei cambiamenti climatici, o a diminuire l'esposizione e la

vulnerabilità, ricorrendo quindi alla nozione di "adattamento" ai cambiamenti climatici638. In altre termini, con la prima tipologia di azioni si tenta di incidere sulle cause stesse del fenomeno, per quanto non del tutto note, ricorrendo anche all'approccio precauzionale mentre con quelle della seconda si cerca di contenere entro limiti accettabili gli effetti degli eventi estremi manifestatisi seguendo, invece, quello preventivo. Esempi in tal senso si riscontrano ormai diffusamente nella legislazione nazionale e regionale come dimostrano la legge n. 221 del 2015639 recante

"Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali", la legge regionale toscana n. 65 del 2014640 sul governo del territorio o la Strategia energetica nazionale641 , il programma regionale di sviluppo toscano642 e moltissimi altri documenti di pianificazione e programmazione. Più precisamente, nel perseguire l'obiettivo di una netta riduzione delle emissioni di gas clima alteranti e in special modo di anidride carbonica fissato dalla strategia europea 2020 al 20%, si procede percorrendo molteplici vie di cui le principali sono l'incremento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, l'efficienza energetica e l'implementazione di politiche di mobilità sostenibile. I primi due obiettivi sono strettamente connessi e a tal proposito le principali misure a favore di soggetti privati sono da ricondurre ai bonus e alle agevolazioni fiscali643 volte a rendere meno gravosa l'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, di infissi e di coperture edilizie in grado di migliorare l'isolamento termico degli edifici e, conseguentemente, comportare un minor utilizzo di elettricità o

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. Ad esempio nel corso del 2003, anno record per condizioni climatiche, caratterizzate da elevate temperature e scarse precipitazioni specie nel periodo estivo, ha visto il verificarsi di oltre 1000 incendi nel territorio toscano

registrando anche il record di superfice boscata andata in fumo con una media per evento pari a 3,99 ettarri. Si veda il "Piano operativo AIB (2014-2016) redatto dalla Regione Toscana.

637 Si veda in particolare il caso di Torino dove nel corso del 2017 ci sono stati circa 120 giorni di sforamenti dei limiti

per le concentrazioni di Pm10 contro un limite fissato a soli 35 giorni l’anno.

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Il "Disciplinare di piano" del "Piano ambientale ed energetico regionale" della Toscana riassume i tratti essenziali delle due nozioni nel modo seguente: "Per quanto le schematizzazioni risultino sempre fragili, è quindi opportuno distinguere il contrasto ai cambiamenti climatici, e cioè il tentativo di impedire che la temperatura aumenti

ulteriormente, dall'adattamento ai cambiamenti climatici. Per adattamento si intende l'insieme di azioni per far fronte agli effetti che i mutamenti del clima hanno già prodotto. L'adattamento punta a ridurre il rischio e i danni derivanti dagli impatti negativi (presenti e futuri) del fenomeno in maniera efficace dal punto di vista economico oppure a sfruttare i potenziali benefici della situazione".

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Legge n. 221 del 28 dicembre 2015 recante "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali".

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Legge regionale della Toscana n. 65 del 10 novembre 2014 recante "Norme sul governo del territorio"

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Si veda la pagina web dedicata sul sito del Ministero dello sviluppo economico all’indirizzo: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/energia/strategia-energetica-nazionale.

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Il "Programma Regionale di sviluppo 2016-2020" è stato approvato con la risoluzione n. 47 del Consiglio regionale del 15 marzo 2017.

643 Per il 2018 sono previste detrazioni IRPEF del 50%per infissi, finestre e pannelli fotovoltaici mentre del 65% per

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combustibile per il riscaldamento/raffreddamento dei locali o a favorire tutte quelle pratiche edilizie che "minimizzano i consumi dell’energia e delle risorse ambientali e limitano gli impatti

complessivi sull’ambiente e sul territorio"644 come, tra l'altro, previsto anche dal Progetto

"Rigenerazione e riqualificazione urbana" del P.R.S. toscano. In relazione a ciò occorre, tuttavia, precisare quanto nel contesto di diffusa infedeltà fiscale esistente in Italia il meccanismo di detrazione sull'ammontare dell'IRPEF, pur mostrando un certo successo, potrebbe essere stato frenato dall'incremento del valore catastale dell'immobile oggetto delle migliorie incentivate. Ad ogni modo, l'intervento pubblico si esplica anche in iniziative di più ampio respiro sia dal punto di vista territoriale che temporale come dimostrano la previsione delle "oil free zone"645 o delle "green community"646 contenute nella legge n. 221 del 2015 o dell'"eco quartiere"647 quale individuato dal Capo III del Titolo V della legge toscana sul governo del territorio. Tali soluzioni, che si pongono in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni del 20% entro il la fine del decennio, del 40% entro il 2030 e, infine, della decarbonizzazione al 2050, si caratterizzano per l'integrazione tra ricerca, produzione locale di energia mediante fonti rinnovabili, gestione delle matrici ambientali anche a fini produttivi ma nel rispetto della biodiversità e dei ritmi naturali, turismo e mobilità sostenibili anche attraverso la densificazione delle aree urbane e la rigenerazione delle medesime al fine di evitare nuovo consumo i suolo. Tali interventi, che vedono un ruolo di primo piano affidato a Regioni ed enti locali, sono particolarmente indicati per le zone montane e quindi potrebbero costituire prospettive interessanti per il territorio toscano il quale risulta in netta prevalenza

collinare (67%) e montuoso (25%) nonché con una superficie forestale di 1.156.682 ettari (51%)648. Le novità non mancano neppure in materia di mobilità come dimostrano il Programma

sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro previsto dall'art. 5 della legge sulla "green economy" il quale prevede uno stanziamento di 35 milioni di euro per il

644 L'art. 218, 1° comma lett. b), afferma che: "1. Ai fini del presente capo sono interventi di edilizia sostenibile gli

interventi di edilizia pubblica o privata che hanno i seguenti requisiti: [...] b) minimizzano i consumi dell’energia e delle risorse ambientali e limitano gli impatti complessivi sul- l’ambiente e sul territorio".

645 L'art. 71. 1° e 2° comma, prevede che: ". Al fine di promuovere su base sperimentale e sussidiaria la progressiva

fuoriuscita dall'economia basata sul ciclo del carbonio e di raggiungere gli standard europei in materia di sostenibilità ambientale, sono istituite e promosse le «Oil free zone». 2. Si intende per «Oil free zone» un'area territoriale nella quale, entro un determinato arco temporale e sulla base di specifico atto di indirizzo adottato dai comuni del territorio di riferimento, si prevede la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie prodotte da fonti rinnovabili".

646 L'art. 72, 1° e 2° comma, dispone che: "1. La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per gli affari

regionali, le autonomie e lo sport, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e sentiti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonche' la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, promuove la predisposizione della strategia nazionale delle Green community. 2. La strategia nazionale di cui al comma 1 individua il valore dei territori rurali e di montagna che intendono sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, tra cui in primo luogo acqua, boschi e paesaggio, e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane, in modo da poter impostare, nella fase della green economy, un piano di sviluppo sostenibile non solo dal punto di vista energetico, ambientale ed economico".

647 L'art. 217 della legge regionale toscana n. 65 del 2014 stabilisce che: "1. La Regione promuove e incentiva la

sostenibilità ambientale, il risparmio e la produzione energetica nella realizzazione delle opere edilizie, pubbliche e private, nonché gli interventi di rigenerazione urbana, di cui al titolo V, capo III, ispirati ai principi dell’ecoquartiere volti a perseguire la autosostenibilità energetica mediante l’uso integrato di fonti rinnovabili, la resilienza ai cambiamenti climatici, la gestione razionale delle risorse, l’impiego di tecnologie a bassa emissione di carbonio, sistemi di mobilità multimodale sostenibili".

648 I dati sono estratti dal "Disciplinare di piano" del "Piano ambientale ed energetico regionale" rispettivamente alla

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finanziamento di progetti riferiti ad un ambito territoriale con almeno 100 mila abitanti e riguardanti "iniziative di piedibus, di car-pooling, di car-sharing, di bike-pooling e di bike-sharing, la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta, [ecc...]"649. Diversi sono anche gli interventi infrastrutturali quali il trasferimento su rotaia del traffico prima su gomma compreso, come dimostra il caso della tramvia della piana fiorentina, quello passeggeri, l'implementazione di connessioni intermodali sul modello del "people mover" che collega l'aeroporto pisano alla rete ferroviaria o l'installazione di stazioni per la ricarica di veicoli elettrici per la quale l'E.N.E.L. ha presentato un proprio piano, che

coinvolgerà fin da principio la città di Lucca, secondo il quale dalle attuali 900 si giungerà a 7 mila nel 2020 e a 14 mila nel 2022650.Accanto alle misure di contrasto trovano uno spazio crescente anche quelle di adattamento ai cambiamenti climatici i quali si manifestano da un lato con

l'innalzamento delle temperature medie e dall'altro dall'incremento nella frequenza di verificazione di fenomeni estremi specialmente in relazione alle precipitazioni sia per quanto riguarda la loro intensità, ossia si registrano accumuli di centinaia di millimetri in poche ore invece che in settimane o mesi, oppure, come già visto, alla loro assenza, con veri e propri periodi siccitosi come accaduto per l'anno 2017. Oltre che pericolosi di per sé, tali eventi incrementano il rischio idrogeologico in quanto le "condizioni meteorologiche, in particolare i lunghi periodi siccitosi e caldi alternati a periodi di intensa piovosità"651 favoriscono l'erosione specie in presenza di rocce argillose causando alternativamente rapidi deflussi verso valle agevolati dalla loro scarsissima permeabilità o colate di ampie porzioni di territorio. In altri termini, le conseguenze principali e immediate dei cambiamenti climatici si abbattono essenzialmente sull'elemento acqua intesa quale risorsa e quale minaccia e non è, dunque, un caso che nel vigente P.R.S. toscano trova spazio il progetto regionale 8 "Assetto idrogeologico e adattamento ai cambiamenti climatici" nel quale rientrano misure di efficienza idrica, di sistemazione del reticolo idraulico nonché di riduzione del consumo di suolo e della sua impermeabilizzazione. Proprio riguardo quest’ ultima, il Piano Strutturale del Comune di Massa, precisamente all'art. 58652 del Quadro Progettuale, prescrive che i progetti di realizzazione di nuovi

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L'art. 5, 1° comma, della legge n. 221 del 2015 recita: "1. Nell'ambito dei progetti finanziati ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, la quota di risorse di competenza del Ministero

dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e' destinata prioritariamente, nel limite di 35 milioni di euro, al programma sperimentale nazionale di mobilita' sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, di cui al comma 2 del presente articolo, per il finanziamento di progetti, predisposti da uno o piu' enti locali e riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore a 100.000 abitanti, diretti a incentivare iniziative di mobilita' sostenibile, incluse iniziative di piedibus, di car-pooling, di car-sharing, di bike-pooling e di bike-sharing, la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta, di laboratori e uscite didattiche con mezzi sostenibili, di programmi di educazione e sicurezza stradale, di riduzione del traffico, dell'inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro, anche al fine di contrastare problemi derivanti dalla vita sedentaria. [...]".

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I dati sono tratti dal documento redatto dal settore relazioni con i media dell'E.N.E.L, dal titolo "E-mobility revolution: enel presenta il piano di infrastrutture di ricarica in tutta italia" reperibile all'indirizzo:

https://corporate.enel.it/it/media/press/d/2017/11/e-mobility-revolution-enel-presenta-il-piano-di-infrastrutture-di- ricarica-in-tutta-italia

651 Gisotti G., "Il dissesto idrogeologico. Previsione, prevenzione e mitigazione del rischio", op. cit., p. 51. 652

L'art. 58, rubricato "Misure per il contenimento dell'impermeabilizzazione del territorio", chiarisce che: "art. 58. Misure per il contenimento dell'impermeabilizzazione del territorio. I progetti relativi alla realizzazione delle sistemazioni esterne, dei parcheggi, della viabilità, dei rilevati devono evitare l'ulteriore impermeabilizzazione del suolo. In particolare devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: -nella realizzazione di nuovi edifici e negli ampliamenti di edifici esistenti comportanti incremento della superficie coperta deve essere garantito il mantenimento di una superficie permeabile pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria di pertinenza. Per superficie permeabile di pertinenza di un edificio s'intende la superficie non impegnata da costruzioni fuori terra o

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edifici o di ampiamento dei pre-esistenti o inerenti spazi pubblici e privati destinati alla viabilità pedonale o meccanizzata, a piazzali o parcheggi debbano essere caratterizzati da soluzioni tecniche in grado di consentire l'infiltrazione o la ritenzione delle acque meteoriche al fine di evitare lo scarico diretto nei sistemi fognari o nei corsi d'acqua così da ridurre l'impatto dei fenomeni più violenti. In questo modo l'amministrazione intende intervenire a monte del problema attraverso una diminuzione del coefficiente di deflusso incidendo sulla componente di esso attribuita alle opere umane. Si tratta di interventi di minore portata sia ingegneristica che finanziaria, anche perché imposti ai privati, rispetto ad opere complesse quali canali scolmatori, vasche di laminazione, sbarramenti, ecc., le quali necessitano di tempistiche maggiori anche per ottemperare alle procedure amministrative relative ad eventuali espropriazioni, programmazioni economiche, permessi edilizi e autorizzazioni ambientali e paesaggistiche.