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The Usual Suspects

Nel documento Il narratore inattendibile: casi esemplari (pagine 142-151)

NARRAZIONE INATTENDIBILE

I GRANDI CLASSIC

4.2 The Usual Suspects

The Usual Suspects è un film del 1995 diretto da Bryan Singer. La storia viene narrata in prima persona da Roger “Verbal” Kint (Kevin Spacey), tramite un lungo flasback, a cui si alternano momenti del presente.

4.2.1 Sinossi

Il film inizia su un molo, con l'omicidio di un uomo: si vede chi è l'uomo ma non chi gli spara; l'assassino, poi, dà fuoco a tutto e va via. La scena successiva mostra Roger Kint che, interrogato dalla polizia, parla di

fatti avvenuti sei settimane prima. A questo punto ha inizio il flashback: la polizia arresta cinque uomini con l'accusa di aver rubato un camion pieno di fucili. I cinque vengono prima interrogati e poi rinchiusi nella stessa cella; sono tutti dei criminali che si conoscono tra loro solo superficialmente. Si tratta di Dean Keaton (Gabriel Byrne), un ex poliziotto corrotto, Roger “Verbal” Kint, un truffatore invalido, Todd Hockney (Kevin Pollak), uno scassinatore, e due ricettatori, Ray McManus (Stephen Baldwin) e Fred Fenster (Benicio Del Toro). Dopo essere stati rilasciati per insufficienza di prove, decidono di eseguire un colpo tutti insieme, con lo scopo di mettere nei guai il dipartimento di polizia di New York e quindi vendicarsi per il trattamento ricevuto, dato che erano stati accusati di un furto mai commesso.

Nelle scene ambientate nel presente si vede la polizia al molo in cui è avvenuta l'esplosione: vi sono quindici vittime e due superstiti, tra cui Kint. Nonostante questi abbia già lasciato la propria dichiarazione sui fatti e sia stato prosciolto dal procuratore, un agente della polizia doganale, David Kujan, lo costringe a subire un ulteriore interrogatorio. Nel frattempo, l'agente dell'FBI Jack Baer si reca in ospedale per parlare con l'altro superstite, un uomo che parla ungherese, rimasto completamente ustionato a causa dell'esplosione; questi sostiene che dietro quel colpo vi sia un certo Keyser Söze, misterioso boss criminale che nessuno ha mai visto o conosciuto, e sul quale aleggiano numerose leggende. L'uomo ha però visto

in faccia Söze e così gli viene chiesto di fornirne un identikit. Kujan, invece, è convinto che dietro gli omicidi vi sia Keaton e che Kint lo stia coprendo, inventandone persino la morte; Verbal, però, sostiene che l'ex poliziotto sia davvero morto e che il colpo al molo sia stato loro ordinato da un certo Kobayashi, un avvocato che lavora per Söze. A questo punto ha inizio un altro flashback.

Dopo vari colpi ai danni del dipartimento di polizia di New York, i cinque si recano a Los Angeles per incontrare Redfoot, ricettatore di McManus, che gli propone un nuovo incarico: devono derubare un gioielliere del Texas. Dopo qualche titubanza, tutti accettano il lavoro, ma le cose non vanno come previsto e finiscono per ammazzare il gioielliere, senza tra l'altro trovare né soldi né gioielli, ma cocaina. Dopo il colpo, ricevono la visita dell'avvocato Kobayashi; questi sostiene appunto di lavorare per Söze e dice di essere stato mandato per fargli eseguire un lavoro. Rivela che è stato proprio il suo capo ad organizzare il loro incontro in carcere e che il piano prevedeva che venissero prelevati da Söze, ma l'avvocato di Keaton, Edie Finneran, era stata più veloce. Keyser li ritiene tutti debitori nei suoi confronti, perché ognuno di loro cinque gli ha rubato dei soldi nonostante non sapesse a chi li stesse rubando; adesso devono dunque pagare il loro debito. Söze è interessato soprattutto ai narcotici ed è in competizione da diversi anni con una banda di argentini, i quali stanno trattando la vendita di 91 milioni di dollari di cocaina; i cinque dovranno

impedire l'affare, salire sulla nave e distruggere la cocaina, solo allora potranno considerarsi liberi da ogni obbligo nei confronti di Söze. Prima di andare via, Kobayashi lascia una valigetta con delle buste nominative, in cui ci sono tutti i crimini commessi dai cinque uomini e tutti i nomi di quelli con cui hanno lavorato o che hanno conosciuto in galera. Keaton pensa, però, che Söze sia solo un'invenzione e, sul momento, rifiuta di accettare l'incarico.

Il flashback si interrompe e Kint dice a Kujan che nessuno crede che Söze esista davvero, nessuno l'ha mai conosciuto o ha visto qualcuno che abbia lavorato per lui, ma in fin dei conti tutti lo temono. Poi Kint racconta una faccenda avvenuta qualche anno prima. Un giorno, una banda di ungheresi si era recata a casa di Söze con lo scopo di rubargli della droga. Gli uomini avevano trovato la moglie e i figli e avevano deciso di aspettare il suo ritorno; una volta a casa, Söze si era rifiutato di cedere alle minacce degli ungheresi e aveva iniziato ad ucciderli, risparmiandone solo uno, e ammazzando anche la propria famiglia. Poi era andato a cercare il resto della banda, uccidendo le loro famiglie e bruciando le loro case e i negozi in cui lavoravano; da quel momento era sparito e nessuno lo aveva più visto. Kint dice che l'unica cosa di cui lui ha veramente paura è proprio Söze. L'agente è convinto di poterlo prendere, ma Verbal gli dice che è impossibile e riprende il suo racconto da dopo l'incontro con Kobayashi.

Fenster aveva deciso di andare via perché non sopportava l'idea di lavorare per Söze, ma viene trovato morto dagli altri quattro in seguito ad una telefonata dell'avvocato. A quel punto Keaton, Kint, McManus e Hockney decidono di uccidere Kobayashi e si recano nel suo ufficio, minacciandolo; prima che McManus gli spari, l'avvocato rivela che al piano superiore c'è Edie Finneran, la quale verrà uccisa, insieme ad alcuni familiari degli altri membri del gruppo, se non porteranno a termine il compito datogli. A questo punto gli uomini sono costretti ad accettare. Arrivati al porto, Keaton ordina a Kint di rimanere nascosto e gli chiede, nell'eventualità in cui lui dovesse morire, di prendere i soldi e di andare da Edie a raccontarle tutto, così che la donna possa punire Kobayashi. Uccisi alcuni argentini, Hockney riesce ad arrivare al camion con i soldi, ma viene ucciso da qualcuno; gli altri, intanto, stanno cercando il resto della banda e la droga. Viene poi mostrato un uomo chiuso in una cabina della nave, terrorizzato, perché è convinto che lì ci sia anche Keyser Söze. Nel frattempo Keaton si è accorto che sulla nave non c'è cocaina e quando lo dice a McManus, questi decide di andare via. L'uomo della cabina viene raggiunto da qualcuno che lo uccide; Kint, invece, rimane nascosto finché Keaton non gli dà il via libera. McManus viene ucciso e quindi gli unici due rimasti in vita sono Kint e Keaton; quest'ultimo, però, viene ucciso da due colpi di pistola da un uomo vestito di nero, sotto gli occhi di Kint.

Finito il racconto, Kujan chiede a Verbal perché non abbia difeso Keaton e lui dice che non l'ha fatto perché era convinto che quell'uomo in nero fosse Söze in persona, quindi ne aveva timore. L'agente è convinto che sulla nave non ci fosse droga perché tutta l'operazione era stata messa in piedi con il solo scopo di uccidere Arturo Marquez, l'uomo chiuso in cabina, poiché era l'unico in grado di identificare Söze. Kujan è inoltre convinto che Keyser Söze sia in realtà Dean Keaton, il quale aveva messo insieme la banda per farsi aiutare nei suoi affari; dice poi, a sostegno della sua teoria, che Edie Finneran è stata trovata morta il giorno prima in un hotel in Pennsylvania. Secondo Kujan, Keaton ha usato tutti per poter salire sulla nave ed uccidere Marquez; ha lasciato in vita Kint soltanto per fargli testimoniare di averlo visto morire, scagionandolo. Verbal, però, non crede alla storia dell'agente e continua a sostenere di aver visto Keaton morire. L'agente tenta di trattenere Kint, con la scusa di tenerlo al sicuro da Söze, ma lui si rifiuta e va via dalla centrale.

Intanto, in ospedale, l'uomo ungherese ha finito l'identikit di Söze e un agente lo manda via fax in centrale. Kujan rimane nell'ufficio in cui ha interrogato Kint e, guardando la bacheca dietro la scrivania, ritrova i nomi e i luoghi della deposizione appena ascoltata: si accorge così di essere stato manipolato da Verbal ed esce fuori dalla centrale per cercarlo. Kint, però, è già lontano e non sta più zoppicando, in quanto il suo handicap faceva solo parte della messa in scena. Nel frattempo in centrale arriva l'identikit che

svela proprio il volto di Roger Kint. L'uomo sale su una macchina, guidata da Kobayashi; Kujan arriva troppo tardi e non riesce più a catturare Kint.

4.2.2 Commento

The Usual Suspects non è altro che una truffa, un inganno. La storia viene presentata come la ricostruzione della deposizione di Roger “Verbal” Kint, narratore autodiegetico che si rivela inattendibile; tutto ciò che ha raccontato è falso, il suo stesso atteggiamento è una montatura, in quanto si è finto zoppo, ed è anche riuscito a fare in modo che Kujan si convincesse che il vero criminale fosse Keaton e che questi si fosse approfittato di lui e della sua presunta stupidità e ingenuità. Lo spettatore viene preso in giro, gli viene fatto credere di poter arrivare ad una conclusione, ad una ricostruzione esatta dei fatti, ma in realtà egli viene ingannato per tutto il tempo; quasi tutto il film, infatti, è occupato da un flashback pieno di menzogne, che si miscela perfettamente a fatti del presente, rendendo la narrazione scorrevole. L'unica volta in cui lo spettatore sente e vede la ricostruzione di quanto accaduto in quei sei mesi, è durante l'interrogatorio di Kujan a Kint, quindi non si può far altro che credere alle parole dell'uomo: non vi sono altri termini di confronto, lo spettatore non può sapere nient'altro se non quello che Verbal sta raccontando e anche se dovesse dubitare di lui, non avrebbe modo di sostituire nulla a quella menzogna. Kint è il narratore e Kujan il destinatario, nonché equivalente dello spettatore, vittima dello stesso inganno. Mentre in altre pellicole viste

in precedenza, come ad esempio Stage Fright di Hitchcock, il destinatario del racconto veniva messo nelle condizioni di poter scoprire l'inganno e quindi risolvere l'enigma, qui viene imbrogliato fino all'ultimo e scopre che tutte le sue deduzioni sono errate quando è ormai troppo tardi, proprio come lo stesso Kujan che ormai non può più catturare Söze.

Se Kint avesse mentito soltanto a parole probabilmente non sarebbe stato considerato altrettanto attendibile, ma lo spettatore non può (o non vuole) pensare che le immagini che accompagnano il racconto siano fasulle: ecco che si lascia ingannare, facendo il gioco di Kint/Söze. D'altronde Kint viene aiutato, nel suo gioco, dal film stesso, dato che tutto il suo racconto fasullo è accompagnato da immagini altrettanto fasulle, che però danno credibilità alla storia. Chi produce quelle immagini? Non è né l'immaginazione di Kint, né quella di Kujan: esse sono prodotte dal film, pertanto lo spettatore è portato a credere che corrispondano alla verità. Vengono mostrati anche avvenimenti a cui Verbal, di fatto, non avrebbe potuto assistere e anche questo contribuisce a dare credibilità al tutto; un esempio può essere dato dal dialogo tra McManus e Keaton dentro la nave (minuto 1:23:20), quando quest'ultimo si accorge che non c'è droga: Kint era nascosto, fuori dall'imbarcazione, non avrebbe potuto assistere a quella discussione, quindi essa viene mostrata da qualcun altro, esterno alla diegesi, che è considerato attendibile. Come già detto in precedenza, lo spettatore conferisce alle immagini uno statuto oggettivo e questo film ne è

un perfetto esempio: le parole di Kint sono accompagnate dalle immagini, in una situazione in cui il personaggio e il film stesso si prendono gioco di chi sta guardando. Si può notare un'analogia con il romanzo di Agatha Christie L'assassinio di Roger Ackroyd118: entrambi i protagonisti raccontano la storia in prima persona, mentono al lettore (o spettatore) e, alla fine, si rivelano entrambi colpevoli degli omicidi di cui stanno raccontando. Inoltre, in tutti e due i casi il lettore (o spettatore) non viene messo nelle condizioni di scoprire l'inganno prima della sua rivelazione; come si è detto, l'assassino del romanzo viene scoperto e si suicida, mentre nel film Kint/Söze resta impunito.

Singer vuole celebrare l'illusione cinematografica, tant'è che la pellicola è piena di momenti metacinematografici; uno fra tutti il racconto nel racconto della storia di Keyser Söze che si vendica per l'uccisione della propria famiglia (minuto 57:39). Solo a posteriori ci si può rendere conto dei vari espedienti utilizzati per rendere il racconto pienamente credibile. The Usual Suspects, in fondo, ha una storia molto semplice: un criminale viene interrogato e inventa una grossa bugia per farla franca. Si è visto, però, come tutto è costruito ad arte per sembrare totalmente un'altra cosa e così l'inganno riesce alla perfezione119.

118 Romanzo già citato nel Capitolo 2.1 di questo lavoro.

119 Per l'analisi della pellicola mi sono in parte servita del contenuto di questo articolo

Nel documento Il narratore inattendibile: casi esemplari (pagine 142-151)