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TOTALE GE)ERALE TESSERATI 3303 4638 5022 4577 4291

Occupazione tv del rugby per emittente 2004/

TOTALE GE)ERALE TESSERATI 3303 4638 5022 4577 4291

Un’analisi evolutiva interessante invece potrebbe essere quella relativa, non alla composi- zione dei tesserati, ma all’andamento del movimento pugilistico italiano nel corso di un ven- tennio:

ANNO 1981 1991 1999 2001 2003 2005

SOCIETA’ SPORTIVE 309 387 427 407 419 463

Tesserati professionisti (agonisti) 269 200 137 130 133 140 Tesserati dilettanti (agonisti) 3034 3465 3594 3227 3483 3618 TOTALE TESSERATI AGONISTI 3303 3665 3691 3357 3616 3758

Tesserati attività giovanile - 973 1008 1002 - - Atleti Fit-boxe(amatoriali) - - 323 218 - -

Tesserati amatori - - - - 675 1262

TOTALE GE)ERALE TESSERATI 3303 4638 5022 4577 4291 5020

Sono da esaminare diverse tendenze.

L’andamento dei tesserati professionisti ha registrato un costante calo che ha causato la per- dita del 50% circa degli atleti, fino al 2001, che passano da 269 a 130.

Successivamente c’è un’inversione di rotta, anche si di minima entità (+10 iscritti) che porta a registrare una maggiore partecipazione al professionismo in Italia.

I dilettanti (agonisti e giovani) al contrario, registrano un incremento progressivo, con una battuta di arresto nel 2001 per gli atleti agonisti.

L’intensità dell’incremento è stata del 18,45% fino al 1999 e a causa della frenata del 2000 e del 2001 il valore complessivo registrato nel ventennio scende al 6,36%. In particolare si passa nel primo decennio dalle 3034 unità alle 3465, registrando un +14,2%. Nel secondo decennio si assiste fino al 1999 ad un aumento dei tesserati che passano dai 3465 del 1991 ai 3594 del 1999 mantenendo un segno positivo nell’andamento dei tesseramenti, anche se di minore intensità( + 3,7%). Negli ultimi due anni dell’intervallo 1981-2001, invece ab-

biamo una diminuzione del movimento dilettantistico che per la prima volta segue la ten- denza registrata dai professionisti e procura una perdita del 10% in soli due anni.

Il calo dei professionisti nella prima decade, dove i 269 atleti si riducono a 200, crea una perdita del 25%; mentre nella seconda il decremento riguarda 70 soggetti che rappresentano il 35% del totale tesserati nel 1991. Al di là dei valori percentuali, molto elevati per il basso numero di tesserati professionisti, si osserva una costante perdita di interesse a entrare a far parte del mondo professionistico, da parte degli atleti dilettanti. Tale linea di tendenza può essere il frutto del difficile rapporto che spesso erano costretti a sopportare i pugili nei con- fronti dei loro procuratori. Un elemento che potrebbe rendere l’idea è che tra procuratori e pugili esiste un rapporto regolato da un contratto di lavoro subordinato in cui il lavoratore è il pugile, mentre il datore è il procuratore. Di conseguenza spesso il fatto di partecipare ad un evento o ad una competizione è frutto più che di una volontà personale degli atleti, dell’accordo concluso tra diversi procuratori motivati da un esigenza lucrativa più che spor- tiva. Ad esempio numerose sono state le polemiche prodotte in occasione dell’incontro che assegnava il titolo mondiale minimosca Wba, andato in fumo perché l’emittente televisiva di riferimento aveva offerto un prezzo troppo basso rispetto a quello chiesto

dall’organizzatore.

Tornando ai numeri della tabella, con uno sguardo più attento si può scoprire che la diminu- zione non ha avuto ad oggetto solo il movimento agonistico, ma anche quello amatoriale. Tranne, infatti, i pugili del settore giovanile che sono rimasti più o meno attestati attorno al migliaio di atleti; anche i tesserati della categoria Fit-boxe hanno subito un calo, del 32% in due anni.

Diretta conseguenza di questo generale andamento al ribasso è stato il calo provocato sul to- tale dei tesseramenti negli ultimi anni. Rispetto al 1981 si registra un valore positivo

(+38%), ma già considerando il 1991 il valore diventa negativo (- 2%). Se poi consideriamo il 1999 in cui il movimento pugilistico italiano contava 5022 tesserati, il valore diventa (– 8,8%).

Negli ultimi due anni il discorso cambia perché si assiste ad una ripresa omogenea in tutti i comparti degli iscritti, che spinge la federazione ad attestarsi nel 2005 sui valori che aveva registrato nel 1999. Se dovessimo pertanto disegnare l’andamento del movimento pugilisti- co italiano dal 1981, al 2005, disegneremo una curva in crescita fino al 1999 dove raggiunge

un picco massimo per poi scendere fino al 2001 e riprendersi nuovamente per attestarsi sui livelli del picco di partenza.

E’ utile esaminare una diversa e ulteriore serie di dati, sempre della stessa natura, che foto- grafando la situazione sportiva italiana del 2003 e del 2005 ci permetteranno di osservare le dimensioni del movimento pugilistico, paragonandolo con le discipline che abbiamo fin qui esaminato, in maniera tale da avere ulteriori elementi per poter collocare la boxe italiano nel contesto dello sport.

Semplicemente esprimeremo il numero delle società e dei tesserati delle quattro discipline analizzate, riferendoci alle analisi effettuate durante i censimenti periodici del CONI.

A))O 2003 FIGC FIR FIS FPI SOCIETA’ 13.746 534 251 419 TESSERATI 1.019.674 41.571 10.046 4.291

A))O 2005 FIGC FIR FIS FPI SOCIETA’ 14.152 628 257 463 TESSERATI 1.050.695 41.934 11.790 5.020

I)CREME)TO PERCE)TUALE 2003/2005 FIGC FIR FIS FPI

SOCIETA’ +2,95% +17,6% +2,39% +10,5% TESSERATI +3% +0,87% +17,36% +16,98%

Da questa rappresentazione grafica è possibile osservare, con un ottica generale, che il mo- vimento pugilistico è stata protagonista di un’importante reazione che ha fatto registrare un’inversione di tendenza a quella che si può, impropriamente, definire recessione, avvenuta dal 1999 al 2003. Nel 2003 il numero di tesserati registrato dalla FPI è ancora più basso di quello che avevamo esaminato in precedenza in data 2001, si passa dai 4577 tesserati totali, ai 4291 del 2003 con un altro segno negativo nell’andamento percentuale (- 6,24%). Due anni dopo, tuttavia, i tesserati tornano a superare le 5000 unità e registrano una sorprendente ripresa (+17%). Purtroppo non disponendo di dati sufficientemente analitici, non è possibile capire quale o quali categorie abbiano beneficiato maggiormente di questa ripresa e poter in tal modo avanzare delle ipotesi sulle possibili cause.

L’unica causa ravvisabile che potrebbe dare informazioni sulle origini della ripresa della Federazione Pugilistica, potrebbe essere l’edizione dei Giochi Olimpici (Atene del 2004), che come è noto ha per gli sport minori, effetti promozionali e mediatici fondamentali per la loro “alimentazione”.

Questa teoria può trovare un ulteriore conferma nel fatto che, prendendo in considerazione i valori percentuali degli incrementi dei tesserati, le due federazioni che beneficiano di più del 2004 (anno olimpico), sono la scherma e il pugilato. Il rugby, che non partecipa alle Olim- piadi, ha un incremento in termini di società, cui non corrisponde un aumento dei tesserati; e il calcio, notoriamente uno sport non particolarmente legato alle Olimpiadi, non registra grosse percentuali tra il 2003 e il 2005.

La griglia fornisce anche informazioni preziose sul raffronto numerico delle realtà sportive esaminate fin ora. Anche se non sorprende, il movimento calcistico ha dei valori impressio- nanti nei confronti delle altre federazioni, sia in termini di tesserati, che di società affiliate. Seguono il rugby e la scherma, distanziate nettamente le une dalle altre. In ultima posizione in termini di tesserati troviamo la Federazione Pugilistica, che tuttavia ha al suo interno rag- gruppa un numero di società ben superiore a quelle della scherma, che la avvicinano alle seicento del rugby.

Sicuramente la superficialità dei valori non aiuta a fare ulteriori considerazioni, ma ci per- mette di avere una visione di come il nostro paese sia legato alla pallone e come invece, fa- ticano ad emergere le altre realtà.

Ritornando all’esame di altre tabelle, si possono estrapolare ulteriori elaborati per avere in- formazioni relative alla diffusione territoriale del pugilato, cercando di scoprire se esistono tendenze che legano la pratica di tale disciplina a fattori territoriali. Comparando inoltre le situazioni del 2001 e del 2005, sarà più agevole l’individuazione di eventuali fenomeni evo- lutivi a carattere territoriale della pratica sportiva.

A))O 2001 2001 2005 2005