Malinconia o anti-malinconia? Motivi del gotico e della geocritica in Unaccustomed Earth
4.2 Unaccustomed Earth : geocritica, filial gothic e remainder
Secondo David James l’estetica letteraria che Jhumpa Lahiri adotta in Unaccustomed Earth combina la dimensione locale con quella globale, un incrocio che si situa “at the crossroad of forms”23. Combinando realismo lirico e temi sociali, i racconti della seconda raccolta di Lahiri, vincitrice del “Frank O’Connor International Short Story Award”, mostrano una dialettica costante tra dimensione regionale e transnazionale. Dal mio punto di vista, Unaccustomed Earth, infatti, segna l’inizio di una preoccupazione maggiore di Lahiri nei confronti dello spazio geografico. La dialettica tra Boston e Cambridge e le immagini sbiadite o poco delineate dell’India in Interpreter of Maladies erano state già complicate dalle inclusioni, in The Namesake,
22 Si tratta dei tre elementi su cui il padre della teoria geocritica, Westphal Bertrand, fonda il discorso geocritico in
La Géocritique. Réel, fiction, espace (2007).
23 D. JAMES, ‘Worlded Localisms: Cosmopolitics Writ Small’, in L. PLATT, S. UPSTONE (eds), Postmodern Literature
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delle ambientazioni di New York e del New Hampshire, oppure con descrizioni più minuziose di Calcutta e Parigi. In Unaccustomed Earth Lahiri “conjures a New England whose landmarks, landscape, and inhabitants signify their own cultural particularity but simultaneously invite speculation about America’s evolution”24. Il “New England regionalism” che caratterizza la raccolta procede oltre la semplice dialettica tra Stati Uniti e India, dal momento che la narrazione si insinua in territori altri, come l’Italia, il Regno Unito e la Tailandia. Una ulteriore evoluzione che si osserva tra le prime due opere e le successive è proprio la variazione dell’ambientazione. Rispetto al contesto urbano di Interpreter of Maladies e The Namesake, in
Unaccustomed Earth e The Lowland Lahiri sposta il focus verso il paesaggio naturale del New
England, e più precisamente dello stato in cui è cresciuta, il Rhode Island. Il graduale interesse verso il territorio americano emerge anche dal testo sul Rhode Island raccolto nell’antologia
State by State: A Panoramic Portrait of America, apparsa come Unaccustomed Earth nel 200825. La scrittura di Lahiri, infatti, sembra alludere alla narrazione intesa come mapmaking cartografico, un’immagine cara agli studi sulla spazialità. Il ruolo dominante che lo spazio assume nell’età postmoderna è il frutto della globalizzazione, della frantumazione dei confini degli stati nazionali, e dell’evoluzione tecnologica. Il romanzo moderno, come osserva Lukács in Teoria del Romanzo, è il luogo in cui l’individuo cerca una propria collocazione dinanzi alla condizione di transzendentale Obdachlosigkeit (“erraticità trascendentale”26) che caratterizza il mondo attuale. Nei suoi testi, Lahiri è vicina al concetto coniato da Lukács: il movimento erratico dei suoi personaggi è una risposta al senso di spaesamento e all’ansia della modernità, un modo per mettere ordine all’alienazione del mondo odierno che Deleuze e Gattari hanno analizzato nei loro studi sulla nomadologia27.
24 U. SESHAGIRI, ‘Jhumpa Lahiri’s Real America: On The Lowland’, The Los Angeles Review of Books, 9 October 2013.
URL: https://lareviewofbooks.org/article/jhumpa-lahiris-real-america-on-the-lowland/.
25 Cfr. capitolo 2, paragrafo 2. L’elemento regionale assume, come vedremo nel prossimo capitolo, ulteriore
centralità in The Lowland, dove Lahiri ricostruisce in modo accurato il palinsesto geologico di Calcutta e della costa del Rhode Island. Adottando il linguaggio della botanica, Lahiri risalta la flora e la fauna locale, creando inaspettati legami tra le paludi di bengalesi e la costa melmosa dell’America nord-orientale.
26 G. LUKÁCS, Teoria del romanzo. Saggio storico-filosofico sulle forme della grande epica, (traduzione di F. Saba Sardi),
Milano, Garzanti, 1974, [1916], p. 67.
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In questo contesto Unaccustomed Earth segna un importante cambiamento tematico, illuminando la centralità della questione spaziale. Gli otto racconti28, che hanno come protagonisti personaggi vari, ― bambini, anziani, vedovi, single e spostati, indiani e occidentali ― descrivono le “tenuous connections to time and place”29 che problematizzano la loro fragile identità americana. Traendo il titolo e l’epigrafe della raccolta da Nathaniel Hawthorne ― scrittore del nord-est americano, discendente dei puritani inglesi sbarcati nel New England nel XVII secolo ― Lahiri evidenzia il paradosso che emerge tra una terra rigogliosa e ospitale come quella statunitense e il timore di un’assimilazione costantemente rimandata, il cui esito influisce sui rapporti familiari e intergenerazionali:
“Human nature will not flourish, any more than a potato, if it be planted and replanted, for too long a series of generations, in the same worn-out soil. My children have had other birthplaces, and, so far as their fortunes may be within my control, shall strike their roots into unaccustomed earth.”30
L’epigrafe sintetizza il messaggio dominante di Unaccustomed Earth. L’America, in quanto paese soggetto a continui flussi migratori, può rivelarsi una terra fertile per alcuni e sterile per altri. Inoltre, l’enfasi sulla responsabilità dei genitori problematizza il percorso dell’assimilazione, introducendo il secondo tema della raccolta, lo scontro intergenerazionale che Koshy ha analizzato con la dinamica del filial gothic31. La metafora botanica dell’innesto viene dunque spostata sul piano della riproduzione sessuale, un elemento che apre la strada alle incertezze e alle trasformazioni sociali che si pongono per le future generazioni. Tutti i racconti contengono riferimenti ai rapporti problematici tra genitori e figli, senza alcuna differenza di
28 La raccolta è divisa in due parti. La prima include cinque racconti, mentre la seconda contiene il racconto lungo
‘Hema and Kaushik’ che, a sua volta, è suddiviso in tre parti: ‘Once in a Lifetime’, ‘Year’s End’ e ‘Going Ashore’.
29 U. SESHAGIRI, ‘Jhumpa Lahiri’s Real America: On The Lowland’, The Los Angeles Review of Books, cit.
30 J. LAHIRI, Unaccustomed Earth, cit., epigrafe. Come dichiara la stessa scrittrice in un’intervista, Nathaniel
Hawthorne rappresenta un punto di riferimento in base al quale ha sempre misurato la propria identità di cittadina americana, “[…] to me, he [Hawthorne] represented New England at its most traditional and venerable”: G. LEYDA, ‘An Interview with Jhumpa Lahiri’, cit., p. 79.
31 Koshy elabora il filial gothic dall’espressione marital gothic, con cui si descrivono narrazioni che sovrappongono
l’elemento gotico a personaggi femminili che incapaci di fronteggiare crisi coniugali e il ruolo di moglie impazziscono o commettono il suicidio. Con filial gothic, invece, Koshy delinea una forma che “[…] reveals how the simultaneous idealization and instrumentalization of filial duty in the model minority family creates intense pressure to succeed on parental terms and creates a schism between the subjective experience of filial coercion and the benevolent image of filial love”: S.KOSHY,‘Neoliberal Family Matters’, cit., p. 358.
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genere: gli immigrati di seconda generazione, infatti, soffrono le aspettative e le pressioni dei genitori, in particolar modo dei padri, che mirano a dirottare le scelte dei propri figli verso le possibilità economiche e globali che l’America loro offre.
L’estetica del gotico, con cui Lahiri traccia il dissidio intergenerazionale della diaspora indiana a cavallo tra XX e XXI secolo, si nutre di presenze fantasmatiche, luoghi isolati, rovine e tombe, forme di turbamento mentale e temperamento malinconico. Alla base di questa atmosfera cupa giace il trauma della migrazione o, come Vijay Mishra la definisce, “the primal wound”32, una ferita che è inscritta nell’immaginario infantile dell’immigrato. L’immaginario per Lacan equivale a forme residuali di narcisismo che emergono dall’identificazione con le figure più importanti come quelle genitoriali. Le tracce residuali dell’identificazione restano impresse nella memoria del bambino assumendo una varietà di forme, tra cui quella della madrepatria, e la trasmissione di queste immagini tra generazioni avviene “by the witnessing of the fracture in language and by being haunted or possessed by what it hides”33. L’assenza della madrepatria, un vuoto che spesso non trova un’adeguata rappresentazione simbolica sul piano del linguaggio, si trasforma in una malinconia senza fine. Nell’ordine simbolico, il linguaggio veicola più di una semplice costruzione della realtà: esso sembra essere dominato da caos e incertezze. Come osserva Lecercle in The Violence of Language, “language is no longer a mere instrument, it seems to have acquired a life of its own. Language speaks, it fallows its own rhythm, its own partial coherence, it proliferates in apparent, and sometimes, violent, chaos”34. Lecercle basa le sue considerazioni sul remainder linguistico, inteso come l’insieme dei contenuti che riemergono in modo caotico e improvviso, modulato sul concetto lacaniano di lalangue, la potenzialità linguistica inconscia che turba la langue e la investe di tracce simili a “ghosts that haunt linguists”35. Inoltre, il remainder è vicino alla nozione di rizoma, così come esso è stato elaborato da Deleuze e Guattari: secondo Lecercle, il remainder, come il rizoma, è privo di una
32 V. MISHRA, The Literature of the Indian Diaspora: Theorizing the Diasporic Imaginary, cit., p. 52. 33 Ivi, p. 116.
34 J. J. LECERCLE, The Violence of Language, cit., p. 5. 35 Ivi, p. 38.
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radice centrale e “its relationships are eccentric”36. Infatti, il legame tra remainder e rizoma è dato proprio dalla comune capacità di stabilire connessioni a livello spaziale: se il rizoma è come una cartina che “records the lie of the land”37 con le sue frontiere temporanee, allo stesso modo il remainder “is concerned with the questions of frontiers”38.
Il motivo del remainder, insieme al rizoma, mette in risalto la vulnerabilità che anima
Unaccustomed Earth. Immagini fuori tempo e parole fuori luogo sono come fantasmi che
corrompono la linearità cronologica del reale. Esse si manifestano come elementi gotici in grado di superare in modo eccentrico e eccessivo i rapporti spazio-temporali, articolando quella violenza linguistica di cui parla Lecercle, sebbene tali residui non sempre presentino una struttura inconscia in Lahiri. Se i racconti di Unaccustomed Earth si caratterizzano per numerose immagini di perdita, non solo sul piano degli affetti, ma anche nello smarrimento di oggetti che rivestono un significato simbolico, occorre tuttavia evidenziare che i personaggi malinconici di Lahiri sembrano essere consapevoli della propria vulnerabilità. Immagini e motivi negativi abbondano nella raccolta: soffocamento, sopraffazione e eccesso, come lo
tsunami in Tailandia o il più banale terrore di un annegamento nella vasca di casa, sono
momenti che sembrano tendere verso una conclusione distruttiva che non lascia spazio al lavoro dell’elaborazione del lutto. Al contrario, la consapevolezza dell’incidenza del caso nei progetti di vita, come il finale di The Namesake ci ricorda, non impedisce ai personaggi di Lahiri di immaginare modalità auto-riflessive e critiche di accettazione della perdita. In questo senso, la narrazione diventa lo strumento stesso della ricostruzione di vicende passate che in modo retrospettivo vengono narrate e filtrate per dare ordine e senso alla vita. Questo tipo di iscrizione nell’immaginario diasporico condivide il tratto della Nachträglichkeit freudiana, che Caruth ha tradotto come “belatedness” e in base a cui “trauma is a repeated suffering of the event, but it is also a continual leaving of its site”39. Il carattere tardivo dei ricordi permette di
36 Ivi, p. 133. 37 Ibidem. 38 Ibidem.
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capire le ferite e assorbirle. Il procedimento riabilitativo della malinconia, che lo stesso Freud aveva discusso in ‘L’Io e l’Es’, consente di mostrare il potere trasformativo del cambiamento che il soggetto esperisce attraverso la perdita. Portando alla luce le cause delle ferite, la narrazione consente di aprire la strada verso cambiamento, redenzione e consolazione. Inoltre, la narrazione ha un potere redentivo anche nei confronti di chi ascolta. Come sottolinea Seth Moglen, mentre nella malinconia la natura della perdita rimane inconscia, l’emergere in superficie delle cause delle ferite traumatiche pone le basi per “a renewed capacity for dynamic object-relation […] a capacity to experience new people and relations with spontaneity, with a receptivity to experience, to newness, to changes in oneself and others”40. In questo senso, Unaccustomed Earth intreccia linee di intimità possibili tra soggetti dislocati e realtà spaziali altre,
in cui la consapevolezza della perdita contribuisce alla definizione del sé.