• Non ci sono risultati.

VARIAZIONE NEL NUMERO DEGLI OCCUPAT

PARTE II – LE PERFORMANCE Capitolo 6 ANALISI SULLE DINAMICHE

6.4 VARIAZIONE NEL NUMERO DEGLI OCCUPAT

Come si è visto nella prima parte, il fenomeno della media impresa è il prodotto di profonde trasformazioni che hanno interessato il tessuto imprenditoriale italiano negli ultimi decenni. Quest’ultime, di fatto, hanno relegato in secondo piano la classificazione delle imprese sulla base del solo numero di occupati. Lo studio del numero degli addetti impiegati ha lasciato spazio alle valutazioni sul livello del fatturato oppure sul ruolo ricoperto dall’azienda all’interno del proprio mercato di riferimento.

Non di meno però questo aspetto è importante in quanto proprio le risorse lavorative liberate dalla grande impresa e caratterizzate da un forte livello di competenze hanno permesso lo sviluppo della media dimensione. Nella tabella 13 vengono elencate le variazioni a livello occupazionale che caratterizzano le varie categorie dimensionali, sottolineando la dinamica di convergenza verso la categoria intermedia che contraddistingue l’industria manifatturiera italiana.

Considerati con il giusto peso questi dati sulle variazioni, nel decennio 1991-2001, mostrano come solo le medie imprese (numero di addetti compreso fra 50-499) abbiano ottenuto risultati positivi per quanto riguarda l’occupazione, mentre sia la grande impresa che la piccola fanno registrare variazioni negative, rispettivamente con 242 e 133 mila occupati in meno.

177 D’Adda C., Relazione presentata presso la Camera di Commercio, in Mediobanca/Unioncamere, Indagine sulle medie imprese industriali italiane (Commenti e testimonianze 2009), Ferrara 8 maggio 2009, in

103

Tabella 13 – Variazioni degli addetti nell’industria manifatturiera italiana nel periodo 1991- 2001178.

Imprese per classe

di addetti ∆ imprese ∆ numero addetti ∆ % addetti

Piccole imprese: 1-49 -9.710 -132.647 -4.6 Medie imprese: 50-99 364 26.634 5,7 100-199 20 4.034 1,0 200-249 -25 -5.278 -4,2 250-499 -54 -18.252 -5,4 Totale medie 305 7.138 0.5 Grandi imprese: 500-999 -35 -22.452 -8,5 1000 e più -18 -219.798 -28,3 Totale grandi -53 -242.250 -23,2 Totale -9458 -367.759 -7,0

Fonte: elaborazione sui dati censuari ISTAT; Coltorti F., Un nuovo protagonista economico: la media impresa

La flessione maggiore ha interessato le imprese più grandi (1.000 e più addetti) che nello stesso periodo hanno subito la chiusura di 61 unità produttive con la perdita di 161 mila occupati, osservando un calo del 40% rispetto a dieci anni prima. Le aree soggette a questo declino sono i luoghi tradizionali della grande industrializzazione: la provincia di Milano con una variazione negativa del 44%, quella di Torino con il 62% e Napoli con il 60%. L’insieme di questi dati confermano il progressivo peggioramento, iniziato negli anni settanta, che caratterizza la situazione relativa alla grande dimensione nel nostro paese179. La propensione della media impresa di assorbire occupazione si è mantenuta tale anche nell’ultimo decennio (grafico 6). L’indagine Mediobanca – Unioncamere mostra come gli indici di variazione, relativi al periodo 1999-2008, siano favorevoli solo per le imprese di medie dimensioni (+16,9% rispetto ad una riduzione del 7,3%).

178 Risulta comunque d’obbligo ricordare che i dati censuari utilizzati per elaborare le variazioni nel periodo 1991-2001 sono disomogenei rispetto a quelli di Mediobanca-Unioncamere perché ad essi non viene applicato il vincolo del fatturato né vengono escluse le imprese controllate da gruppi di grande dimensione.

179 Coltorti F., “Le medie imprese industriali italiane: aspetti strutturali e dinamici”, in A. Arrighetti e A. Ninni (a cura di), Dimensione e crescita nell’industria manifatturiere italiana, Franco Angeli, Milano 2008, pag. 46.

104

Tale tendenza viene confermata anche dall’indagine successiva che mostra una variazione positiva, con un indice di sviluppo pari all’11,8% per le medie imprese, mentre la grande dimensione subisce una flessione pari al 9,6%180.

Grafico 6 – Evoluzione nel livello di occupazione. N. indice dei dipendenti, insiemi chiusi.

Fonte: Barbaresco G., Le medie imprese italiane (2000-2010), Area Studi Mediobanca, Milano 13 aprile 2012.

Questo modello di impresa mostra diverse analogie con quello della piccola dimensione. Essendo anch’esso una realtà caratterizzata da un forte radicamento con il territorio d’origine, svolge una funzione primaria nell’assorbire manodopera in ambito locale181. Negli anni, naturalmente, questa funzione ha subito un’evoluzione in simultanea con il modello della media impresa. L’attuazione di politiche di investimento verso l’estero ha comportato infatti una maggiore richiesta di figure qualificate. La delocalizzazione della produzione all’estero non ha prodotto forti flessioni sull’occupazione ma anzi si sono verificate, in alcuni settori, crescite occupazionali maggiori, mentre in altri flessioni minori rispetto alle aziende che non hanno compiuto questi tipi di investimenti182.

180

Indagine Mediobanca – Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane 2000-2009, Milano aprile 2012, in www.mbres.it.

181 Alzona G., “Le medie imprese: nuovi spunti di riflessione”, L’Industria, 4, 2007.

182 Gagliardi C., Le medie imprese industriali italiane nel 1996-2005. Strategie di localizzazione, capitale umano e innovazione, Centro Studi Unioncamere, Milano 15 febbraio 2008, in www.mbres.it.

80 85 90 95 100 105 110 115 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Medie Imprese Grandi Imprese

105

La congiuntura economica ha avuto ripercussioni negative sull’aspetto occupazionale: si è verificato un forte incremento del numero di aziende che sono state costrette a ridurre i propri organici e conseguentemente si è avuta una flessione importante nel livello delle assunzioni. Tali effetti si sono registrati anche all’interno di questo modello: nel 2009 questo gruppo di imprese fa registrare una flessione dell’occupazione pari al 1,4% rispetto all’anno precedente. La dimensione media dell’azienda passa da 132 addetti nel 2009, a 165 unità nel 2011, fino ad arrivare al 2012 in cui si registra una flessione dell’1,2%, che porta la dimensione media ad un valore di 163 unità. La congiuntura negativa comunque non ha precluso al modello di creare occupazione: un’impresa su tre ha effettuato assunzioni nel 2010 o nel 2011 oppure in entrambi gli anni, mentre tra il 2011 e il 2012 è stata un’impresa su quattro a contribuire alla crescita occupazionale183. Le medie imprese che hanno mostrato in questi anni una maggiore vivacità in campo occupazionale si caratterizzano per una forte propensione all’innovazione e all’esportazione. Naturalmente, le figure professionali richieste rispondono alla

ristrutturazione dell’assetto produttivo delle medie imprese e perciò presentano competenze professionali maggiormente specializzate e qualificate con un certo grado di flessibilità e creatività184.

183 Mauriello D., Qualificazione e allungamento delle filiere produttive guidate dalle medie imprese: gli effetti sulle performance in tempo di crisi, Centro Studi Unioncamere, Milano 13 aprile 2012, in www.mbres.it. 184

Unioncamere, Dossier sull’economia, Centro Studi Unioncamere, settembre 2010, in www.starnet.unioncamere.it.

106