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VARIAZIONI NEL FATTURATO

PARTE II – LE PERFORMANCE Capitolo 6 ANALISI SULLE DINAMICHE

6.2 VARIAZIONI NEL FATTURATO

Un ulteriore passo da compiere per comprendere al meglio la vera forza del modello della media impresa è quello di analizzare la variazione del fatturato, comparandola con quella relativa alla grande impresa. Dalla costruzione di questo indice è possibile constatare come per questa realtà la crescita sia stata negli anni omogenea e continua, mentre per la categoria dimensionale superiore il trend presenti alcune flessioni.

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Grafico 3 – Andamento del fatturato per le medie e grandi imprese. Indice 1997=100

Fonte: Coltorti F., presentazione Le medie imprese industriali italiane 1997-2006 e 2007-2008, Mediobanca 25 marzo 2009, Roma.

Dalla relazione elaborata dal centro studi Mediobanca – Unioncamere, relativa al periodo 1996-2005159, si verifica come l’indice di sviluppo del fatturato faccia registrare una

variazione percentuale maggiore per le medie imprese rispetto alla categoria superiore. Per la categoria intermedia, infatti, le vendite sono incrementate del 58%, mentre per le grandi imprese solo del 47,2%. La componente interna registra una variazione positiva del 50,4%, rispetto al +31,5% della grande dimensione. Le migliori performance in termini di fatturato vengono confermate anche nella successiva indagine160, che ha come intervallo temporale il periodo tra il 2000 e il 2009. Anche qui, nonostante la congiuntura negativa, i tassi di variazioni della categoria intermedia sono ancora sensibilmente maggiori rispetto a quelli conseguiti dalla grande impresa. Il fatturato fa segnare un aumento del 29,4% contro il +10,7%, mentre le vendite nazionali si incrementano del 22,8% a fronte di un esiguo +3,6%. Diviene quindi fondamentale focalizzare l’attenzione sulla reazione avuta da entrambe le categorie di impresa durante la congiuntura negativa che le ha colpite. La scomposizione dell’indice di fatturato permette di comprendere in maniera esaustiva se la crescita che

159Indagine Mediobanca – Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane 1996-2005, Milano febbraio 2008, in www.mbres.it.

160 Indagine Mediobanca – Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane 2000-2009, Milano aprile 2012, in www.mbres.it. 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Medie Imprese Grandi Imprese

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caratterizza questo modello sia da imputare esclusivamente a fattori congiunturali positivi oppure se tale sviluppo sia legato ad un migliore utilizzo delle risorse a disposizione.

Il contesto macroeconomico è influenzato dagli effetti prodotti dalla crisi scoppiata nel 2007 sui mercati finanziari, con riverberi sull’intera economia reale. La crescita del Pil a livello mondiale ha segnato, nei primi tre mesi del 2008, un forte rallentamento e ha raggiunto una regressione nella seconda parte dell’anno con un incremento dell’intensità nel 2009, anno in cui si registra una variazione negativa (con una diminuzione dello 0,6%). In questa fase di crisi il volume delle transazioni commerciali si è ridotto, a livello mondiale, del 10%. Naturalmente gli effetti negativi di tale crisi hanno influenzato l’economia reale del nostro paese, con ripercussioni maggiori fatte registrare nel 2009. Le variazioni del Pil nazionale risultano essere negative per entrambi gli anni (1% nel 2008, 5% nel 2009). Nonostante il perdurare della criticità di queste fasi le medie imprese hanno dimostrato di saper reagire, ottenendo le migliori performance rispetto alle altre categorie dimensionali. Nel 2008, il fatturato si è incrementato complessivamente di una quota superiore al 2%, mentre le esportazioni sono aumentate del 4%. Successivamente le stesse hanno dimostrato di riuscire ad assorbire i contraccolpi della crisi meglio di altre categorie dimensionali (con una flessione inferiore ai 3 punti percentuali).

Nel 2010 il contesto macroeconomico cambia ulteriormente: le economie dei paesi emergenti hanno continuato a crescere a livelli elevati, mentre i paesi avanzati hanno seguito un

andamento difforme rispetto ai primi riuscendo a recuperare solo in parte la ricchezza distrutta dalla crisi. Il Pil mondiale ha registrato un incremento dell’8%, rispetto al livello del 2007; questo è da attribuire, in maggior parte, alla dinamicità delle economie dei paesi emergenti, visto che i paesi dell’euro sono cresciuti di meno del 2%, che rappresenta il 98% del livello del 2007. In Italia la crescita è inferiore a quella fatta registrare nell’Eurozona e si attesta all’1,3% che rappresenta il 95% del livello del 2007.

Tabella 11 – Elaborazione delle variazioni sul fatturato totale.

2009 2010 2011 var. % 2008/2009 var. % 2007/2010 var. % 2009/2010 var. % 2008/2011 var. % 2010/2011 Totale Italia Totale Italia Totale Italia Medie imprese: fatturato -16,4 -15,3 -7,6 +8,0 +7,2 -1,1 +8,3 +4,9 Imprese medio-grandi: fatturato -19,3 -16,5 -10,7 +7,1 +7,1 -4,8 +8,7 +5,3 Maggiori gruppi: fatturato -19,1 -18,5 -11,6 +11,1 +6,8 -5,7 +7,2 +4,9 Fonte: Mediobanca, Dati Cumulativi 2012.

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La tabella 11 raccoglie le elaborazioni effettuate sulle variazioni del fatturato161, rendendo evidente che le migliori performance sono conseguite dalle medie imprese, in un intervallo temporale condizionato fortemente dalla congiuntura negativa. Nel 2009, anno in cui gli effetti della crisi si fanno più forti, questo gruppo di imprese fa registrare un decremento minore rispetto alle altre. La dinamica negativa risulta essere contenuta, sia per quanto riguarda il livello di fatturato totale, sia la componente della domanda nazionale. La minore flessione nel fatturato si discosta anche da quella ottenuta dalle “sorelle” maggiori che compongono il “quarto capitalismo”: queste ultime allineano le loro performance a quelle delle imprese che compongono la categoria superiore.

Nel 2010 la ripresa coinvolge tutti i gruppi dimensionali considerati: nonostante i livelli di fatturato non raggiungano quelli antecedenti la crisi, le variazioni percentuali risultano essere positive. Le medie imprese mostrano un forte recupero, secondo solo a quello dei maggiori gruppi italiani162. Tale tendenza che rimane costante anche nel 2011; a differenza della grande dimensione in cui gli indici di sviluppo si mantengono su valori molto simili all’anno

precedente163.

Nelle primissime fasi della crisi (2009) la domanda interna subisce una flessione minore rispetto quella subita dalla componente estera (-13,7% contro -17,2%), attenuando così i riflessi sul livello di fatturato164. Questo risulta essere un’eccezione visto che nel biennio successivo la situazione si normalizza con il ritorno della tendenza che aveva contraddistinto queste imprese nel periodo ante crisi (una componente estera che domina quella interna). A confermare la forte dinamicità che contraddistingue questa realtà un’elaborazione per un campione di 3.256 medie imprese165. Nel 2009, quasi il 75% dell’universo studiato ha fatto registrare un decremento del fatturato (il 40% delle imprese ha avuto una flessione nelle vendite di ben oltre il 15%), mentre l’anno successivo questa percentuale subisce un calo vistoso, attestandosi al 18,5% (si riducono al 5,4% del totale le imprese che fanno registrare un forte decremento del fatturato). Nel 2011 perdurano gli effetti negativi della crisi sul fatturato: si incrementa, anche se di poco (27,6%), il numero di imprese che chiudono i propri bilanci con una flessione nelle vendite (ma la percentuale di imprese con gravi difficoltà a livello di fatturato diminuisce – da 5,4% a 4,2%). In maniera trasversale si registra un forte

161 Mediobanca, Dati Cumulativi di 2032 società italiane, Milano 2012, in www.mbres.it. 162 Mediobanca, Dati Cumulativi di 2030 società italiane, Milano 2011, in www.mbres.it. 163

Mediobanca, Dati Cumulativi di 2032 società italiane, Milano 2012, in www.mbres.it.

164 Indagine Mediobanca – Unioncamere, Le medie imprese industriali italiane 2000-2009, Milano aprile 2012, in www.mbres.it

165 Mauriello D., Qualificazione e allungamento delle filiere produttive guidate dalle medie imprese: gli effetti sulle performance in tempo di crisi, Centro Studi Unioncamere, Milano 13 aprile 2012, in www.mbres.it.

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aumento nel numero di imprese, che nonostante il persistere della crisi riescono ad incrementare il loro livello di fatturato (le aziende da 371 diventano 2009). Inoltre la percentuale di quelle che godono di un fatturato stabile passa dal 14,4% del 2009, ad un 19,8% nel 2010. La tendenza che caratterizza il 2011 si ripete anche in questo caso: subisce, infatti, una leggera flessione la quota che comprende quelle imprese che hanno chiuso il bilancio con un incremento del fatturato.

Grafico 4 – Dinamiche di fatturato per il triennio 2009-2011.

Fonte: Mauriello D., Qualificazione e allungamento delle filiere produttive guidate dalle medie imprese, Centro Studi Unioncamere, Milano 13 aprile 2012.

40,6 5,4 4,2 33,7 13,1 23,4 14,4 19,8 22,2 9,9 37,6 40,0 1,5 24,1 10,2 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Fatturato 2009 Fatturato 2010 Fatturato 2011

Forte diminuz. (oltre il -15%) Sensibile diminuz. (fino a -15%)

Stabilità Sensibile aumento (fino a +15%)

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