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Cronache Economiche. N.218, Febbraio 1961

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(1)

N.218

FEBBRAIO 1961

COMITATO DI

REDAZIONE:

Ono Oott. GIUSEPPE ALPINO Oott. AUGUSTO BARGONI Prof. 0011 ARRIGO BOROIN Oott. CLEMENTE CElIDDNIO Prof. Dott. GIOVANNI DAL MASSO Dott. GIACOMO FRISETTI Prof. Dott. F. PALAZZI-TRIVELLI

0011.

GIUSEPPE

FRANCO Dlrettor. re.pon •• bll.

MENSILE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO

INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO

pago C.

BERTOLOTTI - Sgombraneve per le Dolomili

3

G. PRIMA TESTA - Le slrade in Piemonle nell' anno

1817

9

R.

ZEZZOS

_

Il

caslagno

cc

ilalico albero del pane"

13

Rassegna

della Tecnica - a cura di G. F.

MI-chelelti

19

A. BARGONI

- Le ricerche di mercalo si fanno adulte

17

Nole

di CRONACA CAMERALE:

1) Comiteto Vilivinicolo Regionale Piemonte,e -2) Com-miuione Consultiva assicurazione contro I. malattie a

favore degli esercenti allivilà commerci.li • 3) Riunione d.1 Comitato Provinciale di coordinamento per

l'Istru-zione Tecnica. "addestramento professionale - 4) limi-t.,ione alla circolazione su Il. strade ,viue,. - Infor.

mazioni e notizie

19

Congiuntura economica del mese di gennaio

1961

31

Rassegna

del Commercio Estero torinese del

mese di gennaio

1961

3S

Sinossi dell'lmporl-Expori

19

Borsa

Valori - Rassegna del mese di febbraio

1%1

O

Fiere,

Mostre, Esposizioni

e Congressi

Inter-nazionali

47

Tra i

libri (G. B.):

CASSA PER IL MEZZOGIORNO: Sirullura e me"ali del-l'agricoltura meridionale - CAMERA DI COMMERCIO INTERNAZIONALE: le ficerche di mercato al servi:l.lo

d.ll. direzioni aziend.li - Pubblicazioni ricevute L' Amico dì lulti (T.C.t.) •

Il

Mondo offre

e chiede

CA T

ALOGOTECA

-

Cataloghi

americani

per-venuti alla

Camera di Commercio

di

Torino

49

53

60

(2)

CINEMATOGRAFIA

Microndelta

per grandissime sale

Mic

rontau

per gra

ndi e medie sale

Mlcronslgma

per

medie

e

piccole sale

VIA MADAMA CRISTINA,

147 -

TORINO

(3)

SGOMBRANEVE

PER LE DOLOMITI

C. BERTOLOTTI

ei

giorni

2,

3 e

4 febbraio

si è

!òvolto a San

~lartino

di Castrozza,

nel quadro

delle Manifestazioni

col-legate

all'l

l

alone

Internazionale

della Tecnica,

il

V Concorso

Eu-ropeo

della Viabilità Invernale

,

organizzato,

~otto

l'Alto Patronato

dt'l

Consiglio

azionale delle

Ricel-che,

dal Centro Italiano Viabilit.\

Imt'rnale. Qucst'ultimo, di

cui

la

Camera

di Commercio di Torino

è

uno dei promotori, ha indirizzato la

sua attività soprattutto

verso due

settori:

a)

lo

studio accurato

dei

feno-meni

connessi

alle precipitazioni

atmosferiche

durante la

cattiva

!>tagiol1e (ne\"{', ghiaccio,

valanghe,

s!aYine,

frane,

ecc.)

in modo da

poter deciclNl' i modi più idonei

di

inten ento;

b)

lo

sviluppo

dei mezzi

mec-canici

più

adatti a

mantenere

sgom-bre

Il'

strade

durante l'inverno.

Que-sta

parte del programma viene

at-tuata mediante pro\'e

pratichepe-rin1t'lltali, i risultati delle quali

for-niscono preziose indicazioni ai

co-struttori delle macchine ed agli

am-ministratori

t'

tecnici stradali.

Orbent" nel quadro delle

inizia-ti

\l'

del Centro Italiano Viabilità

In\'t.'rnale, presieduto fin dalla sua

fondazione dall'Ing. Gio\'anni '\' asi

cht' l'anche Vice-Presidente della

FI.\ T

l'

Presidente del alone

Intt'r-nazionalt' cklla Tecnica, vi è, al

pri-mo posto, l'organizzazione di un

Concorso Internazionale che

riuni-sce

annualmente, una volta in

Fran-cia ed

una volta in Italia, nelle più

famo

e

stazioni

alpine,

studiosi e

tecnici della neve, nonchè quanto

di meglio !'indu tria produce in

fatto di gombraneve, attrezzature

complementari per il mantenimento

della viabilità

e

veicoli per i

tra-sporti su terreni nevosi o

comunque

molto difficili.

La

sede

naturale dei Concorsi

~

il

estri t're,

dove, tranne la terza

edizione

che ha avuto luogo

a

Cer-\'inia, i sono infatti svolte tutte le

precedt'nti t'dizioni della

manifesta-zione. Tuttavia quest'anno,

acco-gliendo

!'invito ufficiale

già

formu-lato 1'anno scorso da tutte le

Pro-\'ince vt'nete

nell'occa~ione

del IV

Concorso e per portare o\'unqu;>

razione di propaganda in questo

settore

della viabilità che in molte

zone, causa l'impro\'\ iso

enorme

s\

iluppo del turismo

e

della

\'iabl-lilà in generale, non è ancora tato

suffiicientemente adeguato alle

ne-cessità

attuali,

la Presidenza del

Centro ha designato, quale sede

della Manifestazione, San Martino

dI Castrozza, in pro\'incia di Trt'nto.

no scenario

di

fiaba ha quindi

fatto da sfondo alle macchine

sgom-braneve che in numero \'l'ramente

imponente si trovavano schierate

sul grande piazzale di an :\1artino

IL DR. EMANUELE NASI PRONUNCIA, IN RAP-PRESENTANZA DELL'ING. GIOVANNI NASI, IL DISCORSO INAUGURALE.

(4)

UN ASPETTO DELLA SALA DELLE CONFERENZE DURANTE UNA RIUNIONE. I TECNICI PRESENTI A SAN MARTINO DI CASTROZZA, PROVENIENTI DA Il PAESI, ERANO PIU' DI SOO.

di Castrozza

:

pareti rocciose striat

e

di

11('\ l',

pinete quasi nere

, e

su

tutto

il cielo azzurrisimo e

il

sole

slol-gorallte che hanno ininterrottamen

-te accompagnato

le \arie fasi del

h

\Ianife~taziont',

i aggiunga il

fatto

che

la

scelta

cii una località

dolomitica

ha dato

IL GENERALE GUALANO PASSA IN RASSEGNA LO SCHIERAMENTO DELLE MACCHINE ACCOMPA-GNATO DAL DR, EMANUELE NASI, DAL GENERALE ALDO BEOLCHINI, COMANDANTE DEL IV CORPO D'ARMATA E DAL PROF. CARLO BERTOLOTTI SEGRETARIO GENERALE DEL SALONE INTERNAZIO-NALE DELLA TECNICA

(5)

impor-tallla dl'tt'llllto fino a pochi anni or

SOrlO

dal turÌ\mo estivo, Tale

11f'-cI',~ità.

ha sottolineato

il

Relatort'.

i.'

Sl'ntitj.,~ima

anche a causa degli

in\

'

('stinH'llti eli capitali prÌ\

'

ati nel

rniglioranH'nto elelle attrezzature

tu-ristic:llt' (' sporti\'l' di molti centri;

il rt'ndinll'nto di tali

inve~timl'nti

dl'\'!' esst'r!' garantito da un grande

affllls~o

di clientela. cosa che

sol-tanto

~trade

mantenute

pt'rmanl'n-tenll'lItl' transitabili possono

con-sl'utill',

I!

problema dl'llo s\iluppo l' in

certi casi delhl sopra\\

'

in'nza dl

·

i

piccoli cl'lltri di montagna è stato

altrl'sì trattato in molti dei

SlI'lÌ

,lslwtti nel corso del

I COJ1\egno

1\Jazionall' delle Stazioni invernali

alpine

».

dH'

ha a\uto luogo a San

\Iartino in concomitanza con il

Conc(Jr~(),

II

dr. Giuseppe Caronl'

,

Sl'grt'tario Gl'll('rale della Camera

di COlllnll'rcio di Trento

e

relaton

'

dt'l COIl\

'

egno. ha parlato sul tl'l1M

«

La stazione invernale

COIllI.' l'Il"

m

e

nto dderminante nella "ita del

turismo montano . ponendo in

dl'-bito rilil'\

'

o il rapporto dell'offerta

turistica in relazione alla

doman-da

.

coml' fattore essenziale dello

spl'cializzarsi del mercato,

II

rela-tort' ha quindi citato dei dati

sta-tistici che dimostrano ampiamentp

quali dinH'nsioni abbia attualmentl

'

raggiunto il turismo montano. ,..d

ha

sottolineato l'importanza che il

fattore motorizzazione ed

il

fattore

\'iabilità assumono nei confronti d,,1

potenzian1t'nto ed in certi casi dI'ila

crt'azione ex-no\o di centri turbtici

montani

.

Quanto alle pro\

'

e delle

macchi-Ilt'.

esse \i sono svolte. come è

or-mai tradizione dei Concorsi

orga-nizzati in Italia. nel più regolare dei

modi,

Le

novità presentate sono

sta-te molsta-te (' ne citiamo soltanto le

principali: anzitutto il nuo\'o

cari-catOf('

FI.\ T .. H l

,l

ruote t'on bl'lma

da

m'H' t'

la

fresa

icard montata

sul trattore

FIAT G-i

da

40 CV,

poi

la

fn'

,

sa-turbina della Beilhack

mcita ~rl'sl'a

fresca di f<1bbrÌC'a

e

che

ha

un

signinc,lto quasi ri\

'

oluziona-rio nella produzione di questa Casa.

nn ljui t1etlieata !iolo alle turbin'?,

IL TRATTORE CINGOLATO FIAT 60 CI VINCITORE NELLA CATEGORIA DEGLI SGOMBRANEVE A SPINTA,

(6)

IL FIAT 632 N 2 CON VOMERE UNIVERSALE FRESIA.

L' ALFA ROMEO 1000 con vomere SCHMIDT.

61

CRONACHE ECONOMICHE

indi il ROMOT, pure della

Beil-hack,

l

e

bellissime macchin

e

rota-tive della Schmidt,

che

le sono ,-als

e

la

Coppa d

'

Onore di San Martino

di Castrozza, i grandi trattori

Scoop-mobile

e

Michigan, utili non

solo

come sgombraneve ma per tutti

gli.

usi

cantieristici,

l

e

slitte a motor

e

della Rolba, gli spanditori compl

e-tamente

au

tomatici

della Beilhack,

della Macchi

e

della March

esi,

lo Spandicar

semiautomatico

ma

perfettamente

a

punto della St

effe-nino

e

Fassone, nonchè

gran

num

e-ro di attrezzature

complementari

come rompighiaccio,

catene

da

ne-ve

,

spazzoloni

e via

dicendo.

Una menzione speciale merita

la

ben organizzata partecipazion

e

FIAT nel

campo

degli

autocarri

at-tr

ezzati con

lame

e vomeri,

nonch

è

il

trattore Richard Continental

4

ruote motrici da 150 CV

e

l'autocar-ro Berliet 6 ruote motrici da

200

CV, che

si sono affermati

nella t

er-za categoria

(macchine,

attr

ezza

tur

e

ed equipaggiamenti

per i trasporti

invernali, in particolare nei t

e

rreni

montuosi)

,

dopo

essersi comportati

assai bene nella prima

(sgombra-neve

a spinta,

di qualunque tipo

e

potenza

,

suddivisi

in due

sottoca-t

egorie a seconda che si

tratti

di

mezzi

a

cingoli

o a

ruote)

,

dov

e

il

vero

trionfatore

fu però

il

FIAT

60 CV

con vomere

Giovannetti

,

già

vincitore in Francia.

Esaurito

così

il

commento sulle

prove delle macchine, resta da dir

e

ancora qualcosa

sull'esperimento

di

lancio

di razzi per il distacco

arti-fiicale di valanghe

e sui

lavori

con-gressuali.

L'esperimento

anti-valanga è

sta-to

effettuato

portando i Congr

ess

i-sti con una

colonna

di

autobus sulla

strada di Passo Rolle, nellE. località

denominata

«

Col del Mezzo ».

Il

Lanciarazzi

consiste in una

appa-recchiatura che

consente

di lanciare

un razzo destinato ad

esp

l

odere

en-tro

la

massa nevosa

ed

a imprimerl

e

(7)

aste

metalliche,

una

verticale

s

ull

a

quale

scorre

una

tacca di mira

, e

d

una inclinata

c

h

e

d

à

la dir

ezione

vo

lut

a a

l

razzo, infìlato

s

u di

essa

a

mezzo di du

e

ane

lli di

scorr

im

e

n-to.

Il

razzo,

c

h

e

pesa

kg

.

1

,

250

è

lungo

58

cm.,

può

esse

r

e

lanciato

ad

una distanza

m

ass

ima di 1250

m

e

tri

ed

è

cos

truito

in

mat

e

ria

pla-stica con a

l

e

tte

dir

ez

ionali di m

e-tallo. Part

e

con

un forte

si

bil

o

pro-duc

e

ndo una fiammata

di un

paio

di m

e

tri. Scopo del razzo

è

quello

di

«

bonificar

e

»

l

e

zone

sogge

tt

e a

valanghe

o

s

l

av

in

e,

facendole

pre-c

ipitar

e

a

vall

e

ed e

limin

a

nd

o

il p

e-rico

l

o

per

uomini

e

mezzi

c

h

e

d

e

-vono a

ttr

ave

r

sare

la

zona.

Può

tut-t

av

ia

accadere

che

il razzo non

rag-giunga

l

o sco

po di f

ar s

ta

ccare

un

a

va

l

anga o s

l

avi

na

.

In tal

caso,

s

e

un

a

co

lt

re

n

evosa

r

es

ist

e

ad

a

lm

eno

tr

e

razzi c

h

e

ca

d

o

no n

e

l raggio di

50

m

e

tri dal punto voluto

,

è

prob

a

bil

e

-

per

non

dir

e

sicuro -

c

h

e

al-m

e

no per

il m

ome

nto non

vi sia

a

l-c

un

pericolo.

Quindi

,

talvolta

,

l'ap-par

e

nt

e

insucc

esso

di qu

es

ti

razzi

cos

titui

sce

e

l

e

m

e

nto

di garanzia

quasi

asso

lut

a

p

er

la

sottostante

via-bilità

e

pertanto

lo

scopo

d

e

lla

si-curezza è

raggiunto

ugualm

e

nt

e.

N

e

l

nostro

caso

la par

e

te d

e

ll

e

Pale

di San Martino

è

stata

bombardata

co

n

precisione

da parecchi razzi

,

cam

biando

a

nch

e

l'obbiettivo, ma

l

e

con

dizioni d

e

lla nev

e

erano

ev

i-d

en

t

e

m

e

nt

e

proibitive.

I

Congressi-s

ti hanno dovuto quindi rinunciare

a

godersi

lo

spettacolo

d

e

l distacco

di

una

valanga a comando

e

si sono

conso

lati

assistendo

,

poco più in

a

l-to,

a

d

e

ll

e

int

eressa

nti

ese

rcitazioni

di salto

d

e

lla Scuola Alpina dell

e

Guardie

di Finanza

e,

in

serata,

al

loro

rientro

n

eg

li

alberghi, ad

una

ser

i

e

di proi

ez

ioni

cinematografiche

di

a

ncora in

e

diti documentari t

ec-nici.

Quanto

alle

Riunioni Congr

es

-suali

,

i R

e

lat

o

ri

,

oltre a

qu

e

lli

già

ci

t

ati

in

principio,

so

no

stati:

-

il

Dr.

Ing. Pi

e

tro Fran

cescatt

i

s

ul t

e

ma

«

Costo

d

e

i

servizi

p

e

r la

v

i

ab

ilit

à

in

verna

l

e

n

e

ll

e

Alpi C

e

n-trali

»;

L'AUTOCARRO BERLI ET 6 RUOTE MOTRICI DA 200 CV IN AZIONE.

IL TRATTORE" SCOOPMOBILE» DELLA SCOOPMOBILE ITALIANA DOPO AVER EFFETTUATO LA PROVA DELLA CATEGORIA VOMERE, SI ACCINGE AD EFFETTUARE UN SECONDO PERCORSO CON ATTREZ-ZATURA ROTATI VA IN ALTRA CATEGORIA.

(8)

LA TURBINA " SCHMIDT» SU MERCEDES UNIMOG HA COMP;UTO IL PIU' RAPIDO PERCORSO FRA GLI SGOMBRA NEVE ROTA TIVI,

-

il Dr. Ing. Ennio Ortolani

su

l

tema

«

Pr

eve

nzion

e

e

dif

es

a dall

e

va

lan

ghe

»

;

-

il G

eo

m. Mario Civalero

sul

tema

«

As

'

petti pratici dello

sgom-braneve

s

ull

e

grandi strade di

mon-tagna

»;

-

il

Dr.

Aldo Feliciani

,

con

l

a

L'ING. MARC EYROLLES, CHE HA CAPEGGIATO LA DELEGAZIONE FRANCESE, PREMIA CON LA COPPA DEL TOURING CLUB DE FRANCE, LA FIAT AUTOVEICOLI PER IL COMPLESSO DEI SUOI AUTOCARRI ATTREZZI, RICEVE LA COPPA, ALLA PRESENZA DEL DR. NASI E DEL PROF. BERTOLOTTI, L'ING. RENA TO BIASI.

81

CRONACHE ECONOMICHE

co

ll

aboraz

ion

e

d

e

l Perito Dorio

Fa-va, sui

temi

«

L

'osse

rvazion

e

d

e

ll

a

n

eve

nei

confronti

d

e

lla possibilit

à

e

opportunità d

e

l

di

s

tac

co

artificiale

dell

e

va

l

anghe

»

,

«

L

'osservazio

n

e

d

e

ll

a

n

eve

p

e

r r

e

nd

e

r

e

più

sic

ur

a

l

a

p

e

rcorr

e

nza d

e

i m

ezz

i

lun

go

l

e s

tr

a-d

e

sogg

e

tt

e

a cadute

di

valanghe

»

e

«

L

'osservaz

ion

e

d

e

ll

a

n

eve

n

e

i

co

nfronti d

e

lla

sce

lt

a

fr

a

i

m

e

t

odi

attuali d

e

l

di

stacco ar

tifici

a

l

e

delle

va

l

anghe

»

.

Tutt

e

l

e

r

e

l

az

ioni

so

n

o state

int

e-ressanti perchè fatte

s

ulla

base

di

una

g

r

a

nd

e espe

ri

enza

in

questo

campo.

L

'

In

g.

Francescatti

h

a

par-lat

o

di

costi

e

l'argom

e

nto

era

scot

-tant

e,

tant'

è

"

e

ro

c

h

e

ha

s

u

sc

it

ato

vari

int

e

r

ve

nti

;

l'In

g

, Ort

o

lani

ha

,

ripr

e

nd

e

ndo un

tema

g

ià tr

attato

anni or

so

no

al

S

es

tri

ere,

messo in

luc

e

gli

ultimi

aspe

tti d

e

lla

teoria

e

d

e

ll

a

prati

ca

n

e

l

se

ttor

e

d

e

ll

a

pre-venzione

e

d

e

lla dif

esa

dall

e

valan-ghe;

il Dr. P

e

drini ha

espos

to

, come

già

dic

e

mmo

,

dati

e

probl

em

i

esa-minati dall' angolo di

visuale

d

e

ll

c

Ammini

s

trazioni Provinciali; il

Geo-m

et

ra Cival

ero,

addetto

macchin

e

d

e

l

Compartim

e

nto A.N.A.S. di Bol

-zano

,

ha fatto una

serie

di

osserva-zioni p

e

rsonali

sul

macchinario

e

l'impi

ego;

il Dr. F

e

liciani

,

C

apo

d

e

ll

'

Isp

e

ttorato Ripartim

e

ntal

e

d

e

ì

-l

e

Forest

e

di Sondrio

,

ha pr

ese

nta-to

,

pur non

avendo

il t

e

mpo di

espo

rl

e,

tr

e

br

ev

i

ma m

e

ditat

e

m

e

-morie

su

l

t

e

ma dell

e

valanghe

e

in

particolar

e

su

ll

a

possibilità

e

oppor-tunità d

e

l

loro distacco

artificiale.

(9)

Le strade

In

PielJJonte

nell'anno 1817

G. PRIMATESTA

I

Il 29

maggio dell

'

anno

1817

ve-niva promulgato

da Vittorio

Ema-nu

e

l

e

, Re

di Sardegna

,

di Cipro

e

di G

e

rusalemme,

Duca di Savoia

e

di G

e

nova

,

Prinoipe

di

Piemonte,

il

R

e

golam

e

nto Generale sulle strade,

i ponti

e

l

e

acque sì e come

,

tale

st

e

sso R

e

golamento, era stato

for-mulato da

una

speciale

Commis-sion

e

.

Accostarsi

e

d

esaminare

il testo

di taL

e

R

e

golam

e

nto

,

su carta

in

-gi

a

llita

p

e

r vetustà

,

edito

dalh

Stamp

e

ria R

e

al

e

di Torino

,

parreb-be, a prima

impression

e

,

una

fa-tic

a

s

e

nza

costrutto

,

arida,

priva di

int

e

r

e

ss

e

.

Inv

e

c

e

così non

è

,

appena

appe-na il

l

e

ttore

abbia gusto

per

cose

un po

'

antiche

ma

ancora

del tutto

fr

e

sch

e

e vive;

traspare una

certa

ing

e

nui

,

che

trae

origine

da quella

st

e

ssa profonda serietà che era

ca-ratteristica

del t

e

mpo.

Il t

e

sto

,

nella sintassi nelle

espres-sioni

e

nell

e

parole traduce uno

sta-to d'animo, un

ordinamento,

una

cura

della

cosa pubblica che

evi-denzia

tutto un

ambiente ed

un

rit-mo di vita

.

Ed

è

forse proprio

sotto

tale

a petto che il

testo ha, tu tt'

oggi,

una

vitalità particolare,

non inaridita

dal

trascorrere degli

anni.

Riaffio-rano

quelle stesse vicende che

il

Piemonte ha

vissuto: cariaggi,

dili-genze

,

commerci,

militar

soldati,

animano e

popolano quelle

strade,

quasi rete pulsante di un fervido

,

operoso e vasto cantiere.

Le

strade erano

distinte in

quat-tro

classi: reali, provinciali

,

comu-nali

e

private.

Erano

strade

reali quelle

che

,

dalla Capitale dello Stato

,

si

diri-gevano all

'

Estero; quelle destinate

al commercio

marittimo

o con

l'E-stero ed,

infine, quelle

che

interes-sa

-

vano

lo Stato rispetto alle

rela-zioni

militari.

Il Regolamento dichiarava

sh'ade

reali le

seguenti:

l)

da Torino

verso

Milano

(per

Vercelli e

Novara)

sino al

Ticino;

2) da Torino

verso

Piacenza

(per

Asti, Alessandria, Tortona

e

Voghera)

sino

alla Stradella;

3) da Torino al ponte

Beauvo!i-sin (per

Susa, Moncenisio,

Lansle-bourg

e

Ciamberì);

4)

da Torino al ponte

sul

Va-ro

(per Cuneo

e

Nizza di Provenza);

5)

da Alessandria a Genova;

6) da Novara

al

Vallese

(per

Arona

e

l'Ossola);

7) da Pinerolo a Fenestrelle.

La larghezza delle

strade

reali

110n

poteva essere

minore di metri

otto

e

mezzo, con fossi laterali

del-la del-larghezza,

al

fondo, di

sessanta

centimetri.

Quando

esse erano

sopraelevate

rispetto

al

piano dei terreni laterali,

dovevano

essere

provviste di

para-carri, mentre in collina

ed

in

mon-tagna

,

dov

e

vano

e

ss

e

r

e

dif

e

s

e

con

parapetti di

muro.

Tutte le

strad

e

r

e

ali

e

rano

a

ca-rico del R

e

gio

Tesoro

ch

e s

oppor-tava

ogni sp

e

sa per

la loro

cons

e

r-vazione: per

i

tratti di transito di

esse

n

e

lle Città

e

nei

Comuni

, i

l

Regio

erario concorr

e

va

,

in

via di

sussidio, alla sp

e

sa

di

manutenzio-ne, mediante il

pagam

e

nto

di

una

annualità corrispond

e

nte ad una

somma eguale al costo

d

e

lla

manu-tenzione dei tronchi

,

di

esse strad

e,

fuori degli abitati.

Quando

si

fossero

r

e

si

necessari

adattamenti

o variazioni

nel

percor-so

delle

strade

reali

,

i propri

e

tari di

terreni

confinanti erano obbligati a

cedere il quantirtativo di terreno

ch

e

si

fosse reso necessario. Una

stima

approssimativa

,

in base

alla

qualità

ed all' annua

rendita del terreno,

così come

in rapporto

al suo valor

e

comune

in

commercio,

dava luogo

ad

un primo

pagamento, al

propri

e

-tario, del

valore

del terreno

ceduto

al

momento della

sua occupazione.

Il pagamento totale

avveniva

so-lamente in base

alla stima

definiti-va,

fatta da periti d'ufficio,

allor,

quando i lavori

fossero stati

ulti-mati

.

Non

erano

consentiti piantamenti

di alberi

e

di siepi, se

non a tre

me-tri dal lembo della

strada, sotto

la

peno di una lira per ogni pianta

e

di

50

centesimi

per tutti i metri

li-neari di siepi

che fossero stati acc

e

(10)

r

Co1le qn

a

li S.

lVI.

approva

il

R

e

golamento p

e

r tntti

i

suoi

Stati di T

e

rra Cerma riguardo alle Strade,

PonLi

ed

Aeque

,

derogando al disposto delli

§§.

12

'C

13,

cap.

4,

tit.

l ,

e d

e

Ili

.

ti

t. 7 c 8, lib. 6

d

e

ll

e

g

e

ne:rali Costituzioni, n

e

lla

pal-tc, che trovansi

in

opposiziooe

col disposto del SOVl'accennalo

Rcgo-lani

c

nto, e ad ogni

e

qualunque altra Leggc,

o

disposizione in contrario.

In data delli 29 maggw

181

7

.

tati

oltre

l

a

misura di rispetto

fis-sa

ta

.

I boschi

e

d i t

e

rr

e

ni imboschiti

(

probabilm

e

nt

e

per

sicurezza

d

e

i

v

i

agg

iatori

e

p

er

ragioni militari)

,

dov

ev

ano distar

e

150 m

e

tri dal

ci-g

lio d

e

ll

a s.trada,

con

l'obbligo

ai

proprietari

di

sradicare

qu

e

lli

che,

a

ll'

atto

della promulgazion

e

del R

e

-go

l

amento Genera

l

e

citato,

ri

sultas-sero ad

una distanza minor

e,

sotto

p

e

na di -lir

e

2 p

e

r

ogni m

e

tro

lin

ea

r

e

di bosco non

sradica-to

sul front

e

s

trada.

Era

vie

t

ato ai

propri

e

tari

confi-nanti di

allestire o

mant

e

n

e

r

e

..

.

« p

e

rgolati »

sopra

l

a strada!

10

I

CRONACHE ECONOMICHE

L

e

ruot

e

dei

carri

dov

eva

no

ave

-r

e

d

e

ll

e

dim

e

nsioni

corrispondenti

al risp

e

ttivo

carico

,

carico che

e

r

a

rapportato al numero di

cava

lli

im-pi

e

gati nell'

eseguire

i trasporti.

Tutti i carri,

carrette,

c

arrettoni

e

carriagg

i

,

tirati da più di un cava

ll

o,

dov

eva

no aver

e

i quarti d

e

ll

e

ruot

e

d

e

ll

a

seguente

lar

ghezza:

-

14

centimeti

qu

e

lli

tirati da

du

e

cavalli

;

-

18

cm.

qu

e

lli

a -tr

e

cavalli;

-

22 cm

.

qu

e

lli

a quattro cavalli;

-

25 cm. quelli a cinque cavalli.

I quarti delle ruote delle vettur

e,

conosciu

t

e

sotto

il nome di

«

dili-genze

»,

do

veva

no

avere

la l

a

r

g

hez-za

di

18

centimetri.

Era

vietato

di far

e

u

so

di

c

h

iod

i

p

e

r i

ce

r

c

hi d

e

ll

e

ru

o

t

e, con

t

es

t

a

ri-sa

li

e

nt

e:

qu

e

lli

c

h

e g

i

à

l

o

fosse

r

o,

do

veva

no

essere app

i

ana

'

ti,

t

anto

c

h

e

il ri

sa

lt

o

d

e

ll

e

t

es

t

e

nOn

fosse

m

agg

ior

e

di un

ce

ntim

e

tro.

Erano

eso

n

e

r

a

ti d

a

ll

' osservanza

d

e

ll

e

norm

e so

pra

statuite:

i

carri

e

d i b

arrocc

i di qu

a

lunqu

e sorta,

d

e

i quali

si

f

acesse

u

so

per

l

a co

l

-ti

vaz

ion

e

d

e

i t

e

rr

e

ni

e

per il

tra-sporto

d

e

i ra

cco

lti; l

e ve

ttur

e

e

le

ca

rrozz

e

privat

e

o

d

a

n

o

l

o;

l

e

car-r

e

tt

e

tirat

e

da un

so

lo

cava

ll

o;

i

ca

rri

e

l

e

vetture

p

e

r

il milit

ar

ser-vizio,

quando fos

sero

di R

eg

i

a

pro-pri

e

tà.

L

e

infrazioni

e

rano

punite

con

mult

e

di lir

e

25 nuo

ve

di Pi

emonte

p

e

r

ca

rri fino

a

tr

e

cava

lli

e

di

lir

e

50 p

e

r i

carri a

quattro

o più

cava

ll

i.

Un

a

m

e

tà d

e

lla multa

spettava

al

d

e

nunziator

e e

l'altra

a

l R

eg

i

o

te-s

oro

,

con il

sequestro

d

e

l

carro fino

a che non fo

sse s

tata pagata l

a

mul-ta

o

pr

es

tata

cauzione

b

e

n

ev

i

sa a

l

Giudic

e.

Il S

e

rvizio di ripar

az

ion

e e

ma-nut

e

nzion

e

d

e

ll

e s

trad

e rea

li

era

assicurato

da un Isp

e

tt

ore

di

Go-verno

e,

alle sue

dip

e

nd

e

nz

e,

da

Uffiziali

Ing

eg

n

e

ri di l

"

e

2

"

cl

asse

.

Lo

stipendio

e

r

a

stabilito

in lir

e

800 all' anno

per

gli

Ing

eg

n

e

ri

di

l

"

class

e e

di L.

600

per quelli di

2"

class

e,

stipendio che

dov

eva

ser-v

ir

e

anche

p

e

r l'ind

e

nni

zzo

di

fitto

di locali

e

spese

di

ca

nc

e

ll

e

ri

a,

m

en-tr

e

l'Azi

e

nda E

co

nomi

ca

d

e

ll

'

Int

er-no provv

e

d

e

va

alla

somministrazio-n

e.

..

d

e

ll

a carta

da

scrivere

e

da

dis

eg

no

.

E

s

istevano d

e

i ri

co

noscim

e

nti

e

conseguenti

pagam

en

ti p

er

tr

as

f

er-t

e,

n

e

lla misura di

centesimi

50

al

miglio p

e

r portar

s

i

su

l

luo

go

d

e

i l

a-vori.

(11)

aitt-tanti

del Genio,

pur

e

alle

dip

en

d

e

n-z

e

degli

U

ffiziali

Ing

eg

n

e

ri

.

S

e

gu

i

vano g

li a

ssistenti,

alle

di-p

endenze degli

Ing

eg

n

eri,

d

egli

Aspiranti

e

degli Aiutanti.

Chi

ud

eva

no

l

a

sc

hi

e

ra

gerarchi-ca, i Capi Cantonieri, a

ll

e

dip

e

nd

en

-ze dei quali

era

un

a s

quadra di

20

can

tonieri.

Il

sa

l

ario ann

u

a

l

e

d

e

l

Capo

sq

u

a-dra

era

di lir

e

450,

mentre quello

d

el

Can

toni

ere era

di

lir

e 36

0.

Il

distintivo del Cantoniere

era

co

stituit

o

dal

cappe

ll

o

: r

o

tond

o e

ganzato

da

un

a so

l

a

parte:

s

u

que-sta

,

era app

li

ca

t

a

una

p

lac

ca

d

'ot-tone

co

n l

e

armi

ghiaia

fissato dall

e

condizioni

di

ap-palto:

ghiaia

di fium

e,

la

migliore,

vag

liata dilig

e

nt

e

m

e

nt

e

p

er

togli

ere

l

a

sabbia,

la t

e

rra

e

d i

sassi

di

gros-sezza

superiore ai

4

centimentri

di

lato.

La

ghiaia

dov

eva esse

r

e

traspor-tata n

e

i pr

i

mi

giorni

di

agosto

e

d

e

ntro

il

30

settembre,

lungo tutto

il

tr

a

tto

di

strada appaltato: andava

disposta in tanti

cumuli, a giusti

in-t

e

r

va

lli l'uno dall'altro

,

di

a

l

t

ezza,

lungh

ezza e

largh

ezza

quali

pre-sc

ritt

e

.

D

a

lla m

e

tà di

ottobre alla

m

e-tà

di

nov

e

mbr

e,

tassativ

a

m

e

nt

e,

la

ghiaia

di

tre cumuli

(og

ni qu

at

-tra

)

alternativamente

,

doveva

esse

-r

e sparsa s

ulla

strada. Neppure

l

e

lungh

e

piogge

pot

evano

f

ar

ritenere

giustificato

il rit

arda

t

o spargi

m

en

t

o

:

anzi,

in tali

cas

i

,

il

cap

itol

a

to impo

-n

eva

un

a

più

so

ll

ec

ita di

s

tribuzion

e

d

e

lla

ghiaia

s

ulla

s

trada. I

c

umuli

di

ghiaia

non di

s

tribuiti

(uno

ogn

i

tr

e)

servivano

a

d

appianare

l

e

car-reggie

e

d

a

co

lmar

e

l

e

buch

e

du-rante !'in

verno; en

tr

o

l

a

fin

e

di

mar-zo,

in

ogni

caso

,

anche tale ghiaia

di

riserva

do

veva esse

r

e

interamen-te

s

p

arsa su

ll

a sede st

r

ada

l

e.

I

contratti

d

'a

pp

a

lto

per la

manu-TIJPOflJl-iJlI

j

IJI(J" l

'lJ~

'

jJf)\

l'R

rr

l'i

j/

,E

di S.M.

ed

il

nu-m

e

ro

d'ordine:

il

cappe

ll

o

ve

ni

va

provvisto

a spese

del Regio

erario.

(12)

tenzione,

erano a

t

o

t

ale

rischio

e

p

e

-ricolo dell'appaltatore:

eg

li

non

po-t

eva

pretendere

a

l

c

un

compenso

p

e

r

g

u

asti

arrecati

dall

e

piogge

,

dall

e

nevi

,

dalle intemperie anche

s

tra

o

r-dinari

e,

o

d

a

a

lt

ri

fortuiti

acciden

t

i,

nessuno

escl

u

so

od

ecce

ttu

a

t

o.

L

'a

nnu

a

lità

pattuita in

d

ena

r

o,

qual

e

compenso

per

l'

appa

ltator

e,

e

ra pagata in due rate

eg

u

a

li

, a

giugno ed a

dicembre.

Ogni

anno

l'Int

e

nd

e

nt

e

d

e

ll

a

P

ro-vincia,

di

concer

to

con

l'Uffi

cia

l

e

In

gegnere

incaricato

d

e

l

se

rvi

zio

p

e

r

que

ll

a s

t

essa

Pro

v

in

c

i

a,

redig

e-va

l

a

progettazione per

i l

avo

ri

da

compiere s

ull

e s

trad

e

reali,

antepo-n

en

d

o

l

e o

p

e

r

e

più necessarie

e

di

maggiore urg

e

nza,

co

n

particolare

riguardo

ai

ponti

(su

i fiumi

e

t

or

-renti)

e

loro dipendenze.

Lo

s

t

ato

della

spesa

prev

e

nti

va

t

a

veniva

trasmesso

,

nei primi

g

i

orni

d

e

l

mese di

agos

to di

og

ni

a

nn

o,

a

ll

'

Intendente generale

d

e

ll

'

Azienda

Economica dell'Interno

.

Se

l

a

pro-ge

tt

azione

proposta

,

e

l

a

r

e

lati

va

spesa, ven

iv

a

approvata,

e

r

a

no

da-t

e,

dall

'

Int

en

d

e

nt

e

generale stesso,

l

e

disposizioni

p

e

r l'app

a

lto d

ei

l

a

-vori, appa

lt

o

da concludersi

e

ntr

o

il m

ese

di

m

arzo.

Gli appa

lti

seguivano

co

l m

ezzo

della pubblica asta. Nel

gio

rno

e

d

ora prefissa

t

a

dall

'

avviso,

e

sempre-c

h

è

v

i

fossero

a

lm

eno

tr

e conco

r-renti,

l'a

s

t

a ve

ni

va

dichiarata

aper-ta

;

dopodich

è

si procedeva alla

l

e

t-tur

a

d

e

i

capitoli generali

e

parziali.

Se

l'importo d

e

i

l

avori

non

s

up

e

ra

va

l

e

L. 10.000

,

l'asta

t

e

n

eva

con

il

metodo

d

e

ll

' es

tinzion

e

delle

cande-l

e

:

s

i

accendevano,

l'una

dopo

l'al-tra

,

tr

e

candele

in

attesa

d

e

lla

for-mulazione orale delle oblazioni

da

parte

d

e

i

co

n

corre

nti

,

oblazioni

di-c

hiar

a

nti il

ribasso proposto sulla

cif

ra di

s

p

esa

preventivata.

T

e

nni-nava

l'

as

t

a

all'istante

in

c

ui

la

can

-d

e

la

, co

n

s

um

a

t

a

intier

·amen

t

e, s

i

es

tin

g

u

eva senza c

h

e

vi

fosse

s

t

a

t

a

alcuna

formula

zione

di

oblazione

durante

tutt

o

il

tempo

n

e

l qual

e

l

a

candela

era

rimast

a

accesa.

Av

eva

allora

luogo l'

agg

iudicazion

e

a

f

a

-vo

r

e

d

e

ll

'

ultimo

e

miglior

offerente.

L

e

oblazioni

d

oveva

n

o essere

for-mulate

co

n un rib

asso

minimo di

di

ec

i in di

ec

i lir

e.

I lavori

non

erano

aggiudicati

quando,

p

e

r tutto

il

t

empo

d

e

l-l'asta,

n

ess

una

ablazione,

od

un

a

so

lam

e

nt

e,

fos

se s

t

a

ta

e

ff

e

ttu

a

t

a:

in

tale

caso

veniva

ind

e

tta una

seco

n-da

as

t

a

.

S

e

l'importo d

e

i lavori

superava

l

e

lire 10.000

,

l'a

s

t

a

veniva

t

en

uta

col

m

e

todo d

e

i

«

partiti segreti

».

In tal

e

caso

i

concorrenti

dov

eva

no

esporre

p

er

i

scri

tt

o

la loro

offerta in

diminuzion

e

d

e

l

prezzo attribuito ai

l

avo

ri della

perizia

di

stima.

L

'o

ff

e

r-ta

era

rimessa,

da

c

i

asc

un

concor-VE.RNICI

T O R I N O

12

I

CRONACHE ECONOMICHE

r

en

t

e,

in

piego

s

i

g

ill

a

t

o, a

ll

'

Autorità

inc

arica

t

a

d

e

ll'

as

t

a.

I

plichi

veniva-n

o

aperti alla presenza di tutti i

con-corren

ti

e

l'aggiudicazione d

e

i

l

a-vo

ri

e

ra

effett

u

a

t

a a

favore d

e

l

con-corrente

c

h

e avesse effett

u

ato il

m

agg

ior rib

asso.

Dopo l'

avvenuta

d

e

lib

e

razion

e,

e

d

e

ntro

15

g

i

orn

i

,

poteva

essere

formulata

,

da

chiunque

n

e

avesse

interess

e,

un

a successiva offerta,

purch

è

portasse

ad

un

ribasso di un

duod

ec

im

o

del pr

ezzo

delib

e

rato.

In

tal

e caso, ven

i

va

indetta una

nuova

asta

c

h

e si

apriva

su

ll

a

bas

e

del

pr

ezzo

risultante dall'

offerta

di

cui

so

pr

a;

se,

dur

ante

l'asta

,

non

e

ran

o

presentate nuove

offe

rt

e

di

r

ib

asso,

i

l

a

vori

ve

niv

ano

definitivam

ente

aggiudicati

al co

n

corrente che

ave-va

f

orm

ul

a

t

o

il

pr

ezzo

di

apertura.

L

'agg

iudicatario prestava

cauzio-ne

(no

t

or

i

amente idonea

e,

come

tal

e, acce

tt

a

t

a

dall'

Autor

it

à)

corri-spo

nd

ente ad

un

quar

t

o

d

e

l

prezzo

di

s

tim

a

dei

l

avor

i

ap

p

a

lt

ati.

Venivano

così

inizi

at

i

i lavori

:

l'app

a

ltator

e

riceveva rate di

paga-mento in rapporto

a

llo

stato

di

ava

n

zamen

t

o

d

e

i l

avo

ri

medesimi

,

m

en

tr

e,

il

pagamento dell'ultim

a

rata

,

rimaneva in

sospeso

fino

al

re-go

l

are co

ll

a

ud

o;

collaudo

positivo,

quando i

l

avori

fossero risultati

per-fettamente

e

«

l

odevo

lm

ente

»

ese-g

u

i

ti.

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(13)

Il

castagno:

{Idi

ifafico

pane

IJJ

Che buon odore

di

«

bruciate

»

si espande

(vincendo persino

la

...

puzza

della benzina)

p

er

tutte

le

vie cittadine

quando

l'autunno

si fa

innanzi! La prima nebbia

ed

il

pri-mo freddo vengono rivelati alla

gente

distratta dai

«

caldarrostari

»

(più

spesso

«

caldarrostare

»

vec-chie

tte)

che sono

i

veri e soli

pa-droni della strada

da novembre

a

febbraio

(e

magari sino a

marzo!).

Essi stanno agli angoli

delle

stra-de stra-del centro o alle

imboccature dei

ponti, seduti sopra

uno

sga>belletto

fra due sacchi

di

castagne

e

un

for-nello: di qua

le

castagne già cotte,

ben coperte;

di là

...

la

provvista

di

castagne crude.

Buone,

le

castagne!

Sì: ma prima

di parlare d

el frutto

,

è

doveroso parlare

d

ell'albero;

que-sto albero antichissimo, così

utile,

che

in

Italia

-

prima dell'ultima

guerra -

occupava grandi

es

tensio-ni boschive fornendo

ben 6 milioni

di quintali

di

frutti,

mentre

ora

il

raccolto

si aggira sul

milione

e

mez-zo,

due ...

Fra

tutti

gli alberi

il

castagno (o

castano) -

che

deve

il

suo

nome

al

I

R.

ZEZZOS

I

luogo di origine:

Castano Magn

esio

,

città

macedone -

è

uno dei più

utili,

e

quindi dei più

elogiati.

Dice infatti Virgilio:

Oh, albe7'o

delle

castagne, che

la

mia Amarilli

amava.

E

-

per

saltare qualche

secolo, onde

non

annoiare con

le

ci-tazioni

-

vediamo

il Pascoli

chia-mare il

castagno:

L'italico

albero

del pane, che

dona le

tmvi alle case,

i

pali alle

vigne,

lo

strame alle

b

e-stie,

il

fuoco al focolaTe e

alle

buone

povere

genti

la pulenda

di

tutti

i

giorni

ed

n

ecci

delle

alleg1'e

se-rate.

Qui però

-

e

dopo

aver

preci-sato,

per coloro

che

non lo

sapes-sero, come

i

«

necci

»

siano

d

elle

stiacciate

di farina di

castagne cotte

fra

due testi roventi

-

ci

permettia-mo, pignoli

come siamo,

di fare una

piccola ammenda

all'e

l

egiaca laude

pascoliana in onore d

el

c2stagno,

dicendo

che

il legno

di ques"o albe

-ro non

è affatto

buono da

ardere.

Detto questo,

vogliamo anche

ri-portare

quanto

scrisse,

in

onore del

frutto

del

castagno,

il

giocoso poeta

aretino

Guadagnali

(1798-1858)

il

quale,

nel suo

«

Addio

a

Borgo

»

(paese

toscano

ricco di

castag

neti)

definì la

castagna:

« ... quel

frutto

che

gusto da per

tutto

tanto

è amabile

e

squisito,

tanto

è

dolce e saporito

»

.

Ed

è

un m

edico

piemontese del

Cinquecento

-

Francesco

Gallina

-

che raccomandava a

tutti di m

an-giare castagne

essendo esse

un cibo

sostanzioso

e

sano in

quanto

Ticche

di

zucchero

e

di

amido (senza

con-tare le

sostanze azotate,

i

grassi,

i

carboidrati: sostanze,

ques

te,

com-plementari,

utilissime

all' or g an

i-smo).

Si può dire

che

tutta l'Italia

ab-bia i

suoi castagni;

ma

soprattutto

la Calabria,

la Toscana

e

il

Piemon-te;

il quale Piemonte

essendo

ricco

anche

di

vino (che

bene

si

accom-pagna

con

le

castagne)

ha un distico

quanto mai

espressivo, che

precisa

anche

il tempo in

cui

il

vino è più

buono

e

le

castagne ...

idem.

«

Per San Martino

castagne e vino »

Poichè

abbiamo

nominato

il

no-stro

Piemonte, restiamoci un

poco;

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