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Comune di Treviglio Consiglio Comunale del 3 febbraio 2011 Apertura di seduta Presidente

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 3 febbraio 2011 Apertura di seduta

Presidente

Bene, buona sera, riprendiamo i lavori del Consiglio con l’appello.

Segretario Generale Punto n. 1)

APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER L’ACCESSO AI CONTRIBUTI ECONOMICI INDIVIDUALI -

Presidente

Il primo argomento all’ordine del giorno, prima di riprendere il discorso sul Bilancio, è l’approvazione del Regolamento per l’accesso ai contributi economici individuali. Con una precisazione, l’Assessore ai Servizi Sociali illustrerà l’argomento relativo al tema: Il Quoziente familiare Parma, che è legato a questo tema.

Assessore Lingiardi

Grazie Presidente. È un’informativa da parte della Giunta. Alfine di valutare la fattibilità tecnica ed economica dell’introduzione di modalità innovative nel sistema tariffario locale, simile allo strumento Quoziente Parma, in attuazione della mozione del Consigliere Mangano, Quoziente familiare, adottata dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 4 del 17.2.1010, è stato costituito un gruppo di lavoro, così come appunto si diceva nella mozione e si chiedeva nella mozione, un gruppo di lavoro composto dagli uffici: Servizi Sociali, Pubblica Istruzione, Nidi d’infanzia, i sindacati locali, C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L., l’Osservatorio Sociale, il Forum del terzo settore, la Caritas e l’Ufficio di piano, Azienda Risorse Sociali Gera d’Adda. Questo gruppo ha lavorato nel corso dell’anno 2010 approfondendo innanzitutto la conoscenza dello strumento proposto, simulando la sua introduzione in alcuni servizi locali ed enucleando le potenzialità e le criticità dell’eventuale introduzione.

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L’indicatore della situazione economica equivalente, il cosiddetto I.S.E.E., così come definito a livello nazionale prevede specifici coefficienti familiari cui rapportare i redditi in relazione al nucleo familiare. Il Quoziente Parma si fonda invece su un ricalcolo dell’I.S.E.E. nazionale effettuate sulla base su alcuni correttivi, precisamente la scala di equivalenza è differenziata mediante l’introduzione di coefficienti maggiorati nelle condizioni di famiglie con più di tre figli e in base all’età dei figli, presenza di disabili, e in base alla percentuale di invalidità degli stessi e condizione lavorativa differenziata tra pensionati, casalinghe e lavoratori.

Parma ha applicato questo quoziente familiare ai nidi di infanzia in via sperimentale, con l’intenzione di estenderlo successivamente anche agli altri servizi comunali. Per poter valutare quindi l’applicazione del Quoziente Parma anche su Treviglio è stata opportuna una simulazione dell’applicazione del quoziente ai servizi comunali trevigliesi. Per quanto riguarda il Servizio Sociale del Comune di Treviglio, occorre evidenziare che i servizi da esso erogati, che prevedono una partecipazione al costo da parte dell’utenza sulla base di fasce reddito I.S.E.E., sono rivolti principalmente alla popolazione anziana, quindi casa di riposo, assistenza domiciliare, pasti a domicilio, telesoccorso e via discorrendo. Si tratta pertanto di servizi in cui la famiglia non presenta generalmente la presenza di minori e di conseguenza in tale contesto lo strumento Quoziente Parma appare poco significativo relativamente al correttivo relativo al numero dei componenti del nucleo familiare.

L’oggetto di attenzione dei Servizi Sociali in relazione ai servizi che comportano una partecipazione al costo da parte dell’utenza, è composto in prevalenza da persone anziane, dove paradossalmente vige la necessità contraria, ovvero togliere dal cumulo reddituale i redditi prodotti dai figli maggiorenni ancora conviventi, che ai fini I.S.E.E. vengono invece sommati. Proprio…

Presidente

Scusate, è una cosa.. per favore…

Assessore Lingiardi

Scusate, è vero che è una comunicazione, però serve anche per capire poi il punto prossimo all’ordine del giorno. Proprio per questo lo strumento I.S.E.E., così come definito dalla normativa nazionale, consente tale riduzione attraverso l’estrazione del nucleo ristretto,

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composto dai soli coniugi anziani. Tale possibilità è contemplata e applicata a Treviglio nell’ambito dell’erogazione dei servizi agli anziani.

In ragione delle considerazioni sopra esposte non appare opportuno, in quanto non significativo, data la differenza di target, l’esercizio simulativo del Quoziente Parma quindi sui servizi per gli anziani. Si è invece simulata l’applicazione del quoziente ai nidi, utilizzando la totalità degli utenti fruitori del servizio e richiedenti le agevolazioni I.S.E.E. I dati evidenziano come l’applicazione del Quoziente Parma consenta la riduzione della retta per le famiglie con almeno due figli e al contrario un lieve incremento della spesa per le famiglie con un solo figlio, indipendentemente dal reddito del nucleo familiare. La simulazione effettuata consente di evidenziare un aumento del costo del servizio dell’Amministrazione Comunale pari a 10.000 Euro per anno scolastico.

L’intervento in questione comporterebbe pertanto un investimento di risorse pubbliche a favore del medesimo target che fruisce dei nidi di infanzia anziché, come potrebbe essere auspicabile, destinare le risorse per l’attivazione di ulteriori servizi per i minori. La stessa simulazione è stata fatta per lo scuolabus e la mensa scolastica. Si evidenzia come l’applicazione del Quoziente Parma comporti un aumento di tariffa per le famiglie con un solo figlio, indipendentemente dal reddito. Il dato più interessante che emerge dalla simulazione effettuata sui servizi scuolabus e mensa scolastica è rappresentato dalla maggiore agevolazione prevista del sistema tariffario locale per i servizi in questione, rispetto all’applicazione del Quoziente Parma; cioè di famiglie residenti a Treviglio per la mensa scolastica dal terzo figlio in poi, qualora a seguito dell’applicazione dell’I.S.E.E. sarà applicata la fascia immediatamente inferiore a quella di appartenenza, per i bambini residenti a Treviglio con disabilità certificata si applica la fascia immediatamente inferiore a quella di appartenenza. Eventuali esenzioni poi vengono fatte dall’Ufficio Servizi Sociali.

Le stesse agevolazioni sono estese allo scuolabus, cioè c’è una riduzione, parlo naturalmente della tariffa di Treviglio, c’è una riduzione del 20% per il secondo figlio, una riduzione del 40% per il terzo figlio e il servizio di trasporto gratuito per il quarto figlio. Per coloro che chiedono una sola corsa giornaliera, è applicata la riduzione del 40% e via discorrendo. Il sistema tariffario vigente quindi nel Settore Pubblica Istruzione relativamente ai servi scuolabus e mensa scolastica, evidenziano pertanto una particolare attenzione e sensibilità alle famiglie numerose e in questo caso maggiore rispetto al Quoziente Parma.

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Comunque sulla base della simulazione ciò comporterebbe, per quanto riguarda lo scuolabus, circa 4.600 Euro all’anno in più di spesa, mentre per la mensa scolastica 39.000 in più di spesa. Il Quoziente Parma è stato poi ideato con l’ausilio dell’Università di Parma e si fonda su uno studio preliminare del contesto socioeconomico del luogo. All’interno del quoziente c’è una formula matematica che evidenzia un certo fattore K che permette in qualche modo di calcolare la tariffa ad personam, non a fasce ma ogni persona ha la propria tariffa.

Come evidenziato nelle simulazioni riportate, l’introduzione di eventuali correttivi sull’I.S.E.E. comporta il modificarsi delle entrate dell’Ente e quindi necessariamente si impone la valutazione della sostenibilità economica nel nuovo sistema sul Bilancio comunale, in modo particolare nell’ambito dei servizi alla prima infanzia. La complessità inoltre del ricalcolo presente nel Quoziente Parma evidenzia le difficoltà di comunicabilità dello strumento al cittadino medio e ancora più al cittadino in condizione di disagio che si rivolge ai Servizi Sociali, utilizzando questo quoziente non è immediatamente comprensibile per il cittadino quale è il costo, perché bisogna andare a vedere l’I.S.E.E., fare il ricalcolo e appunto su questo poi determinare la tariffa specifica.

Con la riforma del Titolo V° della Costituzione, av venuta nel 2001, la materia I.S.E.E. è collocata tra le materie all’interno della cosiddetta legislazione concorrente, per le quali lo Stato indica i principi generali e le Regione dispongono di norme attuative. In assenza di disposizioni regionali in materia, è possibile per gli enti locali regolamentare in autonomia la materia, però stiamo aspettando che la Regione Lombardia identifichi una modalità di interpretazione del quoziente familiare che dovrà essere applicato su tutti i Comuni. In mancanza di questa legislazione ogni Comune entra nel merito.

Però cosa succede? L’ambito Treviglio – Caravaggio con i 18 Comuni sta studiando anche qui un cosiddetto I.S.E.E. d’ambito; sarebbe interessante applicare questo I.S.E.E. d’ambito proprio in funzione del fatto che altrimenti a Treviglio ci sarebbe una tariffa particolare per il servizio dei nidi rispetto alla tariffa ad esempio di Caravaggio o di altri Comuni. Quindi anche l’opportunità di rilanciare al limite questo strumento all’interno dell’ambito, è un aspetto particolare da tenere in considerazione.

C’è il discorso che ho detto prima della tariffa curvilineare, quindi il fatto che ad ogni utente si calcola una tariffa specifica, quindi con un rischio anche di confusione per dire io devo pagare nel nido 152,3 Euro al mese rispetto all’altro che ne paga 156… cioè anche un po’ il discorso di interpretazione rispetto a questa modalità di applicazione dell’I.S.E.E.

Inoltre il Comune di Treviglio non ha attivo al proprio interno un ufficio

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I.S.E.E., ma si avvale della collaborazione dei CAAF locali, C.G.I.L., C.I.S.L., U.I.L. e ACLI; in questo caso il Quoziente Parma comporterebbe la non automatica elaborazione da parte dei CAAF attualmente operativi sul nostro territorio. Cioè bisognerebbe dire ai CAAF di elaborare un nuovo sistema informativo per il calcolo specifico su Treviglio, quindi Treviglio risulterebbe fuori un po’ dalla normativa nazionale.

Comunque per tutti questi motivi non si è ritenuto di adottare il Quoziente Parma per il Bilancio del 2011. Tuttavia, senza incidere sullo strumento I.S.E.E., con le conseguenze che ne derivano in termini di ricalcolo, sia per il cittadino che per l’Amministrazione Comunale, come sopra abbiamo indicato, si ritiene particolari agevolazioni per le famiglie numerose possono essere previste semplicemente introducendo uno sconto in misura percentuale differenziata sulla tariffa del servizio in questione, per il secondo e terzo e quarto figlio. D’altronde abbiamo visto prima che comunque per la mensa e per il trasporto già questo è vantaggioso rispetto al Quoziente Parma. Si potrebbe parlarne ad esempio a livello di nidi, oppure applicato ad esempio alla mensa o al trasporto scolastico, aumentando le fasce che per ora sono 4 o 5 solamente.

A nostro avviso questi semplici correttivi, estesi ed ampliati nei diversi settori di intervento della Pubblica Amministrazione, così come è dimostrato nel settore Pubblica Istruzione, sono facilmente applicabili oltre che immediatamente comprensibili e non necessariamente meno equi, nel rispetto delle finalità generali perseguiti da strumenti come il Quoziente Parma, senza comportare la rivisitazione di uno strumento nazionale quale è l’I.S.E.E., in attesa poi della normativa regionale che dovrà allineare tutti i Comuni della Regione Lombardia. Io ho finito e spero di essere stato abbastanza chiaro o comunque in sintesi abbiamo già degli strumenti molto vantaggiosi rispetto alle famiglie numerose e anche ai disabili, come avete visto prima, e quindi basterebbe rivederli proprio in funzione un po’ di migliorare magari l’opportunità a livello, alle fasce reddituali e magari incentivare qualche vantaggio per le famiglie più numerose.

Io finisco qui, mi sembrava doveroso portarlo in Consiglio Comunale anche perché c’era stata la mozione del Consigliere Mangano, che ringrazio perché ci ha sollecitato, ci ha permesso anche di valutare proprio un impatto rispetto all’applicazione che facciamo a livello appunto di Servizi Sociali e di scuola; ringrazio anche il gruppo di lavoro che ha lavorato per parecchio, c’è stato un gruppo di lavoro interno che ha sviluppato tutto un percorso appunto di simulazioni e il gruppo di

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bene il numero, ma che ha veramente lavorato e ha steso un documento che è: io posso lasciare a chi vuole, magari lo metteremo sul sito appena possibile, in modo da poterlo valutare, il documento e la relazione, ci sono anche gli allegati con tutte le simulazioni che abbiamo fatto rispetto ai nostri servizi. Grazie.

Presidente

Allora procediamo con il punto all’ordine del giorno, approvazione del Regolamento… La parola al Consigliere Mangano.

Consigliere Mangano

Grazie Presidente. Volevo, mi sembra doveroso da parte mia ringraziare sia l’Assessore che la struttura per la serietà con cui hanno dato seguito alla mozione, perché a volte le mozioni si fanno ma non sempre c’è un seguito. Siccome a mio avviso aveva una valenza sociale di una certa importanza, la mozione voleva soltanto valutare se era possibile applicare quel Quoziente Parma. Ci sono state delle criticità, il problema è stato approfondito, mi pare che il lavoro continui per dare ulteriori risposte se non in quella maniera, in quel modo, nell’ambito dei Comuni dove Treviglio è capofila, quindi la ringrazio per l’attenzione che ha avuto e per il lavoro che è stato svolto. Grazie.

Presidente

Allora, Regolamento per l’accesso ai contributi economici individuali.

Relaziona l’Assessore ai Servizi Sociali.

Assessore Lingiardi

Grazie Presidente. Io farò solo un cappello introduttivo, poi chiedo alla dottoressa Monica Falchetti, la responsabile dei Servizi Sociali, di parlare poi del Regolamento e di spiegarne poi i vari punti. La necessità di un Regolamento comunale in questa materia, quella dei contributi economici individuali, è attualmente realizzata già mediante il Regolamento comunale per l’accesso ai contributi economici e approvata con delibera del Consiglio Comunale n. 54 dell’11 ottobre del

’95 e mediante il Regolamento per la determinazione delle rette di ricovero in strutture residenziali di tipo assistenziali per anziani e disabili approvato con delibera del Consiglio Comunale 95 dell’11.12.2002.

La stesura del nuovo Regolamento per l’accesso ai contributi economici individuali si è resa opportuna innanzitutto in considerazione della

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presenza di un Regolamento in materia ormai datato; pertanto la disciplina dettata dal Regolamento in vigore appare superata e non più idonea a regolamentare una realtà sociale che negli ultimi anni è necessariamente evoluta e modificata. Impellente inoltre la necessità di uniformare la disciplina alle disposizioni normative che negli anni hanno modificato le modalità di accertamento della situazione economica dei richiedenti, in quanto il Regolamento in materia di contributi economici individuali attualmente in vigore non contempla la disciplina I.S.E.E.

L’art. 25 della legge 328 del 2000 dispone che l’accertamento della condizione economica del richiedente è effettuato secondo le disposizioni previste dal D.L. 109 del 31 marzo del 1998, modificato dal D.L. 130 del 3.5.2000 ovvero utilizzando l’indicatore della situazione economica equivalente, I.S.E.E. e ribadito anche dalla normativa regionale, L.R. 3 del 12.3.2008. Gli enti erogatori ai quali compete la determinazione dei requisiti per fruire di ciascuna prestazione, possono prevedere, ai sensi dell’art. 59, comma 52 della legge 27 del 1997, accanto agli indicatori della situazione socioeconomico equivalente, modalità integrative di valutazione. Da qui l’articolazione del nuovo Regolamento, volta a contemplare livelli di valutazione prettamente economici, con ulteriori criteri idonei a valutare la situazione sociale, familiare e relazionale. È questo un po’ il punto che vorrei ribadire, cioè il passaggio da soli criteri economici a anche criteri di valutazione e di percorso d’aiuto per l’utente in carico.

Inoltre, con la riorganizzazione del Servizio Sociale avvenuta nel 2008, i contributi economici sono stati fatti afferire all’interno di ogni area di intervento, anziani, adulti, minori e disabili, e in base alla categoria del soggetto cui sono rivolti, anziché appesantire ed esautorare l’area adulti con una differente impostazione di fondo: il contributo economico quale strumento dell’assistente sociale all’interno del percorso di aiuto con l’utente in carico. Quindi è questa un po’ la filosofia che porta a modificare il Regolamento per i contributi individuali. Quindi aumentarne la capacità anche con il percorso d’aiuto con l’utente in carico, anche attraverso altre metodologie, che potrebbe essere quello dell’aiuto dato da altri servizi, non necessariamente si devono dare dei soldi, bisogna anche affrontare il percorso con altre metodologie, altri servizi e magari integrare questi rispetto al contributo.

Ciò ha necessariamente comportato l’utilizzo dello strumento con interpretazione e sfumature differenti, semplicemente in considerazione dell’utilizzo non più accentrato ad un unico operatore, bensì a tutti gli assistenti sociali del servizio. Quindi la filosofia, non so se è stata compresa, quella di agganciare al mero esborso monetario anche un

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falchetti se vuole spiegare nelle linee più generali, ne abbiamo già parlato anche in terza Commissione, il Regolamento per poi iniziare il dibattito. Grazie.

Presidente Grazie.

Dott.ssa Falchetti – Resp. Servizi Sociali

Buona sera a tutti, ringrazio l’Assessore per l’introduzione e partirei proprio da lì, dagli spunti che lui ha dato per approfondirli e declinarli dal punto di vista più operativo per poi invece presentare il Regolamento nella sua articolazione. Il Regolamento per l’accesso ai contributi economici individuali che vi viene sottoposto questa sera all’approvazione integra e completa, modifica, quindi va a sostituire, come diceva l’Assessore, il Regolamento per l’accesso ai contributi economici individuali approvato dal Consiglio Comunale nel ’95, nonché il Regolamento per la determinazione della contribuzione alle rette di ricovero in strutture assistenziali per anziani e per disabili, approvato invece nel 2002 e quindi la prima ragione è senz'altro questa, soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai contributi economici, si tratta di uno strumento ormai datato, a fronte di una realtà sociale che negli anni si è modificata, ma non solo, lo stesso diritto all’assistenza sociale si è ridefinito attorno a principi differenti che partono dalla mobilitazione della persona, dall’attiva partecipazione nei percorsi d’aiuto volti al cambiamento della propria situazione e su questo poi ci tornerò dopo perché appunto è l’elemento centrale e l’altro aspetto che era ormai impellente, uniformare la disciplina alle disposizioni normative e in particolare alla disciplina I.S.E.E. che è intervenuta dal ’98 e quindi il Regolamento del ‘95 non la contemplava, seppur nella prassi a corollario della documentazione veniva utilizzato l’I.S.E.E., ma comunque non era previsto nelle disposizioni del Regolamento e quindi non poteva essere criterio preciso di valutazione.

Quindi queste le principali motivazioni. La disciplina relativa all’I.S.E.E.

tuttavia, come anticipava l’Assessore, prevede che a fianco alla valutazione basata sull’indicatore della situazione economica, possano essere integrate ulteriori valutazioni, Consiglio ulteriori criteri, criteri atti a valutare la situazione sociale, la situazione familiare, la situazione relazionale. Ed è questo appunto il valore aggiunto di questo Regolamento rispetto alla regolamentazione che lo precede e che è attualmente in vigore. Cioè questo consente di spostare il livello dell’intervento da uno strumento di integrazione del reddito mero e proprio a uno strumento dell’assistente sociale, del lavoro sociale

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all’interno di un percorso di aiuto con l’utente in carico, all’interno del progetto di vita che si vuole analizzare e costruire insieme alla persona.

Devo dire che questo diventa doveroso per garantire l’efficacia dell’intervento a fronte dell’aumento della domanda e della riduzione delle risorse, cioè per fare in modo che effettivamente queste risorse vengano destinate nelle situazioni dove c’è una mobilitazione, una partecipazione e quindi ne migliorano l’efficacia. Ma non solo, vorrei riuscire a spiegarvi che l’intervento non vuole essere soltanto integrativo del reddito, non vuole solo tamponare gli effetti di una situazione di bisogno, ma riuscire ad andare ad analizzarne le cause con la partecipazione dell’utente, per poter cercare di affrontare queste situazioni di difficoltà. Sicuramente l’obiettivo è ambizioso, ma necessariamente deve essere posto, altrimenti non ha senso il lavoro professionale che viene posto nei confronti del cittadino; cioè là dove il cittadino si rivolge al servizio e evidenzia una situazione di disagio, insieme si cerca di capirne le motivazioni o le circostanze che l’hanno determinata e quali sono le azioni che possono contribuire a modificarla. Allora il contributo economico diventa uno strumento all’interno di questo percorso, che però capite è un percorso più ampio e viene ricollocato proprio in questa logica.

Tutto questo trova fondamento nella pratica stessa del Servizio Sociale, trova fondamento, necessità e dovere, l’abbiamo visto, nella limitazione delle risorse, ma nasce poi anche dalla prassi, nel senso che nasce dall’analisi di quella che è stata l’esperienza. La disciplina che viene presentata questa sera è frutto di un anno di lavoro da parte del Servizio Sociale, che si è interrogato attorno all’uso di questo strumento, che ha cercato di capire per quali motivazioni lo strumento vigente non era più adeguato, in quali aspetti doveva essere superato e, come è indicato nella relazione, ha costituito un po’ l’officina per il suo superamento, cioè insieme dalla prassi, dai casi concreti si è cercato di declinare quelle regole che consentono di meglio rispondere alle situazioni di disagio, alle situazioni di precarietà, di emarginazione.

Deve essere precisata una cosa, questo Regolamento disciplina gli interventi che trovano poi stanziamento nei diversi capitoli di Bilancio, interventi diretti dell’Ente, tuttavia a fianco di questi interventi vi sono innumerevoli altri interventi economici che vengono gestiti dal Servizio Sociale e finanziati o su finanziamenti ad hoc o su leggi specifiche, per cui senz'altro questi altri interventi non rientrano in questa regolamentazione, ma tuttavia sono stati tenuti in considerazione in una logica, una disciplina armoniosa che sappia valutare quando gli strumenti devono affiancarsi, quando invece devono alternarsi e quindi

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dal Regolamento in questione, quale il fondo crisi, il fondo di solidarietà e di emergenza che abbiamo istituito con una convenzione con la Fondazione della Cassa Rurale, che ci permette di affrontare le situazioni di immediata emergenza, il contributo di solidarietà ex lege 27/2009 che consente di intervenire a sostegno dei canoni d’affitto ERP e il fondo sostegno affitti che consente invece di calmierare le situazioni di affitto oneroso nel mercato privato. Questi interventi non sono disciplinati da questo Regolamento perché hanno delle discipline ad hoc, ma comunque vanno elencati se non altro perché insieme agli interventi più specifici del Servizi Sociali completano insomma la gamma di possibilità e di intervento a fronte delle situazioni di bisogno.

Addentrandomi nel Regolamento, invece, deve essere detto che è sicuramente importante richiamare i principi generali che sono quelli di contrastare la povertà e l’emarginazione sociale, il contributo economico come strumento, l’abbiamo già ripetuto, professionale orientato ad attività di prevenzione, protezione, integrazione, attivazione del cittadino, il contributo economico come intervento di carattere temporaneo e residuale, rispetto ad altri interventi. E questo è proprio nella logica di un servizio che prende in carico la persona e che propone un progetto, un percorso di aiuto e di accompagnamento più ampio.

I campi di intervento che trovate elencati sono elencati soltanto a titolo indicativo, per fare comprendere quale è il campo d’azione, ma l’elenco non può certamente ritenersi esaustivo perché poi le situazioni sono le più diverse e disparate, comunque i campi di intervento riguardano certamente la protezione e la tutela dei minori e della maternità, l’assistenza e la tutela agli anziani, agli invalidi, ai disabili, gli affidi ---- e psichici, la tutela del diritto al lavoro, la tutela del diritto alla casa, alla salute, il reinserimento sociale dei soggetti svantaggiati, la prevenzione e il recupero delle dipendenze, il diritto allo studio e alla qualificazione professionale, la protezione e tutela delle persone maltrattate, il sostegno alla domiciliarità e la prevenzione dell’istituzionalizzazione soprattutto per le persone anziane. Quindi veramente i campi di intervento sono ampi e diversificati.

Il valore aggiunto di questo Regolamento viene un po’ enucleato nell’art. 4 che segue, là dove identifica delle condizioni che i beneficiari devono avere in modo cumulativo, nel senso che è necessario, per beneficiare di questi interventi, essere residenti a Treviglio, trovarsi in una situazione di stato di bisogno accertato dal Servizio Sociale, avere un reddito I.S.E.E. al di sotto delle soglie che poi annualmente vengono aggiornate dalla Giunta, e che abbiano condiviso e sottoscritto con il Servizio Sociale un progetto assistenziale individualizzato. Queste

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condizioni sono cumulative, nel senso che non è sufficiente essere al di sotto di una determinata soglia di reddito per avere il diritto all’assistenza e al mantenimento, comunque non è soltanto questo, cioè accanto a questo il richiedente… viene chiesto al cittadino di mettersi in gioco, di affrontare la propria situazione, di analizzarla e di capire come in qualche modo si possa contribuire a migliorarla se non a risolverla.

Quindi nella logica di quanto si diceva prima.

Queste condizioni allora sono lo stato di bisogno ente locale stato di bisogno è un po’ il titolo che consente l’accesso all’intervento, è definito dalla L.R. 1/86 e comprende la sussistenza di almeno uno di questi elementi che sono l’insufficienza del reddito familiare, l’incapacità totale o parziale di un soggetto a provvedere autonomamente a sé stesso, l’esposizione a rischio di emarginazione o la sottoposizione a provvedimenti dell’autorità giudiziaria che impongono degli interventi socioassistenziali. Il Servizio Sociale deve innanzitutto accertare questo stato di bisogno attraverso un’analisi partecipata dell’utente, attraverso la possibilità di coinvolgere e attivare le sue risorse personali e familiari.

Il tutto attraverso la correttezza metodologica e nel rispetto della privacy sicuramente.

Quindi viene successivamente accertato il reddito, facendo riferimento alla disciplina I.S.E.E. su cui non mi soffermo…

Presidente

Ecco dottoressa, se è possibile arrivare alla sintesi del Regolamento proprio…

Dott.ssa Falchetti

… e il punto centrale è il progetto, il progetto che deve prevedere gli obiettivi, i tempi, le risorse, le modalità di verifica e che viene sottoscritto in una sorta di contratto sociale tra le parti. Elementi significativi sono anche le cause di esclusione che evidenziano appunto la valutazione complessiva anche del tenore di vita della persona dell’adesione al progetto. Mi soffermo velocemente sulle tipologie di contributo, sono tutte tipologie di contributo a sportello, diciamo a domanda e risposta, ve ne è una invece che viene organizzata a bando ed è il fondo sociale per le utenze domestiche, e in questo caso lo strumento è previsto in modo alternativo rispetto agli altri interventi, perché appunto è un intervento che viene previsto più nelle situazioni croniche e nelle situazioni per compensare soprattutto le spese inerenti le utenze domestiche.

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Cerco di essere più sintetica, passo quindi all’altro aspetto che viene contemplato dal Regolamento, che è la disciplina della modalità di contribuzione alle rette di ricovero. Per quanto riguarda questo aspetto si è deciso di disciplinarlo all’interno del medesimo Regolamento perché si tratta di un istituto che evidenza una estrema difficoltà di disciplina autonoma, a fronte della presenza di un doppio binario di azione non facilmente riconducibile a sintesi, a causa altresì dei vuoti normativi esistenti in materia; cioè precisamente assistiamo da una parte alla presenza di una disciplina civilistica in materia di tenuta agli alimenti che può essere esercitata solo dal diretto interessato, che spesso è persona incapace e magari non tutelata dagli istituti giuridici previsti o che semplicemente spesso è in una posizione in cui non vuole agire nei confronti dei propri congiunti, dei propri familiari affinché questi intervengano nel pagare la retta di ricovero. E comunque l’Ente si trova in difficoltà perché l’istanza può essere solo di parte, solo del diretto interessato e non possiamo intervenire direttamente nei confronti dei tenuti agli alimenti.

Dall’altra parte però c’è una disciplina pubblicistica relativa agli oneri e alle competenze degli enti pubblici in materia, che si scontra con le disponibilità di Bilancio limitate. Questo comporta delle contraddizioni, l’impossibilità ad esempio, utilizzando l’I.S.E.E., di valorizzare il reddito che viene percepito dai ricoverati non assoggettabile ai fini IRPEF, quindi mi riferisco all’indennità di accompagnamento, alle pensioni di invalidità, che in teoria non potremmo considerare perché non rientrano nell’I.S.E.E. e poi come dicevo prima l’impossibilità di ricorrere direttamente ai tenuti agli alimenti. Per cui per tutte queste ragioni la questione è stata ribaltata all’interno del Regolamento ed è stata posta ponendoci nella fattispecie di un’istanza di parte, cioè dell’interessato o dei suoi familiari che si rivolgono all’Ente chiedendo un contributo economico a sostegno della retta di ricovero. E di fatto questo viene anche fatto perché conferma la prassi e conferma la situazione prevalente, cioè nella maggior parte dei casi i cittadini trevigliesi contribuiscono alle rette di ricovero dei propri congiunti e si rivolgono al Servizio Sociale in situazioni in cui magari evidenziano, pur contribuendovi, evidenziano una difficoltà nel contribuire e quindi chiedono all’Ente di compartecipare. E quindi è stato posto proprio su istanza di parte come concessione di un contributo per integrare la retta, che poi viene erogato direttamente all’istituto di ricovero.

E a questo proposito l’art. 16 del Regolamento va a dettagliare tutte le modalità con cui avviene questo, quindi in questo caso il titolo giuridico e la residenza, la residenza prima del ricovero nel Comune di Treviglio.

L’unica valutazione che possiamo porre in campo, qualora l’intervento non sia disposto dal Servizio Sociale comunale, è la valutazione sulla

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necessità sulla propria testa dell’intervento e quindi l’impossibilità o inopportunità di interventi alternativi al ricovero, questo anche la normativa lo prevede, o la non accettazione di tali interventi e poi, fatto questo, c’è invece una competenza, un dovere di intervento nella compartecipazione. Il Regolamento prevede che al ricoverato venga lasciata una quota per le spese personali e che l’Amministrazione Comunale intervenga a concorrenza delle disponibilità del ricoverato.

Sono cause di esclusione il patrimonio mobiliare dentro gli importi definiti dagli allegati, la proprietà dei beni immobili, la donazione o la cessione nei tre anni precedenti, e la sussistenza dei familiari tenuti agli alimenti. In questo caso viene valutata la capacità di questi familiari nel contribuire a questa retta di ricovero. È logico che in questo caso le sogli I.S.E.E. sono differenti, non si parla delle soglie di minimo vitale, delle soglie che poi decretano l’indigenza di una persona, ma si parla di soglie I.S.E.E. che valutano la capacità di una famiglia di fare fronte, oltre alla proprie esigenze, anche a una spesa ulteriore, che è quella della retta di ricovero per un proprio congiunto. Quindi negli allegati sono poi dettagliate tutte queste soglie d’accesso iniziali.

Mi fermo qui, la documentazione è in vostro possesso, io ho accelerato il più che potevo, l’argomento è vasto e…

Presidente

Sì, sì, l’argomento è vasto, è chiaro, però il documento era anche nelle mani dei Consiglieri. Grazie comunque per l’illustrazione.

Considerazioni allora su questo Regolamento che viene a sostituire le vecchie disposizioni adeguandole ai nuovi strumenti per la valutazione appunto della situazione di bisogno e al nuovo sistema di intervento, non solamente economico, sulle situazioni di bisogno; qualche particolare considerazione richiesta?

Alzare la mano, chi chiede la parola alza la mano. Consigliere Guzzetti.

Consigliere Guzzetti

Volevo prima di tutto, non ho fatto a tempo prima, ma anche io volevo ringraziare per il lavoro sul Quoziente Parma tutti i Servizi Sociali, ma in particolare tutto il gruppo di lavoro che abbiamo avuto modo di verificare in Terza Commissione, un ottimo lavoro a detta un po’ di tutti i componenti della Terza Commissione, ma anche il documento è disponibile e tutti possono verificare perché ci sembra un lavoro utile, prezioso e che continuerà a essere da riferimento per eventuali aggiornamenti, per considerazioni future.

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Mentre per quanto riguarda l’approvazione del Regolamento per l’accesso ai contributi economici individuali, anche qui dal nostro punto di vista, parlo come Consigliere della Città Invisibile, lo riteniamo anche questo un ottimo lavoro, non solo perché era un po’ doveroso considerando i riferimenti datati del precedente Regolamento, però ci sembra che la filosofia di fondo, quella di… a parte il fatto che faccio una parentesi, un lavoro di un anno che i Servizi Sociali su questo ci sembra anche un lavoro prezioso, utile su un Regolamento che è importante, ma voglio sottolineare quello che è stato detto, in parte accennato dall’Assessore, ma anche dalla Dirigente dei Servizi Sociali, che è importante quello di partire dal valutare lo stato di bisogno del cittadino con un’analisi partecipata e poi non solo attivare il contributo economico, ma appunto attivare il progetto che assieme con il cittadino e la famiglia definisce degli obiettivi come ricordato e presuppone quindi una partecipazione diretta. Ci sembra a nostro avviso una considerazione importante e un punto di vista importante per questo Regolamento. Pertanto lo condividiamo appieno, anticipo anche la votazione a favore di questo Regolamento, grazie.

Presidente

Grazie. Allora il Consigliere Reduzzi.

Consigliere Reduzzi

Allora, innanzitutto mi dichiaro d’accordo con quanto ha appena affermato il Consigliere Guzzetti sull’impostazione data a questo Regolamento; volevo fare altre considerazioni, la prima è questa: che questo Regolamento è uno degli strumenti che l’Amministrazione Comunale si dà e aggiornando quello precedente; l’altro strumento sono ovviamente gli stanziamenti a Bilancio su cui ha relazionato ieri sera l’Assessore Lingiardi, sono le due gambe su cui cammina l’intervento in questo settore. Sia per quanto riguarda gli stanziamenti, sia per quanto riguarda questo Regolamento, mi sembra che risulti evidente la volontà di questa Amministrazione di realizzare una città solidale in cui nessuno sia lasciato solo, in cui nei limiti delle risorse si dia una risposta a bisogni che stanno sempre più allargandosi e io ritengo che la strettoia che qualsiasi Amministrazione di qualsiasi colore sia si troverà davanti d’ora in avanti è quella da un lato dell’aumento dei bisogni derivanti dalle nuove povertà, non solo quelle vecchie, ma quelle nuove che riguardano i lavoratori poveri, che riguardano i precari, i cassaintegrati ecc., ma anche i ceti medi impoveriti, ma anche gli anziani, dato l’aumento dell’età media, e quindi il panorama che abbiamo davanti è un panorama secondo me che richiederà sempre di più interventi di questo tipo, sempre più risorse; dall’altro lato invece, come abbiamo

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visto ieri sera, c’è un taglio delle risorse, dei contributi statali che impedisce di fare fronte a tutti questi bisogni.

Io da un lato chiederei all’Assessore appunto una inchiesta sulle nuove povertà per avere il quadro in cui ci troviamo ad operare, e dall’altro lato un aggiornamento dei dati sull’occupazione a Treviglio, che faccia seguito a quel Consiglio Comunale aperto che abbiamo effettuato l’anno scorso, perché io sono convinto che la crisi non è affatto finita, che il peggio sta ancora venendo in termini di disoccupazione, precarietà, ecc. ecc., e quindi di fronte da un lato alla crisi occupazionale e dall’altro lato al problema delle nuove povertà, diventa più chiara l’esigenza appunto di una posizione netta, forte su questa questione, che dovrà diventare la priorità di questa Amministrazione come di altre Amministrazioni.

Cambio cassetta

… che so sensibile a queste problematiche come ha sempre dimostrato.

Grazie.

Presidente

Bene, altri interventi? Il Consigliere Merisi.

Consigliere Merisi

Grazie Presidente. Due minuti solamente mi conceda, anche se le domande sono dieci. Allora, nei limiti delle risorse, sottolineo anch’io quello che ha detto il Consigliere Reduzzi, nei limiti delle risorse, che si spera, l’anno prossimo, è pur sempre una speranza, possano aumentare per il bene di tutti, evidentemente. Ma al di là del commento generale, le dieci domandine tecniche. Il parere di regolarità tecnica, mi sembra di capire che non è più necessario il parere del Segretario e quindi il parere di regolarità tecnica è del dirigente, che ha steso, giustamente, il Regolamento.

Ma andiamo nei dettagli, il Regolamento al punto 2.2, se gentilmente mi segue dottoressa, in modo che le risposte siano altrettanto veloci come le mie domande, al punto 2.2 lei parla, il Regolamento mi scusi, parla di attività di prevenzione, volevo capire quali sono le attività di prevenzione. Se magari, eh, lo so, Presidente, facciamo… oppure faccio le dieci domandine?

(intervento fuori microfono)

Benissimo, okay. All’art. 5.2, esigenze minime vitali, una curiosità di tipo tecnico, se c’è un parametro, mi passi il termine bruttissimo, matematico, che definisce quali sono le esigenze minime vitali, lei mi

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cosa, al punto 5.2.a. Al punto 5.2.d, sottoposizione di un soggetto a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria che impongano o rendano necessari interventi socio-assistenziali, anche questa è una curiosità, volevo sapere, se gentilmente mi può fare un paio di esempi, giusto per aiutarmi a capire meglio. Poi, all’art. 12, tipologia contributi, a parte che c’è un errore di battitura lì, perché non è 13.1, ma è 12.1, i farmaci di fascia C, che poi vengono richiamati al punto 13.2.3, farmaci di fascia C, non mutuabili, oltre che non sostituibili, può essere che la mia domanda sia fuori luogo, magari mi potrebbe rispondere la Consigliera Siliprandi, due esempi di nome commerciale di questi farmaci, ripeto, sempre per capire.

All’art. 13.2.4, contributo economico a ex detenuti e familiari di detenuti, volevo chiedere se sotto questo tipo d’intervento ci sta anche un altro tipo d’intervento, immagino di sì, una cooperazione con le cooperative, non mi viene un altro termine, non so, per dire carceri e comunità, o così, indipendentemente dal fatto tecnico. Poi, all’art. 16, l’anziano disabile che si trovi ricoverato in istituto residenziale, allora, qui viene citato istituto residenziale, ma in qualsiasi istituto residenziale?

Probabilmente no, perché al 16.5.2 si parla di struttura residenziale, quindi non di istituto e per me la differenza è sostanziale, in possesso dell’autorizzazione regionale. Tanto per non fare nomi, ma diciamo solo il paese, a Fara d’Adda c’è un istituto residenziale, come lo chiamate voi, ma secondo me è sbagliato istituto residenziale e a Treviglio c’è una struttura residenziale, che hanno due, due cose diverse, mi pare di capire che questo sia rivolto solo a chi viene, a chi è ospite, scusate, a Treviglio e non a Fara. L’inappropriatezza del ricovero chi è che la decide? C’è un… sempre per capire, eh, c’è una, come dire, una griglia, per poter dire che il ricovero è inappropriato? Perché dal mio punto di vista l’inappropriatezza del ricovero vuol dire tutt’altro e quindi vuol dire che lì non si può stare, ma viene bloccato subito, tra virgolette, attraverso la valutazione di tipo medico e di tipo, del sosio …?...

eccetera.

Al punto 16.11 c’è un errore di battitura, l’intervanto e invece è l’intervento, ma questo, va be’, non è sostanziale. Poi, da un punto di vista, così, consentitemi, ma bonariamente, dal punto di vista estetico, non lo so, chiamiamolo come vogliamo, l’art. 17, magari invece di disposizioni di chiusura, norma finale, che è più simpatico, più carino, più bello insomma, questo è quello che penso io, poi qualcun altro più ferrato di me in materia magari può dire la sua. Ne approfitto, chiedo scusa, per dare il benvenuto al dott. Colombo, di cui conosciamo e di cui abbiamo apprezzato, di cui conosciamo l’esperienza, di cui abbiamo apprezzato l’operatività, la disponibilità e ovviamente le capacità

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professionali. Grazie ancora, dott. Colombo, di aver accettato questo incarico. Grazie.

Presidente Bene.

Dott.ssa Falchetti ? Rispondo io?

Presidente

Grazie, sì, se può rispondere.

Dott.ssa Falchetti

La risposta è necessariamente sintetica, perché sono dettagli che richiederebbero approfondimenti, cercherò di… Allora, art. 2.2, strumento professionale in una logica di prevenzione, la prevenzione significa anche prevenire l’aggravamento di una situazione, prevenire il deterioramento; in questa accezione l’abbiamo posto in questo significato, perché logicamente l’intervento avviene in una situazione di bisogno, per cui il bisogno c’è, non è che lo possiamo in qualche modo prevenire, però la prevenzione, in senso pieno, prevenire uno sfratto esecutivo, prevenire il distacco della corrente elettrica…

(intervento fuori microfono)

… prevenire che quella situazione possa poi degenerare al punto tale da comportare tutta una serie di altre conseguenze. Quindi sicuramente in questa accezione, che è sicuramente sintetica e indicativa, il termine di prevenzione è usato con questa accezione.

Poi diceva, stato di bisogno, esigenza di minimo vitale, allora, premesso che qui è citata testualmente la L.R. 1 dell’86, che è la legge che ha definito che cos’è lo stato di bisogno e che è il riferimento normativo tuttora vigente in materia e come dicevo nella presentazione lo stato di bisogno è il titolo che dà accesso all’intervento, le definizioni che lei trova sono definizioni normative, è riportata testualmente la legge, quindi veramente non penso di dover dare spiegazioni. Comunque sia, il minimo vitale poi è declinato negli allegati, la tab. B) indica gli importi di minimo vitale, che sono poi rapportati in base alla composizione familiare, sulla base di una scala parametrale che è definita all’interno della disciplina I.S.E.E. E il minimo vitale serve per erogare quell’intervento di integrazione al reddito, cioè proprio matematicamente

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della famiglia e il reddito di minimo vitale, la differenza tra questi due importi costituisce l’importo del contributo all’interno di quella categoria di contributi definita come integrazione al minimo vitale, che è un ambito marginale limitato. E questo è, nel senso che non riesco a ulteriormente approfondire qui.

Sottoposizione di un soggetto a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, che impongono o rendono necessari interventi socio-assistenziali, anche queste sono delle specifiche situazioni previste dalla normativa, l’affidamento ai servizi sociali, l’affidamento all’Uepe, sono servizi particolari che poi comportano automaticamente degli interventi. Per cui stiamo poi in contatto con i servizi specialistici e coordiniamo insieme degli interventi che prevedono anche degli interventi economici, in situazioni appunto in cui la persona è sottoposta a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

Poi citava…

(intervento fuori microfono)

… prima dei farmaci in fascia C mi sembra ci fosse un’altra domanda, la tipologia dei contributi…

(intervento fuori microfono)

… no, era solo il numero, ecco. Allora, farmaci in fascia C, allora questo va detto che l’Amministrazione di Treviglio è sempre intervenuta in questa materia, pur essendo una materia, diciamo, non di diretta competenza dell’Ente locale, trattandosi di materia sanitaria, ma c’è sempre stata una particolare attenzione, per cui quando c’è stata la ridefinizione delle tipologie dei farmacia, la fascia A, la fascia B e la fascia C, si è intervenuti con questo strumento, che poi negli anni si è mantenuto.

Questo strumento permette di intervenire per consentire ai cittadini di acquistare quei farmaci che si trovano in fascia C e quindi non sono mutuabili, ma che al tempo stesso non sono sostituibili con analoghi farmaci in fascia A o in fascia B. E abbiamo previsto all’interno del Regolamento anche delle fasce differenziate rispetto all’importo massimo erogabile, nel senso che abbiamo previsto che qualora tra gli interventi di cui un cittadino fruisca vi sia anche quello per i farmaci, l’importo massimo annuale erogabile è innalzato, cioè è facoltà della Giunta prevedere delle soglie più alte, proprio in riconoscimento di un bisogno che diventa vitale, nel momento in cui si tratta della tutela della salute e che può coesistere con altri bisogni, che sono invece più di ordine socio-assistenziali.

Il contributo economico ex detenuti e familiari di detenuti, diciamo che qui sono elencati, ma perché trovano dei precisi, degli specifici riferimenti nei capitoli di Bilancio e quindi tutti gli interventi che vengono

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fatti nei confronti di persone che si trovano in questa situazione vengono poi imputati a questo apposito capitolo di Bilancio e quindi è veramente una enucleazione di quelle che sono le possibilità d’intervento. Dopo di che, dentro ciascuno possiamo andare a dire quali sono le collaborazioni, che sono molteplici e quindi sicuramente quando si parla di detenuti ci sono collaborazioni con chi si occupa di questa fascia di utenza.

Che altro? Rispetto alle strutture residenziali autorizzate, l’art. 16.5.2, allora, senz’altro lei ha citato la struttura di Fara, la richiesta di un’integrazione alla retta per un cittadino ricoverato in quella struttura porrebbe comunque dei problemi e la necessità di una valutazione, non ci è mai capitato, perché quella struttura non è accreditata; so, almeno, non lo era fino a poco tempo fa, ma non solo non è accreditata, forse non è autorizzata al funzionamento, utilizzando le vecchie definizioni.

Quindi sicuramente noi dobbiamo riferirci a strutture, istituti, nel Regolamento vengono usati in modo, come sinonimi, che siano regolari, che abbiano tutte le carte in regola, non possiamo rapportarci a degli istituti che non sono autorizzati al funzionamento e quindi non hanno tutti i requisiti per poter operare nel settore.

Rispetto all’appropriatezza del ricovero, alla valutazione dell’appropriatezza, dell’opportunità, questo viene previsto, viene indicato solo come l’unica possibilità di valutazione all’interno della normativa regionale, nel senso che, insieme ad un’altra indicazione, che riguarda il fatto di essere preventivamente informati del ricovero.

Diciamo che questo non avviene nella… non è un problema che ci si evidenzia nella maggior parte dei casi, perché i ricoveri di cui stiamo parlando nella stragrande maggioranza dei casi sono realizzati dal servizio sociale stesso per i propri cittadini, però possono avvenire delle situazioni per cui il familiare, autonomamente, o attraverso l’ausilio di altri servizi specialistici o di altre strutture, provveda a ricoverare il proprio congiunto in un istituto e allora qui la normativa prevede che l’intervento del Comune, seppur obbligato nei confronti del proprio residente, venga posto in essere nel momento in cui si è stati preventivamente informati di questo ricovero e l’unica possibilità di valutazione che viene posta dalla normativa regionale è quella della valutazione dell’opportunità di quel ricovero, dell’appropriatezza e del fatto che nella logica del ridurre, evitare al minimo l’istituzionalizzazione, mettere in campo prima di tutto tutti i servizi domiciliari atti a evitare l’istituzionalizzazione, quindi in questa logica.

Non so se… mi sembra di aver risposto a tutte le sue…

Presidente

(20)

Bene, grazie. La parola allora al Consigliere Merisi.

Consigliere Merisi

D’accordo che io ho il dono di non farmi capire, però mi sembrava di essere stato sufficientemente chiaro, non mi sono spiegato bene.

Ringrazio la dottoressa che mi ricorda che ci sono leggi regionali, eccetera, che magari mi sono dimenticato, può essere, però quando chiedo, esigenze minime vitali, se c’è un parametro, traduco meglio, i 600 Euro di cui all’allegato, viene fissato dalla Regione? Viene fissato dal Comune? Che poi dopo si vada a scalare il resto, per carità, l’avevo capito.

Poi, a proposito dei farmaci in fascia C, magari mi risponderà la Consigliera Siliprandi, perché io ho chiesto due esempi, di nome commerciale e su questo credo di essere stato sufficientemente chiaro…

(intervento fuori microfono)

… probabilmente. Poi, in possesso dell’autorizzazione regionale o dell’accreditamento, su questo credo di essere stato abbastanza chiaro, la risposta l’ho avuta, quindi si parla solo ed esclusivamente di strutture accreditate dalla Regione Lombardia, fintanto quando ci saranno, fintanto quanto si spera l’accreditamento ricominci.

Per quanto l’inappropriatezza del ricovero, io chiedevo solamente…

(intervento fuori microfono)

… chiedevo solamente se c’è, traduco ancora, e mi scusi, ma se c’è una Commissione che dice che il ricovero è inappropriato. Allora, chi c’è in questa Commissione, mi sembra evidente, il ricovero mi sembra di capire, da quello che lei mi ha spiegato, che non era proprio nella logica delle mie richieste, che l’inappropriatezza del riferisce fondamentalmente a un discorso economico, più che…

(intervento fuori microfono)

… l’ha spiegato lei adesso, quindi, allora, o mi dice chi c’è dentro nella struttura, nella Commissione…

(intervento fuori microfono)

… poi, l’ultima domanda, di chiusura, avevo chiesto se si può correggere in norma finale, non mi ha risposto, ma non fa niente.

Dott.ssa Falchetti

Sì, senz’altro.

Presidente

(21)

Necessita una precisazione da parte della dottoressa, concludendo poi, insomma…

Dott.ssa Falchetti

Certo. Parto dall’ultimo, l’ho sorvolato perché lo davo per scontato, disposizione o norma, senz’altro…

(interventi in sottofondo)

… allora…

(interventi in sottofondo)

… sì, certo, certo. Allora, per quanto riguarda le soglie di minimo vitale.

Allora, la soglia attualmente vigente per il 2010 è di 591,97; questa soglia si discosta da quello che è il minimo Inps, che recentemente è appena uscito per l’anno 2011, è di 467,43. Allora, nella costruzione della soglia I.S.E.E., che è un po' l’innovazione di questo Regolamento, avremmo dovuto partire dalla soglia di minimo Inps, dalla pensione minima Inps, che è di 467, moltiplicarla per 12 mensilità, come viene indicato nel Regolamento e su questa cosa abbiamo molto riflettuto, come servizio e anche poi dibattuto in Terza Commissione consiliare, l’abbiamo approfondito. Perché l’attuale Regolamento in realtà, già oggi, non si basa su questa soglia minima Inps, ma gode di una maggiorazione che negli anni è intervenuta e che poi si è mantenuta, per cui 467 oggi sono 591.

Nel momento in cui siamo andati a creare una soglia I.S.E.E., era necessario uniformare la soglia I.S.E.E. annuale con il minimo vitale e abbiamo fatto questo allineamento al rialzo, nel senso, abbiamo mantenuto i valori vigenti, che sono più alti delle soglie minime Inps e sulla base quindi di queste abbiamo poi calcolato la soglia I.S.E.E. Non solo, rispetto al valore dell’anno 2010 abbiamo applicato una rivalutazione dell’1,9%, pari all’inflazione programmata Istat, il valore a dicembre, addivenendo quindi all’importo di 600 Euro mensili, che moltiplicato per le 12 mensilità da un importo di 7.200 annui…

Consigliere Merisi

… quindi è una scelta nostra, è una scelta del servizio…

Dott.ssa Falchetti

… certo…

Consigliere Merisi

(22)

… benissimo, era solo quello che chiedevo, è una scelta del servizio che approvo…

Dott.ssa Falchetti

… certo, è una scelta che sicuramente pone l’Amministrazione di Treviglio in una situazione più attenta ai bisogni, rispetto a quanto è dovuto, perché comunque dai 467 noi interveniamo invece con 600 Euro, quindi capite che è migliorativa per i cittadini.

Ecco, io non mi sono addentrata prima in queste spiegazioni perché comunque i tempi erano ristretti.

Presidente

Va bene, bene, grazie. La Consigliera Siliprandi.

Consigliera Siliprandi

Grazie Presidente. Io ringrazio il Consigliere Merisi, perché devo dire che disattentamente non mi sono resa conto che il discorso del contributo ai farmaci in fascia C è assolutamente datato e non può più essere attuale. Perché quando il Regolamento è stato stilato, credo nel

’95, c’era la normativa del Sistema Sanitario Nazionale e un Regolamento totalmente diverso, nel senso che la rimborsabilità era legata al reddito, ed era legata anche all’anzianità. Adesso non è più così, cioè tutti pagano i due Euro di ticket, a meno che non abbiano una patologia cronica, legata al reddito.

Allora cosa succede, che molti anziani, molti cittadini che hanno davvero dei problemi economici, non riescono, a volte, a curarsi coi farmaci salvavita, perché non riescono a pagare il ticket, quindi anziché mettere i farmaci in fascia C, si può anche metterli per carità, però è assolutamente importante anteporre il contributo al ticket, perché ci sono dei cittadini che davvero pagano molto di ticket in un mese e non ce la fanno, a volte non si curano. Quindi non esiste più il farmaco in fascia B, esiste ancora certamente il farmaco in fascia A, però ripeto, il ticket è sempre comunque pesante per tutti quei farmaci che non sono legati a una patologia cronica.

Quindi io farei un emendamento, se lo accettate, dove metterei, contributo per il ticket, ed eventualmente i farmaci in fascia C, perché come giustamente chiede il Consigliere Merisi, quali sono? Faccio un esempio banale, il Tavor, l’Aspirina, ma per assurdo può essere anche Somatolina anticellulite, che è un farmaco, quindi va davvero, come dire, ci dev’essere un qualcuno che controlla che cosa…

(23)

(intervento fuori microfono)

… okay. Grazie.

(interventi fuori microfono) Presidente

Una precisazione vuol fare la dottoressa.

Dott.ssa Falchetti

Okay. Allora, il contributo economico per il ticket è insito, è già contemplato nel momento in cui il Regolamento interviene per garantire il diritto alla salute, nel senso che lo sforzo di questo Regolamento era quello di non andare a perdersi in mille rivoli e in mille fattispecie, perché veramente sono tante. Il cittadino che è in difficoltà nel pagare il ticket e si rivolge al servizio sociale, gli viene erogato il contributo senza che ci sia la voce specifica per il ticket, nel senso che già lo facciamo, già lo facciamo.

Il prevedere il contributo economico in fascia, per i farmaci in fascia C, l’abbiamo mantenuto rispetto al precedente Regolamento…

(intervento fuori microfono) Presidente

No, lascia finire, poi eventualmente…

(interventi in sottofondo) Dott.ssa Falchetti

… dicevo che le motivazioni che stanno alla base di un’erogazione di un contributo economico si valutano e si esauriscono all’interno della relazione professionale con l’assistente sociale e verranno poi, come avete visto declinate nel progetto, che è motivato e quindi il cittadino in difficoltà nel pagare il ticket potrà avere accesso a questo strumento, tant’è che tra i campi d’intervento c’è la tutela del diritto alla salute.

E il contributo invece per l’erogazione dei farmaci in fascia C è una cosa ulteriore prevista, che abbiamo ereditato dal precedente Regolamento, non abbiamo voluto, anche se a fatica, ma non abbiamo voluto eliminarla perché ci sono cittadini che beneficiano di questo intervento e che continuamente lo richiedono. L’intervento viene specificatamente valutato anche con la collaborazione del medico curante dell’interessato, il quale ci rilascia una dichiarazione e specifica qual è quell’intervento che necessita di questo supporto.

(24)

A mio avviso, insomma, queste esigenze sono tenute in considerazione dal servizio e abbiamo numerosi casi in cui rispondiamo in questo senso…

(intervento fuori microfono)

… senza la necessità di uno strumento ad hoc per questo.

(intervento fuori microfono) Presidente

Senza fare però una chiacchierata…

Consigliera Siliprandi

… (intervento fuori microfono)… il diritto alla salute…

Consigliere ?

… microfono…

Consigliera Siliprandi

… quindi compreso il pagamento ticket…

Dott.ssa Falchetti

… (intervento fuori microfono)… certo…

Presidente Va bene.

Dott.ssa Falchetti Va bene.

Presidente

L’Assessore voleva chiarire.

Assessore Lingiardi

Sì, accogliamo anche i suggerimenti chiaramente di Merisi, nella forma e anche quest’ultima proposta di emendamento, quindi la facciamo nostra come servizio…

(intervento fuori microfono)

(25)

… la collochiamo nella, era l’articolo, nel diritto alla salute o all’articolo dei farmaci in fascia C?

Dott.ssa Falchetti

L’art. 3…

(interventi in sottofondo) Assessore Lingiardi

… quindi in che articolo?

(intervento fuori microfono)

Allora, nell’articolo? Consigliera Siliprandi, se ci dice bene dove inserirlo, così…

(intervento fuori microfono)

… okay. Così il Segretario può…

Dott.ssa Falchetti

… 13.2.3…

Assessore Lingiardi

… 13.2.3, che è il contributo economico dei farmaci in fascia C…

(interventi fuori microfono)

… okay.

Presidente

Va bene. Possiamo? Inserito? Abbiamo provveduto all’inserimento?

Consigliera Siliprandi

Scusate, posso? Si può mettere, alcuni farmaci di fascia C, sennò si arriva all’assurdo del Somatoline anticellulite, cioè alcuni, non tutti.

Grazie.

(interventi fuori microfono) Presidente

Va bene.

(interventi fuori microfono)

Va bene. Cerchiamo di, ecco, concludere. Allora, accolte queste proposte, ci sono dichiarazioni di voto?

(26)

Segretario Generale

Allora, all’art. 13, comma 2.3, all’art. 13.2.3, è concesso a sostegno delle spese mediche sostenute per il ticket ed eventualmente per taluni farmaci della fascia C. E poi, nella norma finale, al posto di appellare l’ultimo art. 17, disposizione di chiusura, norma finale…

Consigliere ?

… (intervento fuori microfono)… io non metterei taluni… quali sono questi farmaci…

Segretario Generale

… come da certificazione medica…

(interventi fuori microfono) Consigliere ?

… (intervento fuori microfono)… come certificazione medica, non taluni…

Segretario Generale

… sì, giusto.

(interventi fuori microfono) Dott.ssa Falchetti

… è prevista…

(interventi fuori microfono) Presidente

Il Sindaco vuole intervenire. La parola al Sindaco.

Sindaco

Per ringraziare sentitamente la dott.ssa Falchetti e tutta la sua struttura e anche l'Assessore Lingiardi, questi emendamenti sono proprio piccolissime cose, abbastanza formali, anche perché il ticket era già compreso, quindi l’apprezzamento è totale e per cortesia lo porti anche alle sue colleghe e ai suoi colleghi amministrativi. Grazie.

(27)

Presidente

Bene. Dichiarazione di voto? Bene, possiamo metterlo in votazione.

Votazione palese, per alzata di mano. Chi approva questo Regolamento alza la mano. Bene, all’unanimità. Chi vota contro? Chi si astiene?

Nessuno. Bene, all’unanimità.

Immediata esecutività. Chi è d’accordo per l’immediata esecutività alza la mano. All’unanimità. Chi è contrario? Chi si astiene? Nessuno. Bene.

Allora passiamo all’argomento successivo.

(28)

Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 3 febbraio 2011 Punto n. 2)

APPROVAZIONE BILANCIO DI PREVISIONE 2011 E TRIENNALE 2011-2013 – RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA E RELATIVI ALLEGATI -

Presidente

Ringraziando per la presenza il dott. Colombo, che aveva già anticipato il Consigliere Merisi, ma comunque affrontando l’argomento conclusivo del Bilancio, ringraziamo il dott. Colombo, che ieri è stato eletto Presidente del Collegio dei Revisori e che quindi è presente a questo momento di conclusione del dibattito.

Allora, riprendiamo il dibattito sul Bilancio, tenendo presente che ieri sono stati fatti i chiarimenti e spiegazioni, ora facciamo gli interventi di tipo politico-programmatico. Vi ricordo, ricordo ai Consiglieri i tempi, i Consiglieri hanno diritto a dieci minuti, il Capogruppo ha diritto a 20 minuti, le repliche i tempi sono dimezzati, cinque e dieci e le dichiarazioni di voto fatte dai Capigruppo, o loro delegati, dieci minuti di tempo, tanto per avere chiara la situazione.

In partenza c’era una precisazione del dirigente, il dott. Cervadoro…

Consigliera Siliprandi

Poi io devo presentare una pregiudiziale.

Presidente Dott. Cervadoro.

Dott. Cervadoro

Buona sera. Volevo solo precisare che vi è stata appena distribuita, stiamo finendo di fare le fotocopie, la perizia elaborata dal consulente incaricato, il prof. Darias, per la valutazione dei rami farmaceutici di Ygea; abbiamo preferito a questo punto fare direttamente la fotocopia della perizia giurata, la versione chiaramente depositata in Tribunale e mi scuso se non siamo riusciti ad approntarla prima, ma comunque vi viene consegnata adesso, per darvi la possibilità di esaminarla e di approfondirla. Grazie.

(29)

Presidente

Bene grazie. C’è qualche… bene, nessuna considerazione. Allora, la Consigliera Siliprandi ha chiesto la parola.

Consigliera Siliprandi

Sì, Presidente, grazie. Be’, io volevo presentare una pregiudiziale, in quanto non ci sono i tempi tecnici, non rispettano ovviamente il Regolamento, Regolamento di contabilità, anche nostro, trevigliese, in quanto il Bilancio di previsione è stato depositato il 26 e quindi non prevede i 20 giorni dal deposito, giorni che sono assolutamente indispensabili ai Consiglieri anche per presentare emendamenti. Quindi la mia richiesta è di rimandare questa discussione al 15 febbraio, così come prevede la legge. Se volete, ecco, questo è, io poi la pregiudiziale l’ho scritta, appare molto chiara, sono chiari sia i tempi, se volete la leggo…

(interventi in sottofondo) Presidente

Prego.

Consigliera Siliprandi

Allora, premesso che la Giunta Comunale ha approvato in data 17-1- 2011 lo schema di Bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013, che il Collegio dei Revisori ha rilasciato il parere, eccetera, il Bilancio di previsione è stato depositato agli atti in data, prima 20-1 e poi il 26 gennaio. Considerato che è stato convocato il Consiglio Comunale in data 3 febbraio per la presentazione del Bilancio di previsione, è stato convocato il giorno successivo, il 4, per l’approvazione del Bilancio.

Tutto ciò premesso si rileva che ai Consiglieri Comunali non è stato concesso congruo termine per l’esame del Bilancio, che comunque non può essere inferiore ai 20 giorni per l’esame degli atti complessivi e relativi, così come previsto dall’art. 174 del Codice degli Enti locali, approvato dal D.Lgs. 18 luglio 2000, n. 267.

Si rileva anche che il mancato deposito degli atti entro i termini di legge previsti non ha consentito ai Consiglieri il tempo necessario utile per esaminare la documentazione prodotta in modo sbrigativo dall’Ente, pregiudicando la possibilità di presentare emendamenti agli schemi di Bilancio e si rileva anche che l’iter di approvazione del Bilancio di

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