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Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze. 1961, Anno 20, n.4, dicembre

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DICEMBRE 1961 Pubblicazione trimestrale Anno XX - N. 4 Spedizione in abbonamento poetale Gruppo IV

RIVISTA DI DIRITTO FINANZIARIO

E S C I E N Z A D E L L E F I N A N Z E

Fondata da BENVENUTO GRIZIOTTI

(e RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO FINANZIARIO)

D I R E Z I O N E :

t L U I G I E I N A U D I ACH ILLE D. GI ANNI NI D E L L ’ U N I V E R S I T À DI T O R I N O D E L L ’ U N I V E R S I T À D I B A R I

GIAN ANTONIO MICHELI S A L V A T O R E S C O C A D E L L ’ U N I V E R S I T À DI F I R E N Z E AVVOCATO GENERALE DELLO STATO

S E R G I O S T E V E

MI L A N O * C A S A E D I T R I C E DOT T . A. G I U F F R È - 1961 d e l l’ u n iv e r s it à d e g l i s t u d i

DI MILANO

(2)

Pubblicazione sotto gli auspici della Camera di Commercio di Pavia

La Redazione è a Pavia, Istituto di Finanza presso l’Università e la

Camera di Commercio, Strada Nuova G5. Ad essa debbono essere inviati bozze corrette, cambi, libri per recensione in duplice copia. Redattore, dott. Franco Vo l p i.

Parte I • Redattore Capo: prof. Francesco Forte

i manoscritti vanno mandati all’Università di Torino - Laboratorio di Economia, Sezione di Finanza, Facoltà di Giurisprudenza, via Carlo Alberto 10.

Parte II - Redattore Capo: prof. Alberto Ro m a n o

i manoscritti vanno mandati a Firenze, viale Matteotti, 21.

L’ abbonamento decorre dal 1° gennaio di ogni anno e dà diritto a tutti i numeri dell’annata, compresi quelli già pubblicati.

Il pagamento può effettuarsi direttamente all’editore, anche con versamento sul conto corrente postale 3/17986, indicando a tergo del modulo, in modo leggi­ bile, nome, cognome e indirizzo dell’ abbonato; oppure presso i suoi agenti a ciò autorizzati. Il rinnovo dell’abbonamento deve essere effettuato entro il 15 marzo di ogni anno. Trascorso tale termine l ’amministrazione provvede diret­ tamente all’incasso nella maniera più conveniente, addebitando le spese relative. Le richieste di cambiamento di indirizzo devono essere accompagnate dal­ l’importo di L. 70 in francobolli.

I fascicoli non pervenuti all’abbonato devono essere reclamati entro 10 giorni dal ricevimento del fascicolo successivo. Decorso tale termine, non si spediscono che contro rimessa dell’importo.

Gli abbonamenti che non saranno disdetti entro il 10 dicembre di ciascun anno si intenderanno tacitamente rinnovati per l ’anno successivo. L ’abbonamento però non può essere disdetto se l’abbonato non è al corrente con i pagamenti.

Per ogni effetto l ’abbonato elegge domicilio presso l ’amministrazione della rivista.

ABBONAMENTI CUMULATIVI: Gli abbonati alla Rivista di Diritto Finan­ ziario e Scienza delle Finanze, in regola con il pagamento, hanno diritto ad una riduzione del 10 % sugli abbonamenti alla Rivista dei Dottori Commercia­ listi ed a II Diritto fallimentare e delle società commerciali, edite dalla Casa Dott. A. Giuffrè.

Ai collaboratori saranno inviati gratuitamente 50 estratti dei loro saggi. Copie supplementari eventualmente richieste all’atto del licenziamento delle bozze verranno fornite a prezzo di costo. La maggiore spesa per le correzioni straordinarie è a carico dell’ autore.

(3)

INDICE-SOMMARIO

P A R T E P R I M A

Pag. Luigi Einaudi (1814-1961)...405 Aldo Scotto - Collettività■ locali e costruzione dell’unità europea. Profili

ec o n o m lc o -fin a n z ia r i... 406

Lu i g i Pastello - La pena pecuniaria nel diritto tributario (c o n t in u a z io n e ) 447 Fil i p p o Gazzerro - L’inversione della prova nel processo tributario . . 482

APPUNTI E RASSEGNE

Francesco Yale n zia n o - In tema di vendita con riserva di usufrutto tra

parenti entro il 3° g r a d o ...495 Renato Ricc i - Rassegna legislativa in materia finanziaria . . . . 498

RECENSIONI

P. Sargant Florence - L'industria e lo Stato (S . O assese)...523

N. Norr, F. Duffy, H. Sterner - Taxation in Sweder (F. Reviglio) . . 530

RASSEGNA DI PU RE LI C AZIONI R E C E N T I...533

E R R A T A -C O R R I G E ...536

P A R T E S E C O N D A

NOTE A SENTENZE

Antonio Brancaccio - Inassoggettabilità dello Stato e degli enti ad esso

parificati all’ imposta di ricchezza m o b ile...265

Ciso Gittt - Trasformazione di società e imponibilità dell’ avviamento . . 283

Armando Giorgetti - Applicabilità dell’articolo 78, nn. 6 e 9 del Trattato

di pace a cittadini italiani considerati come nemici durante l’ultimo conflitto ... 295

AngeloDu s- Appunti sui soggetti passivi dell’imposta di registro. . . 303 Costantino de Bono - La successione del coniuge superstite e il diritto di

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SENTENZE E DECISIONI ANNOTATE

Esenzioni tributarie - Necessità di espressa previsione legislativa . Imposta di R.M. - Esclusione di esenzione per lo S ta to ... Imposta di K.M. - Istituto Postelegrafonici - Parificazione allo Stato -

Esclusione di esenzione (Comm. prov. Roma, 17 novembre 1958) (con

nota di A. Brancaccio) ...

R.M. - Trasformazione di società a r.l. in società in accomandita sem­ plice - Non costituisce cessione di azienda - Avviamento - Non esiste

(Comm. Centi-., 19 gennaio 1960, n. 23620)... K.M. - Costituzione di una società a r.l. da parte di soci già riuniti in

una preesistente società di fatto - Implica trasferimento dell’azienda - Tassabilità del prezzo di avviamento (Comm. Centr., 19 febbraio 1960

n. 25110) ...

R.M. - Premio di avviamento - Trasformazione società a r.l. in società in nome collettivo (Comm. Centi-., 23 novembre 1960, n. 34217) (con

nota di C. Git t i) ...

Imposta straordinaria progressiva sul patrimonio - Esenzione in favore di cittadini italiani di razza ebraica, trattati come nemici durante l ’ultimo conflitto - Applicabilità nei loro confronti dell’art. 78, nn. 6 e 9 del trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 (Comm’, prov.

Arezzo 17 maggio 1961) (con nota di A. Gio rg etti) .

Registro - Atto soggetto a registrazione a termine fisso - Mancata tem­ pestiva registrazione - .Responsabilità in solido per il pagamento del tributo e relativa sopratassa di tutti i contraenti (Cass. 6 masaio 1960) (con nota di A. D u s ) ...

Imposta di successione - Devoluzione eredità ex lege - Insufficienza del

relictum a soddisfare l ’usufrutto del coniuge superstite - Sua deter­

minazione con riduzione dei beni donati in vita dal de cuius ai figli

(Comm. Centr., 20 febbraio 1958, n. 2305) (con nota di C. De Bono)

(5)

B

A

N

C

A

COMMERCIALE

ITALIANA

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BANCA DI INTERESSE NAZIONALE

(6)

CASA EDITRICE DOTT. ANTONINO GIUFFRÈ - MILANO

COSTANTINO DE BONO

LA LEGGE DEL REGISTRO

Regio decreto 30 dicembre 1923 N. 3269

Aggiornata a tutto il 1° marzo 1961

È il commento più recente alla Legge del Registro, aggior­ nato al 1 marzo 1961, nel quale l’autore, con originalità di cri­ terio, segue l’evoluzione delle disposizioni del T.U. conseguente al susseguirsi delle disposizioni modificative; con equilibrio e armonia le considera dal lato dottrinario, venendo incontro alle necessità degli studiosi; e ne offre la soluzione che nella pratica quotidiana è di sommo interesse pei professionisti.

Al commento di ogni articolo di legge segue, a completarlo, la più accurata rassegna della giurisprudenza amministrativa e giudiziaria, dalla più remota alla più attuale, con l’indicazione della soluzione che può ritenersi maggiormente accettabile.

In breve, questo lavoro contribuisce egregiamente alla cono­ scenza di una delle leggi tributarie di più diffìcile interpreta­ zione.

Un indice ben curato ne facilita la consultazione.

A questo volume farà seguito, entro pochi mesi, un secondo di commento alla «tariffa».

Volume in 8°, di pag. XXIV-679 ... L. 4000

(7)

CASA EDITRICE DOTT. ANTONINO GIUFFRÈ - MILANO

CENTRO NAZIONALE DI P R E VE N ZIO N E E D IPE SA SOCIALE

IL PROGRESSO TECNOLOGICO

E LA S O C I E T À I T A L I A N A

A S P E T T I D I TE O R IA E P O L IT IC A ECO N O M ICA

Nota introduttiva. - Relazioni generali:

G. Dem ar i a, Il p ro g re ss o te c n o lo g ic o e l ’ econ om ia m odern a .

F. Vit o, Progresso tecnico, prezzi e di­ soccupazione.

Relazioni introduttive:

W. Ho f f m a n n, Productivity and Wage- Rate Patterns in Growing Manufacturing Industries.

F . Pe r r o u x, Innovation et croissance. Quelques suggestions pour un renouvel­ lement nécessaire.

Pro g resso t e c n ic o, s v il u p p o e c o n o m ic o, INVESTIMENTI E DISTRIBUZIONE DEL REDDI­ TO Relazioni e comunicazioni :

P Ba s s e t t i, Pianificazione del progresso tecnico e pianificazione degli investimenti. C Br a s c a, Ammortamenti e progresso tecnico.

D. Ca n t a r e l l i, Il progresso tecnico nella teoria economica.

G. D ì Na r d i, Gli effetti del progresso tecnico sulla distribuzione del reddito.

F . Du c h i n i, Profitto e progresso tecnico.

F . Fe r o l d i, Il progresso tecnico in una economia di struttura « mista ».

I. Ga s p a r i n i, Effetti del progresso tecno­ logico sulla distribuzione del reddito na­ zionale.

M. R . Ma n f r a, Progresso tecnico e mo­ vimenti nell’occupazione.

G. Ma z z o c c h i, Sui meccanismi di distri­ buzione dei frutti del progresso tecnico. L. Pa s i n e t t i, Criteri per la valutazione degli aumenti di produttività.

S. Ric o s s a, Pianificazione del progresso tecnico e pianificazione degli investimenti.

R. L . Ma r r is, Technical Progress, Capital Utilisation and Economie Development. T. Pütz, Growth, Investment and Tecni- cal Progress in Austria.

S in tes i d ella d iscu ssion e sul p rim o tem a, d i G ia n ca rlo M a z zocch i.

Pr o g r e s s o t e c n i c o, f o r m e d i m e r c a t o, s t r u t t u r a c o m m e r c i a l e, c r e d i t i z a, f i­ n a n z i a r i a e f i s c a l e, Relazioni e comuni­ cazioni :

A . Ag n a t i, Gli effetti del progresso tec­ nico sulla produttività degli investimenti e le relazioni fra politica degli inve­ stimenti e progresso tecnico.

T . Ba g io t t i, Gli effetti del progresso tec­ nico sulla composizione del commercio in­ ternazionale.

G. Corna Pe l l e g r in i, Credito ordinario e progresso tecnico.

O. D ’Al a u r o, P ro g re s so te cn ico e co m ­ m ercio in te rn a z io n a le .

M . De Lu c a, Innovazioni tecniche e re­ gime oligopolistico.

L . Fr e y, P ro g re s so te cn ico e offerta di fo n d i d isp o n ib ili.

A . Fr a u m e n t o, F orm e di m erca to e p r o ­ gresso te cn ico .

G. Ga l i z z i, Progresso tecnico e struttura

d e ll’ im p resa a g ric o la .

R . Ga l l i, G li effetti del p rog resso te cn ico s u lla com p o siz io n e del co m m e rcio inter­

n a z ion a le.

O. Ga r a v e l l o, Progresso tecnico e rapporti di scambio fra paesi agricoli e paesi in­ dustriali.

A . Pr e d e t t i, Le p ic c o le e le g r a n d i im prese d i f r o n t e al p ro g re ss o te cn ico .

A. Sc o tto, Cenni sulla problematica dei rapporti fra politica fiscale e progresso tecnologico. Sintesi della discussione sul secondo tema, di Achille Agnati.

Ap p e n d ic e, Relazioni generali in lingua inglese :

G. De m a r ia, Technological Progress and Modern Economy.

F. Vito, Technological Progress Prices and Unemployment.

Volume in 8°, pag. 842, con numerose tavole L. 5000

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CASA EDITRICE DOTT. ANTONINO GIUFFRÈ - MILANO

EZIO VANONI

OPERE GIURIDICHE

a cura di FRANCESCO FOSTE e CESARE LONGOBARDI

Na t u r a ed in ter pr e taz io n e delle leggi t r ib u t a r ie: Teoria

e storia dell’interpretazione delle leggi tributarie - Natura del diritto d’imposizione. Il tributo come fenomeno di scambio • Natura del diritto di imposizione. Il tributo come emanazione della sovranità o della supremazia dello Stato. La causa del tributo - Carattere del diritto finanziario - I metodi dell’interpretazione - I mezzi dell’interpretazione - (segue): I mezzi dell’interpretazione - I risultati della interpretazione. L’analogia. I principi generali del diritto - Le fonti dell’interpretazione.

Al t r i s t u d i di diritto f in a n z ia r io.

Volume in 8°, pag. IX-468, rii. t e l a ...L. 3200

I

Natura e interpretazione tributarie

A ltri studi di diritto finanziario

(9)

■ r ' 1

Illustre Professore

Gentile Signorina

Egregio Avvocato

Carissima Mamma

Spettabile Ditta

Ogni lettera comincia in modo diverso ma ogni LET­ TERA 22 la scrive nello stesso modo: facile, chiaro, preciso.

Olivetti

Lettera 2 2

Prezzo lire 42.000 + i.G.E.

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CASA EDITRICE DOTT. ANTONINO GIUFFRÈ - MILANO

S T U D I

IN O N O R E DI

ACHILLE DONATO GIANNINI

A. C. Jem o lo, L’amico A. D. Giannini. C. Al b in a n a Ga r c ía-Qu in t a n a, La le­ gitimación activa en las reclamaciones tributaria.

R . Al e s s i, S ulla n a tu ra g iu rid ic a d el­ la cosid detta delega esa ttoria le. E . Al l o r io, B rev e trittico s u lla ir r e ­ t r o a tt iv it à delle n orm e trib u ta rie. V . An d r io l i, La com p eten za per te rri­ to r io dei T rib u n a li reg ion a li delle a c­ que pubbliche.

E . An t o n in i, La formulazione della legge e le categorie giuridiche : in par­ ticolare della tassa come onere.

J . E. Az z i n i, O rden a m ien to fin a n ciero en las co n stitu cio n e s u rugu ayas. R . Ba c c a r i, I tributi ecclesiastici ri­ spetto al diritto dello Stato.

A Be r l ir i, Appunti sul fondamento e il contenuto dell’art. 23 della Costitu­ zione.

F . Ca p o t o r t i, Accordi internazionali sulla circolazione stradale e « Codici della strada».

B. Cocí v e r a, Sul concetto di « tributo » e sulla natura tributaria di alcuni pro­ venti degli enti minori.

E . Co r t e s e, Intorno alla « causa impo- sitionis » e a taluni aspetti privati­ stici delle finanze medievali.

N. D ’ Am a t i, Il « diritto tributario » e la tradizione giuridico-finanziaria ita­ liana.

E . De g li Ub e r t i, N atu ra del ra p p orto di pu b b lico a p p a lto.

P . Del Pr e te, Il regim e g iu rid ic o d el­ l’ a u tostra d a (N a tu ra , costru z ion e e g e ­ s tit o n e ).

M . De Lu c a, Regime « dissociato » di produzione e razionale utilizzazione del­ le risorse produttive.

A. De n i, La prova e la presunzione del­ l’esistenza del reddito.

F . M . De Ro b e r t is, La nozione di

« lavoro » nelle fonti romane.

P . . Db r t i l i s, Les garanties du con- tribuable à l’égard du fise en Grèce.

A . De Va l l e s, In e le g g ib ilità ed in co m ­ p a tib ilità al co n sig lio com unale.

Volume in 8°, pag. XII-1128, vi

E. Fa z z a l a r i, Diffusione del processo e compiti della dottrina.

F. Gu n t h e r, Zur Wiirdigung von Sach- verhalten im Steuerrecht.

E . Fo r s t h o f f, Der Dualismus von Rechtsstaat und Sozialstaat im Verfass- ungsrecht der Bundesrepublik Deutsch­ land.

F . Fo r te, Su di alcune misure di po­

litica fiscale per l’industrializzazione del Sud.

P . Ga s p a r r i, Il sistema costituzionale delle fonti normative e i provvedimenti dei comitati dei prezzi.

G. Ge r a, L’imposizione degli incremen­ ti patrimoniali.

G. Gia c o b e l l i, Il parcheggio (e la so­ sta) degli autoveicoli nei rapporti pub­ blicistici e nella teoria della utilizza­ zione delle strade soggette al regime della demanialità.

M. S. Gia n n in i, Sui mercati comunali. G. A. Mi c h e l i, Note esegetiche in tema di esecuzione esattoriale.

G. Min e r v in i, A p pu n ti in tem a di ra ccom a n d a z ion e d i n a vi.

V . M. Ro m a n e l l i-Gr im a l d i, Invalidità e validità di patti contrattuali fra Stato contraente e privato, intesi a regolare gli oneri tributari derivanti da un negozio giuridico di diritto privato.

F . Sa in z de Bu j a n d a, La personalidad y la obra de A. D. Giannini. C. Sc a il t e u r, Principes de la repres­ sion des fraudes fìscales.

S. Scoca, U n te n ta tiv o dì cod ifica zion e d elle leggi trib u ta rie .

V. Sic a, Osservazioni sulla « Legge del bilancio » (art. 81 della Costituzione).

G . St a m m a t i, Alternative all’ I.G.E. A. TTc k m a r, La prescrizione delle im­ poste di registro.

V. Uc k m a r, L a p otestà reg olam en ta re in m ateria trib u ta ria .

G. Vign o c c h i. Piani di ricostruzione. C. Vo c in o, Indicium vectigale.

G. Zin c a l i, Aspetti finanziari della pre­ videnza-assistenza sociale.

. tela, L. 8.000

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L U IG I E IN A U D I (1874-1961)

Con Luigi Einaudi scompare il maestro, che da sessantanni aveva una posizione di preminenza negli studi economici e finan­ ziari; Puomo di governo, che nei momenti diffìcili di questo do­ poguerra era stato pari al com pito di garantire la stabilizzazione monetaria ; Puomo di stato, che, con esemplare semplicità ed alto prestigio, aveva retto la Presidenza della Repubblica.

Con ammirazione e con rammarico, la Rivista., che lo ebbe membro della sua direzione, onorario dal 1949 al 1956, effettivo dal 1957 alla morte, si associa al generale sentimento di rim­ pianto per Puomo che nella vita pubblica, nella ricerca scientifi­ ca, nelle cose accademiche aveva portato e portava qualità rare di intelligenza, di rettitudine, di generosità.

Un ampio ricordo della vita e delle opere e una larga biblio­ grafia saranno pubblicati nei prossimi fascicoli.

La Di r e z io n e

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COLLETTI VITÀ LOCALI E COSTRUZIONE DELL’ UNITA EUROPEA

PROFILI ECONOMICO-FINANZIARI *

Oggetto della presente monografia è contribuire al chiarimento di due argomenti principali :

A) se negli ultimi tempi i vari enti locali dei diversi paesi eu­ ropei, in ragione delle prevalenti forme di organizzazione in cui si 3ono presentati, e dei tipi di politica economica e fiscale che hanno at luato e attuano, manifestino o meno la tendenza ad adeguarsi a tipi comuni, manifestino o meno — cioè — la tendenza a una certa uni­ formità ;

B) se, ed entro quali limiti, il tipo di organizzazione assunto da­ gli enti locali dei diversi paesi europei, e il genere di politica econo­ mica e fiscale da essi praticata, siano rilevanti o meno, giovino o nuocciano ai fini dell’instanrarsi di una unità economica europea.

Purtroppo, la indagine tendente a stabilire se esista o meno la tendenza a una certa uniformità, dal punto di vista economico-finan- ziario, nelle forme di organizzazione assunta e nei tipi di politica economico-finanziai-ia esplicata dagli enti locali dei diversi paesi eu­ ropei, è in pratica assai difficile. La letteratura comparatistica che consideri questo aspetto è scarsa, e generalmente sommaria o fram­ mentaria; i testi legislativi o amministrativi stranieri pertinenti, di solito, sono diffìcilmente reperibili ; lo stesso si può dire per i dati sta­ tistici.

Data la difficoltà pratica di tale indagine, la mia attenzione si è rivolta, principalmente anche se non esclusivamente, a tentar di mi­ surare, per alcuni paesi auropei, il rapporto di grandezza interce­ dente, specie negli ultimi anni, fra il volume delle spese e delle entrate dello Stato (o della federazione) da un lato, e il volume delle spese e delle entrate degli enti territoriali non statali dall’altro, e nello isti­ tuire un confronto, nonché nello stabilire se, in ciascun paese, tale rapporto risulti, col passare del tempo, crescente o decrescente.

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— 407 —

Assumo tale rapporto come un indice quantitativo, grossolano ma sufficiente per gli attuali scopi, del grado di decentramento finen- ziario del paese stesso. In passato, io stesso ebbi a definire (1) un « indice di decentramento finanziario » assai più accurato di quanto non sia il semplice rapporto tra spese (o entrate) dello Stato e spese (o entrate) degli enti locali : l’indice che proposi, infatti, tentava di te­ ner conto anche della estensione media della circoscrizione degli enti locali (2). Non ritengo, peraltro, di doverlo applicare in questa oc­ casione, un po’ per la difficoltà pratica di reperire tutti i dati che esso richiede, un po’ perchè ai miei fini attuali appare sufficiente la visione approssimata data dal rapporto suddetto.

L’ attenzione dedicata a certi paesi anziché ad altri, e ad alcuni con ampiezza maggiore che ad altri, è in funzione delle reperibilità maggiore o minore dei dati.

Italia

Per l’ Italia abbiamo la possibilità di risalire abbastanza all’in- dietro, fino al 1912-1914, nel seguire l’andamento del rapporto quanti­ tativo fra finanza statale e finanza locale.

Nelle tabelle 1 e 2 indichiamo, per anni selezionati dal 1912 al 1960, rispettivamente, le entrate e le uscite effettive dello Stato, delle Pro­ vincie, dei Comuni, e (dal 1951) delle quattro Iiegioni a statuto spe­ ciale, nonché le percentuali che, rispettivamente, le entrate e le uscite dei tre accennati gruppi di enti locali, da soli o considerati insieme, rappresentano rispetto alle entrate (o alle uscite) dello Stato.

Le due tabelle consentono alcune constatazioni interessanti :

a) Cominciando dall 'entrata, la prima constatazione, forse un po’ inaspettata, è che alla vigilia della prima guerra mondiale la per­

ii) A. Scotto, Di un indice di decentramento finanziario, in Finanza pub­

blica contemporanea: studi in memoria di Jacopo Tivaroni, Laterza Bari 1948, pp. 379-393.

(2) Nel saggio citato osservavo come, per misurare in modo assoluta-

mente accurato il grado di decentramento di un paese, occorrerebbe, non solo tener conto dell’entità comparata delle spese (e delle entrate) dello Stato e delle spese (e delle entrate) degli enti locali, non solo dell’estensione media della circoscrizione degli enti locali, ma anche della maggiore o minore auto­ nomia di decisione dei dirigenti degli enti periferici nei confronti dei detentori del potere centrale. Osservavo, peraltro, come attualmente questo terzo ele­ mento non sia suscettibile di una espressione quantitativa: e come, conse­ guentemente, occorra cercare di tenerne conto con considerazioni di carattere qualitativo, da studiare caso per caso.

(14)

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(15)
(16)

— 410 —

centuale rappresentata dal sistema locale nel suo complesso (Provin eie + Comuni) nei confronti dello Stato avrebbe raggiunto (3), il li­ vello di gran lunga più elevato di tutti quelli registrati nell’intero cinquantenario preso in considerazione, cioè il livello di ben il 40,5 % ; dopo d’allora si osserva nell’andamento della percentuale accennata la lieve punta del 33,9 % nel 1927-28; successivamente, con alterne vicende, si arriva al 30,5 % del 1952-53, dopo il quale anno, nono­ stante l’ inclusione delle Regioni, la percentuale si mantiene oscillante intorno al 29 %.

Tutto ciò vorrebbe dire che, per quanto riguarda le entrate, prima della prima guerra mondiale si aveva in Italia un decentramento quale dopo non si è mai avuto.

6) Sempre considerando le entrate, ma guardando l’andamento della percentuale rispetto allo Stato, non giù, dell’intero sistema lo cale ma delle singole categorie di enti, si osserva:

iq) una sorprendente stabilità, specie dopo la prima guerra mondiale, nella percentuale riguardante le provincie, la quale dal 1937 in poi resta stazionaria intorno al 5 %, a un livello peraltro in­ feriore a quello prebellico, che era quasi del 7 % ;

l>2) una sensibile caduta, rispetto al livello anteriore alla prima guerra mondiale, nella percentuale riguardante i comuni, la quale nel 1912-14 era del 33,5 %, fra il 1924 e il 1927 stava intorno al 25 %, e dopo di allora rimase intorno al 20-21 % ;

b3) la tendenza all’aumento della pur breve serie delle per centuali riguardanti le quattro regioni.

c) Passando alla spesa, si osserva, di nuovo, un fatto proba­ bilmente inaspettato : e cioè, anche la percentuale che la spesa com­ plessiva delle provincie e dei comuni rappresenta rispetto a quella dello Stato ha raggiunto il massimo assoluto (a un livello ancor più elevato di quello riguardante l’entrata) alla vigilia della prima guerra mondiale: è un massimo di ben il 44,9 %. La stessa percentuale per­ altro si mantiene abbastanza elevata nel 1924-25, e assai elevata (39,1) nel 1927-28; cade ad un minimo del 19,9 nel 1937-38 (e ciò si spiega col gonfiamento bellico della spesa stale), e, nel secondo dopoguerra, sale costantemente, partendo dal 15,1 % del 1947-48 e arrivando (an che per l’istituzioni delle Regioni) al 38,7 del 1959. Anche dal lato

(3) Usiamo il condizionale, per indicare una certa riserva nel segnalare

(17)

— 411 —

della spesa, quindi, prima della guerra 1915-18 avremmo avuto un de­ centramento quale non si ebbe più dopo ; negli ultimi anni, tuttavia, sembra si vada ritornando quasi alla situazione di allora.

d) Per quanto riguarda, infine, la spesa delle singole categorie di enti, si osserva di nuovo:

d,) una certa stabilità nella percentuale riguardante le pro- vincie, peraltro scesa di molto nel 1937-38 e nel 1944-49, e da allora mantenutasi intorno al 5,5 % (mentre nel 1912-14 risultava del 6,6 %) : d2) una fortissima caduta, avvenuta probabilmente nel de­ cennio 1930-1940, della percentuale riguardante i Comuni, che erano, da soli, al 38,4 % nel 1912-14, al 32,5 % nel 1927-28, che erano caduti al 16,3 nel 1937-38 e addirittura al 12,4 % nel 1947-48 e che da allora sono risaliti, peraltro abbastanza rapidamente, fino a raggiungere il 28,9 % nel 1959 ;

d 3) il co sta n te au m en to, d a l 1954, d ella p ercen tu a le r ig u a r ­ d an te le R e g io n i.

Accanto ai dati finanziari raccolti nelle due tabelle ora conside­ rate, è utile anche — per avere un altro indice del grado di decen­ tramento del sistema italiano — la considerazione, sia pure in un solo momento, dal numero complessivo dei dipendenti, rispettivamente, dello Stato da un lato e degli enti locali dall'altro ; a questo proposito abbiamo, per quanto riguarda l’anno 1957, i seguenti dati abbastanza precisi :

Dipendenti statali (dai Ministeri e dalle varie amministrazioni

autonome) ( 4 ) ... 1.164.963

Dipendenti delle amministrazioni provinciali (5) . 45-522

id. id. comunali ( 6 ) ... 268.360

id. id. regionali (stima prudenziale) (7) 12.000 325.882

Quindi calcolando il totale complessivo dei dipendenti dello Stato e degli Enti pubblici territoriali, si ha che, rispetto a tale totale, il gruppo dei dipendenti statali rappresenta una percentuale del 78,24 e il gruppo dei dipendenti locali una del 21,76.

Tuttavia, anche per un confronto con dati analitici che si hanno sulla situazione inglese, conviene mettere in rapporto il totale dei di­ pendenti locali, non già con tutto il personale statale, ma con una parte soltanto : e ciè col gruppo che resta togliendone i militari (che,

(4) Cfr. Scotto, Il sistema finanziario pubblico italiano, voi. X, Milano,

(18)

— 412

tra l’altro, sono rilevati statisticamente con criteri diversi nei vari paesi), i dipendenti dalle poste e telefoni di stato (che appartengono a una gestione tipicamente industriale), i dipendenti delle ferrovie (i quali pure appartengono a una gestione tipicamente industriale, che, inoltre, in molti paesi non è nazionalizzata), e gl’insegnanti.

Si ha allora (8) che il totale dei dipendenti statali scende a 271.552 : mettendo questa nuova quantità a confronto con i 325.882 dipendenti dagli enti locali si ottengono le seguenti percentuali rispetto al nuovo totale di 595,434 di dipendenti pubblici (dallo Stato e dagli enti ter­ ritoriali) : dipendenti statali 45,60 % dipendenti enti locali 54,40 %.

Ta b e l l a 3

I T A L I A

PERCENTUALE DELLE ENTRATE EFFETTIVE DEGLI ENTI LOCALI COSTITUITA DA QUOTE DI COMPARTECIPAZIONE

A TRIBUTI ERARIALI

A n n i Regioni Provincie Comuni

1948 . . . 17,39 11,90 1949 . . . — 17,47 10,56 1950 . . . — 19,33 10,07 1951 . . . 90,10 18,72 9.06 1952 . . . 88,10 25,89 11,14 1953 . . . 86,44 28,93 11,77 1954 . . . 86,72 33,05 11,49 1955 . . . 78.24 30.86 11.85 1956 . . . 87,95 32,79 11.39 1957 . . . 77,87 30.73 11,49 1958 . . . 80.61 33.82 11.66 1959 . . . 83.36 32,29 10,41 1960 . . . 85,60 29,31 9,98

Fon te: Relazione generale sulla situazione economica del paese, successive edizioni.

(7 ) Op. cit., p p , 6 7-7 2 .

(8) Le categorie dei dipendenti statali menzionati avevano, nel 1957, la

seguente consistenza numerica (cfr. Scotto, Il sistema finanziario, cit., pp. 33-53,

e in particolare Tabella 1) :

militari (esclusi quelli di leva, che non sono compresi nel

numero dei dipendenti statali già indicato nel testo) . . 320.733

maestri e le m e n t a r i... 189.253

insegnanti non e le m e n t a r i... 120.868

pérsonale delle poste e dei telefoni di stato . . . 99.682

personale delle f e r r o v i e ... 162.875

(19)

413

Per completare il nostro sommario sguardo al sistema finanzia­ rio italiano, infine, conviene considerare la tabella 3, la quale mostra quale percentutale delle entrate effettive dei diversi enti locali sia co­ stituita — a partire dal 1948 — dalla partecipazione a tributi statali. Risulta dalla tabella che tale percentuale è assai elevata (fra l ’80 ed il 90 %), e tuttavia lievemente decrescente fino al 1959 per le regioni; è invece assai più modesta (dal 17 al 33 %), ma rapidamente crescente — almeno fino al 1953 — per le provincie; è ancor più modesta (in­ torno all’l l %), e stazionaria (con una lieve tendenza alla diminu­ zione nei due ultimi anni) per i comuni.

È da aggiungere che la partecipazione degli enti locali a tributi erariali è in grandissima parte un fenomeno di questo dopo guerra : dal 1931 — epoca di una estesa riforma della finanza locale — al 1938 essa ebbe importanza quantitativa trascurabile.

I T A L I A

Ta b e l l a 4

DEBITO (INTERNO) DELLO STATO, DELLE PROVINCIE E DEI COMUNI IN ANNI SELEZIONATI DAL 1911 AL 1959

A n n i

V a l o r i a s s o l u t i (in milioni)

Stato Provinci© Comuni

Comuni 0 Provincie 1911-1913 (a) . . . . 17.041 254 1.660 1.914 1925 ( 5 ) ... 96.087 954 5.600 6.554 al 31 die. 1938 . . . 140.100 1.865 14.384 16.249 » » » 1951 . . 2.853.300 28.000 204.000 232.000 » » » 1955 . . . 4.450.900 80.524 541.573 622.097 » » » 1956 . . . 4.712.400 104.583 689.126 793.709 » » » 1957 . . . 4.931.360 132.323 824.355 956.678 » » » 1958 . . . 5.211.880 166.682 977.957 1.144.639 » » » 1959 (c) . 5.347.610 209.902 1.145.887 1.355.789 Percentuale del debito dei Comuni e delie Provincie rispetto al debito dello Stato 11 6 11 8 14 17 19 20 25

(a) Per lo Stato, si indica la consistenza al 1 luglio 1913; per i Comuni e le Pro­ vincie, quella al 31 dicembre 1911.

(b) Per lo Stato, si indica la consistenza al 1 luglio 1925; per i Comuni e le Pro­ vincie, quella al 31 dicembre 1925.

(c) Per lo Stato la consistenza è al 30 giugno.

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— 414

Infine, ulteriore elemento per valutare le tendenze in atto nel si­ stema finanziario italiano è la tabella 4, che mostra le dimensioni ri­ spettive del debito statale e di quello dei comuni e delle provinole in diverse epoche.

Dalla tabella appare evidente come nell’ ultimo quinquennio Pim portanza relativa del debito degli enti locali (rispetto a quello statale) sia andata crescendo vertiginosamente, e come si possa grosso modo affermare che, sempre rispetto a quella del debito statale, l’ importanza del debito comunale e provinciale sia più che raddoppiata rispetto al livello che sembrava normale nel periodo anteriore alla seconda guerra mondiale.

Francia

Il sistema locale francese, nonostante un articolo della Costiti! zione che sancisce l’autonomia degli enti locali, appare tuttora orga­ nizzato secondo criteri di notevole accentramento legislativo, e nelle grandissime linee tuttora regolato, addirittura, per quanto riguarda i dipartimenti dalla legge 10 agosto 1871, e per quanto riguarda i co muni dalla legge 5 aprile 1884.

Le finanze dei dipartimenti e dei comuni sono oggetto di una re­ golamentazione meticolosa, accompagnata da un controllo severo da parte delle autorità tutorie e da parte della Corte dei Conti.

Si contano 90 dipartimenti e circa 38,000 comuni (esiste un ino vimento per la costituzione di circoscrizioni più ampie del diparti mento).

(S) Sulla recente situazione della Finanza locale in Francia, vedi: G.

Ma t h ie u, M. Ramadier propose d’accorder l’ indépendence fiscale aux commu­ nes et aux departments, in Le Monde, 18 dicembre 1956; Finances nationales et finances locales, in Revue des contribuì indir., 1957, 39-42; J. Goubert, Les re­ cettes locales des budgets locaux, in Rev. des contrìb. indir., 1957, 35-38; S. G.

Cerigo, The French tax structure, in Canad. Tax, Jour., 1958, 216-23; Les taxes locales en France et dans quelques pays étrangers, in Bullett. de docum. prat. des taxes sur les chiffres d’ affaires, 1957, 515-24; Les recentes réformes admi­ nistratives et les collectivités locales, in Statistiques et études financiers, 1959,

702-18; M . Bazoche, A propos de la réforme des finances locales françaises,

in Rev. scient, financ., 1959, 596-603; J. Goubert, Les recettes locales des bud­

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Negli ultimi anni si ebbero vari progetti per il conferimento di nna autonomia maggiore, soprattutto tributaria (progetto Ramadier, 1950) agli enti locali, ma il provvedimento più ampio — quello attuato con l’Ordonnance 7 gennaio 1959, n. 218 — adottò una soluzione di compromesso.

Grosso modo, le entrate degli enti locali francesi solo per metà sono di natura fiscale. Questa metà, a sua volta, si divide alPincirca in due parti uguali : una costituita da tributi diretti, l’ altra da tributi indiretti.

La parte dei tributi diretti — costituita, fino al 1959, dai « cen tesimi addizionali alle imposte statali » — dal provvedimento accen nato sopra fu costituita da quattro imposte nuove e indipendenti da quelle statali : 1) l’imposta fondiaria sulla proprietà edificata; 2) l’im­ posta fondiaria sulla proprietà non edificata ; 3) l’ imposta sulle abi­ tazioni ; 4) l’imposta sulle professioni.

L’imponibile di queste imposte è calcolato direttamente tenendo conto dei valori locativi catastali, senza più ricorrere all’intermedia zione dell’ imposta governativa.

Quanto alla parte indiretta dei tributi locali, essa è costituita principalmente dalla tax locale sur le chiffre d’ affaires. Questa ha due differenti aliquote : con l’aliquota del 2,75 % colpisce le vendite al minuto, e con quella dell’ 8,50 % le vendite dei beni che si consu­ mano sul luogo di vendita: (les ventes à consumer sur place), e gli af­ fari realizzati dagli impresari di spettacoli. Le due aliquote dell’im­ posta sono identiche su tutto il territorio nazionale e non possono es­ sere aumentate o diminuite dall’ amministrazione locale.

I proventi dell’ imposta vengono divisi in tre parti : una par­ te, la maggiore, al comune un’altra al dipartimento, e il resto al « Fonds National de Péréquation des Collectivités locales » costituito nel 1948. Il fondo di perequazione fu costituito per la considerazione che la « taxe locale », gravando principalmente sulle vendite, favo­ risce i centri urbani più popolati e apporta scarse entrate ai piccoli comuni di campagna, i cui abitanti fanno i loro acquisti prevalente­ mente in città. Il fondo è amministrato da un comitato composto, in gran parte, da rappresentanti locali di origine elettiva, i quali sta­ biliscono essi stessi le regole per la ripartizione dei fondi loro affidati.

(22)

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Si pensa che nel 1959 più di 12 miliardi fossero disponibili per la perequazione propriamente detta.

Nel maggio del 1960. peraltro, venne presentato al parlamento un progetto per la riforma delle imposte sulla cifra d’affari, che incide sulla parte ora descritta del finanziamento degli enti locali.

La riforma è piuttosto ambiziosa, e mira ad una più completa soddisfazione degli interessi dei dipartimenti e dei comuni.

Nel progetto di riforma il Governo propone non solo l’abolizione della taxe locale sur la chiffre d'affaires del 2,75 % e di quella del- l’ 8,50 %, ma anche l’abolizione dell’ imposta sulle prestazioni di ser­ vizi.

I proventi destinati a coprire le perdite derivanti agli enti locali dalla soppressione di tali tributi dovrebbero provenire esclusivamente da una estensione del campo di applicazione della taxe sur la valeur ajoutée e da un innalzamento di due punti e mezzo (più esattamente l ’addizionale è del 2,85 %) nelle aliquote ordinarie e maggiorate di questa imposta : il gettito di questa specie di addizionale locale alla T .y.A . verrebbe interamente devoluto al menzionato Fondo Nazio­ nale di Perequazione, per essere poi ripartito tra i vari enti locali, secondo precisi criteri che terrebbero conto, in particolare, dell’ evo­ luzione locale delle cifre di affari e del principio dell’ entrata minima garantita per abitante (10).

Sembra probabile che questo progetto di riforma sarà attuato nel 1962.

Passate così rapidamente in rassegna alcune delle vicende più recenti del sistema finanziario locale francese, possiamo — per tentar di valutare in qualche modo l’ esistenza di una tendenza all’accentra­ mento o al decentramento — considerare la serie — che è disponibile, sia pure in modo molto discontinuo, dal 1930 —-, delle spese dello

Stato, dei Dipartimenti e dei Comuni.

Rifacendosi alla percentuale che la spesa- delle collettività locali costituisce rispetto a quella dello Stato (vedi tabella 5) si osserva come —- se si trascura il 1949, che sembra rappresentare una situa­ zione anormale — negli anni considerati il massimo decentramento

(almeno per quanto riguarda la spesa) si sia avuto nell’anteguerra, e più precisamente nel 1930.

(10) Su questo progetto di riforma vedi, In particolare: J. G. Mérigot et

(23)
(24)

Nel dopoguerra — sempre prescindendo dalla anomalia del 1019 — appare una situazione in complesso assai più accentrata, anche se dal 1950 al 1955 si nota un progressivo allargamento della quota relativa di spesa effettuata dalle collettività locali : dal 1955 al 1958 si nota un andamento erratico nella percentuale, e nel 1958 essa tocca il livello più elevato del dopoguerra (sempre a prescindere, natural­ mente, dall’anomalia del 1949j, che peraltro — come si è detto — è assai inferiore a quello prebellico.

Nella misura in cui i confronti sono possibili, sembra che — al­ meno per quanto riguarda la spesa — il sistema finanziario francese sia sempre stato più accentrato di quello italiano, e che lo sia in modo particolarmente pronunciato in questo dopoguerra.

Questa impressione — almeno per quanto riguarda gli anni più recenti — è confermata da altri dati riguardanti tanto le entrate quanto le spese (queste, definite un po’ diversamente da quelle indi­ cate nella tabella considerata or ora) per il biennio 1957-58 : tali dati. raccolti nella tabella 6, mostrano un grado di decentramento com­ preso fra il 21 e il 24 %. F R A N C I A O P E R A Z IO N I NON F IN A N Z IA R IE D E L L O STATO E D E G L I E N T I L O C A L I 1957-59 Ta b e l l a 6 A n n i E n t r a t e S p e s e Stato E nti locali Percentuale Enti loc. ri­ spetto Stato

Stato Enti locali

Percentuale Enti loc. ri­ spetto Stato 1957 . . 4.321 994 23,0 4.773 1.162 24,39 1958 . . 5.165 1.092 21,14 5.129 1.228 23,94 1959 . . 5.641 1.214 21,52 5.579 1.343 24,07

Fo n t e: Valori assoluti: As s o c i a z i o n e f k a l e s o c i e t à i t a l i a n e p e e a z i o n i; Le fi­ nanze pubbliche dei sei paesi della C .E .E . nel 1958, T avole X V I I , X L V I l t , X L I X .

(25)

— 419 —

È utile infine — per completare il quadro del sistema finanziario locale francese — considerare la tabella 7 die mette a confronto l’ en­ tità del debito pubblico statale con l’ entità del debito dei diparti­ menti e dei comuni. Si constata come anche in Francia — con qual­ che analogia a quanto è avvenuto in Italia — sembra sia cresciuta in questo dopoguerra l’ importanza relativa dell’indebitamento locale, e come il trend sembri essere verso un aumento ulteriore ; tuttavia, l’analogia con la situazione italiana riguarda soltanto la direzione, dei cambiamenti, chè la misura di essi è considerevolmente minore.

Ta b e l l a 7

F R A N C I A

D E B IT O P U B B LIC O D E L L O ST A T O E D E I D IP A R T IM E N T I E COM UNI IN A N N I S E L E Z IO N A T I D A L 1930 A L 1958

A n n i

V alori assoluti (m ilioni di frs.) Percentuale del debito dei D ipartim enti e dei Comuni Stato (a) D ipartim enti e comuni

rispetto a quello dello Stato 1930 . . . 284.103 17.097 6,02 1938 . . . 416.683 44.668,5 10,72 1942 . . . 1.056.403 45.656,5 4,32 1945 . . . 1.824.979 50.000 2,74 1950 . . . 2.848.664 153.524 5,38 1955 . . . 4.840.311 617.982 12.76 1958 . . . 6.760.668 899.998 13,31

Fo n e t: Valori assoluti: per lo Stato, la tabella di pp. 1.948-1.949 di « Statistiques et études financières », 1960, suppl. 144; per i dipartim enti e dom uni, la tavola di pag. 1967 della stessa fonte.

Le percentuali sono calcolate da noi.

(a) Solo il debito interno.

Inghilterra (11)

È notissima l’ importanza che in questo paese la vita e le autono­ mie locali hanno avuto nel passato ; nella situazione inglese, peral­ tro, dev’ essere avvenuto negli ultimi tre o quattro decenni un

pro-(11) Sulla situazione della finanza locale inglese nell’ultimo decennio,

vedi particolarmente: A . Wi l l i a m s, The finance o f local government in En­

gland and Wales since 191,8, In Nation. Tax. Journ., 1958, 302-13 e 1959, 1-21,

127-50. Vedi inoltre: R . Bird, The finance o f local government, in Lloyds Bank

(26)

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cesso di notevole accentramento, se nel 1954 il Philip — uno specia­ lista sull’argomento (12) poteva scrivere, pur con qualche strana incoerenza formale : « While there are other countries where public life is more centralized than in England, there is hardly another country which has carried out such a radical centralization ».

Dal punto di vista statistico, abbiamo anzitutto, per control­ lare questa affermazione relativamente al periodo 1938-1957, la serie delle percentuali che nella spesa nazionale in beni e servizi (domestic expenditure on goods and services at market prices) rappresentano la spesa, rispettivamente, del governo centrale e di quello locale (13).

Percentuale della amministrazione centrale

Percentuale delle amm inistrazioni locali 1938 ... 8,0 5,3 1948 ... 10,4 4,5 1949 - ... 11,5 4,3 1950 ... 11,6 4,4 1951 ... 12,1 5,2 1952 ... 14,1 4,4 1953 ... 13,8 4,4 1954 ... 13,3 4,4 1955 ... 12,4 4,4 1956 ... 12,4 4,7 1957 ... 11,7 4,9

Wis e m a n, The future o f local government finance, in The accountant, 20 luglio 1957, 57-58; Rating and local government finance, in The accountant, 23 feb- braio 1957, 201-3; Local government reform, in Accountant, 30 novembre 1957,

621-22 ; 6 . R. Ra w e s, Local Government Act, 1958: The financial implications,

in Accountant, 7 marzo 1959, 274-76; H. Co w e n, Local authority borrowing,

1955-06, in Lloyds Bank Review, 1960, 18-33. Vedi anche J. P. Ma r tin, Les finances publiques britanniques, 1939-1955, Paris, Librairie de Mddicis, s.d. ma 1956, pp. 147-53.

Inoltre, soprattutto per il passato un po’ piO remoto: J. Mand e S. E.

Fiver, Local government in England and Wales, London, 1953; J. M . Dr u m­ m ond, The finance of local government, London, Allen Unwin, 1952; U. K.

Hic k s, British public finances: their structure and development, 1880-1952, Lon­

don, Oxford Univ. Press, 1954; Id., The Valuation Tangle, in Public Admi­

nistration, 1954, 229-235; J. R. e U. K. Hi c k s, Incidence o f Local Rates in Great Britain, Cambridge, 1945; J. R. e U. K. Hic k s e C. E , V, Leser, The Problem of Valuation for Rating, Cambridge, 1944; O . S . Lees e altri, Local

Expenditure and Exchequer Grants, London, 1956; West Mid land Gr o u p, Lo­ cal government and central control, London, Routledge, 1956.

(12) K . Ph i l i p, Intergovernmental fiscal relations. Federal, state, and local finances, E. Munksgaard, Copenhagen, 1954, p. 38.

(27)

— 421 —

Appare evidente come la parte degli enti locali si mantenga nel dopoguerra stazionaria, e a un livello più basso che nell’anteguerra ; e come invece la parte dello Stato, già superiore nell’anteguerra, sia andata crescendo ulteriormente in questo dopoguerra : era superiore alla parte degli enti locali di circa il 60 % nel 1938, è salita a ben quasi due volte e mezzo nel 1957. Ed è da notare che quasi certa­ mente le cifre relative allo Stato non tengono conto delle spese che esso sostiene per sovvenzionare gli enti locali, spese che, come ve­ dremo, sono assai rilevanti.

È ovvio che, per quanto riguarda il contributo alla formazione del capitale (spesa di investimento), la parte degli enti locali risulta proporzionalmente maggiore rispetto a quella dello Stato (14) ; si tratta, tuttavia, di una frazione relativamente piccola della spesa pubblica complessiva : e, comunque, il contributo degli enti locali è andato diminuendo, almeno relativamente, negli ultimi anni 1954-57.

Un’ idea più sommaria, ma relativa ad un periodo di tempo più esteso, dell’ andamento della proporzione quantitativa fra governo centrale ed enti locali si può avere considerando un’altra tabella (vedi tabella. 8) riguardante la distribuzione percentuale, per cate­ goria di personale e per livello di amministrazione, dell’ occupazione

(14) Si hanno infatti i seguenti dati sul concorso percentuale, rispettiva­

mente dello Stato e degli Enti locali, alla formazione di capitale ( Wi l l i a m s,

cit., Tavola V). 1948 1949 1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 1957

G overno centrale E n ti locali 7,8 25,6 7,2 23,8 7,4 23,5 9,0 23,9 10,1 25,2 9,2 25,4 7,3 22,3 6,9 19,0 7,1 18,2 7,2 17,2

Gli enti locali inglesi hanno, tra l ’altro, una competenza molto estesa nella costruzione di abitazioni: e ciò contribuisce a spiegare il loro concorso relati­ vamente elevato alia formazione del capitale.

(28)
(29)

pubblica in Inghilterra dal 1901 al 1950. Guardando i due grandi gruppi complessivi — centrale e locale —■, non si ottengono, vera­ mente, risultati di grande significato ; tutt’al più si può constatare come la parte del governo centrale — assai superiore al 50 % del to­ tale nel 1901 — sia caduta al di sotto di tale percentuale nel periodo 1911-1938, per risalire di nuovo al disopra nel 1950. Assai più interes­ sante, invece, è confrontare le soie percentuali che si ottengono la­ sciando da parte, nel personale statale, gli addetti alla difesa (la cui importanza ha subito alterne vicende in connessione col mutare della situazione politica) e i dipendenti dalle poste (che corrispondono a una gestione tipicamente industriale), e, nel personale locale, gl'in- segnanti. Dalla tabella in considerazione si ottengono allora le se­ guenti percentuali :

A n n i

Personale statale, esclusi *gli addetti alla difesa e gli addetti ai servizi postali

Personale locale esclusi gli insegnanti 1901 ... 4,2 23,5 1911 . . . 6, 5 35,0 1921 ... 9,8 36,7 1931 ... 7,0 45,6 1938 ... 6.8 44,6 1950 ... 11,7 34,0

In tale quadro, se si fa riferimento all’intero cinquantennio in considerazione la constatazione più saliente appare quella della netta prevalenza numerica dell’occupazione da parte degli enti locali ri­ spetto all’ occupazione statale. Se però si fissa l’attenzione sulla parte più recente del cinquantennio si nota come, fra il 1938 e il 1950, l’ importanza quantitativa dell’ occupazione locale (pur restando sem­ pre di gran lunga prevalente rispetto a quella statale) sia diminuita di un terzo, e come quella dell’ occupazione statale, invece, sia quasi raddoppiata.

(30)

— 424

Personale statale Personale locale

Gran Bretagna (1 9 5 0 )... 11,7 34,0 Italia ( 1 9 5 7 ) ... 45,6 54,4

Da ciò risulterebbe che, almeno se si fa riferimento al numero delle persone occupate, e se sì jrrescinde dalle specie di personale menzionate sopra, il sistema inglese risulterebbe parecchio più de­ centrato di quello italiano.

Altra caratteristica saliente del sistema locale è il modo in cui

esso è finanziato.

Ta b e l l a 9

G R A N B R E T A G N A

COM POSIZIONE P E R C E N T U A L E D E L L E E N T R A T E D E G L I E N T I L O C A L I (1938-57)

Sovvenzioni F itti lordi,

A n n i Rates del governo dividendi, Totale centrale interessi, profitti 1938 ... 4 4 ,- 27,6 28,4 100 1948 ... 43,7 38,8 17,6 100 1949 ... 43,8 38,6 17,6 100 1950 ... 43,4 38,2 18,4 100 1 9 5 1 ... 42,6 39,2 18,2 100 1952 ... 41,7 39,5 18,7 100 1953 ... 41,8 38,3 20,0 100 1954 ... 41,3 37,7 21,0 100 1955 ... 39,6 38,9 21,5 100 1956 ... 40,5 38,1 21,3 100 1957 ... 40,2 38,9 21,0 100

Po n t e: Wi l l i a m s, The finance etc. cit., Tavola 11.

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e industriali, è lievemente diminuita l’ importanza dei ratea, questa fonte tradizionale della finanza locale inglese, e, conseguentemente, si è molto accresciuta l’importanza delle sovvenzioni statali — i « grants » — che costituivano nel 1957 più di un terzo dei proventi locali.

Quanto alla struttura amministrativa del settore locale possiamo citare il seguente passo del Williams (op. cit.) : « É una amalgama « di una moltitudine di singole unità, le quali prendono decisioni « ciascuna con distinti obiettivi e che operano in modo distinto in « un ambiente distinto. Anche se consideriamo soltanto gli enti locali « dell’ Inghilterra e del Galles, ci saranno assai più di un migliaio di « enti dotati di potere tributario, i quali dal punto di vista costitu­ te zionale si possono classificare nel modo seguente (1957).

Popolazione Milioni 0//o 83 County boroughs ... 13,6 30,4 61 Conte© a m m in is t r a tiv e ... 28,0 62,3 com prendenti: 318 non cou n ty b o r o u g h s ...] 563 distretti u r b a n i ... J 19,1 42,6 474 distretti rurali ... 8,9 17,7 Contea amm inistrativa di Londra (Città di

L on dra e L on don County council, com ­

prendente 28 boroughs m etropolitani) 3,3 7,2 44,9 100,0

In complesso, dall’ insieme dei dati esposti finora risulterebbe che, specie facendo il confronto col 1938, effettivamente vi sarebbe stato negli ultimi tempi nel sistema inglese un sensibile accentra­ mento.

È da avvertire, peraltro, che verso la fine del 1958 fu risposta una riforma, ispirata al criterio di conferire un più elevato grado di autonomia finanziaria agli enti locali, della quale peraltro non si conoscono le concrete conseguenze quantitative.

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sione delle circoscrizioni locali — riguarda il sistema delle sovven­ zioni governative : al posto delle sovvenzioni con destinazione presta­ bilita venne istituita una sovvenzione unica, senza destinazione pre­ ventiva, che le amministrazioni locali possono ripartire tra i vari servizi, a loro discrezione. Naturalmente, la legge stabilisce alcuni criteri di assegnazione (numero di abitanti, popolazione scolastica, numero disoccupati, ecc.) e di impiego, per evitare sperequazioni da un lato, e spese sconsiderate dall’altro.

Un’ altra importante modifica del sistema preesistente, riguarda la creazione di un fondo di integrazione detto « per deficienza di ali­ quota », in sostituzione della sovvenzione di conguaglio precedente- mente assegnata dallo Scacchiere. Il fondo di integrazione ha la funzione di provvedere mezzi sussidiari a quelle amministrazioni nella cui circoscrizione territoriale il gettito delle imposte governative sia al di sotto di una certa media nazionale, per insufficiente attrezza­ tura economica della zona.

Germania (15)

Per quanto riguarda la Germania, conviene premettere alcuni sommari cenni storici.

La Costituzione del 1871 dell’ impero tedesco aveva conservato il principio del decentramento dell’amministrazione pubblica tanto in voga all’epoca del sacro romano impero. Le fonti fiscali erano state ripartite secondo le funzioni pubbliche esplicate dai diversi enti. I singoli Stati (Länder), preponderanti nell’ amministrazione pubblica, si videro attribuire le fonti fiscali maggiori, mentre all’ Impero furono attribuite le sole imposte indirette — allora poco importanti — ed i dazi doganali. È interessante rilevare, a quésto riguardo, che nel 1879, a causa degli elevati dazi applicati dall’ Impero per ottempe­ rare all’ instaurata politica, protezionista, fu richiesta ed accordata una parziale partecipazione degli Stati anche a tali entrate.

(15) G. Te r h a ll e, Das Finanz- und Steuersystem der Bundesrepublik

Deutschland, in Handbuch der Finanzwissenschaft, 2» ed., Tübingen, 1956,

Band 3; R. De h e m, La fédéralisme allemand et son organisation fiscale, in

Actualité econ., 1956, 99-113; H. B. Ma r k u s, Local taxation in Western Ger­ many, in Accounting Research, 1957, 23-41 e 125-144 ; J. No r k a m p e r t, Die Ge­ meinde icollen mehr Geld. Sind ihre Wünsche berechtigt?, in Handelsblatt,

5 luglio 1958; W. Fl u m e, Die Problematik der Gemeindefinanzen, in Handel­

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Successivamente l’ Impero cercò di allargare le proprie fonti di entrata, sebbene con non molto successo, a causa della strenua difesa delle proprie prerogative tributarie fatta dagli Stati.

Con la costituzione di Weimar il sistema fiscale fu sensibilmente modificato. Le nuove responsabilità derivate al governo centrale in seguito alla disfatta imposero infatti un allargamento dei poteri fiscali della repubblica ; d'altra parte l’ abolizione delle dinastie nei Länder indebolì le forze decentralizzai rici. Comunque, il nuovo sistema fi­ scale ebbe breve durata, in quanto fu quasi subito reso inoperante dalla grande inflazione. L’ emissione dì moneta divenne allora il prin­ cipale mezzo di finanziamento del Governo Centrale.

Dopo questa fase, gli Stati cercarono di recuperare la loro auto­ nomia fiscale, fino a che, con l’ avvento del regime nazionalsocialista, le correnti federaliste ancora esistenti furono rapidamente eliminate. Le funzioni degli Stati (Länder) furono ridotte o trasferite al go­ verno centrale. Con la riforma del 1937-38 le imposte immobiliari fu­ rono trasferite interamente ai comuni. Nel 1942, poi, gli Stati per­ sero qualsiasi diritto d ’ imposizione. Nel 1944, infine, il Reich, ponen­ do termine alla partecipazione finanziaria degli Stati alle entrate centrali, introdusse un sistema di sovvenzioni calcolato in conformità ai singoli bisogni. I comuni furono sottratti alla competenza finan­ ziaria dei Länder e posti sotto il controllo diretto delle autorità centrali.

La costituzione di Bonn del maggio 1949 ha ridato alla Germa­ nia una struttura federale e, di conseguenza, ha riacceso la tensione fra le forze centraiizzatrici e quelle centrifughe.

Un apposito articolo (il 106) della Costituzione stessa fissa la ripartizione delle entrate fiscali fra i diversi enti.

Alla federazione spettano principalmente i dazi doganali, le en­ trate relative ai generi di monopolio (spiriti e fiammiferi), le imposte sui consumi (fatta eccezione per l’ imposta sulla birra), l’imposta sui trasporti (Beforderungsteuer), e l’imposta sul giro d’affari (Um­ satzsteuer), che è la più importante dal punto di vista del gettito.

Ai Länder spettano invece : l’imposta sulla birra, le minori im­ poste sugli affari (fatta eccezione, cioè, dall’imposta sui trasporti e dalla Umsatzsteuer) ; le imposte sul reddito e sui profitti, l’ imposta sui patrimoni, sulle successioni, e inoltre la disciplina delle Real- steurn e degli altri tributi di carattere prettamente locale.

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Bund-esrat, una parte del gettito dell’imposta sul reddito e sui profitti : attualmente (1961) gli spetta il trentatre per cento di tale gettito.

Per gli enti locali le imposte di maggior rilievo sono rappresen­ tate dalle Realsteuern : ciascun Land disciplina il modo in cui le proprie collettività locali debbono provvedere all’applicazione di tali tributi.

La Gewerbesteuer, inclusa la Lohnsummensteur, e la Grundsteuer rappresentano le imposte più importanti del gruppo della Realsteuern.

La Gewerbesteuer si suddivide in un tributo cbe colpisce il red­ dito d’impresa, in uno commisurato al capitale impiegato nell’ im­ presa stessa e in un’ imposta sugli stipendi e salari da essa corrisposti. Il reddito tassabile è quello assoggettabile all’ imposta sul reddito o all’imposta sui profitti, con alcune modifiche ; per la determinazione del capitale, invece, si tiene conto di quello impiegato nell’attività imprenditoriale (capitale netto) ; la Lohnsummensteuer è invece ba­ sata, come già detto, sull’ammontare degli stipendi e salari corri­ sposti.

La Grundsteuer, infine, colpisce il valore dei terreni e dei fab­ bricati destinati sia a scopi agricoli sia industriali. La recente rivalu­ tazione catastale delle proprietà immobiliari fa prevedere un rapido aumento del gettito di questo tributo : e poiché tale fonte di entrata non è molto sensibile alle fluttuazioni economiche, il previsto incre­ mento di gettito dovrebbe permettere di stabilizzare i bilanci dei vari enti locali. Inoltre, indipendentemente dalle ripercussioni della ri­ valutazione, il gettito della imposta in considerazione dovrebbe aumen­ tare a partire dal 1960 per la cessazione delle esenzioni accordate ad alcune categorie di immobili.

L’ imposta locale più importante, peraltro, è costituita dalla Gewerbesteuer. Per esempio, nell’esercizio fiscale terminato il 31 mar­ zo 1953, le imprese assoggettate a questa imposta corrisposero 3115 mi­ lioni di D.M. ; contemporaneamente il gettito dell’imposta ordinaria sul reddito e dell’imposta sulle società applicate dai Länder con la partecipazione del Bund (la principale imposta diretta tedesca) fu di 7862 milioni di D.M. : cioè appena una volta e mezza in più. L’ im­ posta, che viene a risolversi in un gravame del 15 % sull’ utile del­ l ’impresa, costituisce un grave onere soprattutto per le imprese pic­ cole, in quanto queste vi sono assoggettate anche nel caso in cui siano titolari di un reddito inferiore al minimo esente dall’imposta (statale) sul reddito. Sono state suggerite ulteriori attenuazioni del carico di tale tributo : ma tali proposte non hanno incontrato un’accoglienza

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favorevole nè da parte degli enti locali, nè da parte dei Länder. 1 primi, soprattutto, temono di vedere le proprie entrate sensibilmente ridotte, qualora si provvedesse ad abbassare la aliquota della Gewerbesteuer: essi sostengono inoltre che tale abbassamento fini­ rebbe per giovare al Bund ed ai Länder, per il fatto che, essendo la Gewerbesteuer deducibile dall’imposta sul reddito e dall’ imposta sulle società, essi vedrebbero aumentare le proprie entrate.

I cenni sommari dati sulla evoluzione del sistema di finanza pub­ blica tedesco mostrano ch’ esso è passato attraverso fasi alternative di decentramento e di accentramento. Attualmente, se si fa il con­ fronto con la situazione del periodo immediatamente precedente al­ l’ ultimo conflitto, e in ispecie con la situazione degli ultimi anni del regime hitleriano, si ha probabilmente la sensazione di un decentra­ mento. Ma è un decentramento relativo : perchè sembra, invece, che in realtà, alla lunga) vi sia stata piuttosto la tendenza ad un accen­ tramento.

Ciò sembra risultare dalla tabella 10 (16), che indica la distri­ buzione percentuale della spesa pubblica complessiva, rispettiva­ mente, fra il potere centrale (Eeich, Bund) (17), gli Stati membri e i Comuni in alcuni anni del periodo 1913-1956.

Da tale tabella appare come nel quarantennio considerato la parte del potere centrale si sia quasi raddoppiata, passando dal 33,1 % del 1913-14, attraverso al 40,3 del 1928-29, al 57,9 del 1955-56 ; e come tale quasi raddoppiamento sia avvenuto soprattutto a scapito della parte dei Comuni, che si è dimezzata, passando dal 38,8 % del 1913- 1914, attraverso il 36,6 del 1928-29, al 18,7 del 1955-56 ; e in qualche mi­ sura anche a scapito della parte dei Länder che è diminuita un poco, passando dal 28,1 % del 1913-14 al 23,4 del 1955-56.

Oltre alla ripartizione percentuale della spesa pubblica fra i diversi livelli di amministrazione in singoli anni del quarantennio 1913-1956 disponiamo di dati piu analitici — e cioè delle serie annuali complete — sull’ evoluzione del sistema finanziario tedesco, tanto per quanto riguarda la spesa, quanto per quanto riguarda l’ entrata, per i recenti otto anni 1951-1958.

Le constatazioni che emergono da tali dati — raccolti nelle ta­ belle 11 e 12 —, riguardando un periodo relativamente breve di tempo,

(16) Desunta d a Terhalle, Das Finanz- un<~ Steursystem des Bundes­

republik, cit.

(17) Insieme alla Federazione è considerato il « fondo di conguaglio »

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