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Sistema 1 e Sistema 2

8.4 Abbozzo di un approccio cognitivo

Come abbiamo visto, gli approcci normativi, seppur utili, rischiano di non riuscire ad afferrare appieno la natura dei fenomeni discorsivi. Cercherò quindi di sottolineare alcuni aspetti che un analista delle discussioni, in particolare quelle online, dovrebbe, a mio parere, considerare.

Discussioni limitatamente argomentative

Riprendendo la concezione di razionalità limitata che ci ha accompagnato per tutta la prima parte, sembra improbabile che, nel campo dell’argomentazione, gli esseri umani si comportino in una maniera cognitivamente differente. In certi specifici contesti, magari i più istituzionalizzati, forse è possibile trattare l’uomo come completamente razionale, ma nella maggior parte delle discussioni quest’ultima posizione sembra improbabile. Inoltre, come abbiamo visto, quelli che abbiamo chiamato Sistema 1 e Sistema 2 sembrano non essere entità separate, ma piuttosto, ampiamente integrate, rendendo ancora più difficile immaginare che esistano esseri umani che, in un evento argomentativo, rispecchino completamente le regole normative che abbiamo presentato nel capitolo precedente.

Abbiamo pure osservato come le risposte affettive siano più rapide di quelle cognitive e come le emozioni influenzino l’elaborazione dell’informazione. Se siamo convinti di ciò, dovremmo dubitare che un individuo valuti l’accettazione o il rifiuto di una posizione primariamente per la sua validità normativa, ritenendo piuttosto che il suo giudizio sia fortemente influenzato dalla risposta affettiva generata dagli argomenti.

Senza negare la possibilità di ridurre al minimo l’effetto dell’affettività, la valutazione basata sulla ragionevolezza dell’argomento non sembra essere una precondizione umana, quanto piuttosto un’attitudine da educare. Speculativamente parlando, un soggetto deve essere argomentativamente sofisticato per riuscire a interpretare una discussione come se fosse di tipo critico, deve riuscire a organizzare l’informazione in chunks che possano essere elaborati secondo uno schema pragma-dialettico. Ma questo non basta, deve anche riuscire ad elaborare online, cioè in tempo reale, l’informazione che gli analisti

dell’argomentazione ricostruiscono a posteriori, con calma e comodamente seduti alla loro scrivania.

Questo elenco di criticità porta a ritenere che, quando osserviamo un essere umano discutere, possedendo questo una razionalità limitata, dovremmo considerare le sue posizioni come limitatamente argomentative.257

Naturalmente questa affermazione non implica che qualsiasi forma di ricerca di carattere normativo sia inutile, ma che, semplicemente, si pone obiettivi diversi da una di carattere cognitivo.

Più pragmatica, meno dialettica

Sebbene la pragma-dialettica reclami l’inserimento del proprio sapere nel paradigma pragmatico linguistico, risulta poi fondare il proprio sistema su premesse riguardanti quasi completamente la componente locutoria, perdendo di vista gli aspetti illocutori e perlocutori che influenzano le dinamiche del confronto dialettico: le conversazioni reali raramente sono alla pari, ogni partecipante veicola con le proprie parole anche informazioni che agiscono sul rapporto relazionale dei partecipanti. Infatti, coloro che riescono ad ottenere una posizione di vantaggio sembrano modulare diversamente i propri atti linguistici.258

Partendo dai presupposti della scuola olandese di van Eemeren, c’è il rischio di non prendere in considerazione altre componenti conflittuali che solitamente accompagnano uno scontro riguardante una differenza di opinione. Un’analisi dei reali modi di processare e rispondere agli stimoli argomentativi non può non considerare tali aspetti.

Finora abbiamo parlato del modello di risoluzione di differenze di opinione pragma- dialettico come una base normativa valida perlomeno per una discussione critica, ma, approfondendone i tentativi di applicazione pratici, potrebbe risultare ancora meno utile di quanto si possa ritenere.

257 Con “argomentativo” che indica “aderente a principi normativi dell’argomentazione”.

258 Per un esempio di questa situazione si può osservare l’andamento della conversazione tra medico e paziente analizzata in Caffi, Mitigation, cit.; la discussione trattata non può essere paragonabile ad una discussione critica, ma può essere osservato come ci sia differenza tra le modalità di argomentazione di paziente e medico, dovute al ruolo dinamico che questi possiedono, determinato da contesto ed evoluzione della conversazione.

What of the resolution itself? If the parties resolve their difference of opinion by making acceptable argumentative moves, in accordance with reasonable (i.e., problem- and conventional-valid) rules, and, in doing so, come to agree, is the new belief on the part of one of them reasonable? Van Eemeren and Grootendorst are committed to an affirmative answer to this question, independently of any consideration of the probative strength of the reasons offered. This is manifestly not the way that ‘reasonableness,’ and normativity more generally, are understood in either philosophical or every-day discourse. Nor should they be, since it is clear that disputes resolved in accordance with the pragma- dialectical rules can result in new beliefs that are not reasonable in the straightforward sense that the reasons offered in their support establish their truth or enhance their justificatory status. For example, if you and I are white racists and are engaged in a critical discussion about the wisdom of voting for a black candidate—I plan to vote for him because, despite his skin color, he reminds me of my father, say—your reminding me of my general attitude concerning the abilities of blacks, in moves that comport perfectly well with the pragma-dialectical rules, might well resolve our difference of opinion in accordance with rules we both accept, but my new belief that I should not vote for this candidate is still not justified by my racist prejudices, despite our agreement on the matter and the appropriateness of the procedure by which I arrived at it.259

Nelle conversazioni, il risultato della risoluzione di un conflitto, anche quando vengono rispettate le regole pragma-dialettiche, è spesso differente dalle posizioni avanzate inizialmente. Certamente questo può essere spiegato attraverso il ritiro degli

standpoints da parte dei protagonisti, con la conseguente chiusura della discussione

critica, seguita dall’inizio di un’altra differente discussione, accompagnata dalla presentazione di nuove posizioni, che porteranno poi alla risoluzione condivisa che non era inizialmente presente. Se questa interpretazione è possibile, rimane piuttosto macchinosa ed è poco probabile che coincida col processo argomentativo concreto.

Pur rischiando di avventurarci in un’analisi forse anche troppo complessa, la spiegazione qui proposta è che lo scontro argomentativo non può essere ridotto ad un modello astratto di stampo pragma-dialettico.

Gli standpoints sembrano essere contrattati continuamente, come continuamente viene contrattata la posizione relazionale del mittente e del ricevente e, soprattutto sui

social networks, nonostante una parvenza di discussione critica, ciò per cui le persone

spesso si battono non è la loro posizione iniziale, ma l’immagine pubblica che essi ed i loro avversari detengono. Prendiamo un esempio di conversazione online (Illustrazione 10).

259 H. Siegel, J. Biro, Rationality, Reasonableness, and Critical Rationalism: Problems with the Pragma-dialectical View, “Argumentation”, 22/2008, p. 194.

L’immagine contiene un estratto dei commenti ad un post della pagina Facebook di Repubblica.it del 3/08/2018, che consiste in un collegamento ad un video riguardante Traini, l’autore della strage di migranti di Macerata, avvenuta a seguito della morte di una ragazza italiana, per la quale è sospettato di omicidio un nigeriano con precedenti per spaccio.260 M261 accusa il giornale di essere di parte, perché, a suo parere, non dà il giusto risalto ad un’altra notizia, l’individuazione dei colpevoli del lancio di uova contro Daisy, una ragazzina di colore262. Il velato riferimento di M riguarda il diverso trattamento che ha la notizia di Traini, vicino alla Lega Nord, rispetto a quella dell’aggressione di Daisy, nella quale è stato scoperto il coinvolgimento del figlio di un esponente del Partito Democratico.

Potremmo trattare la conversazione come una discussione critica che parte dallo

standpoint inespresso “il giornale La Repubblica è fazioso”, ma questo scontro non si

svolge solamente a livello dialettico: in gioco c’è, più che l’avere ragione, la faccia dei partecipanti.263 Entrambi i partecipanti compiono face threatening acts (atti linguistici che minacciano l’immagine sociale dell’altro), sia attraverso i toni che attraverso gli attacchi ad hominem.

Questo esempio ha evidentemente una portata limitata, ma evidenzia come lo scontro, perlomeno sui social, può essere anche solo parzialmente argomentativo. In questo caso specifico, lo standpoint sul quale si confrontano protagonista e antagonista rimane stabile, ma l’argomentazione sembra inscindibile, per dirlo con la terminologia di Walton, dalla

260 https://www.repubblica.it/cronaca/2018/02/03/news/macerata_sparatoria-

187934230/

261 Nonostante l’utilizzo di materiale pubblico, ho evitato di mostrare nell’esempio il nome completo dell’utente, lasciando perciò solamente l’iniziale del suo nome.

262 https://www.lastampa.it/2018/08/03/italia/tiravamo-uova-per-divertirci-trovati-

gli-aggressori-di-daisy-fhYoKM6w18CtnsFDPzapoM/pagina.html

263 Per faccia è inteso il significato pragmatico del termine. “In the study of linguistic politeness, the most relevant concept is “face.” Your face, in pragmatics, is your public self-image. This is the emotional and social sense of self that everyone has and expects everyone else to recognize”. In G. Yule, The study of language, Cambridge University Press, Cambridge 20104, p. 135.

componente eristica, che pare addirittura incrementare la propria importanza con il proseguire dello scontro.

In casi come questo, rimane possibile analizzare lo scambio di battute come se fosse una discussione critica, ma al rischio di perdere la reale dinamica dello scontro dialogico. L’impressione è che, come abbiamo visto, piuttosto che riguardare delle premesse argomentative inespresse, questo sia uno scontro che si gioca sull’immagine sociale dei partecipanti: in primo luogo del giornale La Repubblica, accusato di essere fazioso, in

Illustrazione 10: Discussione all'interno di un post della pagina Facebook de La Repubblica. (https://www.facebook.com/Repubblica/posts/10158067987731151?__xts__[0]=68.ARD Tt43f9mBhMhXDjhv_d4RqApkFARkfSSa7HOoRKDiA4_doQLtX16hB6uKKvrCoKYzk8M5fhg22mXwr9SrTibq HW87S1bFlwmhp39dqDeD8KKBa6PPnTXkNBAxdgf3dr9WEKviPkGAYp0aFKWlEl0N2hlG6JYJsWaydya9Cv vI0SGH7wM3OmRWFp8PBpl5HpnoLBCEvh89vufLq8Svy4f4PerYadyT6FbOpSb1zxpRjFpDI2JxUlvnS76t9nH VdXctyB9XH30EATdO7azMOXNlu9D-_W_Z- tWEiMISMtLysywXtmWEL0tRmnFc_MmulQcnOvmT0mnmE6Fja6w1j&__tn__=-R)

secondo luogo quella dei due partecipanti. Secondo questa interpretazione, come abbiamo osservato, gli argomenti critici portati avanti non sarebbero che strumenti eristici.

Spingendoci oltre con la speculazione, potremmo sostenere che M possieda un’attitudine negativa verso la testata giornalistica oppure verso il frame della notizia, che lo spinge ad avanzare una posizione contro il giornale piuttosto che contro il contenuto del post. Sempre seguendo questa linea potremmo argomentare che, semplificando, lo scontro non riguardi le reali posizioni sostenute, quanto una posizione a priori, determinata da predisposizioni affettive, secondo un principio assimilabile alla

likability heuristic.264

Tuttavia, queste supposizioni sono puramente speculative e necessitano di ulteriori ricerche per essere sostenute. Spero però di aver mostrato quanto l’approccio di van Eemeren, perlomeno in contesti poco istituzionalizzati, in particolare quelli virtuali, possa non essere il migliore strumento per comprendere l’utilizzo degli argomenti avanzati dai partecipanti. Questo non significa che gli spunti di questo filone normativo della teoria dell’argomentazione siano da scartare, ma, piuttosto, che si prestano difficilmente ad utilizzo analitico più ampio, a causa della limitante, e probabilmente non necessaria, rigida sistematizzazione degli strumenti concettuali in esso presenti.

Script argomentativi e affettività

Un fenomeno particolarmente interessante è la ripetizione di quelli che chiameremo

script argomentativi: quando posti di fronte a determinati stimoli, alcuni individui

sembrano interpretare alcune informazioni argomentative attraverso un frame sempre identico, che li porta a rispondere attraverso argomenti standardizzati, seguendo un copione (script) preciso.

A cognitive script is a sequence of actions and events in an individual’s knowledge structure that enables that individual to understand a specific situation or context and guides his or her behavior in that situation or context.265

264 Anche se non ha alcuna stringente validità a livello dimostrativo, vorrei sottolineare che la profilazione, attuata osservando le informazioni pubbliche dei due profili, ad esempio leggendo l’elenco delle pagine seguite dai due account, sembra corroborare questa ipotesi. Non perderò tempo tentando di utilizzare questi strumenti metodologici discutibili, ma invito il lettore interessato ad utilizzare il link del post per verificare personalmente se questa ipotesi possa essere ragionevole.

265 F. Choo, Auditors’ knowledge content and judgment performance: A cognitive

Di fronte ad alcune specifiche situazioni, alcuni individui mostrano una forma di risposta automatica identificabile come uno script. Pur non esistendo una letteratura riguardante gli script applicati all’argomentazione, cercherò di mostrare la ragionevolezza di questo schema concettuale, attraverso un paio di esempi pratici, che, senza alcuna pretesa di contenere una stringente validità dimostrativa, possono comunque suggerirne una possibile validità.

Il primo esempio riguarda discussioni riguardanti il rischio di violenza. Quello che viene rappresentato nell’Illustrazione 11 è un paragone molto frequente: un utente, quasi sempre uomo, domanda se è ragionevole pensare che qualche comportamento porti ad aumentare il rischio di subire una violenza sessuale. La discussione del post verte su una posizione che viene spesso riassunta con la locuzione “se l’è cercata”:266

Se io metto in mostra il mio portafoglio in una zona malfamata e qualcuno me lo ruba non sarà di certo giusto ma neanche posso poi lamentarmi sul perché sia successo.267

Questo tipo di argomento si concentra su quello che con Walton potremmo definire come un ragionamento pratico, che si può esplicitare più o meno così: “esistono contesti nei quali una donna, se ha un aspetto provocante, rischia maggiormente”.268 Il fenomeno interessante è che, quando viene presentato un tipo di argomentazione del genere, numerosi individui, in particolare di sesso femminile, rispondono su un piano assimilabile a quello che Walton chiama persuasivo. Ad esempio:

Siamo dotati di cervello e di libero arbitrio. Se si sceglie AUTONOMAMENTE di violare qualcuno, rimane una propria responsabilità esclusiva. Non esistono "istigazioni" o "indirizzamenti" a qualsivoglia tipo di reato.269

266 Cfr. https://www.ildolomiti.it/blog/claudia-merighi/te-la-sei-cercata-quando-e- ora-di-dire-basta 267 https://www.facebook.com/freedamedia/photos/a.1689592918018693/19095290926 91740/?type=3&theater

268 Non sto sostenendo che ogni “se l’è cercata” sia un mero ragionamento pratico, ma sostengo invece che alcune delle affermazioni che vengono fatte rientrare in questa categoria, se contestualizzate, sono interpretabili come un semplice ragionamento pratico, privo di connotazioni sessiste. Uno dei problemi della categorizzazione basata su questa locuzione è proprio che non riesce a distinguere un ragionamento pratico da un pregiudizio sessista.

Quello che possiamo notare è un fraintendimento del piano dialogico, che porta il secondo utente a fornire una risposta persuasiva basata su un principio astratto del concetto di responsabilità ad una questione pratica.

Naturalmente non tutti rispondono sistematicamente in questa maniera, ma questo schema, per chiunque utilizzi social networks, risulta ricorrente. Voglio sottolineare che non è mia intenzione discutere dell’argomento portando avanti una qualche posizione sulle tematiche di genere, il mio unico obiettivo è concentrarmi sulla dinamica dialogica di questo esempio empirico.

Il secondo esempio riguarda risposte tipiche all’interno discussioni riguardanti casi di corruzione e malagestione perpetrate dall’attuale governo. Questa forma argomentativa viene categorizzata all’interno dei social networks e di alcuni giornali con la locuzione “e

Illustrazione 11: Discussione riguardante il fenomeno della violenza sulla pagina Facebook di Freeda.

(https://www.facebook.com/freedamedia/photos/a.1689592918018693/19095 29092691740/?type=3&theater)

allora il PD?”:270 quando viene presentato un fatto negativo riguardante gli attuali membri del governo, viene argomentato in risposta che anche i precedenti governanti non erano perfetti.

Un caso esemplare di questa strategia lo troviamo nelle discussioni all’interno di post riguardanti lo scandalo dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che la Lega Nord dovrebbe restituire allo stato271. In un post della pagina Facebook de L’Espresso del 10/12/2018 troviamo infatti un commento esemplificativo:

Mai controlli al pd centri sociali e ad amici delle banche loro possono rubare impunemente. Per sempre LEGA, contro le ingiustizie272

Questo tipo di argomento, dal punto di vista pragma-dialettico, contiene una fallacia ad

hominem, interpretabile come una tu quoque, anche se è necessario sottolineare che per

interpretare l’argomento in questo modo, occorre identificare l’antagonista come un sostenitore del Partito Democratico. Nonostante la natura fallace dell’argomento, riscuote comunque un grande successo ed una notevole diffusione. Un altro aspetto degno di nota di questo commento, anche se esula leggermente dalla trattazione degli script, è l’applicazione della likability heuristic: il Partito Democratico viene accostato ai centri sociali, nonostante, come abbiamo già osservato, la sua componente non può essere facilmente accostata ad appartenenti all’estrema sinistra, la quale ha spesso pure contestato questo partito di centro-sinistra. 273

270 https://www.altovicentinonline.it/attualita-2/campo-minato/e-allora-il-pd- viaggio-semiserio-tra-gli-slogan-del-web/ 271 https://www.nextquotidiano.it/lega-49-milioni/ 272 https://www.facebook.com/espressonline/posts/10156945013809241?__xts__[0]=68.A RAfSsF2oP4J27IdnSu2RrWi_5YL9DVBCFm4Ax1t7ezzeGTKSdBkMgtdYAdlnB2vO y-Gz95tepdrbfIWpM8P0NHlZ1KRLsYzH2avuTcU82fsQd-zu26v9eZ9YveG9dTgTO- XfMeVS4SP5gsHjfa- hXRCrCxQ54NZplVo0lJcRlVkMbGPjELjo9FsnuKUhymk2m0AjKeG2AM8sBrSdXQ 98wV_va5nmtVkr9X1pe3_P- hwT2pEPNZeg3Lz_PHF3h5TlyUYtvt5E_cxEnTCpRvnB9_rUlGL1GiJSniVXi5s4cGv q3EVk6qoFFhuNRWsPALnUEj95dUj8_w73RpNo0Np&__tn__=-R 273 Cfr. https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/minniti-contestato-1.4317104

Parlando di discorsi limitatamente argomentativi, questo capitolo vuole superare un approccio normativo, per cercare di comprendere se esistono regolarità nelle modalità di processamento e di risposta argomentativa o pseudo-argomentativa, determinando il rapporto tra queste e il tipo di sofisticazione o di conoscenza pregressa posseduta dal soggetto. Per questo motivo occorre sottolineare un parziale disinteresse di questo approccio per la validità normativa dell’argomento, perlomeno quando questo viene osservato in termini di diffusione del suo utilizzo.

Conclusione e ricapitolazione degli input disciplinari ad un approccio cognitivo

Una prospettiva di questo genere risulta complessa e richiede un approccio multidisciplinare. Anche lo studio delle nuove forme argomentative online può aiutare in questo compito: se è vero che gli strumenti cognitivi utilizzati dalle persone nell’elaborazione di dinamiche sociali evolutivamente recenti, come la comprensione della politica nazionale, sono basate sulla rimodulazione di strumenti cognitivi più primitivi,274 è lecito sospettare che anche le forme di scontro dialogico che si svolgono virtualmente sui social networks abbiano una matrice condivisa con quelle reali, effettuate faccia a faccia.

Inoltre, studiando la dinamica delle bolle di filtraggio,275 cioè di come l’informazione che troviamo online sia modellata da algoritmi che, attraverso le nostre preferenze, forniscono spesso nuova informazione coerente con quella già ricercata precedentemente, potremmo migliorare la nostra comprensione delle modalità di framing, in generale, e delle nostre scelte argomentative, in particolare. Per citare un possibile filone di ricerca interessante, Weinberger e colleghi hanno mostrato come l’apprendimento sia facilitato

se ai soggetti vengono forniti modelli276 argomentativi di strutturazione

dell’informazione, accompagnati dal confronto di gruppo. Al contrario, in situazioni di

274 Cfr. D. Schreiber, Political Cognition as Social Cognition: Are We All Political Sophisticates?, in Neuman-Marcus-MacKuen-Crigler, The Affect Effect etc., cit., pp. 48-70.

275 Cfr. E. Pariser, The Filter Bubble - What the Internet Is Hiding from You, Penguin Press HC, New York, 2011.

276 In questo caso gli autori intendono gli script in maniera differente da come li ho presentati in questo testo, cioè come modelli guida attraverso l’inserimento dell’informazione in strutture argomentative presentate attraverso programmi computerizzati. In questo esperimento i ricercatori presentavano finestre da riempire e collegare secondo il modello di Toulmin (claim, ground e justification, vedi sopra).

elaborazione individuale prive di aiuti per la strutturazione, i soggetti mostrano

performances inferiori.277 Questi input sperimentali potrebbero essere integrati con la comprensione dei bias generati dall’inserimento dei soggetti in bolle di filtraggio informazionali: l’elaborazione argomentativa di gruppo, che avviene negli ambienti di discussione online, potrebbe favorire l’apprendimento, ma cosa succede quando questo apprendimento avviene all’interno di una struttura più o meno coerente di bias, determinati dalla propria bolla di appartenenza?

La comprensione di queste dinamiche permetterebbe, per esempio, di spiegare come