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Catene di ragionamento, pensiero ideologico e likability heuristic

Sistema 1 e Sistema 2

3.2. Catene di ragionamento, pensiero ideologico e likability heuristic

o sociali, il giudizio politico può essere influenzato da fattori differenti a seconda dell’individuo.

Sniderman e colleghi hanno studiato le opinioni personali riguardo a politiche di protezione dei diritti civili dei malati di AIDS negli Stati Uniti, attraverso i dati ricavati da una serie di interviste del 1977 e del 1985, calcolando la relazione tra le risposte ad alcune domande relative a questo argomento, come possiamo vedere nell’Illustrazione 3. La prima cosa interessante che si presenta all’occhio è la differenza dei fattori che influiscono sulle politiche a favore dei malati di AIDS tra i più e i meno scolasticamente educati.

155 Cfr. J.D. Kralik, E.R. Xu, E.J. Knight, S.A. Khan, W.J. Levine, When Less Is More: Evolutionary Origins of the Affect Heuristic, “Plos One”, 7/2012, pp. 1-10. 156 Ivi p. 8.

Illustrazione 3: Ignoranza dei falsi positivi (negativi) indica una mancata conoscenza delle reali modalità di trasmissione (non trasmissione) dell’HIV

in P. M. Sniderman, B. K. W., D. C. Mutz, J. E. Wiley, Values under pressure: AIDS and civil liberties, in P. M. Sniderman, R. A. Brody, P. E. Tetlock, Reasoning and Choice - Explorations in Political Psychology, Cambridge University Press, N.Y. 1991 p. 47.

Ad esempio, se nei soggetti meno educati l’omofobia è collegata negativamente con il sostegno a politiche di protezione dei malati, in quelli che lo sono di più la prima è collegata solo indirettamente alla seconda, attraverso il sostegno ai diritti civili degli omosessuali riguardo a queste politiche. Inoltre, nel secondo gruppo, esiste una relazione causale tra diritti civili generali e diritti degli omosessuali. Un altro aspetto degno di nota è che l’ansia non ha alcuna connessione significativa con i valori presenti negli individui maggiormente educati.

In short, education promotes protection for the rights of persons with AIDS both by decreasing the likelihood that people will take the "low road" and base their judgment on such emotional factors as anxiety and homophobia and by increasing the likelihood they will take the "high road" and base their judgment on such cognitive considerations as support for civil liberties.157

Questa differenza tra diversi livelli di sofisticazione scolastica appare ancora più evidente nelle relazioni causali tra alcuni valori ricavati dalle interviste del NES (National Election Survey) del 1976 sul rapporto tra conservatorismo, attitudine verso i neri e politiche contro la discriminazione razziale (Illustrazione 4).158

Come possiamo vedere dall’illustrazione, i soggetti meno educati (con meno di dodici anni di scuola) non mostrano l’esistenza di un legame di causalità dell’ideologia (conservatorismo) né con il sostegno al principio d’uguaglianza razziale, né con la propria posizione riguardo alle politiche antidiscriminatorie. Invece, la disposizione affettiva verso i neri ha una connessione diretta con il principio di uguaglianza, il quale media tra il primo parametro e il supporto verso le politiche governative. Nei mediamente educati (coloro che hanno finito l’High School) si aggiunge una connessione causale dall’ideologia verso l’affermazione di principio. Invece, nei soggetti maggiormente educati, l’ideologia influenza significativamente tutti gli altri valori.

157 P.M. Sniderman, B.K. Wolfinger, D.C. Mutz, J.E. Wiley, Values under pressure: AIDS and civil liberties, in Sniderman-Brody-Tetlock, Reasoning and Choice etc., cit., p. 48.

158 Cfr. P.M. Sniderman, R.A. Brody, J.H. Kuklinski, The principle-policy puzzle: the paradox of American racial attitudes, in Sniderman-Brody-Tetlock, Reasoning and Choice etc., cit., pp. 58-69.

Dai dati di questo studio sembra che un maggior livello scolastico aumenti l’integrazione e la coerenza delle proprie posizioni. La maggiore importanza dell’ideologia nei soggetti più istruiti ha portato gli autori a sostenere che questi utilizzino maggiormente processi cognitivi piuttosto che affettivi:

Our results also suggest the potential utility of distinguishing between affective and cognitive linkages. Quite simply, the less schooling a person has had, the more important affect is in establishing a framework for his ideas about race policy. This should not be taken to mean that the political beliefs of the poorly educated are held together by "emotion," not "reason." By affect we mean not such deep- seated emotions as fear or hate, but rather feelings toward specific groups - for integration, the extent to which one likes blacks.159

Nel testo dal quale sono stati estratti i dati, gli autori postulano, come fondamento analitico, che una relazione causale che parta dalla sola posizione ideologica coinvolga un processamento cognitivo. Se sia la posizione ideologica, sia l’attitudine verso le persone di colore influenzano gli altri elementi, il processamento viene detto misto. Se invece la relazione causale coinvolge solamente l’attitudine verso i neri, viene invece considerato affettivo.160 Ma se fosse possibile invece processare affettivamente pure

159 Ivi, p. 68.

160 Ivi, p. 63.

Illustrazione 4: in P. M. Sniderman, R. A. Brody, J. H. Kuklinski, The principle-policy puzzle: the paradox of American racial attitudes, in P. M. Sniderman, R. A. Brody, P. E. Tetlock, Reasoning and Choice - Explorations in Political Psychology, Cambridge University Press, N.Y. 1991, p. 67.

partendo dalle posizioni ideologiche astratte, proprio come i soggetti mostrano di fare quando vengono influenzati dai rischi nella valutazione dei benefici?161

Lo stesso Sniderman, nei testi successivi della stessa raccolta dello studio precedente e nei suoi più recenti lavori affermerà:

Whether ordinary citizens know what this particular pair of political grapplers stand for is of more than passing interest. The classic position has long been that, even if there are terms in which mass publics can effectively make sense of political choices - and there may well not be - the politically crucial point is that they cannot understand these choices in the terms that they are actually posed by political elites – that is to say, ideological terms […].

Taking advantage of the notion of judgmental shortcuts, we argued in favor of a measure of overlap. A nontrivial fraction of the public at large could, we reasoned, figure out where liberals and conservatives stand on major issues of the day, provided they knew where they themselves stand and how they feel about the ideological alternatives. These two elements, put together in the right way, provide a judgmental shortcut, the likability heuristic, as we dubbed it, allowing ordinary citizens to figure out what liberals and conservatives stand for, even if they cannot explain what liberalism or conservatism as political philosophies are about.162

Le persone, anche tra le più educate, non possiedono necessariamente una conoscenza del significato di parole come “liberalismo” o “conservatorismo”, ma piuttosto tendono ad assimilare, se liberali (conservatori), le loro preferenze politiche all’ideologia liberale (conservatrice), e quelle che non condividono alla fazione opposta.163 In questo consiste la likability heuristic, cioè la determinazione di un giudizio basata sulle relazioni tra cose che ci piacciono o non ci piacciono.

A sostegno di ciò, dalle interviste del NES, risulta che i democratici, valutati attraverso il giudizio degli intervistati su determinate politiche, vengano percepiti come più liberali di quanto mostrino loro stessi attraverso le proprie risposte, mentre i repubblicani vengono percepiti come più conservatori di quanto non si considerino essi stessi.164 Se applichiamo il paradigma della likability heuristic, possiamo interpretare questi risultati come un accostamento affettivo di “liberale” con “democratico” e “conservatore” con “repubblicano”: entrambi i gruppi che s’identificano con i rispettivi partiti attribuiscono

161 Vedi sopra.

162 P. M. Sniderman, Taking Sides: A Fixed Choice Theory of Political Reasoning in A. Lupia, M.D. McCubbins, S.L. Popkin, Elements of Reason - Cognition, Choice, and the Bounds of Rationality, Cambridge University Press, Cambridge 2000, p. 71. 163 Ibidem.

164 Cfr. H.E. Brady, P.M. Sniderman, The likability heuristic, in Sniderman-Brody- Tetlock, Reasoning and Choice etc., cit., pp. 93-119.

agli oppositori posizioni più estreme. Valutando poi le risposte riguardo alle proprie posizioni politiche, sia i democratici che repubblicani si mostrano più moderati e vicini al centro di quanto vengano valutati dagli altri. Un fatto curioso è che i democratici vengano percepiti molto più a sinistra di quanto siano percepiti a destra i repubblicani, i quali, oltre ad avere una distanza minore tra valutazioni autoattribuite ed esterne, su determinate politiche, come l’inquinamento e l’uguaglianza di genere, si posizionano e vengono posizionati a sinistra.165

Qualcuno potrà obiettare che il bipolarismo americano possa influenzare questi risultati. Infatti, in altri luoghi la differente strutturazione ideologica può rendere coerenti valori relativi alla sicurezza (repubblicana) e universalistici, quali la giustizia sociale (democratica). Ad esempio, le persone di paesi ex-sovietici dell’Europa orientale, in uno studio di Bardi e Schwarz166, non trovavano incoerenti valori difficilmente conciliabili nel mondo occidentale:

Nella struttura prototipica, confermata dalle ricerche effettuate in diversi paesi, i valori del mondo in pace, della giustizia sociale e dell'uguaglianza (valori di Universalismo) sono opposti ai valori di ordine sociale e sicurezza nazionale (valori di Sicurezza); questo non accade invece in diversi paesi dell'Europa dell'Est, come la Polonia e la Romania, dove questi valori risultano tra loro compatibili.167

Inoltre, potrebbe essere supposto che in caso di sistemi multipartitici, come l’Italia o la Germania, questa forma di euristica possa essere ridotta.

Nonostante siano necessari studi interculturali per evitare conclusioni etnocentriche, ritengo che i risultati sulla politica americana mantengano una grande validità. A conferma di ciò, pur non disponendo di dati sperimentali o statistici, è possibile individuare qualcosa di simile alla likability heuristic nell’opinione pubblica italiana, perlomeno a livello speculativo: non è raro che militanti o esponenti di partiti di destra chiamino “comunisti” i membri del Partito Democratico168 (nonostante la presenza interna di correnti liberali), non è raro che esponenti dell’estrema sinistra chiamino fascista anche qualsiasi forza che abbia un minimo d’ispirazione liberale.169 Oltretutto,

165 Ibidem.

166 Cfr. A. Bardi, S.H. Schwartz, Relations among Sociopolitical Values in Eastern Europe: Effects of the Communist Experience?, “Political Psychology”, 17.3/1996, pp. 525-549.

167 P. Catellani, Psicologia politica, Il Mulino, Bologna 1997, p. 112.

168 Cfr. https://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/politica/festaforza/discoconve/discoconve.html

169 Cfr. http://contropiano.org/news/aggiornamenti-in-breve/italia/2013/01/27/berlusconi-o-il- fascista-dentro-014123

con l’evoluzione della situazione politica italiana, troviamo un elettorato che, pur votando Movimento 5 Stelle, trova maggiore affinità con la Lega Nord, l’altro partito membro del cosiddetto “governo del cambiamento”, rispetto agli altri partiti esistenti in Italia, malgrado l’origine ideologica completamente differente dei due gruppi al potere. La contrapposizione quasi bipolare italiana destra/sinistra sembra essere in parte sostituita da uno scontro tra populismo ed establishment, rimanendo quindi fondata su una contrapposizione dualistica:

Volendo riassumere, […] sembra emergere, all’interno dell’elettorato del Movimento, una distribuzione in cui circa metà non considera alcuna alternativa ai 5 Stelle. Costoro, ove si disamorassero del partito e della sua azione, è plausibile ritenere che si rifugerebbero nell’astensione. Un numero crescente di elettori M5S, arrivato a circa un terzo dell’elettorato, guarda invece alla Lega e una quota sensibilmente più ridotta volge invece a sinistra, divisa tra una maggioranza che guarda alle estreme e un numero più circoscritto che vede nel Pd una potenziale alternativa.170

Nonostante le vecchie ideologie (nel senso più ampio possibile della parola) sopravvivano, l’elettorato italiano sembra in parte, e forse temporaneamente, orientato secondo nuove polarizzazioni.

Tutti gli esempi citati del caso italiano, pur non supportati da un’analisi precisa, potrebbero essere dovuti a percorsi cognitivi assimilabili alla likability heuristic. Il raggruppamento di tutti gli oppositori, seppur ideologicamente diversi, in un unico gruppo indistinguibile e la suggestione individuale che coloro che ci sono affini la pensino quasi perfettamente alla stessa maniera (detta false consensus effect)171, come capita ad alcuni elettori pentastellati nella valutazione dei leghisti, sembra corrispondere alla divisione euristica in like/dislike:

The mass public surely does not command much abstract knowledge of politics and as a rule does not even pay much attention to it. It seems implausible, therefore, to suppose that the general public is able, or at any rate willing, to assemble complex cognitive hierarchies of political ideas. In contrast, likes and dislikes are easy to form and, even more important, easy to remember. Accordingly, affect can be a quite efficient way of encoding and storing what is after all the most vital political information: Who and what one is for or against.172

170 G. Piccolino, A. Scavo, M. Pessato, P. Isernia, L’elettorato 5 Stelle reggerà alla prova del governo?, “Il Mulino”, 5/2018, p. 800.

171 Cfr. Brady-Sniderman, The likability heuristic, cit. 172 Ivi p. 115.

Questa cornice teorica non implica infatti che i due poli siano necessariamente “liberale” e “conservatore”, questi possono variare a seconda del contesto o assumere strutture

maggiormente complesse. Inoltre, gli individui possono abbracciare

contemporaneamente valori incoerenti tra loro:

In many political controversies, there are no clear right or wrong answers. Policies that satisfy one value or objective often require sacrificing other values or objectives. Moreover, policy analysts never tire of reminding us of the various forms that these trade-off dilemmas can take. Economic programs that increase social equality may require sacrificing economic efficiency or the rights of individuals; defense policies designed to demonstrate firmness of resolve may trigger undesired arms races; efforts to control organized crime may come into conflict with constitutional guarantees against self- incrimination or infringements of privacy.173

Davanti a un conflitto tra valori, l’individuo è costretto a cercare un compromesso. Tetlock174 ipotizza che i progressisti e i conservatori differiscano sia per i valori di riferimento che per il grado di conflittualità che può essere ammesso tra questi.

Per i conservatori, soprattutto se estremisti, alcuni valori sarebbero chiaramente dominanti su altri, e questa gerarchia ben definita faciliterebbe la loro presa di posizione rispetto a molti problemi politici: così i conservatori non avrebbero esitazioni a sostenere le politiche di governo che promuovono la libertà economica individuale (ad esempio riduzione delle tasse), ma al contempo riducono l'uguaglianza sociale (ad esempio minore redistribuzione dei redditi).

I progressisti sperimenterebbero invece un maggiore conflitto tra valori e, almeno nelle democrazie occidentali, questo conflitto raggiungerebbe il massimo nei soggetti di centro-sinistra. Per questi soggetti infatti i valori della libertà economica individuale e dell'uguaglianza sociale sarebbero caratterizzati da una forza molto simile, e questo renderebbe spesso conflittuale la loro presa di posizione rispetto a specifici temi politici (come appunto la redistribuzione dei redditi). A sua volta il conflitto, o meglio il tentativo di risolverlo attraverso la conciliazione di valori contrapposti, avrebbe come esito il ricorso a strategie di ragionamento e soluzioni politiche più complesse e più articolate in questi soggetti rispetto ad altri.175

Da questo ampliamento prospettico, non sembra più così implausibile riuscire a esportare in paesi con forme istituzionali differenti l’intuizione di una strutturazione affettiva delle valutazioni politiche.

173 P. E. Tetlock, A Value Pluralism Model of Ideological Reasoning, “Journal of Personality and Social Psychology”, 50.4/1986, p. 819.

174 Ibidem.