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Sistema 1 e Sistema 2

7.2 Posizioni, argomenti ed elementi inespressi

Il compito principale dell’analista è quello di individuare, all’interno della conversazione, le posizioni principali dei contendenti e distinguerle dagli argomenti relativi ad esse. Appoggiandoci alla struttura di un grafico ad albero, possiamo considerare gli standpoints, cioè le tesi di partenza, come i nodi dai quali si dipanano i rami che li collegano ai nodi degli argomenti (Figura 4).

Lo standpoint è il nucleo della tesi di una fazione, ciò che, se non viene difeso appropriatamente, determina la vittoria dell’avversario, gli argomenti sono le affermazioni a sostegno o a confutazione di questi.

Le giustificazioni sono necessarie quando l’antagonista esprime un dubbio sulla posizione del protagonista. In questo caso il protagonista è obbligato al “peso della prova” (burden-of-proof), cioè a dimostrare di poter giustificare la propria affermazione. Questa regola impedisce a una fazione di poter portare avanti, all’interno di una discussione critica, argomenti privi di alcun fondamento.

Le fazioni però non devono necessariamente attaccare o difendere lo standpoint, possono attaccare o difendere anche gli argomenti subordinati a questo. Facciamo un esempio:

Esempio 4

A: “I gatti sono animali sporchi perché odiano l’acqua” B: “Ma ho visto video di alcuni gatti a cui piace nuotare”

A: “Anche se non odiano l’acqua rimangono lo stesso animali sporchi” B: “Non è vero, si puliscono leccandosi”

A: “Non considero la saliva di un gatto come una cosa pulita”

Potremmo scrivere quasi una pagina intera su questo breve scambio di battute. È una discussione mista (entrambe le parti portano avanti posizioni), ma ci concentreremo solamente sul legame degli argomenti rispetto alla posizione di “A”. La prima proposizione contiene uno standpoint (“I gatti sono sporchi”) accompagnato da un argomento subordinato (“odiano l’acqua”). “B” non attacca direttamente la posizione di “A” ma l’argomento a suo sostegno. Nella proposizione successiva “A” sembra accettare la confutazione di “B” sull’argomento, ma può continuare a permettersi di sostenere la sua posizione principale. Successivamente “B” esprime un dubbio direttamente verso lo

di “A” (“i gatti si puliscono leccandosi”). A questo punto “A” risponde esprimendo un dubbio sull’argomento di “B”, affermando che la saliva non può essere considerata una cosa pulita.

Questo esempio contiene argomenti subordinati solamente allo standpoint o all’argomento subordinato ad esso, ma niente vieta che questa catena si possa ulteriormente allungare.

Oltre alle subordinate, esistono anche relazioni di coordinazione: possono esistere argomenti o standpoints coordinati, cioè interdipendenti. Ad esempio, “Giovanni si è allenato molto e allenarsi duramente porta a risultati migliori” potrebbe essere considerato come due argomenti coordinati, subordinati allo standpoint “Giovanni migliorerà il suo tempo sui cento metri piani”: se l’argomento “allenarsi molto” non fosse collegato a “allenarsi porta a migliori risultati”, difficilmente una di queste due proposizioni, presa singolarmente, potrebbe giustificare la posizione presentata.

Bisogna però distinguere tra gli argomenti e gli standpoints coordinati e quelli multipli. Se un argomento viene confutato, anche quelli ad esso coordinati lo saranno. Al contrario, gli argomenti multipli, nonostante lo stesso grado di distanza dallo standpoint, mantengono la loro indipendenza e non sono influenzati dalla validità degli altri argomenti. Però, in qualsiasi caso, un argomento o uno standpoint che sono rifiutati portano anche alla refutazione degli argomenti ad essi subordinati. Riprendendo l’esempio della discussione sui gatti, se la posizione “i gatti sono sporchi” viene confutata, tutti gli argomenti subordinati, come “la saliva dei gatti non è pulita”, perdono di qualsiasi valore, a meno di non reinserirli in una differente linea argomentativa. 215

Esistono differenti modi di formalizzare e rappresentare graficamente queste relazioni. Nel testo di van Eemeren, Grootendorst e Herkemans (Figura 4)216 gli autori optano per una rappresentazione grafica ad albero, nella quale ogni livello di subordinazione è rappresentato da un nuovo numero puntato che si aggiunge alla destra del numero identificativo dell’argomento sopraordinato, mentre per esprimere le relazioni di coordinazione viene aggiunta una lettera accanto al numero indicante la subordinazione.

215 Nonostante il rifiuto della linea argomentativa subordinata, nulla impedisce il reinserimento di alcuni argomenti scartati in altre linee di argomentazione.

216 Nella figura riportata, probabilmente per un errore di stampa, manca una “a” accanto all’argomento indicato come 1.3, che dovrebbe invece chiamarsi 1.3a. Inoltre, nella terza riga invece di 1.2 ci dovrebbe essere 1.2.1.

Non sempre tutti gli elementi dell’argomentazione vengono espressi esplicitamente. Prendiamo l’Esempio 4: nella frase “ma ho visto video di alcuni gatti a cui piace nuotare” può essere sottinteso che “a chi piace nuotare piace l’acqua”, oppure in “i gatti si puliscono leccandosi” potremmo avere come premessa inespressa “chi si pulisce non è sporco”.

Ovviamente le premesse e le posizioni inespresse rese esplicite dall’analista, come anche le relazioni tra argomenti, sono frutto di una ricostruzione più o meno arbitraria. La ricostruzione degli argomenti inespressi è quindi affidata agli autori dell’analisi, anche se esistono principi che possono aiutare chi si cimenta in questo compito. Da una parte viene consigliato a chi interpreta di aggiungere il minor numero possibile di elementi inespressi (principio di carità), evitando così il rischio di oltrepassare le accezioni implicite realmente portate avanti dall’argomentatore217; dall’altra si invita all’utilizzo di una strategia di analisi “massimamente argomentativa”:

To view borderline cases as argumentation is to follow the strategy of maximally argumentative interpretation. Any utterance that, for instance, might also be just a remark or an explanation is

217 Cfr. van Eemeren-Grootendorst-Henkemans, Argumentation etc., cit.

Figura 4: in F. H. van Eemeren, R. Grootendorst, A. F. S.

Henkemans, Argumentation - Analysis, Evaluation,

interpreted as argumentation. Being so charitable in cases where the argumentative function of an utterance is not really clear, but is nevertheless a realistic option, minimizes the risk that utterances important to the resolution of a difference of opinion will be overlooked in the analysis.218

L’equilibrio tra queste due linee guida opposte è compito dell’analista. Il suo dovere è proprio quello di ricostruire, valutando a posteriori il contesto e lo sviluppo della discussione, quale sia il compromesso tra semplicità e completezza.