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Sistema 1 e Sistema 2

7.6 Le manovre strategiche

Come far coesistere la natura dialettica (risolvere la differenza di opinione) dell’approccio pragma-dialettico con la natura retorica (vincere la discussione) dello scontro argomentativo?

Per conciliare queste due direttrici dell’argomentazione van Eemeren e colleghi hanno aggiunto al loro modello le manovre strategiche:

Each of the four stages in the process of resolving a difference of opinion by means of a critical discussion is characterized by having a specific dialectical objective. Because, as a matter of course, the parties involved in the difference want to realize these dialectical objectives to the best advantage of the position they have adopted in the discussion, every dialectical objective has its rhetorical analogue. In all discussion stages the rhetorical goals of the participants will be dependent on – and therefore run parallel with – the dialectical goals. As a consequence, the specification of the rhetorical aims the participants in the discourse are presumed to have must in this perspective take place according to dialectical stage. This is the methodological reason why in the study of strategic maneuvering that

we propose rhetorical insights are systematically integrated in a dialectical – in this case, a pragma- dialectical – framework of analysis.233

Le manovre strategiche sono scelte argomentative che avvengono all’interno delle libertà concesse dalle regole del modello pragma-dialettico e sono condizionate sia dal tipo di conversazione che dal contesto nel quale questa è svolta.

In analyzing the type of strategic maneuvering that is carried out, for each category of strategic maneuvering the following parameters must be considered:

(1) the results that can be achieved;

(2) the routes that can be taken to achieve these results; (3) the constraints of the institutional context;

(4) the mutual commitments defining the argumentative situation.234

Van Eemeren e Houtlosser hanno individuato tre forme principali di manovra strategica, determinate dallo sfruttamento di elementi differenti.

La prima direttrice è la scelta strategica delle linee argomentative da utilizzare secondo il loro potenziale tematico (topic potential), attraverso la valutazione di quale argomentazione sia la più proficua, cioè vincente, tra le varie disponibili. Ad un colloquio di lavoro un candidato cercherà di convincere l’esaminatore spostando la conversazione sui propri punti di forza piuttosto che su quelli nei quali, sviluppandoli, potrebbe mostrare poca capacità.

La seconda è l’osservazione della predisposizione degli ascoltatori (audience

demand). Infatti, ovviamente, gli argomenti cambiano la loro efficacia a seconda della

disposizione dell’avversario e del pubblico all’accettazione di questi. Per convincere un liberista della bontà di un programma politico, è meglio concentrarsi sulle libertà economiche che questo promette, piuttosto che sulle spese sociali che prevede.

L’ultima direttrice è quella dei dispositivi di presentazione (presentational choice). Questi consistono nelle scelte lessicali, stilistiche, pure gestuali o vocali,235 attraverso le quali l’argomentatore sceglie di rendere più efficaci i propri argomenti. Come infatti

233 F. H. van Eemeren, P. Houtlosser, Strategic maneuvering - Examining argumentation in context, in F. H. van Eemeren, Examining Argumentation in Context, John Benjamins, Amsterdam 2009, p. 5.

234 F.H. van Eemeren, P. Houtlosser, Strategic Maneuvering: A Synthetic Recapitulation, “Argumentation”, 20/2006, pp. 385-386.

235 Cfr. A. Rocci, Manoeuvring with voices - The polyphonic framing of arguments in an institutional advertisement, in van Eemeren, Examining Argumentation etc., cit., pp. 257-283.

abbiamo visto precedentemente, in qualsiasi dinamica discorsiva, gli atti linguistici contengono una forza illocutoria e perlocutoria, quindi le modalità di presentazione di un contenuto proposizionale determinano quanto l’altro sia disposto ad accettare un determinato atto linguistico. Inoltre, e forse di maggiore importanza per una discussione critica, le scelte stilistiche possono mettere in luce determinati argomenti e contemporaneamente nasconderne altri, oltre a dare un’impressione di maggiore o minore coerenza e completezza dell’argomentazione. Riprendendo l’esempio precedente, un politico che voglia presentare una manovra che comporterà delle spese economiche, potrà inserire nel proprio discorso queste ultime, ma soltanto accennandole e, attraverso la costruzione del discorso, rendendole marginali accentuando l’enfasi sulle parti che ne descrivono i lati positivi. Un esempio più semplice potrebbe essere un venditore di automobili: dire “con soli 200 € in più puoi avere tutti gli optional inclusi, compreso il sensore di parcheggio” è diverso da dire “puoi avere gli accessori aggiuntivi, ma dovrai spendere altri 200 €”; gli argomenti sono gli stessi, ma l’attenzione alle varie parti è differente. Questa differenza potrebbe quindi spingere un antagonista a portare, come risposta, argomentazioni diverse a seconda del framing, come, ad esempio, la richiesta di elencazione dei vari optional oppure un argomento riguardante il sovrapprezzo, se ritenuto esagerato.

L’aggiunta nel quadro concettuale pragma-dialettico delle manovre strategiche ha permesso d’interpretare le fallacie argomentative come “deragliamenti” di strategie altrimenti normativamente valide:

Participants in argumentative discourse who want to resolve a difference of opinion in a reasonable way have the freedom to make use of ‘strategic manoeuvring’ to advance and sell their standpoint as convincingly as possible […]. In our terms, this strategic manoeuvring consists of rhetorically exploiting the pursuit of the dialectical goals that have to be realised in the different stages of the critical resolution process. This manoeuvring can be legitimate, but it can also derail, and become fallacious. Because every discussion move needed in the resolution process is open to strategic manoeuvring, it is basically possible for each move to derail and become fallacious. Particularly, because we cannot tell in advance whether the dialectically relevant moves needed in the resolution process will be carried out in a legitimate way, we should also use the ideal model of a critical discussion to identify moves which are potentially or actually fallacious.236

236 F.H. van Eemeren, R. Grootendorst, A.F.S. Henkemans, Argumentative indicators, Springer, Berlin 2007, p. 17.

Le fallacie, da questa prospettiva, sono quindi tentativi di manovra strategica, che hanno oltrepassato i limiti imposti dalla discussione critica. Solo per fare un esempio, una fallacia ad misericordiam può avvenire quando una presentational choice diventa qualcosa di più potente rispetto ad un mero accompagnamento stilistico. Questa scelta presentazionale, che mira solamente a descrivere un argomento, correttamente posto, attraverso dispositivi linguistici che generino pathos, finisce, nell’ad misericordiam, per deformare il contenuto argomentativo attraverso quello emotivo. Sempre attraverso scelte

presentazionali, utilizzando scelte stilistiche che aumentano l’ambiguità

dell’affermazione, un argomento potrebbe finire per evidenziare, invece che una semplice relazione tra due eventi, una relazione causale, generando una fallacia post hoc propter

hoc.

Non tratteremo oltre il funzionamento delle manovre strategiche, ma occorre sottolineare quanto il contesto, in particolare se istituzionalizzato, determini ulteriori regole per l’argomentatore e stabilisca quali siano le migliori scelte espositive:237 come abbiamo già notato, una discussione scientifica ha canoni diversi da una discussione in un’aula di tribunale. Le aspettative argomentative e quale sia il confine tra manovra strategica e fallacia variano con il variare del contesto.

L’applicazione del modello pragma-dialettico alle conversazioni online

È possibile applicare il modello di van Eemeren e colleghi alle conversazioni online? Lewinski, nella sua tesi di dottorato, ha provato ad applicare le regole di analisi pragma- dialettica alle discussioni politiche online.238 In particolare, ha analizzato le conversazioni politiche sulla piattaforma di Google Groups.

What kind of conditions for argumentation does the context of online political discussion forums create? I have done so by analysing the technological basics and the institutional goal of informal political online discussion fora. Such fora are grassroots, bottom-up venues for public discourse initiated by Internet users who want to discuss political topics. Because of the way they are established and administrated and, notably, because of the way they are designed, online fora function as vehicles for informal political discussion that can (exclusively) realise the goal of critical opinion-formation. In this sense, online

237 Cfr. van Eemeren-Houtlosser, Strategic maneuvering etc., cit., pp. 1-24.

238 Cfr. M. Lewiski, Internet political discussion forums as an argumentative activity type: A pragma-dialectical analysis of online forms of strategic manoeuvring in reacting critically, Rozenberg Publisher, Amsterdam, 2010.

discussion fora can be understood as examples of everyday political deliberation taking place in the virtual ‘public sphere.’239

Le conversazioni online, al contrario di gran parte delle altre, non hanno limitazioni di tempo per la risposta, quindi si possono sviluppare passando attraverso lunghi periodi di silenzio tra una battuta e l’altra. È difficile stabilire due fazioni precise, poiché in certi forum, essendo chiunque libero di commentare, si sviluppano argomentazioni parallele che spesso hanno come bersaglio le posizioni di altri singoli utenti, creando così una serie di argomentazioni incrociate che si concentrano su differenti aspetti della tematica trattata.

Raramente esistono chiare regole istituzionalizzate di conversazione. Di solito i proprietari della piattaforma invitano a rispettare le regole di una conversazione civile, che consistono nel mantenere l’utilizzo di un linguaggio appropriato, evitare di offendere gli altri partecipanti, evitare di andare fuori tema. Inoltre, la struttura delle argomentazioni

online permette nuove manovre strategiche, mentre ne limita altre. Ad esempio, è più

semplice mostrare e impossibile negare di avere avuto due posizioni incoerenti, ed è anche più semplice smascherare una straw man fallacy o altre fallacie argomentative: essendo memorizzati tutti i commenti precedenti, è sempre possibile citarli per mostrare cosa è stato sostenuto precedentemente. Gli utenti che aderiscono a una stessa fazione possono però soffocare una posizione rispondendo in massa ad una singola affermazione sulla quale non sono d’accordo, attaccando l’avversario attraverso numerosi argomenti differenti, rendendo per quest’ultimo molto difficile rispondere esaustivamente a tutti quanti.

Il burden-of-proof invece viene spesso soddisfatto attraverso il riferimento ad altri siti

online esterni. Naturalmente, se entrambe le fazioni giudicano il sito affidabile, la

dimostrazione della validità della prova viene confermata. Se, invece, esiste un disaccordo sulla validità della fonte, pure questa può diventare oggetto di discussione critica.

Ma la cosa più interessante che possiamo notare è che, nonostante Lewinski affermi che le discussioni politiche online siano tentativi di risoluzione di una differenza di opinione, quasi mai le discussioni online si concludono con successo, cioè con la vittoria di una fazione sull’altra.

239 Ivi p. 91.

The rules of the online discussion fora do not support, let alone guarantee, any kind of a conclusion of discussions. This means that there is no institutionally prescribed way of settling disputes in this very type of argumentative activity. Rather, discussions simply fade away without any explicit conclusive results, as soon as users lose their interest in them – the principle of novelty is very important on the Internet. Moreover, since online discussions are open-ended, participants to these discussions are by no means obliged, or even expected, to come to any sort of explicitly pronounced decision or agreement on the matters discussed.240

Gli utenti continuano a discutere finché non si stancano della conversazione. Se è vero che non viene raggiunta una posizione condivisa, tuttavia la discussione online mantiene una sua utilità: permette ai partecipanti di articolare e rendere le proprie posizioni maggiormente sofisticate e, magari, senza ammettere pubblicamente nessun genere di sconfitta, di modificarle.

Online discussions are activities with no institutionally prescribed concluding procedures. Therefore, no outcome of discussions has to be explicitly established. Moreover, an outcome may be difficult to establish, firstly, because of general problems in acknowledging an argumentative defeat and, secondly, because of special problems of the design of online discussions, related primarily to their in-principle openendedness, but also polylogicity, lack of temporal linearity and proper moderation. Still, […], it may be assumed that active participants as well as—to a lesser degree— readers of such discussions confronted with a critically tested position may become more informed and critical on matters of public concern. Hence, the institutional goal of online political discussions is realised when the outcome amounts to tacit (privately held) resolution of a difference of opinion, as long as this outcome is further submitted to critical testing.241

Conclusione

Abbiamo toccato, almeno superficialmente, tutti gli aspetti più importanti dell’approccio pragma-dialettico. Il lettore, arrivato a questo punto, conosce le basi minime per poter intavolare con i propri amici una discussione critica normativamente corretta. Non resta che fornire i dieci comandamenti che van Eemeren e Grootendorst ci hanno donato, quelli che ogni buon argomentatore critico deve seguire:

Commandment 1 of the code of conduct is the freedom rule:

Discussants may not prevent each other from advancing standpoints or from calling standpoints into question.

[…]

240 Ivi, p. 120.

Commandment 2 is the obligation-to-defend rule:

Discussants who advance a standpoint may not refuse to defend this standpoint when requested to do so.

[…]

Commandment 3 is the standpoint rule:

Attacks on standpoints may not bear on a standpoint that has not actually been put forward by the other party.

[…]

Commandment 4 is the relevance rule:

Standpoints may not be defended by non-argumentation or argumentation that is not relevant to the standpoint.

[…]

Commandment 5 is the unexpressed-premise rule:

Discussants may not falsely attribute unexpressed premises to the other party, nor disown responsibility for their own unexpressed premises.

[…]

Commandment 6 is the starting-point rule:

Discussants may not falsely present something as an accepted starting point or falsely deny that something is an accepted starting point.

[…]

Commandment 7 is the validity rule:

Reasoning that in an argumentation is presented as formally conclusive may not be invalid in a logical sense.

[…]

Commandment 8 is the argument scheme rule:

Standpoints may not be regarded as conclusively defended by argumentation that is not presented as based on formally conclusive reasoning if the defense does not take place by means of appropriate argument schemes that are applied correctly.

[…]

Commandment 9, bearing on the concluding stage, is the concluding rule:

Inconclusive defenses of standpoints may not lead to maintaining these standpoints, and conclusive defenses of standpoints may not lead to maintaining expressions of doubt concerning these standpoints. […]

Commandment 10 is the general language use rule:

Discussants may not use any formulations that are insufficiently clear or confusingly ambiguous, and they may not deliberately misinterpret the other party’s formulations.242

242 Van Emeeren-Grootendorst, A Systematic Theory of Argumentation etc., cit., pp. 190-195.

8 / Oltre l’approccio pragma-dialettico: limiti,

alternative e prospettive