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Sistema 1 e Sistema 2

2.1 Il confirmation bias

Il confirmation bias consiste nella tendenza delle persone a cercare nuove informazioni che confermino, piuttosto che falsificare,60 le teorie che hanno:

“Confirmation bias” means that information is searched for, interpreted, and remembered in such a way that it systematically impedes the possibility that the hypothesis could be rejected – that is, it fosters the immunity of the hypothesis. Here, the issue is not the use of deceptive strategies to fake data, but forms of information processing that take place more or less unintentionally.

L’esempio classico citato per questa tipologia di bias è l’esperimento del 1960 di Wason, nel quale viene chiesto ai soggetti di individuare la regola che si nasconde dietro alla

59 J.-P. Caverni, J.-M. Fabre, M. Gonzalez, Cognitive biases: Their contribution for understanding human cognitive processes in J.-P. Caverni, J. M. Fabre, M. Gonzalez, Cognitive biases, North Holland, Amsterdam 1990, pp. 8-9.

60 M. E. Oswald, S. Grosjean, Confirmation Bias, in Pohl, Cognitive Illusions etc., cit., p. 79.

sequenza di numeri “2-4-6”, attraverso la possibilità di chiedere se altre sequenze appartengono o meno alla regola nascosta.61 I soggetti, invece di fornire esempi che escludano o confermino le loro prime ipotesi attraverso un criterio di falsificabilità,62 tendono a presentare sequenze che confermino semplicemente le loro ipotesi, come ad esempio “6-8-10”, oppure “10-12-14”. I casi presentati confermano che tre numeri dei quali i successivi sono maggiori di 2 al precedente sono sequenze corrette, ma non permettono di capire se altri casi possano rientrare nella regola. Per esempio, l’affermazione “la sequenza deve contenere numeri in ordine crescente” potrebbe spiegare i tre casi sopra citati. Solamente una sequenza di tipo differente, come “3-10- 18”, potrebbe falsificare la prima ipotesi, mentre i casi presentati sopra non potranno mai farlo.

Con qualche forzatura, è possibile trattare il confirmation bias come una forma di ancoraggio all’ipotesi iniziale.63

Nonostante un uso sistematico della ricerca di conferma delle ipotesi sia da considerare un errore, bisogna però distinguerlo da situazioni nelle quali una strategia di conferma positiva può risultare vincente o perlomeno vantaggiosa:

This strategy is not equivalent to confirmation bias in the first sense; we show that the positive test strategy can be a very good heuristic for determining the truth or falsity of a hypothesis under realistic conditions. It can, however, lead to systematic errors or inefficiencies.64

Klayman e Ha hanno chiamato questa strategia positiva PTS (positive testing strategy). In molti contesti reali, una strategia del genere può avere un risultato positivo e allo stesso tempo economico. Se ad un colloquio un datore chiedesse a un aspirante lavoratore se gli piace lavorare da solo e ricevesse una risposta affermativa, potrebbe pensare che la persona che ha davanti sia piuttosto introversa. Nel determinare ciò, potrebbe essere più conveniente continuare a porre domande a conferma della propria ipotesi (Esempio: “Ti senti a disagio a parlare di fronte a molte persone?”) piuttosto che cercare domande che

61 Cfr. P.C. Wason, On the failure to eliminate hypothesis in a conceptual task, “Quarterly Journal of Experimental Psychology”, 14/1960, pp. 129–140.

62 Per un’esposizione del criterio di falsificabilità nelle discipline scientifiche cfr. K. Popper, Logica della scoperta scientifica, Einaudi, Torino 1974.

63 Cfr. Oswald-Grosjean, Confirmation etc., cit., p. 92.

64 J. Klayman, Y. Ha, Confirmation, disconfirmation, and information in hypothesis testing, “Psychological Review”, 94/1987, p. 225.

la falsifichino.65 Gli autori hanno però evidenziato come le persone, nonostante abbiano una predilezione per la conferma della propria ipotesi, preferiscano porre le domande che considerano maggiormente diagnostiche. Non è irragionevole che davanti a una sequenza di “2-4-6” si presenti alla mente una precisa regolarità che convinca a cercare una conferma piuttosto che una falsificazione. Naturalmente, questa scelta può portare all’errore, nel caso l’ipotesi contenga un sottoinsieme della vera regola.

Per distinguere la PTS dal confirmation bias, Oswald e Grosjean hanno proposto una discriminante motivazionale (desirability bias) o di processamento pregiudiziale dell’informazione: se la scelta è dovuta al desiderio o al bisogno di ottenere un determinato risultato, siamo di fronte a un Confirmation Bias.

A true confirmation bias seems to occur primarily when the hypotheses tested are already established, or are motivationally supported. In general, we may say that the confirmation bias consists in favouring expectancy congruent information over incongruent information. This may happen indifferent ways: (a) memories congruent with the hypothesis are more likely to be accessed than memories that are incongruent with it; (b) undue weight is given to the importance of congruent information, possibly because of the concentration on the hypothesis, and the neglect of alternative explanations; (c) those sources with information that could reject the hypothesis are avoided, provided that the person knows a priori the opinion of the source.66

Nonostante ci siano alcuni dati che indicano una preferenza per la conferma piuttosto che per la falsificazione delle nostre ipotesi, rimane difficile circoscrivere il confirmation bias per distinguerlo da fenomeni come il PTS. Inoltre, potrebbe essere maggiormente corretto inserire le discriminanti di Oswald e Grosjean in un più ampio modello di processi (o strategie, se coscienti) utilizzati durante l’elaborazione dell’informazione. Infatti, nella nostra esperienza, potremmo esserci trovati davanti a situazioni nelle quali abbiamo preferito usare un disconfirmation bias, ad esempio se, convinti di avere una malattia grave, avessimo cercato informazioni su internet atte a confutare la nostra ipotesi.

Questi due bias opposti potrebbero anche essere spiegati tramite un paradigma che li consideri come due aspetti di una ricerca d’informazione che limiti i costi cognitivi e, allo

65 Esempio ispirato da un esperimento in B. Dardenne, J.-P. Leyens, Confirmation Bias

and Social Skills, “Personality and Social Psychology”, Bulletin Vol. 21.11/1995, pp.

1229-1239.

stesso tempo, sia la meno rischiosa possibile.67 Potremmo così ridurli a un solo fenomeno che, a seconda dei casi, può portare a questi risultati opposti.