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Sistema 1 e Sistema 2

2.4 Sillogismi concreti, ragionamenti astratti e belief bias

Ho già accennato precedentemente l’illusione di correttezza che possiamo avere davanti ad alcune forme di sillogismo concreto:

For example […] asked participants to “decide which of five possible conclusions have to follow unambiguously from the given premises” of the following:

No members of the ad-hoc committee are women.

Some U.S. senators are members of the ad-hoc committee. Therefore:

a. All U.S. senators are women. b. No U.S. senators are women. c. Some U.S. senators are women. d. Some U.S. senators are not women. e. None of the above is proven.

No U.S. governors are members of the Harem Club. Some Arabian sheiks are members of the Harem Club. Therefore:

a. All Arabian sheiks are U.S. governors. b. No Arabian sheiks are U.S. governors. c. Some Arabian sheiks are U.S. governors. d. Some Arabian sheiks are not U.S. governors. e. None of the above is proven.

In the first case, syllogistic logic agrees with our belief that some U.S. senators are not women. As a consequence, 83% of responses were correct. In the second case, logic conflicts with belief. Logic tells us, as it did in the first case, that again, d is correct. However, a more appealing conclusion is the one we know to be empirically true, conclusion b: No Arabian sheiks are U.S. governors. Only

67% of participants chose d in the second case. Participants do not ignore logical entailments. […] Nevertheless, belief bias effects do occur.92

La difficoltà consiste nel ricavare conclusioni diverse da quelle che seguono logicamente le premesse di un sillogismo, deducendole dalle proprie conoscenze precedenti piuttosto che da inferenze corrette.

Questo errore viene da alcuni attribuito a quello che viene chiamato belief bias:

One of the major phenomena studied in deductive reasoning research is that of belief bias. Belief bias is typically described as a tendency to endorse arguments whose conclusions you believe, regardless of whether they are valid or not. [...]

The usual method by which belief bias is studied involves giving people syllogisms and asking them whether the conclusion necessarily follows.93

Altri esempi di belief bias possiamo trovarli nelle difficoltà dei soggetti a fare inferenze tra categorie subordinate e superordinate. Se ai soggetti vengono presentate queste due coppie di affermazioni:

Robins have an ulnar artery. [Quindi]

Birds have an ulnar artery.

Robins have an ulnar artery. [Quindi]

Ostriches have an ulnar artery.94

Solitamente la prima argomentazione viene considerata più valida, nonostante che la validità dell’inferenza da pettirossi a uccelli (la categoria superordinata), sia la stessa di quella da pettirossi a struzzi (categoria subordinata di uccelli e quindi compresa in quest’ultima). Osherson et al. chiamano questo fenomeno inclusion fallacy.95 Un

fenomeno simile possiamo trovarlo in un paper di Sloman:

Fact: Every individual piece of electronic equipment exhibits magnetic picofluctuation.

92 Sloman, Two Systems of Reasoning, cit., pp. 388-389.

93 J.S.B.T. Evans, Biases in deductive reasoning, in Pohl, Cognitive Illusions etc., cit., p. 136.

94 D.N. Osherson, O. Wilkie, E.E. Smith, A. Lopez, E. Shafir, Category-Based Induction, “Psychological Review”, 97/1990, p. 188.

Conclusion: Every individual piece of audio equipment exhibits magnetic picofluctuation.96

Se i soggetti venivano convinti della veridicità della prima affermazione, allora inferivano che anche la seconda fosse vera. Ma, sebbene i dispositivi audio siano oggetti elettronici, non necessariamente tutti i loro componenti lo sono.

Sarebbe possibile interpretare questi errori come dovuti alla somiglianza/diversità della rappresentatività delle categorie rappresentate (ad esempio i pettirossi sono più rappresentativi della categoria “uccelli” rispetto agli struzzi), ma per le finalità di questo capitolo, sono presentati principalmente come casi di influenza delle proprie conoscenze sulle inferenze logiche.

Nonostante una credenza possa influenzare le inferenze presentate, è stata anche osservata la difficoltà delle persone a svolgere problemi astratti. Un classico esempio di questa scarsa capacità è l’esperimento delle quattro carte di Wason:

There are four cards lying on a table. Each has a capital letter on one side and a single figure number on the other side. The visible sides of the cards are as follows:

A D 3 7

The following statement applies to these four cards and may be true or false: If there is an A on one side of the card, then there is a 3 on the other side of the card. Your task is to decide which cards, and only which cards, would need to

be turned over in order to check whether the rule is true or false.97

La risposta corretta è “A e 7”, ma gran parte delle persone tende a rispondere “3” oppure “A e 3”. Quando invece le lettere e i numeri vengono sostituiti da oggetti concreti, il compito risulta più semplice:

Imagine you are a police officer observing people drinking in a bar. You need to check that they are obeying the following rule: If a person is drinking beer, then that person must be over 18 years of age. There are four cards, each representing an individual drinking in the bar. One side shows what beverage they are drinking and the other side shows their age. The four exposed sides of the cards are as follows: Drinking Beer Drinking Coke 22 years of age 16 years of age

Which cards would you need to turn over in order to find out whether or not the rule is being obeyed?98

96 S.A. Sloman, Categorical Inference Is Not a Tree: The Myth of Inheritance Hierarchies, “Cognitive Psychology”, 35/1998, p. 29.

97 Evans, Biases etc., cit, pp. 129-130. 98 Ivi p. 132.

Per spiegare questa capacità logica concreta e dominio-specifica associata ad una difficoltà dominio-generale, alcuni autori, ispirati dalla modularità di Fodor, hanno ipotizzato l’esistenza di moduli darwiniani, cioè sviluppati attraverso un processo evolutivo. Questi moduli permetterebbero l’utilizzo della logica solo all’interno delle funzioni per le quali il modulo si è evoluto, quindi solamente in contesti dominio- specifici.

Tuttavia, trovo questa ipotesi poco convincente. Nonostante personalmente non escluda l’esistenza di strutture neurali che operino in parallelo, non sarebbe economico cognitivamente avere certe logiche limitate solamente a specifici fenomeni. Senza negare che ci siano basi dominio-specifiche in alcune componenti del nostro cervello, trovo che sia plausibile considerarle molto più plastiche di quanto possano esserlo interpretandole nel suddetto modo. A sostegno di questa posizione potrebbe essere l’ultimo test citato: è difficile pensare che un soggetto possieda un modulo darwiniano per comprendere il rapporto tra permessi legali ed età.

Come abbiamo visto, le persone compiono errori sia a causa dell’astrattezza, sia a causa della concretezza dei ragionamenti. Forse i problemi di questo sottocapitolo sono semplicemente mal posti: sembra difficile pensare che gli individui possiedano innatamente una logica identica a quella formale, proprio come pensare che esistano delle capacità statistiche normative innate. Per questo motivo, non è facile pensare a un sistema di logiche modulari informazionalmente incapsulate. Inoltre, anche parte delle capacità logiche formali possono essere considerate dominio-specifiche: chi ha avuto almeno un’infarinatura di logica, sa bene quanto perdano i concetti e i percorsi logici, sia in ambiguità che in ricchezza, se trasformati in simboli e operatori. Se per Carnap il pensiero heideggeriano è composto da pseudo-concetti senza significato logico,99 probabilmente, per alcuni amanti del filosofo esistenzialista, oltre a trovare un senso profondo nei suoi discorsi, i percorsi logico formali risultano probabilmente incomprensibili quanto per un logico lo possono essere quelli di Heidegger. Come accennato nella sezione precedente, ritengo sia un errore considerare come sofisticati solo coloro che riescono a raggiungere conclusioni efficienti e formalmente corrette.

99 Cfr. R. Carnap, Überwindung der Metaphysik durch logische Analyse der

Per esempio, per capire e saper utilizzare “il nulla nulleggia”100 heideggeriano, a mio parere, serve un certo grado di sofisticazione. Invece, nei numerosi paper e libri che ho letto, non ho mai trovato nell’uso di “sofisticazione” qualcosa di più ampio dell’applicazione del termine alle capacità scientifiche acquisite. Riprendendo la definizione dell’enciclopedia Treccani, la definizione che più si avvicina a quella estrapolata dai testi psicosociali è quella di “sofisticazione tecnica”:

…con riferimento agli usi fig. di sofisticato, caratteristica di un’apparecchiatura, di una macchina o di un impianto che sono stati progettati e realizzati con criteri tecnicamente avanzati e con impiego di materiali e componenti raffinati, così da offrire elevate prestazioni.101

“Elevate prestazioni” sembra una definizione chiave dell’uso di cognitivamente “sofisticato”. Quando le forme di sapere diventano maggiormente orizzontali, come quelle che si sviluppano nel Web 2.0, aumenta la possibilità di ottenere un’ampissima conoscenza o sofisticazione, anche inefficiente, in determinati argomenti.102 Per esempio, un teorico del complotto sofisticato riguardo alle scie chimiche è in grado di ottenere elevate prestazioni nell’interpretazione delle strisce bianche che compaiono dietro agli aerei? Probabilmente no, se chi determina i risultati normativi crede che tutto il suo sapere sia fondato su disinformazione. Come considerare poi la sofisticazione matematica dei bambini dei mercati brasiliani che hanno metodi di calcolo molto differenti da quelli normativi canonici?103

Può essere una banalità filosofica, ma questo sembra un caso tipico di un paradigma adottato che determina cosa è teoricamente corretto, errato, e anche cosa è o meno portatore di senso.104 Non sto cercando di fare una disquisizione fumosa riguardo alla definizione del termine “sofisticato”, piuttosto di sottolineare come i membri di una particolare bolla disciplinare, in particolare di discipline che studiano l’essere umano, possano essere loro stessi vittime di qualche costruzione fondata su concetti basati su rappresentatività/tipicità, determinata dagli esemplari dei vari concetti che hanno più frequentemente incontrato.

100 Questa è la frase di Heidegger che Carnap prende come esempio, cfr. M. Heidegger, Che cos'è metafisica?, Adelphi, Milano 2001.

101 http://www.treccani.it/vocabolario/sofisticazione/

102 Anche se questa affermazione è un po’ forzata, ci sono sempre stati saperi orizzontali più o meno popolari al di fuori del sapere accademico.

103 Cfr. T.N. Carraher, D.W. Carraher, A.D. Schliemann, Mathematics in the streets and in schools, “British Journal of Developmental Psychology”, 3/1985, pp. 21–29. 104 Cfr. T.S. Kuhn, Dogma contro critica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.

In particolare, nel caso di certe nicchie della psicologia sperimentale, per le mie limitate conoscenze, esiste il rischio che gli studiosi elaborino strutture teoriche incompatibili con i fenomeni che devono spiegare e che questo sia, in parte, dovuto a certe posizioni date per scontare riguardanti il significato di “astratto”, “concreto” e “sofisticazione”, del rapporto di questi concetti con le discipline normative e della (almeno parziale) relatività di queste ultime. La distinzione dualistica tra ragionamento astratto e ragionamento concreto potrebbe non rispecchiare le distinzioni elaborative che vengono effettuate all’interno della nostra mente. Inoltre, anche parte delle nostre capacità logiche potrebbero essere meno rigide di quanto possiamo pensare, essendo, probabilmente, in parte il frutto di determinate forme di sofisticazione logica.

È innegabile che sviluppare costruzioni teoriche o definizioni parziali possa avere una grande utilità euristica105 nella comprensione dei caotici risultati della psicologia sperimentale, ma, allo stesso tempo, questi non possono diventare dei vincoli teorici ai quali rimanere bloccati.