TRA UTOPIA E MERCATO
II.1 La collezione di Roland Penrose e la diffusione del surrealismo in Gran Bretagna
II.1.2 Gli acquisti dagli artisti
Il primo acquisto risale al 1920, quando ancora studente dell'università di Cambridge comprò un disegno di Gauguin, opera che rivendette circa un anno dopo137. Escluso questo sporadico episodio, il nucleo iniziale della raccolta si strutturò più di un decennio dopo, tra il 1932 ed 1935, in parallelo con la crisi matrimoniale con la moglie Valentine, il cui interesse per la spiritualità indiana ed
135 PENROSE 1981, pp. 167-168.
136 HARTLEY 2001, p. 88.
137 L'evento è ricordato dallo stesso Penrose nella sua autobiografia, PENROSE 1981, p. 20. Antony Penrose ipotizza che l'acquisto sia stato influenzato da Roger Fry; cfr. PENROSE 2001, p. 19.
Roland aveva conosciuto il critico inglese tramite l'economista Maynard Keynes, il quale all'epoca insegnava a Cambridge e di cui Roland ricorda con ammirazione nella sua autobiografia i dipinti della collezione del professore che aveva avuto modo di osservare durante una cena che egli aveva organizzato per i suoi studenti: «One Sunday evening I was embarassed to find myself the first to arrive in the well-ordered rooms of Maynard Keynes [...]. My respect for the great man, whose face always suggested to me wisdom and the cunning of a fox, was greatly intensified by the presence on his walls of pictures by Cézanne, Matisse and the first cubist paintings of Braque and Picasso I had never seen»; PENROSE 1981, p. 16.
il relativo coinvolgimento nelle pratiche mistiche giustificavano la ferrea contrapposizione che essa nutriva verso ogni forma di materialismo venale, compreso l'acquisto di opere d'arte. L'interesse per l'arte, tuttavia, si scontrava con le contingenze economiche, poiché per realizzare gli acquisti erano necessarie cospicue risorse finanziarie. Non a caso, l'elemento che consentì a Penrose la pratica di un collezionismo strutturato a partire dai primi anni Trenta, fu l'ingente eredità arrivatagli in seguito alla morte del padre James, il 2 gennaio 1932138. Fu infatti a partire da questa data, quando ancora risiedeva a Parigi, che egli iniziò a mettere insieme i primi pezzi importanti di quella che in poco più di un decennio divenne una delle più prestigiose raccolte d'arte surrealista. La maggior parte di queste iniziali acquisizioni furono realizzate direttamente dagli artisti.
Tra le prime amicizie che Penrose aveva instaurato nella cerchia surrealista parigina, vi era quella con il pittore austriaco Wolfgang Paalen, di cui Roland possedeva un ritratto che l'artista aveva realizzato della moglie Valentine (fig.
19)139. Paalen era stato colui che aveva sollecitato l'interesse di Penrose verso l'arte etnografica vendendogli alcuni piccoli oggetti di origine oceanica140. Il collezionista inglese, in linea con la tendenza di quel momento, rimase estremamente affascinato dall'art premier, decidendo di comprare alcune opere nella galleria parigina di Charles Ratton, uno spazio commerciale specializzato in arte non occidentale141. Così, già dagli esordi, la collezione di Penrose vantava la
138 Per una descrizione della personalità di Valentine Boué e della sua relazione con Roland Penrose, cfr. PENROSE 2001, pp. 18-59.
139 «J'ai deposé les deux tableaux de moi, le bleue et celui de Valentine chez Kick, Fitzroy Sqaure 4, où habitait Janko, je m'excuse de ne les avoir pas portés à Rossmore Court, mais mes dernières journées à Londres étaient tellement bousculées [...] ils sont dans un paquet avec votre nome dessus»; lettera di Wolfgang Paalen a Roland Penrose, 5 marzo 1935 (RPA/PENROSE). Rossmore Court era l'indirizzo dell'appartamento dove Penrose si era trasferito al suo arrivo a Londra da Parigi. La lettera è interessante perché permette alcune precisazioni in relazione all'inclusone delle tele citate nella collezione di Penrose. L'invio di dipinti a Londra lascia pensare che fossero stati acquistati da Roland in quel momento: infatti la spedizione non può avere altre giustificazioni in quanto nel 1935 nessuna esposizione surrealista organizzata con l'ausilio di Penrose era ancora in programma. Inoltre, anche la data di esecuzione del ritratto deve essere riconsiderata poiché attribuita da Andreas Neufert al 1938; cfr. NEUFERT 1999, cat. 38.02.
140 Cfr. PENROSE 2001, p. 67.
141 Per maggiori informazioni sulla Galerie Ratton, cfr. RATTON 2013. L'interesse di Penrose per
presenza di un piccolo gruppo di opere etnografiche, il quale fu significativamente riutilizzato ed inserito nell'allestimento espositivo dell'"International Surrealist Exhibition" del 1936: una maschera del Congo, una scultura del nord America ed una statua della Costa Rica142. La collezione si stava dunque strutturando seguendo i canoni delle raccolte degli altri membri surrealisti, tra le quali spiccano quelle di Paul Éluard e di André Breton.
Tuttavia, la pittura rimase la vera predilezione del collezionista inglese almeno fino alla fine degli anni Quaranta. In quel momento, il suo gusto si avvicinava alle astrazioni pittoriche di Hélion, che formalmente ricordavano alcune delle tele che Penrose aveva realizzato in quel periodo; una predilezione che lo indusse all'acquisto di una piccola composizione dell'artista di Abstraction-Creation143.
Il primo vero importante acquisto fu realizzato nel 1935: la tela di Max Ernst La joie de vivre (fig. 20), dipinto, che per aiutare l'amico in un grave momento di crisi finanziaria, fu comprato ancor prima che fosse concluso144. Durante questi anni Penrose realizzò tutta una serie di acquisti finalizzati a supportare economicamente gli amici surrealisti, i quali riversavano spesso, per le scarse vendite e il generale andamento negativo del mercato, in problemi di natura economica. Ernst era uno degli artisti più stimati da Penrose, un'ammirazione di cui si trova prova nella collezione, la quale si arricchì notevolmente con importanti pezzi quando giunse a Londra la collezione di Paul Éluard, uno dei più assidui collezionisti parigini di Ernst, la quale era stata comprata da Roland nel 1938145.
l'etnografia lo indusse a redigere, nel 1935, la sua prima recensione per una rivista, intitolata Notes on the Ratton Exhibition of North-Western American Art e pubblicata su «Axis»; cfr. PENROSE 1935, p. 18. A corollario dell'articolo fu riprodotta la maschera di Vancouver Island di proprietà di Penrose, verosimilmente acquistata da Ratton.
142 Cfr. SURREALISM 1936a, nn. 377, 378, 379.
143 Cfr. Penrose 1981, p. 54. L'opera di Hélion acquistata da Penrose nel 1934 si ritrova esposta alla London Gallery nel 1938; cfr. «London Bulletin», 2, 1938, p. 22.
144 L'acquisto è ricordato da Penrose: «My first important purchase was in 1935. I bought direct from Max Ernst a large jungle landscape, La joie de vivre»; PENROSE 1981, p. 162.
145 Per ulteriori approfondimenti sull'acquisto della collezione Éluard da parte di Penrose, cfr.
infra, cap. III.2, pp. 158-171.
Fig. 19 Wolfgang Paalen, Ritratto di Valentine Penrose, 1935.
Fig. 20 Max Ernst, La joie de vivre, 1936.
Tuttavia, tra il 1935 e il 1937, prima di questo importante arrivo in blocco, altri dipinti di Ernst confluirono nella raccolta di Penrose: The Sleepwalking Divers, Jardin gobe-avions, Déjeuner sur l'herbe, Tottering Woman, Birds Monument I, Birds Monument II e Butterflies146. Non tutte le opere furono il risultato di transazioni d'acquisto, ma spesso si trattò di offerte giunte in restituzione di prestiti in denaro o di favori che egli aveva fatto all'amico. Tale prassi fu applicata nell'autunno del 1936, quando Roland finanziò la produzione editoriale di una monografia dedicata a Ernst nelle edizioni di Christian Zervos Cahiers d'art, con un investimento che era costato al collezionista la somma di 29.300 franchi, e che fu in gran parte ripagato dal pittore attraverso la donazione
146 Jardin gobe-avions e Déjeuner sur l'herbe furono acquistati da Penrose durante l'"International Surrealist Exhibition" del 1936. Non è nota invece la data della transazione di The Sleepwalking Divers, la quale verrà inclusa tra le opere esposte alla personale su Max Ernst allestita alla London Gallery nel 1938. Cfr. «London Bulletin», 7, 1938, n. 50 e ERNST 1979, n. 2277.
di opere147. Zervos, infatti, comunicava a Penrose che Ernst aveva lasciato per lui un dipinto «vraiment très beau»148, mentre in una lettera lo stesso artista affermava: «Maintenant, si tu veux que, moi, je fasse les frais de la publicité, je ne pourrais que t'offrir encore un tableau comme échange contre ce que tu dépenseras»149. Non era la prima volta che Penrose realizzava investimenti di questo tipo per l'amico, infatti nel 1933 aveva prodotto il romanzo-collage Une semaine de bonté, pubblicato nelle edizioni Jeanne Bucher e totalmente pagato dal collezionista150. La prassi di offrire opere d'arte in saldo di prestiti monetari, che nei casi citati erano finalizzati a produzioni editoriali, era una pratica piuttosto comune nella cerchia surrealista, e tra Ernst e Penrose avvenne di frequente in virtù dell'amicizia che li legava e della stima che il collezionista nutriva verso l'artista.
Diversamente, invece, andarono le cose con Picasso, il pittore in assoluto prediletto da Penrose, e con il quale, di conseguenza, egli instaurò una relazione esclusiva151. Il Picasso collezionato da Penrose tuttavia, contrariamente alla raccolta puramente cubista dello storico dell'arte e gallerista inglese Douglas Cooper152, che, sottolinea Keith Hartley, rappresentava «one of the few people Penrose actively disliked»153, si presenta nelle vesti dell'artista di cui si era
147 La cifra dell'investimento è resa nota da Christian Zervos in una lettera inviata a Penrose il 21 ottobre 1936 (RPA/PENROSE). Il volume monografico finanziato da Penrose era Max Ernst Œuvres de 1919 à 1936, pubblicato da Zervos ad inizio gennaio 1937.
148 Lettera di Christian Zervos a Roland Penrose, 5 febbraio 1937 (RPA/PENROSE).
149 Lettera di Max Ernst a Roland Penrose, non datata, ma ascrivibile al 1937 (RPA/PENROSE).
150 Scrive emblematicamente Antony Penrose a proposito della produzione di Une semaine de bonté: «Roland must have known that it would never be a viable business venture, but he wanted to help Max's career»; PENROSE 2001, p. 65.
151 Per maggiori approfondimenti sui legami di Picasso con la Gran Bretagna, cfr. PICASSO 2012;
mentre su Picasso e Penrose, cfr.COWLING 2006.
152 Nel 1932 all'età di 21 anni, anche Douglas Cooper come Penrose, ereditò un'ingente somma di denaro che gli permise d'iniziare ad investire in arte. Nei dieci anni successivi dette vita ad una delle più importanti (numericamente e qualitativamente) collezioni di opere d'arte cubista presenti sul territorio britannico. Come critico pubblicò numerosi articoli in riviste, spesso sotto lo pseudonimo di Douglas Lord, nome che si ispirava a quello del poeta inglese Lord Alfred Douglas. Per ulteriori informazioni biografiche su Cooper, cfr. RICHARDSON 2001.
153 HARTLEY 2001, p. 27. Douglas Cooper a partire dai primi anni Trenta aveva iniziato a collezionare opere d'arte di artisti cubisti, in particolare Gris e Braque, ma anche Picasso e Léger.
appropriato il movimento surrealista154. Ciononostante, i dipinti di Picasso raccolti da Penrose presentano delle peculiarità consone ad un preciso gusto del collezionista.
Fig. 21 Pablo Picasso, Femme nue couchée au soleil sur la plage, 1932.
Il primo importante dipinto acquistato fu la tela Femme nue couchée au soleil sur la plage Woman Lying in the Sun) (fig. 21), opera di cui Penrose si era invaghito dopo averla vista riprodotta in un fascicolo di «Cahiers d'art», e che tempo dopo ricorderà ancora con entusiasmo: «I had found my dream painting, my first acquisition of the great painter's work»155. Negli anni successivi la collezione continuò ad essere integrata con opere dell'artista spagnolo. Nel 1937, durante un viaggio a Parigi, Penrose acquistò nello studio del pittore in rue des Grands Augustins, una delle opere alle quali rimase per tutta la vita emotivamente più legato: era il ritratto di colei che presto sarebbe diventata la sua seconda moglie, ossia Lee Miller (fig. 22)156.
Come scrive John Richardson: «The two Englishmen [Cooper e Penrose] were very competitive about each other's collections», RICHARDSON 2001, p. 26.
154 «Le Surréalisme, s'il tient à assigner une ligne morale de conduite, n'a qu'à en passer par où Picasso en a passé et en passera encore», BRETON 1924, p. 30.
155 «Cahiers d'art», 7-10, 1935, p. 197. Il dipinto, scriveva Penrose nelle sue memorie, «seemed to contain magic of a kind I had never known before and to fill me with a longing to see and if possible own the original»; PENROSE 1981, p. 83.
156 Il ritratto fu venduto a Penrose da Picasso al «prix d'ami» di £ 50. La cifra è resa nota in PENROSE 2001, p. 83.
Fig. 22 Pablo Picasso, Portrait of Lee Miller, 1937.
Il gusto per la ritrattistica, in particolare di genere femminile, fu uno dei tratti peculiari della raccolta picassiana di Penrose, che venne arricchita, nel gennaio 1938, con la tela La femme qui pleure (The Weeping Woman) (fig. 23), acquisto che il surrealista ricorderà nelle sue memorie con grande entusiasmo:
For a while the impact of this small brilliant canvas left us speechless, but after a few enthusiastic exclamations I heard myself say to Picasso, 'Oh! May I buy that from you?' and heard in a daze his answer: 'And why not?' There followed the exchange of a cheque for almost nothing for one of the masterpieces of this century157.
L'immensa ammirazione nutrita da Penrose per Picasso non si esaurì nell'atto collezionistico. L'artista, infatti, fu inserito nella programmazione di importanti mostre durante il periodo di direzione della London Gallery, esposizioni che furono presentate, contrariamente alle altre, con raffinati cataloghi certamente voluti e finanziati da Penrose158.
157 PENROSE 1981, p. 88. In questa stessa circostanza Penrose acquistò anche due disegni di analogo soggetto ed un terzo intitolato Dream and Lie of Franco.
158 Per le esposizioni di Picasso alla London Gallery, cfr.GUERNICA 1938; PICASSO 1939; THE
CUBIST SPIRIT 1947. Nel 1958, inoltre, Penrose realizzò una monografia dedicata all'artista, Picasso: His Life and Work; cfr. PENROSE 1958. La monografia è indicativa di una precisa storicizzazione dell'artista attuata dalla critica del tempo, a tal riguardo precisa Christopher Green:
«Both Read and Penrose would be instrumental in the formation of Picasso-the-historical-figure, which in the 1950s would take over from Picasso-the-critical-force»; GREEN 2012, p. 29.
Fig. 23 Pablo Picasso, The Weeping Woman, 1937.