COLLEZIONISMO E MERCATO
III.2 La vendita della collezione Éluard a Roland Penrose nel 1938
III.2.2 La vendita della collezione Éluard e l'acquisto di Penrose nell'estate del 1938
Le strategie di vendita di Éluard cambiarono notevolmente quando nell'estate del 1938 decise di dar via la sua collezione non più attraverso la negoziazione di singoli pezzi o piccoli lotti, ma con una grande vendita in blocco.
Nel 1938 il poeta, di fatto, smantellò quasi totalmente ciò che rimaneva della sua ricca raccolta vendendo a Penrose più di cento opere, un'operazione, che per la quantità dei pezzi coinvolti, rimanda inevitabilmente alle due vendite pubbliche che Éluard aveva realizzato negli anni precedenti presso la nota casa d'asta parigina Hôtel Drouot: la prima battuta nel 1924 e la seconda nel 1931402. Nell'asta del 1924 su novanta pezzi ne furono venduti sessantaquattro ad una somma totale di 28.809 FRF, un risultato piuttosto scarso se rapportato ad altre aste di collezioni d'arte moderna passate a Drouot in quel periodo403; tant'è che a distanza di qualche anno André Fage commentò la vendita a Drouot con profetiche parole: «Si cette vente [l'asta del 1924] s'était produite quelques années plus tard, elle aurait realisé un total environ de trente à cent fois supérieur, autant qu'on puisse en juger par les cotes actuelles des peintres qui y figurent»404. Alla
400 Cfr. lettera di Paul Éluard a E.L.T. Mesens, non datata, ma ascrivibile ai primi mesi del 1935 (GETTY/MESENS, Box 3-Folder 8).
401 Cfr. lettera di Paul Éluard a E.L.T. Mesens, 4 ottobre 1934 (GETTY/MESENS, Box 3-Folder 8).
402 Per l'asta del 1924, cfr. ENSABELLA 2015; ENSABELLA 2017. Per l'astra del 1931, cfr.
SCULPTURES D'AFRIQUE 1931. La vendita Éluard del 1924 all'Hôtel Drouot fu la prima immissione strutturata sul mercato dell'arte di opere di artisti appartenenti al gruppo surrealista.
403 Cit. in ENSABELLA 2017, pp. 37-46.
404 André Fage, Le collectionneur des peintres modernes, Paris 1930, cit. in ENSABELLA 2015, p.
luce di quanto asserito da Fage, resta da sapere per quale motivo Éluard non avesse organizzato una terza asta per la cospicua vendita del 1938. Molto probabilmente anche in questo caso, come era già avvenuto nella vendita Gaffé con Penrose, fu Mesens che suggerì ad Éluard di procedere verso la vendita in blocco al collezionista inglese. Éluard e la compagna Nusch avevano soggiornato a Londra nel giugno 1938, ospiti presso l'abitazione di Penrose in Downshire Hill, in un periodo in cui anche Mesens dimorava dall'amico inglese, pertanto, fu plausibilmente durante quella visita che prese forma l'intero affare.
Penrose aveva conosciuto Éluard durante gli anni trascorsi a Parigi, ma solo nell'estate del 1936 l'amicizia si consolidò, ossia esattamente quando il surrealista inglese trascorse un lungo soggiorno a Mougins nella residenza di Picasso dove si trovava anche Paul405. Il rapporto tra i due si rinforzò ulteriormente un anno dopo, quando nel 1937 Éluard, su invito di Penrose, trascorse l'estate in Cornovaglia406. Inizialmente il legame del poeta francese con Penrose fu essenzialmente di convenienza, poiché Penrose più volte in quegli anni aveva supportato economicamente i membri surrealisti attraverso prestiti di denaro o acquisti di opere, favori di cui beneficiò anche Éluard, come lui stesso sottolineò a Gala:
C'est fini, je ne participerai plus à aucune activité avec lui [Breton].
J'en ai assez. [...] À l'exposition de Londres [l'"International Surrealist Exhibition], je prêterai des tableaux, car Penrose m'avait donné de l'argent et j'en avais pris l'engagement envers lui. Et ce sera tout407.
Durante la grande mostra internazionale del 1936, Penrose aveva acquistato numerose opere da Éluard, un fatto che il collezionista inglese ricordò successivamente:
Eluard sold me two early Chirico paintings and gave me a Chirico sketch-book drawing, La Joie on the back of which he wrote: "à Roland Penrose! En souvenir de ce que j'aime par dessus tout depuis
44.
405 Cfr. PENROSE 1981, pp. 80-84.
406 Nella corrispondenza scambiata tra Éluard e Penrose emerge, a partire dall'estate del 1936, un tono più confidenziale, poiché le lettere di Paul esordiscono con la dicitura «Mon cher Ami», e non più «Mon cher Penrose».
407 Lettera di Paul Éluard a Gala, aprile 1936; cfr. ÉLUARD 1984, p. 263.
toujours: la forme de mes rêves. Son ami Paul Eluard 4 mai '36408.
In effetti, Penrose aveva comprato dal poeta i due De Chirico Le tourment du poète (fig. 72) e The Jewish Angel I (opera nota anche con il titolo Les deux sœurs) (fig. 73)409. In realtà la prima tela figurava nel catalogo dell'"Esposizione Internazionale Surrealista" già di proprietà del collezionista inglese, infatti l'acquisto fu concluso prima dell'apertura della mostra, molto probabilmente il 4 maggio 1936, ossia il giorno in cui Penrose ricevette in dono dal poeta il disegno La joie (fig. 74), opera che gli fu probabilmente regalata proprio in virtù dell'acquisto dell'importante tela metafisica410. Il prezzo pagato per queste opere è noto grazie ai documenti di chiusura di bilancio della London Gallery del marzo 1940, quando la galleria serrò i battenti a causa della guerra411. Uno dei fogli intitolato «Achats Eluard» (fig. 75) specifica non solo i singoli acquisti fatti dalla collezione del poeta, ma menziona anche le successive vendite effettuate da Penrose nel periodo 1938-40 tramite la galleria che dirigeva.
408 PENROSE 1981, p.168.
409 La tela L'Ange juif nel catalogo della mostra del 1936 stampato nel mese di maggio, è accreditata ancora in collezione Éluard; cfr. SURREALISM 1936a, n. 49. L'opera risulta invece di proprietà di Penrose nel volume edito pochi mesi dopo, nel novembre 1936, da Herbert Read; cfr.
SURREALISM 1936b, n. 19. Per un'analisi delle vendite delle opere di de Chirico della collezione Éluard effettuate durante l'"International Surrealista Exhibition", cfr. ENSABELLA–ROOS 2018.
Ringrazio Alice Ensabella e Gerd Roos per l'invio in anteprima della bozza di alcuni capitoli del loro volume.
410 La data del 4 maggio 1936 è indicata nella dedica scritta da Éluard sul retro del disegno. La tesi che la tela Le tourment du poète fosse stata comprata prima dell'apertura della mostra è avvalorata dal fatto che in una lettera non datata, ma anteriore al 7 maggio, Éluard ringraziava Penrose per l'assegno ricevuto, il quale, sottolineava, «est bien tombé»; lettera di Paul Éluard a Roland Penrose, non datata (RPA/PENROSE).
411 Cfr. nota di bilancio intitolata «Achat Éluard» redatta da E.L.T. Mesens il 2 marzo 1940 (RPA/PENROSE).
Fig. 72 Giorgio de Chirico, Le tourment du poète, 1914.
Fig. 73 Giorgio de Chirico, Jewish Angel I (o Les deux sœurs), 1915.
Fig. 74 Giorgio de Chirico, La joie 1913.
Fig. 75 Nota di bilancio dell'«Achat Éluard» redatta da E.L.T. Mesens il 2 marzo 1940.
Nel documento si specifica che Le tourment du poète era stato acquistato da Penrose nell'estate del 1936 alla cifra di £ 80 e rivenduto nel 1939 a Gordon Onslow Ford a £ 135, con un guadagno quindi di ben £ 55 rispetto alla prima transazione412; le Portrait de l'artiste413, invece, fu comprato dal collezionista inglese nell'inverno 1938 a £ 50 ed il disegno L'apparition du cheval a £ 10414. A seguire, infine, erano elencate le vendite realizzate con i pezzi dell'acquisto in blocco del 1938: su più di cento opere ne furono vendute solo sei, ossia due Ernst,
412 Per ulteriori dettagli sulle vendite a Gordon Onslow Ford alla London Gallery, cfr. infra, cap.
V.3.4, pp. 288-290.
413 La tela risulta di proprietà di Penrose nel catalogo dell'"Esposizione Internazionale Surrealista"
di Amsterdam del 1938. Cfr. EXPOSITION INTERNATIONALE 1938b, n. 23.
414 I prezzi di acquisto pagati da Penrose ad Éluard delle opere poi rivendute a Gordon Onslow Ford sono confermati in un secondo documento redatto da Mesens sempre del marzo 1940 e relativo alla chiusura di bilancio delle vendite fatte a Onslow Ford (RPA/PENROSE).Tuttavia, a causa della presenza della dicitura «ass» (termine che indicava la parola francese «assurance») presente nei bilanci della vendita Éluard accanto al disegno L'apparition du cheval, non è chiaro se l'opera fu venduta o regalata a Penrose, secondo la prassi comune al gruppo surrealista che prevedeva con acquisti di importanti tele il dono di un'opera, generalmente un disegno, che fungeva da sconto – o favore – all'acquirente; una pratica utile al venditore poiché non comportava una minore entrata di liquidi che invece un abbuono avrebbe arrecato.
tre de Chirico ed un Tanguy ad una cifra totale di circa £ 414.
Nel giugno 1938, quando l'affare tra Éluard e Penrose fu concordato, la London Gallery aveva già inaugurato sotto la nuova direzione surrealista in data 1 aprile. La possibilità di integrare lo stock della nuova galleria con le più di cento prestigiose opere di Éluard era un'opportunità a cui Penrose – e Mesens – avevano sicuramente pensato. Negli anni successivi il surrealista inglese cercò sempre di trovare delle giustificazioni a quell'acquisto, il suo cruccio era che l'operazione poteva averlo fatto passare come un venale mercante d'arte, tant'è che molto tempo dopo ancora scriveva con apprensione:
There was only one condition, he [Paul Éluard] said; there must be no discussion about money. He would make out a list giving what he believed to be the market value of each item and all I had to do was to say "yes" or "no" and in either case we would remain friends. As one looks at the list today, written out by Eluard himself, it might seem that in accepting his price I was swindling my best friend415.
Il tono giustificativo proseguiva nel tentativo di scagionare ogni eventuale sospetto speculativo:
There can be only one reason for the startling discrepancy between pre-war and post-war values; the rice in prices of twentieth century painting in general, which has been phenomenal since the war. My luck was based on the fact that neither Eluard nor I had any idea of speculation when we purchased or sold paintings. We bought only when we had fallen in love with something416.
Éluard aveva maturato l'idea di realizzare una vendita in blocco, invece che a piccoli lotti, anche a causa dei gravi problemi economici in cui si trovava, dunque il bisogno di concludere l'affare in breve tempo era pressante. La necessità di reperire denaro è testimoniata già a gennaio, quando il poeta proponeva a Penrose l'acquisto dell'opera di De Chirico Portrait de l'artiste:
Pardon de te demander cela [Éluard chiede a Penrose se era ancora
415 PENROSE 1981, p. 170.
416 Ivi, p. 172. Il corsivo è dell'autrice.
interessato ad acquistare il dipinto], mais si tu as renoncé à l’acheter, il faut que je prenne immédiatement des autres dispositions, étant données les dettes que j’ai contractées très pressantes. Encore une fois, mon cher ami, pardon de t’embêter et de te prier de me répondre le plus vite possible. J’espère bien pouvoir te rendre un jour des services égaux à ceux que tu m’as si gentilment rendus417.
La frase di chiusura della lettera appare estremamente significativa. È evidente che Éluard nutriva un forte senso di riconoscenza nei confronti di Penrose, in virtù degli aiuti economici che questi aveva concesso. Pertanto, fu certamente anche il desiderio di «rendre un jour des services» che spinse il poeta a proporre all'amico l'acquisto in blocco della sua collezione – circa centoventidue opere – ad una cifra totale di £ 1.600, un prezzo molto basso in rapporto al numero ed alla qualità dei pezzi. Infatti, ad un'analoga somma, quello stesso anno erano state immesse sul mercato americano alcune opere di Picasso di proprietà di Penrose, un dato riferito da Mesens: «Si nous vendons l'un de ces trois tableaux [tre dipinti di Picasso] [...] te permettra de couvrir d'un seul coup l'achat de la collection Eluard»418.
Il 9 luglio Mesens, compiaciuto dell'affare in corso, scriveva da Londra al collega, il quale si trovava ad Atene con Lee Miller,:
Je commence par te répondre aux points soulevés dans tes deux lettres. J’ai, en effet, reçu, avant-hier, l’inventaire complet de la Collection Eluard et je suis absolument émerveillé par le nombre de pièces vraiment importants qu’elle contient. Je te félicite de ton achat et je l’approuve complètement, autant qu’il m’est permis d’approuver ou de juger l’un de tes actes. Parfait, parfait, et quelle matière pour des belles expositions! J’ai très envie d’inscrire au sein de la prochaine saison (octobre) une brillante exposition Chirico. Mais les tableaux du Canada seront-ils rentrés pour lors? Je n’ai absolument parlé à Picasso a cui Mesens si riferiva sono: Jeune fille à la mandoline, Portrait de Mr. Uhde e Tête de femme en vert, offerte rispettivamente a £ 1.800, £ 1.600 e £ 1.700.
sait se taire. Je lui ai d’ailleurs demandé d’être discret à ce sujet et il ignore la somme dont il s’agit419.
Tuttavia, già da giugno Penrose aveva reso noto a Mesens la proposta d'acquisto di Éluard:
J'ai vu Paul et Nusch presque tous le temps, j'ai été avec eux, ils ont été incroyablement gentil. Paul m'a montré l'inventaire et les tableaux.
Il me semble presque sure qu'il veut bien vendre pour £ 1,600 et que la collection vaut largement cette somme. Donc nous sommes d'accord. Il va t'envoyer l'inventaire pour que tu donnes ton avis d'expert sur le prix et si c'est favorable à l'arrangement actuelle l'affaire se fait420.
La lettera continuava con un chiarimento importante:
Mon idée est ceci que je paye Paul, que je fasse un choix de 20 a 25 pieces qui m'interesse particulièrement et que le reste passe au stock de la galerie, on soit devisé entre toi et moi. C'est un arrangement necessaire du point de vue prix aussi bien que pour raison personnel.
Enfin tout ça peut être arranger entre toi et moi après. Je dis seulement à Paul que s'il veut en parler de sa vente qu'il dise que c'est la London Gallery qui l'achette. Je donnerai aujourd'hui à Paul des [?] et un papier pour dire que l'achat sera effectué au mois d'octobre421.
L'intenzione di Penrose era dunque tenere per la sua collezione privata venti, o al massimo venticinque pezzi, ed il resto devolverlo alla London Gallery in un investimento condiviso con il collega belga. In data 8 luglio Éluard inviò a Mesens l'inventario delle opere, in modo tale che il gallerista potesse procedere nella verifica della portata commerciale dell'acquisto stilando una stima
419 Lettera di E.L.T. Mesens a Roland Penrose, 9 luglio 1938 (RPA/PENROSE); il corsivo è dell'autrice. Mesens aveva in mente di organizzare una mostra su de Chirico già da fine febbraio, ossia immediatamente dopo l'acquisto della London Gallery. Alla data dell'invio della lettera, Humphrey Jennings stava collaborando alle attività della London Gallery e con Mesens avevano organizzato la mostra "The Impact of Machines", inaugurata il 5 luglio 1938.
420 Lettera di Roland Penrose a E.L.T. Mesens, 27 giugno 1938 (RPA/PENROSE).
421 Ibidem. Il corsivo è dell'autrice.
dettagliata di ogni singola opera del lotto, come avveniva di consueto in occasione di vendite422. Sfortunatamente dell'inventario con apportati i prezzi di Mesens non è rimasta alcuna traccia ed il solo documento che presenta delle stime è un dattiloscritto intitolato "Ethnographical Objects and Sculpture", dove accanto ad ogni oggetto etnografico è riferita una cifra423. Tuttavia, esistono due elenchi (identici), uno redatto da Éluard e l'altro da Penrose, con indicati i titoli e le misure delle opere liquidate dal collezionista francese (figg. 76-77)424.
Dopo aver ricevuto la caparra da parte dell'amico-acquirente, Éluard inviò immediatamente a Mesens un vaglia postale. Il dato conferma, dunque, il coinvolgimento diretto del belga come mediatore della vendita:
Je n’ai encore touché qu’un tout petit acompte [i £ 100 avuti da Penrose], mais inutile de te dire que je ne te oublie pas. J’espère que tu as bien reçu mon mandat de 8 £ du 23 juin. Je te réglerai le reste ce jours-ci. A moins que tu n’en aies pas besoin. Et je te le remettrai de la main à la main (l’envoi d’argent anglais est très onéreux)425.
Concordato il prezzo, Éluard e Penrose firmarono due accordi nei quali si dichiarava che l'acquirente versava un acconto di £ 100 per il blocco delle opere della collezione di Éluard e che si impegnava a pagare il restante prezzo di £ 1.500 – della totale somma concordata di £ 1.600 – entro e non oltre il 1 novembre di quell'anno426.
422 «Voici la liste des tableaux et objets. Nous nous sommes signés, Roland et moi, des papiers»;
lettera di Paul Éluard a E.L.T. Mesens, 8 luglio 1938 (GETTY/MESENS,Box 4-Folder 10).
423 Cfr. inventario della vendita Éluard (RPA/PENROSE).
424 Cfr. inventario redatto da Éluard (PARIS-MAH/ÉLUARD: PENROSE) e inventario di Penrose (RPA/PENROSE). L'inventario di Penrose è trascritto in, GATEAU 1982, pp. 359-360, e pubblicato in modo completo in ADES 2016, pp. 18-19.
425 Lettera di Paul Éluard a E.L.T. Mesens, 8 luglio 1938 (GETTY/MESENS,Box 4-Folder 10). Non si conosce con esattezza il guadagno totale di Mesens, tuttavia, per l'attività di mediazione egli era solito chiedere il 10% sul prezzo netto di vendita o, in alternativa, il 5% con l'aggiunta di un certo numero di opere d'arte del collezionista implicato nell'affare.
426 Cfr. dichiarazione di vendita di Éluard (PARIS-MAH/ÉLUARD: PENROSE) e di acquisto di Penrose (RPA/PENROSE). Inoltre, scriveva Penrose a Mesens: «Avant de quiter Paris j'ai signé un papier en enchange d'un autre semblable de Paul»; lettera di Roland Penrose a E.L.T. Mesens, non datata ma ascrivibile al 28 giugno 1938 (RPA/PENROSE).
Figg. 76-77 Inventario della vendita della collezione Éluard a Roland Penrose nel 1938 (a sinistra: inventario redatto da Paul Éluard; a destra: inventario di Roland Penrose).
La vendita si svolse in totale anonimato poiché da entrambe le parti si preferiva non far trapelare l'avvio della transazione427. I motivi di tale desiderio erano differenti: Éluard temeva che «tous le monde vient le tapper [sic]»428, mentre Penrose non voleva passare ai posteri come collezionista-mercante che comprava opere in stock per ragioni meramente venali: «J'ai expliqué à Paul mon avversion aux achats en mass et que je le faisait comme pour la galerie et pas entierement pour moi»429. La preoccupazione di Roland era dettata dalle dicerie che probabilmente iniziarono a circolare nei salotti inglesi. È nota, ad esempio, la visione negativa che aveva della collezione di Penrose il collezionista, gallerista e mercante Douglas Cooper, per molti versi antagonista di Roland, che giunse a dichiarare: «I don't call it collecting. If you combine Picasso's handouts to his Surrealist friends with a collection bought lock, stock, and barrel from a Belgian»430. In effetti, estromettere completamente il lato speculativo di un'operazione che in fin dei conti era stata in gran parte finalizzata per le attività di una galleria commerciale appare poco obiettivo.
427 «Naturellement Roland et moi tenons à ce que notre transaction, tant qu’elle n’est pas définitive, reste absolument secrète»; lettera di Paul Éluard a E.L.T. Mesens, non datata, ma ascrivibile al 1938 (GETTY/MESENS,Box 4-Folder 10).
428 Lettera di Roland Penrose a E.L.T. Mesens, non datata, ma ascrivibile al 28 giugno 1938, cit.
429 Lettera di Roland Penrose a E.L.T. Mesens, 27 giugno 1938 (RPA/PENROSE). Il corsivo è dell'autrice.
430 RICHARDSON 2001, p. 26.
Il ruolo di Mesens resta ad oggi ancora ambiguo. Egli fu il mediatore dell'affare e certamente era a conoscenza fin dall'inizio della vendita di Éluard, quello che resta misterioso è però il suo reale coinvolgimento finanziario. Una lettera inviata a novembre, a conclusione dell'intera operazione, aggiunge un ulteriore alone di mistero poiché Éluard scriveva enigmaticamente all'amico belga:
Oui aujourd’hui même, j’ai dit à Roland que j’avais envoyé un cheque, sans lui dire de combien, pour te remercier et t’aider. C’est mieux ainsi. Roland a paru trouver cela normal. Tu auras plus de soucis et de travail du fait de cet accroissement du fond de la galerie.
Et guère d’autre bénéfice immédiat. Tu peux, par conséquent, lui dire que j’ai été bien gentil, ce qui sera vrai. Je suis d’ailleurs toujours gentil avec ceux que j’aime. Roland, lui, m’a bien donné cette possibilité de travail dans le calme, pour quelques années. Il était juste etc...431.
In conclusione, entro i primi di ottobre la collezione del poeta surrealista giunse a Londra, così Mesens riuscì ad inaugurare il 14 ottobre la nuova stagione della London Gallery con la bramata mostra su de Chirico. Tuttavia, il pagamento ad Éluard non era ancora stato saldato e pertanto inviò un promemoria a Penrose:
«Heureusement pour toi et malheureusement pour moi, tu ne me dois pas 1.380 francs mais 1.280. Vérifie tes chèques. Je ne crois pas me tromper»432. La cifra iniziale pattuita in sterline veniva erogata, su richiesta di Éluard, direttamente in franchi in modo tale da non incombere in tassazioni fiscali dovute al cambio433.