TRA UTOPIA E MERCATO
II.1 La collezione di Roland Penrose e la diffusione del surrealismo in Gran Bretagna
II.1.3 Gli acquisti nelle gallerie londinesi
La collezione di Penrose non si era formata solo grazie al rapporto diretto con gli artisti, ma anche attraverso la rete di amicizie che egli aveva coltivato nell'entourage delle gallerie moderniste londinesi. Tra le figure emblematicamente più coinvolte nella vendita dei dipinti a Roland, spicca Fred Mayor, il quale, al momento del rientro di Penrose a Londra aveva da poco riaperto la sua galleria nella nuova sede di Cork Street159.
Nel giugno 1935 Douglas Cooper, allora direttore della Mayor Gallery, aveva organizzato una retrospettiva dedicata a Paul Klee, uno degli artisti di
159 La figura di Fred Mayor ed il ruolo che la sua galleria aveva giocato nella diffusione dell'arte modernista e nell'immissione sul mercato inglese di queste opere negli anni tra le due guerre è un capitolo che necessiterebbe di essere approfondito. Interessanti, inoltre, risultano i frequenti contatti che intercorrevano con il gallerista tedesco Alfred Flechtheim, il quale negli anni Trenta aveva aperto uno spazio espositivo a Londra. Gli archivi della Mayor Gallery sono di proprietà privata della famiglia, e per tanto non pubblicamente accessibili. Ringrazio tuttavia James Mayor per l'intervista che mi ha concesso e per avermi reso disponibili i cataloghi della Mayor Gallery conservati ancora presso questa galleria.
spicco della galleria; cinque delle opere esposte in quell'occasione (Town and Sun, deontologico nell'atto collezionistico di Penrose, una mutazione che coincise con la genesi del gruppo surrealista britannico, che era avvenuta in occasione dell'"International Surrealist Exhibition". La grande mostra rappresentò uno spartiacque tra la «collection that collected itself» e l'avviò di una più consapevole e mirata campagna di acquisizioni destinate, di fatto, alla divulgazione e propaganda della poetica surrealista, che in quel momento era ancora in fase germinale oltremanica162. La creazione di un gruppo affiliato al movimento bretoniano parigino aveva implicitamente caricato Penrose di una nuova missione non più incentrata esclusivamente sul sostegno finanziario degli amici artisti o
160 Cfr. KLEE 1935, n. 29 (Brother and Sister), n. 30 (The Town on the Hill), n. 31 (Castle and Sun), n. 32 (Portrait of an artist), n. 33 (Coloured Lightning). Tutte le opere esposte arrivavano da Parigi, da Daniel-Henry Kahnweiler, il quale le aveva acquistate sul mercato tedesco. Cfr. KLEE
2001, nn. 4226, 4743, 4852, 5326.
161 Il 18 luglio 1935 era la data della prima rata versata da Penrose per il pagamento di Town and Sun, il cui prezzo di vendita complessivo ammontava a £ 125. Cfr. ricevuta di pagamento emessa dalla Mayor Gallery a Roland Penrose il 27 settembre 1935 (RPA/PENROSE). Nel documento è indicato che era stata concesso a Penrose il pagamento rateizzato in tre versamenti: il primo di £ 10 era stato effettuato il 18 luglio, il secondo di £ 50 il 27 settembre ed il saldo di £ 65 in data non menzionata. La datazione relativa alle altre quattro transazioni non è invece nota. Tuttavia, considerando che non vi è traccia delle citate opere di Klee nelle esposizioni organizzate alla London Gallery nel periodo 1938-1939, è plausibile ritenere che le vendite siano state effettuate successivamente, tuttavia entro il 1945, quando Portrait of an artist, Town on the Hill e Brother and Sister risultano date in prestito da Penrose per la mostra dedicata a Klee dalla National Gallery of Modern Art. Cfr. KLEE 1945, nn. 132, 133, 135. La prova che nel 1938 le opere fossero ancora di proprietà della Mayor Gallery è data, invece, da un appunto manoscritto da Penrose in occasione dell'organizzazione della mostra "Realism and Surrealism" del maggio 1938, in cui identifica Brother and Sister come di proprietà di Fred Mayor. Cfr. REALISM AND SURREALISM
1938, n. 45. In questo stesso periodo Penrose comprò da Mayor la tela di Masson The Rope, che nel 1949 fu esposta nella mostra dedicata all'artista alla London Gallery; cfr. FIVE EXHIBITIONS
1949, n. 2.
162 PENROSE 1981, p. 162.
sull'acquisto di singole opere per un personale piacere: la causa ora divenne collettiva, poiché lo scopo era diffondere sul territorio la produzione e la relativa poetica del movimento.
Lo stesso collezionista fu cosciente che un cambiamento si era attuato subito dopo l'"Esposizione Internazionale Surrealista", tant'è che preciserà a posteriori: «[dopo l'"International Surrealist Exhibition"] I began to loose my inhibitions and a collection of paintings, sculptures, objects of various kinds started to accumulate in the small house in Hampstead» (fig. 24)163. Nel 1936 non mutò soltanto l'approccio, ma anche la metodologia di acquisto. Durante la grande mostra egli aveva comprato il suo primo piccolo lotto di opere, sei in tutto: un album di disegni surrealisti164, il dipinto Quadriga di Agar, il Poème-objet di Breton (il quale rifiutò di vendere al collezionista la Tête di Picasso alla quale Roland era interessato)165, la tela di de Chirico L'Ange juif166, i due Ernst Jardin gabe-avions e Déjeuner sur l'herbe, infine il dipinto di Magritte La traversée difficile167, opera che, stando a quanto annotato da Mesens, in realtà non fu comprata ma era stata l'oggetto di un «échange»168.
163 Ivi,p. 168.
164 L'album, creato ad hoc con fini commerciali per la grande mostra internazionale londinese, conteneva in tutto quattordici disegni realizzati da vari artisti: Jean Arp, Hans Bellmer, Victor Brauner, Salvador Dalí, Max Ernst, Oscar Domínguez, Leonor Fini, S.W. Hayter, Maurice Henry, Marcel Jean, René Magritte, Joan Miró, Wolfgang Paalen, Yves Tanguy e lo stesso Penrose.
165 La vendita si concretizzò un anno dopo, quando Breton fu costretto a cedere all'offerta di Penrose a causa delle incombenti ristrettezze economiche in cui si trovava.
166 L'opera fu acquistata molto probabilmente intorno al 24 giugno, quando Éluard si recò per un breve soggiorno a Londra. Ringrazio Alice Ensabella e Gerd Roos per l'invio in anteprima della bozza di un capitolo del loro volume in corso di pubblicazione. Cfr. ENSABELLA–ROOS 2018.
167 L'opera al momento dell'esposizione alle New Burlington Galleries era di proprietà di Mesens, proveniente dal lotto dei Magritte acquistati durante la liquidazione della collezione di P.-G. van Hecke. Cfr. MAGRITTE 1992, n. 84.
168 La dicitura «échange» si trova a fianco del titolo dell'opera nel catalogo personale di E.L.T.
Mesens, il quale oltre ad essere tra gli organizzatori dell'"International Surrealist Exhibition", mediò le vendite delle opere di Magritte. Cfr. SURREALISM 1936a, cat. n. 169 (RPA/MESENS). Per quel che riguarda Magritte i primi arrivi in collezione Penrose coincisero con la frequentazione di Mesens, che dal 1936 inizià a frequentare Londra sempre più assiduamente. Risalgono al 1937 l'acquisto delle tre opere del pittore belga: Le gouffre argenté, La clairvoyance e La malédiction.
Per Le gouffre argenté, cfr. TROIS PEINTRES 1937, n. 1; per la La clairvoyance, cfr. EXPOSITION
Fig. 24 Interno della casa di Roland Penrose, 21 Downshire Hill, Hampsted (Londra), 1937 ca.
Nel 1937 la natura della collezione era ormai ben definita, ma il corpus ancora in espansione. In particolare, prima dello scoppio della guerra, vi furono due episodi estremamente significativi nella storia della raccolta di Penrose: i due acquisti in blocco della collezione Gaffé nel 1937 ed Éluard nel 1938169.
II.1.4 Collezione ed esposizioni: la mostra "Surrealism" alla Fraser Gallery di Cambridge nel 1937.
Il ricco corpus raccolto da Penrose iniziò ad essere esposto a scopo divulgativo nei mesi successivi alla chiusura della "Mostra Internazionale Surrealista". L'ambizione era sensibilizzare il pubblico britannico alle nuove forme moderniste e guidarlo alla conoscenza e comprensione dell'ideologia del movimento. La collezione ben si adattava a questo fine, poiché rappresentativa del percorso storico del surrealismo, dagli antesignani, come de Chirico e Picasso, ai
SURRÉALISTE 1937, p. 20; per La malédiction, cfr. MAGRITTE 1993a, n. 442.
169 Cfr. infra, cap. III.1 e III.2, pp. 133-171.
primi surrealisti affiliati, tra cui Man Ray e Max Ernst, fino a giungere alle recenti inclusioni, quali Tanguy, Delvaux ed i membri britannici. Negli anni che precedettero lo scoppio della guerra la raccolta fungerà da vero e proprio strumento itinerante di disseminazione culturale.
La missione proselitante di cui si era fatto carico il collezionista inglese fece il suo esordio con la prima mostra da lui totalmente curata ed allestita a Cambridge, fuori dall'area metropolitana londinese (fig. 25). L'esposizione fu inequivocabilmente intitolata "Surrealism" ed organizzata con il patrocinio della Cambridge University Arts Society, un circolo artistico affiliato all'omonima università. L'ente era sorto nel 1934 come organismo espositivo per i propri membri, ma di fatto esibiva anche pittori e scultori appartenenti a varie correnti artistiche nazionali ed internazionali, tant'è che giunse ad occupare un ruolo rilevante nella diffusione in provincia delle aggiornate tendenze moderniste. Le mostre venivano organizzate in cooperazione con nomi rilevanti del panorama artistico britannico e furono solitamente allestite in spazi affittati in varie sedi cittadine. La prima esposizione, organizzata nel 1934, mantenne un carattere ancora provinciale nella scelta degli artisti170; ma a partire dalla successiva il respiro si fece più internazionale, grazie alla partecipazione come curatore di Douglas Cooper, che in quell'occasione, accanto ai lavori dei membri della società, installò sei opere di Henry Moore e venti di Paul Klee171.
170 Alla prima esposizione della Cambridge University Arts Society, accanto ai lavori dei membri, furono esibite le opere degli artisti inglesi Frank Dobson, Mark Gertler e John Farleigh.
171 La mostra ebbe luogo a Cambridge, al 36 Bridge Street, dal 31 maggio al 13 giugno 1934.
All'organizzazione della mostra collaborarono anche Anton Zwemmer, che cedette le immagini in riproduzione, Herbert Read che acconsentì all'uso dei suoi testi in catalogo e naturalmente Henry Moore che prestò le proprie opere. Le venti opere di Paul Klee provenivano tutte dalla Mayor Gallery, che aveva precedentemente ospitato una mostra dedicata all'artista. Cfr. SECOND
EXHIBITION 1934; KLEE 1934.
Fig. 25 Manifesto della mostra "Surrealism", Cambridge, Fraser Gallery, 1937.
"Surrealism" era stata concepita da Penrose come una sintesi della più eclatante mostra delle New Burlington Galleries, un intento riportato nella
«Cambridge Review»:
In sum, this exhibition is in my way more useful than the great exhibition at the Burlington Galleries, since its smaller size makes it much more easily comprehensible. It is certainly a better introduction to the subject, and it is an introduction to surrealism which most people still require172.
La mostra si tenne negli spazi della galleria-bookshop dell'editore Gordon Fraser, ubicato in Portugal Place, dove dal 4 al 20 novembre furono esposti un totale di sessantuno pezzi, tra pitture, sculture ed oggetti surrealisti. Il percorso espositivo seguiva una linea marcatamente storicistica, in cui il surrealismo britannico veniva presentato in un continuum storico che si poneva come momento ineluttabile del processo artistico sorto in opposizione alla tradizione173. Le opere furono presentate in funzione di un'unica principale narrazione
172 SURREALIST PAINTING 1937,s.p.
173 Da una lettura dei testi critici di Penrose, quasi tutti inediti, emerge chiaramente come la rottura con le istituzioni legate alla tradizione sia, a suo avviso, un passaggio necessario per giungere a dei cambiamenti concreti in ambito artistico; tant'è che conclude il testo, emblematicamente intitolato Why I am a painter, asserendo: «An academician announced the other day that the academy would not admit experiments, only achievements. That is exactly why it has lost its vitality. If we are to move towards a wider consciousness we need constantly to experiment and understand the experiments of others. That is why I am a surrealist. To experiment with reality»; HARTLEY 2001, p. 32.
finalizzata a comunicare al pubblico l'ideale artistico del surrealismo ed il legame connaturato che esisteva tra il gruppo britannico e quello continentale. Per rimarcare questo punto, ma molto probabilmente anche per motivi di spazi limitati, la produzione dei membri del neogruppo fu presentate in dialogo diretto con gli artisti dell'avanguardia continentale: de Chirico, Picasso, Klee, Arp, Duchamp, Miró, Breton, Éluard, Dalí, Ernst, Magritte, Masson, Mesens, Paalen, Man Ray, Tanguy e Giacometti colloquiavano con le opere di Agar, Burra, Cant, Clayton, Ewans, Graham, Dawson, Haile, Hayter, Howard, Mednikoff, Nash, Palethorpe, Penrose, Richards, Sewter, Trevelyan, Tunnard e Moore. La narrazione dialogica restò però confinata ad un livello di natura formale (figg. 26-28),un approccio che, dopo tutto, era connaturato alla formazione di Penrose, il quale si era formato all'università di Cambridge in anni in cui ancora dominava la critica di Roger Fry174.
Fornire una legittimazione storica al surrealismo inglese era un problema ricorrente nella critica del tempo. Già prima della costituzione ufficiale del gruppo, Charles Madge, nei suoi articoli dei primi anni Trenta, aveva più volte evidenziato la necessità di fornire un'interpretazione in chiave autoctona di un movimento che di fatto era sorto in un diverso contesto socio-culturale175. La percezione dell'estraneità restò a lungo presente nell'approccio della critica, tant'è che nel «Cambridge Review» si precisava che la mostra alla Fraser Gallery esponeva con chiarezza la poetica dei maestri del gruppo continentale, ma al contrario, presentava una caduta di stile per quel che riguardava gli artisti nazionali a causa, scriveva l'autore, del «purely imitative character of most of the English work»176.
174 Gli artisti del gruppo surrealista britannico presentati in mostra a Cambridge sono: Burra, Agar, Cant, Clayton, Dawson, Evans, Graham, Haile, Hayter, Howard, Mednikoff, Nash, Palethorpe, Richards, Sewter, Smith, Trevelyan, Tunnard, Moore, McWilliam e lo stesso Penrose. Cfr.
SURREALISM 1937. Le fotografie di Penrose scattate alla Fraser Gallery sono conservate in un album assemblato dallo stesso collezionista (RPA/PENROSE). Uno degli scatti è riprodotto in HARTLEY 2001, p. 76, gli altri presentati in questo elaborato sono invece inediti.
175 Madge dichiarò che il surrealismo non era «best served if English writers imitate the work of the French ones»; «New Verse», 6, 1933, cit. in REMY 1999, p. 32.
176 SURREALIST PAINTING 1937,s.p.
Fig. 26 Album di Roland Penrose con le fotografie scattate alla mostra "Surrealism", Cambridge, Fraser Gallery, 1937.
Tuttavia, eccetto per quel che riguardava i rappresentanti britannici, l'esposizione di Penrose nel suo insieme fu accolta positivamente, e nel «Granta», ad esempio, si elogiava soprattutto l'allestimento e le qualità formali delle opere dei grandi maestri, Picasso, Miró e Magritte:
The C.U. Art Society are showing at Gordon Fraser's gallery, in Portugal Street, the first real exhibition of the movement in this country since the famous one, held eighteen months ago; and very fine it is at that. There are some fifty pictures here, beautifully hung and light; most of them have not been shown before. [...] Surrealism seems to be at its best when the surrealists an artist despite his theories, when his work still has the formal qualities of good painting, like Picasso's or Miro's, or has some distinct "human" content. Magritte's paintings are examples of the latter177.
177 AT GORDON FRASER'S 1937, s.p.
Fig. 27 Allestimento dell'esposizione "Surrealism", Cambridge, Fraser Gallery, 1937.
La mostra di Cambridge, oltre ad essere un punto di partenza per la carriera curatoriale di Penrose e dare conferma del suo ruolo di mediatore della cultura surrealista, fu rappresentativa del nucleo collezionistico che aveva raccolto fino a quel momento, poiché in gran parte prestato in quella occasione (l'Objet-poème, i due de Chirico L'ange juif e Mélanconie du départ, il Miró Tête de paysan catalan, la tela di Ernst Le Scaphandriers somnambules, il Masson La corde178, i due Man Ray Lucky Find e Torso179, i due Picasso La plage e Portrait of Lee Miller, la scultura di Giacometti Objet sans base180, infine la tela di Paalen (fig.
29) The Weaver)181.
178 La tela, prima di passare nella collezione di Penrose era stata di proprietà di Fred Mayor. Cfr.
MASSON 2010, cat. n 7.
179 L'opera Torso era stata comprata da Penrose proprio nel 1937; cfr. HARTLEY 2001, p. 118.
Entrambi i pezzi furono inseriti successivamente, nel febbraio 1939, nella mostra monografica dedicata a Man Ray alla London Gallery; cfr. «London Bulletin», 10, 1939, p. 3.
180 L'opera fu prestata dal collezionista anche in occasione della "Mostra Internazionale Surrealista" londinese del 1936. Cfr.SURREALISM 1936a, cat. n. 122.
181 Nel catalogo ragionato dell'artista l'opera risulta proveniente da Éluard; cfr. NEUFERT 1999, cat.
37.09; mentre in HARTLEY 2001, p. 119, è menzionata come un dono fatto da Paalen. Quest'ultima ipotesi è avvalorata dalla dedica a Penrose posta sul retro della tela e dal fatto che l'artista fece delle donazioni al collezionista inglese per saldare prestiti ricevuti, come risulta dalla corrispondenza di Penrose: «Paalen m'a donné un belle toile en échange d'une vieille dette»; lettera di Roland Penrose a E.L.T. Mesens, 28 giugno 1938 (RPA/MESENS).
Fig. 28 Allestimento dell'esposizione "Surrealism", Cambridge, Fraser Gallery, 1937.
Fig. 29 Wolfgang Paalen, The Weaver (La tisserande), 1937.
Per rendere esaustiva la narrazione, Penrose richiese in prestito alcune opere ad amici collezionisti del gruppo surrealista. I protagonisti dei prestiti furono significativamente, un esponente belga ed uno francese: Mesens ed Éluard. Il primo concesse La clairvoyance di Magritte, tela che in quel momento si trovava già a Londra poiché inclusa nella mostra sugli artisti belgi che Mesens aveva organizzato mesi prima alla London Gallery182; mentre Éluard inviò Attroupement de fleurs di Ernst e La fôret di Arp. Ad eccezione de La clairvoyance, che sarà succesivamente venduta da Mesens tramite la London Gallery al filosofo serbo Dimitrije Mitrinović, i due pezzi concessi da Éluard confluirono nella raccolta di
182 L'opera fu esposta per la prima volta in Olanda nel 1936 e, secondo quanto scritto da Sylvester, acquistata da Mesens poco dopo tale mostra. Cfr. MAGRITTE 1993a, cat. n. 419.
Penrose in seguito all'acquisto della collezione del poeta. Un terzo prestatore fu David Gascoyne, che inviò la tela di Magritte La lampe philosophique, recentemente acquistata all'"International Surrealist Exhibition"183.
Alla data dell'esposizione a Cambridge, la collezione di Penrose era ancora priva delle opere del neogruppo britannico, un'assenza che fu colmata nel corso degli anni con l'acquisto di numerose opere dei colleghi inglesi184. Keith Hartley afferma che la collezione crebbe in modo così incondizionato da divenire una testimonianza significativa della vita e dell'operato del collezionista 185 . Effettivamente la raccolta divenne un corpus attivo nelle molteplici attività che Penrose conduceva in quegli anni, da quelle di gallerista e curatore, a quella di artista, tuttavia gli acquisti non erano dettati da casualità contingenti, ma al contrario, erano consapevoli e ben ponderati186.