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ESPOSIZIONI ED EDITORIA

IV.1 Le due fasi della London Gallery: 1938-39 e 1946-50

IV.1.2 La seconda fase: 1946-50

Figg. 94-95 (A sinistra) Isobar, Isokon Flats, Lawn Road, Hampstead (London), architettura e design di Yorke e Breuer, 1937; (a destra) Isobar, esposizione "Man Ray", 1939.

Fig. 96 Interno della London Gallery dopo i bombardamenti, Londra, 28 Cork Street.

IV.1.2 La seconda fase: 1946-50.

Il 5 novembre 1946 la London Gallery riaprì le sue porte in Brook Street, una via non molto distante da Cork Street (fig. 97). L'idea di riallestire la galleria fu concordata da Mesens e Penrose subito dopo la guerra e, alla ricerca di un

490 Scriveva Mesens a Penrose: «En ce qui concerne l’assurance de tout cela [le opere inviate nei depositi], je ne sais vraiment pas quoi faire?...»; lettera di E.L.T. Mesens a Roland Penrose, 12 settembre 1939 (RPA/PENROSE).

idoneo spazio, trovarono nella palazzina ubicata al numero civico 23 la giusta sede. Immediatamente furono avviati i lavori di ristrutturazione dei locali, i quali durarono diverse settimane a causa degli ingenti danni di guerra subiti (fig. 98).

Fig. 97 Esterno della London Gallery, Londra, 23 Brook Street.

Una società denominata London Gallery Ltd. fu costituita dagli ex direttori Mesens e Penrose, insieme ad Anton Zwemmer e Peter Watson. Il capitale d'azione, che per la fondazione di una compagnia Ltd. doveva ammontare ad un minimo di £ 10.000, fu così ripartito: Penrose partecipò con la quota più alta, pari a £ 4.700, Watson con £ 3.000, Zwemmer con £ 2.000 ed infine Mesens con £ 350. L'idea di riattivare la galleria attraverso la costituzione di una società ampliata fu per i partecipanti un investimento che avrebbe dovuto fruttare dei guadagni, tant'è che Mesens comunicava a Penrose:

Je signalai à plusieurs reprises ces offres [per l'affito dei locali] à Zwemmer et à Peter, car à ces prix là chacun des actionnaires aurait pu tirer de 30 à 40% d’intérêt annuel du capital investi! Mais l’optimisme de Zwemmer est tel qu’il est convaincu que nous pouvons arriver facilement à un «turn over» de plus de £ 20.000 par an... ce qui, frais généraux déduits, ne laisserait pas encore un profit égal. Mais je ne vais pas continuer à t'emmerder avec ces chiffres que tu as le bonheur de pouvoir détester plus encore que moi. Je n’ai pas beaucoup de bien à te dire de nos «surveyors», ni des «builders», ni surtout du gouvernement... mais enfin, il semble que la librairie (et une exposition dans celle-ci) pourra s’ouvrir dans la 3ème semaine

d'octobre c.à.d. dans 1 mois491.

La galleria fu predisposta su un doppio livello, con al pian terreno l'istituzione di un bookshop. L'interesse per l'editoria, certamente spinto da Zwemmer che già possedeva tale attività, non era tuttavia nuovo alla London Gallery, infatti in precedenza, in Cork Street, era munita di un servizio bibliotecario che, su richiesta, consentiva ai frequentatori di prendere in prestito libri e riviste.

Fig. 98 Interno della palazzina al 23 di Brook Street prima del riallestimento della London Gallery.

Con la riapertura, i cambiamenti non riguardarono solo la sede ma anche elementi statutari: le commissioni trattenute dalla galleria sulle vendite subirono un rialzo dal 20% al 33%, mentre lo stipendio destinato al direttore manageriale (ossia Mesens) incrementò a £ 800 annui con in aggiunta il benefit di utilizzo gratuito dell'appartamento ubicato all'ultimo piano della palazzina. A partire da settembre Mesens si occupò della ricostituzione dello stock della galleria con frequenti acquisti realizzati tra il Belgio e l'Inghilterra492.

491 Lettera di E.L.T. Mesens a Roland Penrose, 21 settembre 1946 (RPA/PENROSE).

492 «Short journey on business to Brussels bought lovely little Klee very cheap and sold three Magrittes from my P.B.A. collection»; lettera di E.L.T. Mesens a Roland Penrose, 21 settembre 1946 (RPA/PENROSE). Il 20 giugno 1946 Mesens aveva acquistato a Bruxelles, presso il collezionista ed editore Georges Vriamont, il Klee Scene aus Kairuan a £35 e l'incisione di Ensor L'Avarice a £ 11; cfr. annotazione di acquisto del 20 giugno 1946 (GETTY/MESENS, Box 5-Folder 9).

Nella fase 1946-50 la London Gallery mutò la sua deontologia, e da bureau de recherche quale era stato negli anni Trenta, divenne principalmente vetrina espositiva per gli artisti surrealisti e per le nuove generazioni. Gli ambienti espositivi evidenziarono il cambiamento: dagli interni di gusto modernista di Cork Street si passò alle lussuose ed eleganti sale di Brook Street (figg. 99-100).

Nonostante ciò, la London Gallery continuò incessantemente a divulgare tra il pubblico londinese l'arte moderna.

Fig. 99 Interno della palazzina al 23 di Brook Street durante il riallestimento della London Gallery.

Mesens pianificò un serrato calendario espositivo che, in linea con la prassi attuata nel biennio precedente, ambiva ad esporre insieme ai nomi più noti del gruppo surrealista continentale (Picasso, Klee, de Chirico, Ernst, Miró, Tanguy), le nuove generazioni di artisti, britannici ed internazionali493.

493 Per un elenco completo delle mostre organizzate alla London Gallery nel periodo 1946-50, cfr.

infra, appendice 2, pp. 327-331.

Fig. 100 Interno della palazzina al 23 di Brook Street durante il riallestimento della London Gallery.

La galleria inaugurò il 5 novembre 1946 con la prima monografica dedicata a Wifredo Lam in Inghilterra.

Fig. 101 Cartolina pubblicitaria di riapertura della London Gallery, novembre 1946.

L'idea di organizzare un'esposizione londinese venne all'artista nella primavera di quell'anno e la proposta fu inoltrata a Watson e Mesens494. Fu allora che il gallerista belga decise di acquistare anticipatamente i venti disegni che sarebbero stati esibiti in mostra, che andarono così ad incrementare lo stock della galleria. Le venti opere grafiche furono vendute dal pittore cubano a £ 10 l'una, per un totale di £ 200. La pratica dell'acquisto in blocco, come si è visto, risultava connaturata al modus operandi di Mesens, che così facendo non solo incrementava il corpus di magazzino ma poteva disporre liberamente dei pezzi senza alcun vincolo495. L'idea di investire in un artista come Lam, in quel

494 Cfr. lettera di Wifredo Lam a E.L.T. Mesens, 6 maggio 1946 (GETTY/MESENS, Box 5-Folder 9).

495 «Je vous confirme que je suis d'accord pour vous vendre maintenant aux conditions fixées dans

momento uno dei pittori surrealisti più vicini a Breton, era dovuta certamente al gusto personale di Mesens ma anche a ragioni commerciali. Lam in quel momento stava ottenendo un buon successo negli Stati Uniti, e le quotazioni delle ultime vendite avevano dato risultati soddisfacenti496. Ciononostante, l'esposizione londinese fu un insuccesso, tant'è che la delusione indusse Mesens a pubblicare una nota polemica nel «London Gallery Express»:

The name of Wifredo Lam is not yet familiar here, or looks too foreign, or even farfetched [sic]? We are of course passing through a rather horrifying period of nationalism in the arts, which started in the war years, but, whatever the cause may be, it is astonishing that the first exhibition in this country of the work of a brilliant artist who has already gained a high reputation in France and America, did not draw the attention of collectors, for everything seems to indicate that Lam is becoming one of the most important names in contemporary painting497.

Il gruppo surrealista inglese era ormai disgregato ed i reiterati tentativi di Mesens per ricompattarlo, nei primi anni Quaranta, furono vani. Lo scioglimento del gruppo aveva portato la London Gallery ad ampliare la gamma di artisti da esporre spingendosi oltre l'affiliazione ufficiale al movimento surrealista, un rigidità, questa, che invece aveva caratterizzato l'intero biennio di attività degli anni Trenta. I nuovi artisti britannici di cui la galleria era ora portavoce erano caratterizzati da uno stile estremamente eclettico e variegato, e lo stock, di conseguenza, fu volutamente attrezzato con numerose opere commerciabili.

Nonostante questo, la galleria continuò ad investire in artisti considerati le nuove promesse del surrealismo, essenzialmente pittori.

Tra questi, vi era lo scozzese Scottie Wilson, un artista estremamente apprezzato da Mesens soprattutto per la propensione all'applicazione

votre dernière conversation, soit £ 10 par dessin et que je suis également d'accord pour la publication avec, pour moi, cinq pour cent du tirage»; lettera di Wifredo Lam a E.L.T. Mesens, 21 agosto 1946 (GETTY/MESENS, Box 5-Folder 9).

496 Lam informava Mesens che uno dei disegni della serie inviata a Londra era appena stato venduto a New York a Mme Tarafa, alla cifra di 400 dollari. Cfr. Lettera di Wifredo Lam a E.L.T.

Mesens, 27 settembre 1946 (GETTY/MESENS, Box 5-Folder 9).

497 «London Gallery Express», marzo-aprile 1947, p. 1.