• Non ci sono risultati.

Il numero surrealista di «This Quarter»

Il primo tentativo strutturato di introdurre l'ideologia surrealista nel mondo anglosassone risale al settembre 1932, quando fu dato alle stampe il primo Surrealist Number che una rivista consacrava interamente alla movimento continentale, con la presentazione di testi tutti tradotti in inglese 36. Il numero speciale fu edito dalla testata americana fondata e diretta da Edward T. Titus:

«This Quarter» (fig. 1). Il fascicolo fu pensato con la chiara intenzione di informare ed aggiornare i lettori di lingua inglese sulle tendenze progressiste continentali, e nello specifico sul surrealismo. Sotto la direzione di André Breton, che era stato chiamato in qualità di Guest Editor alla redazione del Surrealist Number, per la prima volta si forniva una concreta ed ampia visione della poetica del movimento.

L'intenzione divulgativa e conoscitiva è rimarcata dallo stesso Titus nel suo editoriale posto in apertura del numero:

Owing to the fact that dyed-in-the-wool surrealists have consistently refused to explain themselves in any but their own publications, which have become exceedingly rare, and that, with some few inadvertent or expedient exceptions, they have declined to contribute to non-surrealist publications in France or elsewhere, their work has been practically inaccessible to English and American readers. After much persuasion, and on condition that an issue of THIS QUARTER were exclusively devoted to surrealist work, M. André Breton and his colleagues have consented to collaborate in the production of the present surrealist issue, which contains contributions, many now

36 Cfr. «This Quarter», Surrealist Number (Paris), V, 1, 1932.

printed for the first time, representative of nearly every aspect of written and pictorial surrealist work37.

Fig. 1 «This Quarter», Surrealist Number, settembre 1932; copertina.

Secondo Titus il vuoto editoriale in ambito inglese relativo al movimento surrealista era da attribuire principalmente alla volontà stessa del gruppo, il quale, chiuso nella propria rete di stampa autogestita, difficilmente scendeva a compromessi. Egli puntualizzava, inoltre, che Breton aveva accettato di pubblicare su «This Quarter» solo dopo una contrattazione che era terminata con l'accettazione da parte dell'editore della richiesta avanzata dal capogruppo surrealista, ossia consacrare l'intero fascicolo al movimento. Uno stratagemma che di fatto evitava eventuali accostamenti tematici ed iconografici che avrebbero potuto indurre i lettori a malintesi o errate interpretazioni. Breton, a sua volta, dovette però accogliere le restrizioni imposte da Titus, che consistevano nel tagliare fuori «politics and such other topics that might not be in honeyed accord with Anglo-American censorship usages»38. In effetti, grande assente del fascicolo è la questione politica, che in quel momento era invece uno dei punti nodali di tutta l'attività del gruppo. Breton non tacque su tale mancanza: «the more or less rigorous control to which publications in English are subjected in English-speaking countries obliges us to pass over in silence whatever in that

37 THIS QUARTER, pp. 5-6.

38 Ibidem.

activity bears on social conflicts or moral»; inoltre, enfaticamente sottolineava il limite che una tale restrizione comportava per la comprensione da parte dei lettori della vera ideologia del gruppo: «limited, then, as we are in the expression of our deepest convinctions on those questions, we are unable to describe the surrealist movement here in any way as extensively as it should be described»39. Il punto è nodale. L'intera storia del movimento surrealista si era caratterizzata da un'intransigenza propagandistica che per aggirare ogni censura aveva indotto i membri del gruppo a riparare, quasi sempre, in organi autogestiti o simpatizzanti, una scelta che di fatto aveva permesso al surrealismo di mantenere una trasparenza ideologica altrimenti difficilmente concretizzabile e dunque, di restare fuori da ogni eventuale manipolazione mediatica. Breton, come co-editore del fascicolo, aveva infatti vegliato con attenzione sulle tematiche divulgate.

Nonostante ciò, a causa della censura imposta, «This Quarter» forniva una visione dell'ideologia surrealista per lo più relativa alla prassi creativa. Il fascicolo era strutturato in più sezioni, ognuna delle quali corrispondente ai vari ambiti di ricerca e produzione del movimento: Experimental Prose, Poems, Prose, Scenario e Story. Ricco anche l'apparato iconografico, tant'è che per la prima volta in Inghilterra veniva pubblicato un cospicuo numero di opere surrealiste a corollario di una parte teorica40. Nelle pagine emerge preponderante l'importanza conferita dal gruppo all'automatismo, ma anche le prime teorizzazioni relative all'oggetto.

Una cospicua sezione nominata Expository Articles, era dedicata agli scritti teorici e si apriva con il programmatico articolo di Breton Surrealism: Yesterday, To-Day and Tomorrow, tradotto dallo stesso Titus41. Come si prospetta già dal titolo, nel testo Breton voleva rimarcare storicamente la genesi del movimento, lo stato attuale e, significativamente aprire la strada a future proiezioni programmatiche42.

39 BRETON 1932, p. 8. Il corsivo è dell'autrice.

40 L'apparato iconografico di questo numero speciale di «This Quarter» comprendeva: The Problem of a Day di Giorgio de Chirico, Chimaera di Max Ernst, l'Exquisite Corpse: Girl di T.C., Paul Éluard e Valentine Hugo, l'Exquisite Corpse: Landscape di Greta Knutson, Valentine Hugo, André Breton e Tristan Tzara, l'Object of Destruction di Man Ray ed infine The Cold Night di Yves Tanguy. Cfr. THIS QUARTER, pp. 45, 77, 195, 193, 55 e 99.

41 Cfr. BRETON 1932.

42 Tra coloro che avevano partecipato all'edizione del Surrealist Number compaiono in qualità di traduttori i nomi di Bronwski, editore della rivista «Experiment», e lo scrittore Samuel Beckett.

L'articolo iniziava con un tentativo di legittimare in ambito britannico il movimento, di cui furono rintracciati i precursori letterari anglosassoni: Walpole, Radcliffe, Monk Lewis, Maturin, Synge e Young, quest'ultimo – scriveva Breton – «unquestionably the most authentic forerunner of the surrealist style»43. Il testo fu in gran parte ripreso nella conferenza Qu'est-ce que le Surréalisme?, tenuta da Breton a Bruxelles due anni dopo e pubblicata in traduzione inglese nel 193544. Surrealism: Yesterday, To-Day and Tomorrow tracciava lo sviluppo del surrealismo partendo dall'automatismo per poi direzionarsi su Hegel ed infine definire quanto era stato programmato nel Secondo Manifesto. Significativamente Breton decise di terminare l'elaborato con un chiaro atto di ferma militanza nella contingenza storica: «as we continue to hold surrealist expression to be definitely committed to the automatism [...] we shall also [...] cling to our critical attitude with regard to the various intellectual and moral problems of contemporary interest»45. Infine, chiudeva il testo asserendo: «In the meantime, it does not at all appear to us impracticable to organize in the four corners of the earth a fairly extensive scheme of resistance and experiment»46. La frase finale sintetizzava l'intera ragion d'essere del movimento: attivismo politico da un lato, e sperimentazione artistica dall'altro, ossia i principi attraverso i quali secondo i surrealisti era possibile concretizzare l'auspicata trasformazione del mondo. E con parole messianiche, ma provocatorie, presagiva quanto di fatto avvenne quattro anni dopo: «But beware! Enough if surrealism is restored to its true perspective, and we shall not despair of seeing some day a storm rising from within this tea-cup»47.

Il Surrealist Number di «This Quarter» fu certamente la prima presentazione strutturata e di impronta divulgativa del movimento bretoniano oltremanica.

Tuttavia, altri articoli nel corso dei primi anni Trenta erano apparsi sporadicamente in alcuni noti periodici dell'epoca, tra i quali si ricordano «The Spectator», «The New Statesman» e «Criterion». Michel Remy, nel suo

43 Ivi, p. 10. Tale opinione verrà ripresa nel 1936 da Herbert Read nella sua introduzione al catalogo della "Mostra Internazionale Surrealista"; cfr.READ 1936c.

44 Il testo fu edito in inglese con il titolo What is Surrealism nel 1935; cfr. GASCOYNE 2003.

45 BRETON 1932, p. 43.

46 Ivi, p. 44. Il corsivo è dell'autrice.

47 Ibidem.

sostanziale studio sul surrealismo britannico, ha più volte evidenziato che l'approccio che la critica aveva mantenuto all'interno di queste testate era stato sostanzialmente polemico e – si potrebbe aggiungere – talvolta derisorio48.

Risale al 1933 un secondo importante evento editoriale. La rivista letteraria

«New Verse», diretta da Geoffrey Grigson, nel mese di ottobre pubblicava la prima poesia surrealista scritta in inglese per mano di David Gascoyne: And the Seventh Dream is the Dream of Isis49. Questo testo poetico rappresentava il primo tentativo di dar vita in ambito letterario ad un surrealismo di matrice inglese50. L'urgenza di creare un gruppo autorevole che rappresentasse la frangia inglese del surrealismo continentale emergeva nel dicembre di quello stesso anno, quando la rivista di Grigson pubblicava l'articolo di Charles Madge, Surrealism for the English, nel quale l'autore affrontava in modo specifico la problematica relativa ad un surrealismo autoctono. Madges infatti esprimeva la necessità della costituzione di un gruppo inglese che si configurasse secondo proprie peculiarità e non come mera ripetizione asettica della linea francese51.