II. A LGORITMI E NUOVI OPERATORI
5. Organizzazione decentralizzata e azione collettiva
5.2 Le affordances della blockchain
Nell’adattamento del modello dell’azione collettiva all’organizzazione decentralizzata, ci si trova davanti a un ulteriore elemento di complessità: le regole di governance dell’organizzazione e i diritti attribuiti ai suoi membri sono in prevalenza incorporati all’interno delle diverse componenti tecnologiche che compongono il sistema informatico nel suo complesso. Tale circostanza mette in
290 Per un inquadramento, A.R. POTEETE-M.A. JANSSEN-E. OSTROM, Working Together: Collective Action, the Commons, and Multiple Methods in Practice, Princeton, 2010, pp. 100, 101.
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evidenza come l’organizzazione decentralizzata costituisca una peculiare ‘istituzione’ tecno-economica, in cui la componente tecnica esibisce, a tutti gli effetti, una vera e propria “capacità regolamentare”. Sicché, alcuni hanno fatto leva sul concetto di affordance291 per analizzare in che modo le particolarità costitutive (c.d. design
constituency) delle tecnologie a registro distribuito possono incidere
sui summenzionati diritti e principi istituzionali292. Ai presenti fini, occorre concentrarci (1) sulla funzione del token all’interno del sistema, (2) sugli effetti dell’infrastruttura informatica in relazione alle sorti dell’organizzazione e (3) sugli effetti dell’infrastruttura informatica sulla governance del gruppo.
(1) Token e sistema blockchain. Sebbene possa esistere una blockchain senza token (ciò avviene nelle blockchain private), quest’ultimo sicuramente costituisce l’imprescindibile condizione di esistenza dell’organizzazione decentralizzata. Infatti, non esistendo, all’interno di tali organizzazioni P2P, un’autorità centrale è necessario che sussista un adeguato meccanismo di incentivi affinché ciascun membro contribuisca al buon funzionamento del sistema.
Di qui, la scarsità artificiale dei token e la loro destinazione naturale alla negoziabilità dentro e fuori il sistema, tali da attribuirgli un ben preciso valore monetario e indurne l’apprezzamento nel tempo293. Se la scarsità del token è una caratteristica solo tendenziale294, la negoziabilità del token costituisce la regola in ogni organizzazione decentralizzata.
Devono sin da ora evidenziarsi alcuni punti:
291 James Gibson sostiene che le creature viventi condividono lo stesso ambiente ma lo percepiscono diversamente in relazione alle loro ‘affordances’, cioè «alla loro capacità di essere svantaggiati o avvantaggianti da una particolare caratteristica dell’ambiente». J. GIBSON, The Theory of Affordances, in R. SHAW-J. BRANSFORD (a cura di), Perceiving, Acting, and Knowing: Toward an Ecological Psychology Londra, 1977, p. 57.
292 Il riferimento è al lavoro di D. ROZAS-A. TENORIO-FORNÉS-S. DIAZ MOLINA, When Ostrom Meets Blockchain: Exploring the Potentials of Blockchain for Commons Governance, 2019, doi: 10.2139/ssrn.3272329.
293 L’importanza dell’apprezzamento del token è rafforzata dallo scarso successo di progetti alternativi che hanno sviluppato soluzioni per limitare tale caratteristica. Tra questi, può rammentarsi il progetto “Freicoin”, che include nell’ingegneria del sistema il principio di demurrage (svalutazione della moneta del tempo), teorizzato da Gesell, per favorire lo scambio dell’asset rispetto alla tesaurizzazione. Si veda, sul punto, E. BRAGA-A. FUMAGALLI, La moneta del Comune. La sfida dell’istituzione finanziaria del comune, Milano, 2014.
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(a) i token, che possono presentare o meno una quantità massima (max supply) sono attribuiti in relazione ai conferimenti in lavoro e/o capitale del singolo, a seconda di come è programmata l’infrastruttura informatica (vedi infra) e di come è strutturato il modello di business dei fondatori del progetto. Generalmente, possiamo distinguere due tipologie di token: da un lato, vi sono quei token che sono direttamente allocati in capo ai core developers del progetto ovvero che vengono attribuiti dietro il versamento di capitale in fiat money o cripto-asset (c.d. minted token); dall’altro, stanno quei token che vengono emessi progressivamente nel tempo attraverso lo svolgimento di una particolare attvità all’interno del sistema (c.d.
mined token) 295.
(b) all’interno dei token sono incorporati una serie di diritti296 e sopra di essi ciascun membro esercita un diritto dispositivo esclusivo, in forza del sistema di crittografia a chiavi asimmetriche;
(c) la negoziabilità del token può avvenire all’interno dell’infrastruttura informatica stessa attraverso smart contract (negoziabilità interna) e/o su sedi di negoziazione esterne (negoziabilità esterna).
La seguente tabella riassume i risultati dell’analisi svolta in relazione ad alcune delle predette organizzazioni decentralizzate e aiuta a rappresentare graficamente quanto detto (cfr. tab. 3).
Tab. 3. Token e sistema blockchain
Project Dash TheDAO 0x Colony Bitcoin
Token presence Yes (DASH) Yes (DAO) Yes (ZRX) Yes (CLNY) x (BTC) Token
max supply Yes No Yes No Yes
Token
issuance Mining Minting Minting Minting Mining Exchange
negotiabilit y
Yes No Yes No Yes
295 La distinzione è di T. HENDERSON-M. RASKIN, A regulatory classification of Digital Assets: Towards an Operational Howey Test for Cryptocurrecies, ICOs, and other Digital Assets, in Columbia Business Law Review, 2019, https://ssrn.com/abstract=3265295. Sul punto, si rinvia alle procedure di emissione, trattate infra, al capitolo IV, sez. 2.
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(2) Infrastruttura blockchain e sorti dell’organizzazione. In ragione della fluidità del network – nei casi di blockchain c.d.
permissionless - di regola chiunque può tendenzialmente entrare e
uscire. Tuttavia, quando si creano dissensi o fazioni contrapposte all’interno della community, in relazioni a scelte strategiche, possono aprirsi lotte di controllo, che conducono a scissioni (c.d. hard fork297). In questi casi, la fazione che riesce a guadagnare il maggior numero di consensi tra la community e portare con sé i principali stakeholders chiave resta al comando del sistema originario. Tutto ciò non avviene in relazione alle blockchain c.d. permissioned, che presentano una topologia del network tale da renderle assimilabili a un software proprietario il cui controllo è integralmente rimesso a un unico soggetto.
(3) Infrastruttura blockchain e governance dell’organizzazione. Oltre a contenere le regole con cui i token vengono a esistenza, il protocollo del sistema informatico può prevedere altresì nel dettaglio le regole di governance della collettività, che, in questo caso, sono codificate nell’algoritmo del sistema e fanno leva sui token (c.d.
governance on-chain). In altri termini, l’algoritmo del sistema è
programmato in modo tale da incorporare nel token una serie di diritti amministrativi e partecipativi in relazione alla direzione e gestione dell’organizzazione. Il principio sotteso è dunque il seguente: maggiore è l’interesse economico del soggetto nel sistema, correlativamente maggiore sarà l’incentivo a prendere le migliori decisioni per il sistema. Non sempre però la governance dell’organizzazione decentralizzata è interamente basata sul sistema dei token. Non sempre, cioè, i diritti di governance (cfr. tab 1, diritti nn. 3 e 4) sono formalmente incorporati in token. Al riguardo si osservi quanto illustrato nel seguente schema (cfr. tab. 4).
297 Si tratta di un processo di modifica del protocollo del sistema che porta alla scissione del sistema in due, con creazione di un secondo token, e alla migrazione di parte della community sul nuovo protocollo. Le fork c.d. hard si distinguono dalle soft, in relazione al livello di conflittualità con cui avvengono: le seconde sono, di regola, concordate; le prime, invece, avvengono quando emergono rivalità in seno alla community relative a scelte strategiche. Si veda, in argomeno, R. GIRASA, Regulation of Cryptocurrencies and Blockchain Technologies, New York, 2018, p. 47.
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108 Tab. 4. Blockchain e governance
Project Dash TheDAO 0x Colony Bitcoin
On-chain
governance x x x x
Off-chain
governance x
Emblematico al riguardo è il caso di Bitcoin, la cui governance è prevalentemente basata su meccanismi off-chain dal carattere informale298. Così, ad esempio, la modifica e l’implementazione del protocollo Bitcoin (come anche quello di altri sistemi), sebbene pubblicamente accessibile su Github, è curata da un ristretto numero di sviluppatori, i c.d. “core developers”, che si confrontano solo con un ristretto numero di gestori di “mining pools”299. Il core team di sviluppo fa parte, nella maggioranza dei casi, degli organi di enti del terzo settore, cui viene demandato il ruolo di coordinamento e promozione della rete e dove vengono prese scelte strategiche300. Tale situazione, inevitabilmente, finisce per rivelare una certa opacità nei meccanismi decisionali: opacità che cela posizioni di potere che, inevitabilmente danno luogo a diversi e ulteriori comportamenti opportunistici, che si riflettono sul prezzo dei token e sulle sorti del sistema. Sicché pare potersi concludere che la formalizzazione dei diritti di gestione dell’organizzazione all’interno del token costituisce
298 Si veda sul punto, P. DE FILIPPI-B. LOVELUCK, The invisible politics of Bitcoin: governance crisis of a decentralised infrastructure, in Journal of Internet Regulation, 2016, 2, che distingue due meccanismi di coordinamento: la «governance by the infrastructure» è collegata al protocollo informatico e alle regole al suo interno iscritte; la «governance of the infrastructure» si riferisce al potere dei membri del sistema di cambiare e incidere sull’organizzazione dell’infrastruttura. Sulle diverse modalità di governance, si veda anche V. BUTERIN, Notes on Blockchain Governance, in Vitalik Buterin’s website, 17 dicembre 2017.
299 Con il termine “mining pools” all’interno del circuito di Bitcoin ci si riferisce a quei soggetti che svolgono nel network l’attività di validazione delle transazioni, che richiede processori a elevato consumo energetico. Sul ruolo dei miners come “fiduciari” del sistema, si veda A. WALCH, Deconstructing ‘Decentralisation’: Exploring the Core Claim of Crypto Systems, disponibile su: https://ssrn.com/abstract=3326244, 2017; A. WALCH, The Bitcoin Blockchain as a Financial Market Infrastructure: A consideration of Operational Risk, in NYU Journal of Legislation and Public Policy, 2015, pp. 837 ss.
300 Si pensi, ad esempio, alla Bitcoin Foundation. Meccanismi di governance informali si rinvengono anche in altri progetti: si pensi alla Ethereum Foundation, alla Cardano Foundation, alla Tron Foundation.
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un elemento atto a ridurre le asimmetrie informative e aumentare la partecipazione.
5.3 La reinterpretazione dei diritti e principi progettuali in