GLI INDICI DEL MERCATO DELL'ARTE
3.1 Alcune caratteritiche degli indic
L'incremento di attenzione che ha ottenuto l’arte come investimento alternativo negli ultimi anni, e più in generale le valutazioni fatte dei rendimenti dell'arte, ha dato uno slancio allo sviluppo di molti indici dei prezzi del mercato dell'arte e di database che sono ormai una risorsa essenziale per investitori e collezionisti. Proprio per facilitare la comparazione tra i ritorni del mercato dell'arte con quello delle azioni, delle obbligazioni e degli altri elementi del mercato finanziario, sono stati costruiti numerosi indici di prezzo dei beni artistici. Alcuni economisti sostengono come un indice del mercato dell'arte possa delineare gli andamenti generali del mercato in modo più efficiente rispetto, ad esempio, al Dow Jones per il mercato azionario statunitense134. Su queste basi, si possono indicare degli
attributi importanti che caratterizzano gli indici dell'arte; ad esempio la rappresentatività, in quanto l'indice deve avere delle costrizioni minime sulla selezione dei dati per poter ben rappresentare l'andamento medio del mercato dell'arte; la liquidità e, infine, la capacità, intesa come indicativa del potenziale e
133 Candela G. e Scorcu A. E., Il prezzo dei dipinti. Proposta per un numero indice delle
aggiudicazioni d'asta. op. cit. p. 32.
134 Cfr, Ginsburgh V. e Throsby D., Handbook of the Economics of Art and Culture. Amsterdam,
del valore delle vendite che avvengono in questo segmento di mercato135. Lo
scopo della costruzione degli indici di prezzo è legato alla volontà di misurare la rivalutazione del prezzo di un particolare bene o di un gruppo di beni.
Il modo più semplice di analizzare un variazione del prezzo di un bene potrebbe essere quello di calcolare la media, o il prezzo medio di vendita, di un campione di questi beni in almeno due periodi successivi. Se, però, la qualità dei beni inclusi nel campione cambia tra un periodo e l'altro, potrebbero sorgere alcuni problemi; ad esempio, se per qualche ragione, un certo numero di opere molto costose vengono vendute in un determinato periodo, il prezzo medio delle opere subirà una crescita, anche se nessuno dei singoli prezzi è realmente cambiato; come anche la variazione della qualità delle opere vendute tra un periodo e l'altro può causare una variazione dell'indice maggiore rispetto a quella del valore di ogni singolo lavoro. Se si verifica un cambiamento progressivo nella qualità delle opere vendute in tempi diversi, un indice che li analizza non potrà che risultare parziale136.
Nel confrontare il prezzo delle opere di un particolare artista o di una determinata scuola in un periodo definito, per individuarne un andamento del mercato bisogna avere presente i limiti che possono intercorrere in tale analisi. Si è detto come non sempre le opere d'arte risultino paragonabili, anche se dello stesso artista: possono essere di diversa qualità; alcune possono avere un'incerta attribuzione; lo stato di conservazione può non essere lo stesso. Risalire ai diversi proprietari che hanno detenuto l'opera in precedenza può avvalorare l'autenticità del pezzo, oltre che conferirgli prestigio137. Anche il soggetto e la dimensione dell'opera, come è già
stato accennato, possono incidere notevolmente sul prezzo finale di vendita. Ma queste difficoltà non sussistono se si confronta la stessa opera, venduta più di una volta, ad una seduta d'asta, del quale si conoscono i prezzi raggiunti. Grazie a queste informazioni si possono costruire degli indici dei prezzi che risultino rappresentativi dell'andamento del mercato.
Molti indici dell'arte sono basati su un modello per il quale il prezzo di un'opera in un particolare momento è funzione di determinate caratteristiche intrinseche, ad
135 Kräussl R., Art Prices Indices, in McAndrew C., Fine Art and High Finance, op. cit. p. 64. 136 Ibidem, p. 65.
esempio la sua qualità, e di altri elementi che variano nel tempo. Le tecniche usate abitualmente mirano alla costruzione di un indice che misuri o un insieme di elementi propri e caratterizzanti dell'opera stessa (indice edonico), o che tenga traccia delle vendite ripetute degli stessi lavori (indice delle vendite ripetute). Come si è visto nel capitolo 2, entrambi i metodi presentano i loro pregi , ma svelano le loro debolezze quando vengono realmente applicati al business degli investimenti in arte.
Il primo metodo, chiamato approccio della vendita ripetuta, si basa su dati di opere che sono state vendute più di una volta nel corso del tempo; quello che viene misurato è il cambiamento del prezzo nel tempo, considerando la qualità dell'opera come elemento costante. Con questo metodo, si assume che nessuno degli attributi dell'opera sia cambiato nel corso del tempo, per cui non vi è motivo di includere le caratteristiche dell'opera nel calcolo. In altre parole, si misurano le differenze tra il prezzo di vendita di un bene in un certo momento e il prezzo a cui è stato rivenduto successivamente: questo implica che la differenza tra i due prezzi sarà soltanto in funzione solamente del trascorrere del tempo.
Questa metodologia produce degli indici che hanno il merito di essere facilmente interpretabili, ma che al contempo presentano anche degli svantaggi. Una prima problematica si riferisce al fatto che i dati utilizzati nel campione non sono completamente rappresentativi: non utilizzando le informazioni delle singole vendite, vengono scartate una larga parte delle altre transizioni che si verificano nell'ampio segmento del mercato sotto osservazione. Il campione risulterà essere parziale. In secondo luogo, si può verificare un cambiamento delle caratteristiche dei beni artistici: si possono verificare delle alterazioni del bene stesso nel tempo che intercorre tra le due vendite, come anche il mutamento delle preferenze o del comportamento dei collezionisti può influire sull'andamento dell'opera stessa. La seconda metodologia denominata, il metodo della regressione edonica, si basa su dati che analizzano le differenze delle caratteristiche dei beni in vari campioni. L'approccio edonico implica che la qualità di un'opera d'arte possa essere considerata come un numero composito di diversi attributi e caratteristiche, che possono essere valutate per l'utilità che queste comportano. I prezzi edonici sono definiti come dei prezzi impliciti derivati da un numero di attributi che riguardano
l'artista, l'opera e le caratteristiche di vendita. Questi attributi possono essere suddivisi in due tipologie: caratteristiche fisiche e non-fisiche. Le prime includono la casa d'asta in cui viene battuto il prezzo e le dimensioni dell'opera stessa, mentre quelle non fisiche riguardano le stime variabili pre-vendita, se l'opera contiene o meno la firma dell'artista, la sua reputazione. In altre parole, la tecnica edonica cerca di identificare le caratteristiche dell'opera che contribuiscono alla sua valutazione, e poi si cerca di isolarle dal prezzo di vendita, in modo da far risultare la pura influenza dovuta al mercato. Il tratto saliente di questa regressione è che viene aggirato il problema di avere dei beni selezionati con le stesse qualità da confrontare nel tempo. Inoltre, non vengono escluse quelle opere che hanno registrato un'unica vendita138.
Recentemente, alcuni ricercatori hanno applicato un terzo approccio, chiamato
modello ibrido, che è una combinazione dei primi due139. Considerando alcune
delle possibili limitazioni dei due modelli sopra esposti (per quanto riguarda il primo metodo, la parzialità del campione esaminato; per il secondo la presa in esame di molti elementi qualitativi che non sempre hanno una chiara riflessione nel prezzo di mercato), sono stati studiati dei modelli ibridi per cercare di mitigare queste lacune, utilizzando simultaneamente le informazioni edoniche delle opere e quelle provenienti dalle vendite-ripetute dei singoli lavori. Questo insieme di dati concorre alla determinazione di un unico modello di analisi; purtroppo, nonostante sia data informazione riguardo alla volontà di utilizzo di questo metodo, non è stata riscontrata per il momento alcuna applicazione concreta al mercato dell'arte.