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ANALISI DELLA PERFORMANCE DEGLI INVESTIMENTI NEL MERCATO DELL'ARTE

4.1 L'analisi del rendimento dell'arte: alcuni studi.

4.1.6 Art as an Investment: l'analisi di Pesando.

Pesando (1993)206, come si è accennato nel Capitolo 3, è stato uno dei primi

ricercatori a non utilizzare i dipinti nella sua analisi; a differenza degli altri studi esaminati, egli ha concentrato il suo studio sulle stampe di artisti come Picasso, Mirò e Chagall.

206 Pesando J. E., Art as an Investment: the Market for Modern Prints. American Economic Review,

La sua analisi parte dal presupposto che in un mercato in equilibrio, i tassi di rischio provenienti da investimenti svariati dovrebbero essere uguali; quindi anche quelli provenienti dal mercato dell'arte dovrebbero essere in linea con quelli di altri segmenti. Ma, come si è visto, il mercato dell'arte è caratterizzato da tutta una serie di peculiarità che lo rendono “unico”: oltre alla scarsità delle informazioni riguardanti le transazioni, le vendite di beni artistici non avvengono con frequenza regolare, e proprio per questo non è facile costruire degli indici dei prezzi prontamente allineati con quelli di altri segmenti. Pesando ha allora deciso di analizzare il mercato delle stampe, a causa della loro più facile commerciabilità. Se nel suo studio Baumol poteva contare un numero di 640 dati di coppie di vendite ripetute per un periodo di oltre tre secoli, Pesando ha costruito il suo indice su una base di 27961 coppie di dati per il periodo 1977-1992, selezionando (oltretutto) solo ventotto artisti tra tutti quelli presenti nel mercato.

Questi dati sono la base fondamentale per un indice semi-annuale, espresso in dollari americani: scopo del lavoro è quello di confrontare il rischio e il rendimento che caratterizzano questo segmento del mercato dell'arte con quelli provenienti dal mercato finanziario.

La fonte utilizzata da Pesando è il Gordon's Print Price Annual, pubblicato annualmente a partire dal 1978: in esso sono presenti tutti i prezzi record raggiunti dalle stampe vendute nelle maggiori case d'asta al mondo (Sotheby's. Chriestie’s, Hotel Drout, Hauswedell & Nolte, Kornfeld). Negli annuali tutte le stampe vengono correlate dal nome dell'artista, dal titolo, dal prezzo, dall'eventuale presenza della firma dell'artista207, e dal luogo e data di vendita; per le vendite non

avvenute in America, i prezzi sono stati convertiti al dollaro americano utilizzando i dati forniti giornalmente dal The Wall Street Journal. Le stampe vengono infine suddivise in tre grandi classi: quelle Old Master (Rembrandt, Durer etc.), quelle contemporanee (Johns, Stella, Hockey) e quelle moderne (Picasso, Mirò, Chagall). Lo studio di Pesando si focalizza su queste ultime.

Per quantificare il tasso di rischio e di rendimento proveniente dal mercato delle stampe, l'autore ha costruito un indice dei prezzi; per fare questo, ha utilizzato la già citata metodologia della repeat sale regression. Come si è detto, questo

207 Come per i dipinti, anche una stampa autografata raggiunge prezzi più elevati rispetto a quelle

metodo viene impiegato quando lo stesso oggetto (in questo caso una stampa) viene venduto in due diverse occasioni. L'indice aggregato dei prezzi per le stampe moderne in osservazione semestrali viene presentato nella Tabella 4.8 e raffigurato nella Figura 4.1.

Si è detto come per l'elaborazione dell'indice globale delle stampe moderne Pesando abbia analizzato un campione di 27961 coppie di dati; per costruire quelle di Picasso, 6010. Il coefficiente R2 per l'indice globale è pari allo 0,239,

per quello di Picasso 0,390.

Quest'ultimo dato indica come i prezzi delle stampe di Picasso si muovano in modo più linearmente (ovvero le quotazioni di Picasso tendono ad avere tutte uno stesso livello, al loro interno sono meno soggette a fluttuazioni) rispetto a quelli di tutti gli altri artisti incorporati nell'altro indice(Pesando, 1993).

Dalla figura 4.1 si possono notare i picchi che hanno segnato l'andamento di questo mercato nel 1990: sia i prezzi nominali che quelli reali hanno subito un aumento considerevole, soprattutto rispetto alla recessione degli anni 1981-82. Il boom di quegli anni del mercato dell'arte era già stato documentato, ma come sottolinea Pesando, è proprio grazie alla costruzione degli indici dei prezzi che si possono analizzare con precisione le fluttuazioni dei valori.

Il primo valore presente nella Tabella 4.9 indica il rendimento semestrale delle stampe; la prima deviazione standard equivale a 0.099, mentre la seconda vale 0.019. La differenze tra le due deviazioni, pari a 5,21, sottolinea come i rendimenti siano stati misurati in modo accurato(Pesando, 1993).

Un'importante precisazione da fare è che l'indice dei prezzi qui misurato non tiene conto del tasso di “buy-in”, ovvero del non venduto; per questa ragione, l'indice potrebbe sottostimare la reale volatilità dei prezzi di offerta.

Per ogni semestre, è stato quindi calcolato il rendimento (espresso in dollari americani) partendo dall'indice dei prezzi reali sopra calcolato. I tassi di ritorno, per le stampe nel loro complesso e più in specifico per quelle di Picasso, vengono illustrati nella Tabella 4.9.

Tabella 4.8 Indice semestrale dei prezzi delle vendite di stampe moderne, 1977- 1992.

Anno b = log index SE (b) (b−b1) SE (b−b1)

1977:1 0,000 0,000 - - 1977:2 -0,025 0,027 -0,025 0,027 1978:1 0,178 0,024 0,203 0,024 1978:2 0,028 0,152 0,022 0,022 1979:1 0,421 0,025 0,090 0,022 1979:2 0,529 0,026 0,108 0,019 1980:1 0,597 0,024 0,067 0,018 1980:2 0,666 0,026 0,068 0,017 1981:1 0,628 0,024 -0,038 0,017 1981:2 0,576 0,026 -0,052 0,017 1982:1 0,497 0,025 -0,078 0,018 1982:2 0,443 0,028 -0,054 0,020 1983:1 0,496 0,026 0,053 0,021 1983:2 0,472 0,027 -0,023 0,019 1984:1 0,548 0,026 0,075 0,018 1984:2 0,541 0,027 -0,006 0,017 1985:1 0,619 0,026 0,078 0,018 1985:2 0,645 0,028 0,025 0,019 1986:1 0,839 0,026 0,194 0,019 1986:2 0,872 0,028 0,033 0,019 1987:1 1,092 0,026 0,220 0,019 1987:2 1,117 0,028 0,024 0,019 1988:1 1,258 0,026 0,141 0,019 1988:2 1,367 0,027 0,108 0,017 1989:1 1,456 0,026 0,089 0,016 1989:2 1,553 0,027 0,097 0,015 1990:1 1,577 0,027 0,023 0,015 1990:2 1,459 0,028 -0,118 0,017 1991:1 1,257 0,029 -0,201 0,019 1991:2 1,228 0,031 -0,029 0,021 1992:1 1,213 0,030 0,014 0,022 1991:2 1,088 0,033 -0,124 0,204

Figura 4.1 Prezzi semestrali nominali e reali delle stampe moderne, 1977-1992

Fonte: Pesando J. E., Art as an Investment: the Market for Modern Prints.

Tabella 4.10 Rendimenti delle stampe moderne e dei tradizionali assett finanziari, 1977-1992.

Portafoglio Media Deviazione Standard

Stampe

Globali 1,51 19,94

Picasso 2,1 23,38

Azioni (S&P 500) 8,14 22,47

Titoli di Stato (USA) 2,54 21,83

Buoni del Tesoro (USA) 2,23 3,43

Fonte: Pesando J. E., Art as an Investment: the Market for Modern Prints.

Si nota dalla Tabella 4.9 come il tasso medio delle stampe “globali” sia pari all'1,51%, mentre per quello di Picasso ben il 2,10%; entrambi hanno valori inferiori se paragonati a quelli finanziari. Ma allo stesso tempo va sottolineato come la deviazione standard delle stampe in generale raggiunga il 19,94% e quelle di Picasso il 23,38%: partendo dall'analisi di questi valori, Pesando afferma come il portafoglio delle stampe abbia un grado di rischio (approssimativamente)

1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 0 1 2 3 4 5 6

Indice Globale (nominale) Indice Globale (reale) Indice per le opere di Picasso (nominale)

In d ic e d e i P re zz i

comparabile con quelle delle azioni e dei Titoli di Stato. Le stampe quindi possono risultare un buon investimento se vengono incluse in un tradizionale portafoglio finanziario, per garantire una riduzione del rischio (Pesando, 1993). Non bisogna però dimenticare che i costi di transizione per la compravendita delle stampe (come per l'arte in generale) risultano essere più incisivi di quanto non lo siano quelli del mercato azionario.

4.1.7 Le quotazioni degli ottocento «pittori più famosi del mondo» secondo