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Come scrive Donald Thompson, è impossibile osservare un'opera all'anteprima di un'asta senza che l'occhio cada sul prezzo e senza che questo condizioni il nostro modo di giudicarla54. È il prezzo il reale motore dell'arte contemporanea. Ma

come viene stabilito il prezzo? Sicuramente non ha un legame diretto con i costi di produzione, poiché la spesa sostenuta per la tela o per i colori è irrisoria rispetto al prezzo di vendita; e neanche il tempo che impiega l'artista per realizzarla può essere un fattore determinante: per realizzare alcune opere bastano poche ore, per altre mesi, o anche anni. Quindi Thompson afferma che i prezzi delle opere non riflettono la qualità dell'opera o il loro valore artistico, ma semplicemente le sue dimensioni: nei casi in cui le opere di un artista dalle stesse dimensioni riportino prezzi diversi, questa differenza viene giustificata riferendosi alla difficoltà dell'esecuzione o alla particolare importanza dell'opera più cara.

Come si può dedurre da quanto esplicato nel paragrafo 1.3, il punto di partenza

per l'elaborazione del prezzo di un'opera (ovviamente ci si riferisce in particolar modo alle opere di arte contemporanea, poiché quelle dei secoli scorsi hanno già un loro livello dei prezzi) è la reputazione di cui gode il gallerista55.

Successivamente, sarà la fama dell'artista ad accrescere ulteriormente il livello dei prezzi. Ma questo accade solo per gli artisti emergenti. Quando invece un gallerista propone opere di artisti già affermati, o deceduti, solitamente tiene conto dei prezzi delle aggiudicazioni d'asta ottenuti dall'artista; di norma i mercanti non fissano mai i prezzi al di sopra dei risultati ottenuti alle aste56.

In linea di massima, come spiega Fiz, si potrebbe dire che le quotazioni dipendono dalla somma di un insieme di elementi che il collezionista deve sempre tener presente quando acquista l'opera di un artista: la qualità dell'opera, il grado di commerciabilità e di piacevolezza, la forza economica e l'importanza del gallerista, il critico di riferimento, le pubblicazioni e il curriculum delle mostre, i collezionisti, la diffusione nazionale e/o internazionale, il ruolo dei musei e delle istituzioni pubbliche, gli investimenti pubblicitari57. Questi elementi possono

essere visti come una sorta di “certificato di garanzia” da parte del collezionista, che serve ad attestare l'importanza effettiva dell'artista58.

Achille Bonito Oliva nel testo Italia 2000. Arte e sistema dell'arte ha scritto che il prezzo di un'opera è la conseguenza di un lungo processo, costituito da una catena di ruoli complementari in cui il gallerista, il critico, il collezionista, i media e il museo contribuiscono, con modalità e pesi differenti, alla valutazione del prezzo finale dell'opera59: tale sistema ha assunto le dimensioni internazionali a partire

dagli anni sessanta, con l'intensificarsi degli scambi tra Europa Occidentale e Stati Uniti. Se l'artista, con alle spalle una buona galleria e il sostegno di un importante critico, viene inserito in importanti mostre (come la Biennale o Documenta) riuscendo così ad imporsi a livello internazionale, vedrà le sue quotazioni lievitare.

55 Thompson D., Lo squalo da 12 milioni di dollari. op.cit. p. 270.

56 Nell'esposizione di Bacon alla galleria di Gagosian a Londra i prezzi delle opere non erano

esposti perchè non ancora stabiliti; questo perchè di li a breve ci sarebbe stata la vendita all'asta da Chriestie's di “Three studies for a self-portrait”, e Gagosian voleva stabilire i “suoi” prezzi in base a quelli di aggiudicazione. Cfr, Thompson D., Lo squalo da 12 milioni di dollari. op. cit. p. 276.

57 Fiz A., Investire in Arte Contemporanea. op. cit. p. 13. 58 Ibidem

59 Bonito Oliva A., Italia 2000. Arte e sistema dell'arte. Milano, Giampaolo Prearo Editore, 2000.

Quando le opere d'arte diventano oggetto di attenzione dell'economia, è importante prendere in considerazione alcune caratteristiche che li differenziano dagli altri beni. Una prima peculiarità che li riguarda è sicuramente la scarsità: la maggior parte beni è presente in esemplari unici e la disponibilità è sempre (tranne rare eccezioni) limitata. Un secondo fattore importante è che tali beni sono soggetti come scrivono Lazzaro e Mossetto, a una duplice valorizzazione nel tempo60: non solo per ciò che riguarda il supporto materiale dell'opera, ma anche

per quanto concerne l'apporto del lavoro specifico dell'artista; questo valore aggiunto, quindi, viene dato dall'idea creativa dell'artista e dalla fattura tecnica dell'opera61.

Questi primi due fattori possono però subire delle lievi modifiche quando ci si riferisce all'arte contemporanea: intanto perchè l'artista (che si assume non essere deceduto) può produrre sempre nuove opere, evitando così la presenza di un numero limitato di opere (anche in questo caso con le debite eccezioni, si prenda ad esempio il “caso Cattelan”); inoltre il lavoro e la popolarità dell'artista vengono influenzate notevolmente dalle mode temporanee, e sono pochi quegli artisti viventi che possono godere di una fama consolidata.

Il complesso problema della determinazione dei prezzi delle opere d'arte si può affrontare percorrendo un iter tipicamente soggettivo: il prezzo viene infatti deciso dai soggetti62. Angela Vettese, come molti altri studiosi, indica alcuni dei

parametri più importanti che concorrono alla determinazione del prezzo dell'opera, fermo restando che il giudizio finale sul valore commerciale della stessa richiede elasticità oltre che competenza.63

Le opere d'arte sono soggette a un insieme di variabili principalmente qualitative; ad esempio la qualità è uno dei primi fattori che esercita una forte incidenza sul

60 Lazzaro E. e Mossetto G., Le determinanti dei prezzi delle opere d'arte. In Candela G. e Benini

M., Produzione e circolazione dell'informazione nel mercato dell'arte. op. cit. p.41.

61 Come scrive anche Andrea Raspi, due sono le funzioni che caratterizzano l'opera dell'artista: in

primo luogo la funzione creatrice, relativa alla produzione di nuove idee, di nuovi valori artistici; in secondo luogo, la funzione produttrice o di produzione di oggetti opere d'arte, intesi come beni da collocare sul mercato. Cfr, A. Raspi, Arte e mercato. Aspetti del mercato dell'arte

contemporanea. Il caso del quadro. op. cit. p.23.

62 Raspi A., Arte e mercato. Aspetti del mercato dell'arte contemporanea. Il caso del quadro. op.

cit. p. 29.

prezzo di vendita. Ma come nota Raspi non mancano le eccezioni, per cui non si può considerare questo fattore come veramente determinante: ci sono opere di alta o buona qualità (soprattutto nei generi di non facile comprensibilità, come l'arte informale) che registrano dei potenziali di prezzo relativamente bassi. La qualità appare allora più come un presupposto adatto alla valutazione della produzione di un singolo artista, più che un fattore significativo per il confronto tra artisti diversi.

Un altro fattore oggettivo che concorre al processo di attribuzione del prezzo è la tecnica di esecuzione. Il mercato mostra di apprezzare maggiormente le pitture e soprattutto i dipinti eseguiti su tela con acrilici o colori ad olio. Solitamente, a parità di dimensioni, una tempera viene valutata meno della metà di un olio dalle caratteristiche analoghe; un acquarello circa un quarto, e un disegno meno di un decimo64. La tecnica, poi, coinvolge a sua volta altri tre fattori: la conservabilità

delle opere, il mestiere dell'autore, e l'equilibrio tra il soggetto rappresentato e il luogo di destinazione potenziale di tali opere.

Il valore finale di un'opera dipende dalla dimensione, a parità di altre condizioni; solitamente, più un bene è grande, più alto sarà il suo valore. Nell'ambito del mercato francese di inizio secolo è nato il “sistema dei punti”, ancora oggi utilizzato: è una misura convenzionale adottata per valutare le opere in base alla loro area65 (questo ovviamente con debite eccezioni: un quadro può essere di

dimensioni molto ridotte ma avere un altissimo valore commerciale, come “La Merlettaia” di Jan Vermeer). Un artista con stabili quotazioni di mercato potrebbe quindi avere un valore “un tanto al punto”; recentemente si è pensato di moltiplicare le somme della base e dell'altezza del quadro per un coefficiente variabile di anno in anno. Attualmente i galleristi di arte contemporanea si scambiano informazioni sul valore degli artisti definendo un coefficiente che viene applicato alla grandezza del quadro (misurata come somma della sua base più l'altezza): un grande maestro avrà un coefficiente piuttosto alto, un giovane alle prime esperienze intorno allo 0,566. Questa tecnica viene definita “punto-

quadro”.

64 Vettese A., Investire in Arte, op. cit. p. 212. 65 Ibidem, p. 214.

Nella Tabella 1.1 vengono riportate le misure correnti per il mercato italiano. Un altro elemento essenziale per il calcolo del valore di un'opera è il periodo in cui è stata prodotta; quello che si tende a valutare maggiormente è il periodo più innovativo dell'artista, quello nel quale egli ha dato i suoi migliori contributi e ha iniziato a rendersi noto al pubblico: sono numerosissimi gli artisti i quali, sapendo che un'opera che reca una certa data vale di più di quelle che sta producendo in quel momento, retrodatano queste ultime sperando in un loro miglior piazzamento sul mercato67. La valutazione del mercato tiene decisamente conto della rilevanza

storica dell'opera: un'opera non deve essere solo “bella”, ma deve appartenere a un momento importante della carriera di un artista.

Anche per gli artisti emergenti, è necessario tenere conto del curriculum critico delle loro opere e della loro attività in generale; la recensione critica è elemento ormai imprescindibile nella valutazione di un'opera.

Tabella 1.1 Misure correnti italiane unificate e parificate al sistema di misurazione internazionale.

Punti Misure Punti Misure

1 18x24 10 40x60 2 20x25 10 45x55 3 20x30 10 45x60 4 20x35 12 50x60 4 25x30 15 50x70 4 24x30 10 60x70 5 20x40 25 60x80 5 25x35 25 50x100 5 30x35 25 60x90 6 30x40 30 60x100 6 35x40 30 70x100 8 35x45 40 60x120 8 35x50 40 80x100 8 40x50 - -

Fonte: Vettese A., Investire in Arte. p. 213.

Un quadro recensito nelle riviste specializzate acquista maggior valore, e ovviamente più è importante la pubblicazione più alto sarà il prezzo finale.

Altri fattori sono anche il soggetto e la composizione dell'opera; come spiega Anderson, per il quale si rimanda al capitolo 4, il soggetto è una forte discriminante per il prezzo dell'opera. Non sono rari i casi in cui opere di eccellente qualità e di artisti affermati siano rimasti invenduti numerose volte a causa del soggetto stesso (può essere comprensibile come temi quali una flagellazione o un martirio non trovino facilmente degli acquirenti al di fuori dei musei o delle fondazioni). L'elemento sicuramente più importante resta la fama dell'artista.

Tutti gli elementi sopra elencati non hanno mai portato ad una trasparenza nel mercato dell'arte. A partire dallo studio di Baumol (1986) la comunità scientifica- economica si è adoperata per la costruzione di numeri indice relativi ai prezzi delle opere d'arte, per cercare una metodologia che potesse rispondere all'esigenza di calcolare tutte quelle variazioni che sono tipiche di tali beni. Nel capitolo 2 verranno analizzati i metodi principali adottati per la costruzione di tali indici dei prezzi.

CAPITOLO 2

METODI DI COSTRUZIONE DEGLI INDICI