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L’ANALISI SEMANTICA COME SUPPORTO ALLA CLASSIFICAZIONE 1 Lo screening dei dati

TECNICHE E STRUMENTI INNOVATIVI PER LA CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO E L’EQUILIBRIO

MASSIMILIANO VELTRONI

3. L’ANALISI SEMANTICA COME SUPPORTO ALLA CLASSIFICAZIONE 1 Lo screening dei dati

Le molteplici criticità in termini di classificazione del rischio, dalla soggettività dell’inter-pretazione alla disomogeneità di formazione degli operatori, portano come necessità conse-guente quella di esaminare i dati con lo scopo di eliminare anomalie che potrebbero inficia-re la bontà delle elaborazioni da effettuainficia-re su di essi.

Solo per dare un’idea di quanta rilevanza assuma questo lavoro di “pulizia” del dato, basta ricordare che l’impianto attuariale della tariffa poggia sostanzialmente sulla stima di valori medi ossia su parametri che risentono particolarmente della distorsione indotta da determi-nazioni non omogenee rispetto alla classe assicurativa in cui vengono inserite.

Tutelando il fenomeno infortunistico, che di fatto è da considerarsi tra gli eventi rari, il peri-colo riguarda soprattutto quei casi in cui la classificazione determina un inquadramento in una lavorazione che comporta una sottostima del reale rischio assicurativo.

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4 In un contesto specificamente assicurativo il tutto si riassume in quella che normalmente viene definita gestione di portafoglio.

L’errore si ripercuote, infatti, in termini di sovrastima del tasso di tariffa della lavorazione in questione in quanto la posizione mal classificata apporterà un contributo d’onere eccessi-vo e non omogeneo rispetto a quello delle posizioni inquadrate correttamente.

Il pericolo peraltro sussiste anche in presenza di un numero di errori apparentemente abba-stanza contenuto proprio perché, per sua natura, un valore medio è fortemente influenzato anche da un numero esiguo di valori anomali.

Avendo accennato all’onere connesso ad una posizione mal classificata è d’obbligo fare almeno una breve segnalazione in merito al fatto che l’errore d’inquadramento si ripercuote anche a livello di processo di lavorazione degli infortuni, in quanto in tal caso non saranno rari i gli eventi sinistrosi con caratteristiche non congruenti con la classificazione della posi-zione su cui insistono; pertanto l’operatore potrebbe trovarsi nella condiposi-zione di sbagliare o comunque di lavorare in termini di forzature, inducendo a sua volta effetti distorsivi sul modello tariffario.

Ovviamente il numero ed il tipo di controlli possono essere più o meno consistenti, soprat-tutto possono evolversi a seconda dei riscontri che provengono dall’operatività quotidiana o in relazione alle variazioni che intervengono nel contesto specifico di attività (ad esempio modifiche del quadro normativo o cambiamenti negli indirizzi strategici dell’ente).

Gli schemi di verifica del dato che verranno di seguito presentati rappresentano quindi solo un approccio parziale al problema, pertanto passibile di correzioni, contributi ed approfon-dimenti.

In ultimo è da sottolineare il fatto che le operazioni di screening andrebbero svolte con una certa cadenza a prescindere dall’incombere delle necessità elaborative, in quanto la taratura e l’efficacia di tali operazioni ha in genere tempi solo parzialmente compatibili con quelli associati alle necessità elaborative.

3.2 la ricerca di dati anomali in termini di analisi semantica

Essendo la classificazione del rischio in relazione ad un elenco nomenclativo, è ovvio che le regole di tale classificazione siano di ordine semantico.

In termini pratici si tratta di analizzare la descrizione d’attività principale data dall’azien-da in modo dall’azien-da collocarla nella casella nomenclativa con la quale presenta la maggiore compatibilità.

Quest’attività è tanto più complicata quanto più sono numerose le caselle nomenclative, in quanto il moltiplicarsi di situazioni che prevedono decisioni in relazione a livelli di compa-tibilità simili (o solo apparentemente simili) introduce il pericolo di scelte soggettive non uniformi.

In prima analisi - e solamente a titolo esemplificativo - si può genericamente dire che la classificazione è il risultato della specificazione della seguente affermazione di carattere generale:

L’azienda effettua [attività], [oggetto dell’attività], [aggettivi qualificativi dell’attività] e/o [aggettivi qualificativi dell’oggetto dell’attività], [complementi - specificazione, mezzo, luogo…]

In cui è implicitamente stabilita una gerarchia ad albero in base alla quale la definizione dell’attività riduce l’insieme dei possibili oggetti al sottoinsieme di quelli compatibili

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con l’attività medesima; a sua volta la definizione di un oggetto dell’attività riduce l’insieme delle possibili qualificazioni e/o precisazioni complementari al sottoinsieme delle qualificazioni e/o precisazioni complementari compatibili con l’attività e l’oggetto dichiarati.

Così, ad esempio, la classificazione di un’azienda che effettua la prima lavorazione del legno potrebbe essere così codificata:

Quanto appena detto, riportato in termini tecnici, si sostanzia nella costruzione di un algo-ritmo classificativo che effettuata un’analisi semantica in relazione ad una base di cono-scenza condivisa specifica di un dominio ben individuato (la tariffa).

Il nodo critico è appunto la condivisione della base di conoscenza in quanto, in assenza di una progettazione specifica, molta parte di essa è fondamentalmente di carattere implicito e non espresso, ossia legata ad esperienze (operative od interpretative) spesso singole e con-tingenti per le quali il confronto è altrettanto spesso parziale od assente.

La soluzione ovviamente è rappresentata dalla sistematizzazione dell’accesso al patrimonio conoscitivo provvedendo ad una descrizione formale ed esplicita dei concetti che costitui-scono il dominio (ontologia di dominio), definendo le relazioni tra questi concetti e quindi popolando i concetti (o classi) di istanze specifiche (ad esempio al concetto di materiale lavorato possono essere associate più istanze: legno, metalli, plastica e così via).

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Attività:

Lavorazione

Oggetto:

Legno

Qualificazione dell’attività

Prima:

Altre:

No

Complementi

Sul posto:

Altrove:

No

Classificazione:

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Un esempio elementare di ontologia per la tariffa ordinaria è rappresentato dal seguente diagramma:

Ulteriori relazioni tra le classi sono poi dettate da indirizzi normativi o regolamentari, da criteri operativi non codificati ma di utilizzo consolidato, da regole assiomatiche per la coe-renza del sistema e dalle analisi ad hoc rispetto ad ogni specifica problematica.

Il popolamento delle classi potrebbe poi avvenire, in prima istanza, con riferimento al repertorio analitico attualmente in uso, successivamente con attenzione a processi iterati-vi di acquisizione di ulteriori istanze aviterati-viati dall’analisi dei “segnali di errore” prove-nienti dall’algoritmo di classificazione nel momento in cui opera su elementi non noti alla base dati.

In termini pratici il prerequisito fondamentale per procedere alla verifica della situazione classificativa delle posizioni in essere è quello di disporre di registrazioni informatiche della descrizione di attività dell’impresa.

Attualmente la descrizione fornita dal datore di lavoro in merito alla propria attività è regi-strata a sistema solo per quelle posizioni la cui denuncia di attività è stata fatta tramite Web (circa il 30%), tali posizioni rappresentano quindi una buona base campionaria per indivi-duare le eventuali criticità di processo.

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Lavorazione Si_svolge_con

Strumenti Processi

realizza Si_svolge_in

Prodotti Luogo

Fa_parte_di

Costituiti_da

Materiali

Grandi gruppi

Per esse, infatti, quanto detto sull’analisi semantica si può tradurre in controllo ex post della classificazione in essere tramite confronto con il risultato della classificazione algoritmica, dai risultati di tale confronto si potrebbero poi trarre concrete indicazioni sull’efficienza classificativa.

Come ultima notazione si può inoltre dire che l’implentazione di una procedura di analisi semantica può anche essere considerata la base per un progetto di creazione di un processo classificativo a scelta guidata.

RIASSUNTO

L’articolo in prima istanza propone una breve disamina delle caratteristiche riguardanti il processo di classificazione del rischio assicurativo; vengono poi esaminate in modo specifi-co le peculiarità e le criticità in termini tariffari di tale processo in relazione alla realtà assi-curativa dell’INAIL, per concludere infine presentando delle proposte d’intervento per migliorarne e monitorarne la qualità

In particolare si focalizza l’attenzione sull’utilizzo di tecniche e strumenti innovativi, quali l’analisi semantica e l’ingegneria ontologica, per integrare al meglio le conoscenze e le esi-genze di carattere attuariale con l’evoluzione delle modalità di supporto informatico.

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