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IL MODELLO ECONOMETRICO MODINAIL

CLAUDIA TESEI *

3. MODINAIL: BASI TECNICHE

Per l’alimentazione dei tre blocchi, il modello si avvale dei Conti Economici Nazionali della

Produzione Distribuzione Risorse Impieghi

quindi il modello è ancorato alla contabilità nazionale2, ai suoi principi e alle sue banche dati in quanto esso stesso è in primo luogo uno schema contabile

Inoltre esistono tutta una serie di vantaggi nel lavorare con la Contabilità Nazionale:

• le serie storiche sono comparabili nel tempo e nello spazio per tutte le grandezze prese in esame

• si fa riferimento ai centri di decisione elementare le “unità istituzionali” cioè quei sog-getti individuati con determinate caratteristiche e proprietà e che hanno uniformità di comportamento individuabili in 6 gruppi:

1° società finanziarie 2° società non finanziarie 3° amministrazioni pubbliche 4° istituzioni sociali private 5° famiglie

6° resto del mondo

Il primo concetto fondamentale è quello del Prodotto Interno Lordo (PIL) che è definito come l’insieme dei beni e dei servizi che viene prodotto - distribuito - utilizzato all’interno di un’area geografica definita in un determinato arco di tempo.

Già nella definizione sono evidenziati i tre conti fondamentali - produzione, distribuzione e impiego - presenti all’interno del modello e che, pur rimanendo ben distinti, sono collegati tra di loro da precise relazioni funzionali.

3.1 Produzione

Al suo interno si determina il valore aggiunto (VA) più precisamente: dagli input di unità di lavoro, capitale e produttività si arriva a definire una funzione di produzione che dà origine

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Entrate UsciteModello

2 Sistema di conti attraverso il quale viene descritta la situazione economica del paese e il quale applica la teoria keynesiana della domanda aggregata: Pil = Inv + Exp - Imp

alla determinazione del VA per branche produttrici e che è misurato a prezzi base (i prezzi effettivamente percepiti da chi produce)

VA + Imposte Indirette = PIL a prezzi di mercato

È possibile lavorare in due modi: a prezzi costanti quando si vogliono costruire delle quote perché quello che interessa è la produzione nel senso di sviluppo e crescita, quindi si cresce se si produce di più come quantità, mentre si parla di prezzi correnti quando si deve tener conto anche dell’inflazione come per esempio nel calcolo del rapporto debito/PIL.

3.2 Distribuzione

È la distribuzione primaria del reddito, quindi il valore aggiunto in un determinato periodo è la somma del reddito da lavoro dipendente e del risultato lordo di gestione nello stesso perio-do considerato e questo perché tutto il valore aggiunto deve essere ridistribuito, in simboli:

ponendo le unità di lavoro = UL, allora:

La quota del reddito da lavoro dipendente dovrebbe essere costante nel PIL e in Italia questo rapporto varia tra 60 e 70 per cento; è stata proprio l’osservazione degli andamenti anomali della quota del lavoro che hanno portato a definire il concetto di Breve Periodo. Questo, infatti viene visto anche come misura degli shock intorno agli equilibri che si stabiliscono nel lungo periodo: quindi è definito come periodi di scostamento persistenti intorno all’equilibrio.

Esiste poi una distribuzione secondaria del reddito che avviene con l’intervento delle Pubblica Amministrazione la quale:

• preleva attraverso le tassazioni (T)

• aggiunge con i trasferimenti (TR)

quindi il ciclo può essere rappresentato come:

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t t

t RDL RLG

VA 

t t

t RDLU UL

RDL

Famiglie Imprese

RDL – T + TR RLG – T + TR

REDDITO DISPONIBILE

3.3 Risorse e Impieghi

L’equazione fondamentale che rappresenta questo schema contabile è:

dove al primo membro sono rappresentate le Risorse e a secondo gli Impieghi.

I consumi possono essere ulteriormente scomposti in:

1. CF, consumi delle famiglie (nelle due componenti 1 - residenti su estero; 2 - non residen-ti in territorio nazionale)

2. CPA, consumi della Pubblica Amministrazione

Sempre dall’identità principale,si può evidenziare, per esempio, il saldo del risparmio:

risparmio

ed effettuare alcune considerazioni al fine di intuire la dinamicità del modello.

Prendendo in considerazione il saldo (S - I) questo può aumentare o perché aumenta il risparmio (S), oppure perché diminuiscono gli investimenti (I) a seconda della motivazione le implicazioni che ne derivano variano profondamente quindi:

• se aumentano le esportazioni come conseguenza dell’aumento del risparmio, allora l’andamento economico è positivo e favorevole per lo sviluppo del paese in esame;

• se aumentano le esportazioni in quanto diminuiscono gli investimenti, anche se nell’immediato non si osservano grosse preoccupazioni, nel lungo periodo si avranno conseguenze negative poichè la diminuzione degli investimenti comporterà un blocco dell’economia interna del paese;

• se aumentano gli investimenti più velocemente dell’aumento dei risparmi, conseguirà un aumento delle importazioni con una ovvia ripercussione negativa sul saldo del commer-cio con l’estero del paese.

E possibile, inoltre, osservare la propensione al risparmio (S/Y) - che dà il senso della cre-scita e dell’impoverimento o arricchimento delle famiglie e fornisce, anche, un vincolo da considerare nella progettazione delle politiche di rilancio dell’economia del paese (si pensi per esempio al finanziamento di pensioni e sanità); e la propensione agli investimenti (I/Y) - anche questa fortemente rappresentativa del benessere del paese.

Esistono, inoltre, alcuni indicatori chiave come il rapporto (X+M)/Y che rappresenta il grado di apertura di un paese o il rapporto M/Y che definisce il grado di penetrazione.

Per avere idea della situazione della competitività del paese analizzato, si può prendere in considerazione l’andamento di un ulteriore indice dato dal rapporto delle esportazioni del paese osservato rispetto alle esportazioni mondiali.

Queste esplorazioni, brevemente accennate, danno solo un’idea delle potenzialità del modello econometrico

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