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Ancora più a Oriente: il regno armeno e il regno partico

1.2 Il panorama delle dinastie orientali coeve

1.2.2 Ancora più a Oriente: il regno armeno e il regno partico

Allargando ulteriormente il quadro in senso spaziale se non temporale, ci si può chiedere se non vi sia un altro protagonista dei conflitti mitridatici -sebbene il suo ruolo risulti molto più visibile in fasi successive al primo conflitto- che potrebbe aver dichiarato origini molto simili a quelle della dinastia pontica: Tigrane d’Armenia. Senza addentrarsi in una ricostruzione della genealogia armena, impresa estranea ai fini di questo lavoro, si deve almeno ricordare però come un testimone di grande valore, per conoscenza dell’area e per cronologia, ovvero Strabone, coinvolga di nuovo uno dei Sette Persiani anche nel tracciare le origini di questo regno, apparentemente solo fino ad una certa altezza cronologica: in una digressione che vuole delineare il “racconto più recente” (λόγος… νεώτερος) circa quanti ebbero il dominio sull’Armenia, Strabone ricorda i Persiani e i Macedoni, e ‘dopo di essi’ quelli che ebbero la Siria e la Media (i Seleucidi)43, e per ultimo un Oronte che si proclamava discendente di

Idarne, uno dei Sette44. A costui succedettero due personaggi, definiti solo come strategoi di Antioco,

Artaxias e Zariadris, che governarono l’area fino a proclamarsi re ciascuno di un proprio territorio45.

43 Cfr. l’espressione utilizzata in Strabo 11, 13, 5 C 524, che indica anch’essa i Seleucidi, vd. e.g. Radt 2008, 328.

44 Strabo 11, 14, 15 C 531-532: Ὁ μὲν δὴ παλαιὸς λόγος οὗτος, ὁ δὲ τούτου νεώτερος καὶ κατὰ Πέρσας εἰς τὸ ἐφεξῆς μέχρι εἰς ἡμᾶς ὡς ἐν κεφαλαίῳ πρέποι ἂν μέχρι τοσούτου λεχθείς, ὅτι κατεῖχον τὴν Ἀρμενίαν Πέρσαι καὶ Μακεδόνες, μετὰ ταῦτα οἱ τὴν Συρίαν ἔχοντες καὶ τὴν Μηδίαν· τελευταῖος δ᾿ ὑπῆρξεν Ὀρόντης ἀπόγονος Ὑδάρνου τῶν ἑπτὰ Περσῶν ἑνός· εἶθ᾿ ὑπὸ τῶν Ἀντιόχου τοῦ μεγάλου στρατηγῶν τοῦ πρὸς Ῥωμαίους πολεμήσαντος διῃρέθη δίχα, Ἀρταξίου τε καὶ Ζαριάδριος· καὶ ἦρχον οὗτοι τοῦ βασιλέως ἐπιτρέψαντος· ἡττηθέντος δ᾿ ἐκείνου προσθέμενοι Ῥωμαίοις καθ᾿ αὑτοὺς ἐτάττοντο βασιλεῖς προσαγορευθέντες. τοῦ μὲν οὖν Ἀρταξίου Τιγράνης ἦν ἀπόγονος καὶ εἶχε τὴν ἰδίως λεγομένην Ἀρμενίαν (αὕτη δ᾿ ἦν προσεχὴς τῇ τε Μηδίᾳ καὶ Ἀλβανοῖς καὶ Ἴβηρσι μέχρι Κολχίδος καὶ τῆς ἐπὶ τῷ Εὐξείνῳ Καππαδοκίας), τοῦ δὲ Ζαριάδριος ὁ Σωφηνὸς Ἀρτάνης ἔχων τὰ νότια μέρη καὶ τούτων τὰ πρὸς δύσιν μᾶλλον. κατελύθη δ᾿ οὗτος ὑπὸ τοῦ Τιγράνου, καὶ πάντων κατέστη κύριος ἐκεῖνος. Di un certo interesse è anche il ‘vecchio racconto’ (παλαιὸς λόγος) che riguarda le origini dell’Armenia, e il suo fondatore Armeno, in Strabo 11, 14, 12-14.

45 Non è certo se la divisione in due differenti territori debba essere fatta risalire all’iniziativa di Antioco III o se essa preesistesse, vd. una sintesi delle posizioni moderne in Facella 2006, 190-198.

La frequenza dei personaggi che portarono il nome di Oronte e che ricoprirono cariche di governo in Armenia permette di ricostruire una linea dinastica che dovrebbe riallacciarsi all’Oronte satrapo di Armenia che si vede attestato tra gli antentati della casa di Commagene, il cui legame però con Idarne non è leggibile nella ‘galleria degli antenati’ del monumento di Nemrud Dagh46, e che si legava invece

agli Achemenidi esplicitamente grazie al matrimonio con la figlia di Artaserse II.

Sebbene non sia questa la sede per tentare di rintracciare le diverse fasi storiche che possono essere all’origine di questa ricostruzione straboniana, resta da notare che, sulla base di questo racconto, non è percepibile una continuità dinastica tra i discendenti di Idarne (tra i quali ‘l’ultimo’ fu Oronte) e la nuova casa reggente d’Armenia, il cui fondatore è riconoscibile piuttosto in Artaxias strategos di Antioco III47. Se così fosse, non molto si potrebbe ricavare circa le origini dinastiche di Tigrane d’Armenia,

futuro alleato e genero di Mitridate Eupatore, ma si potrebbe soltanto inserire l’Armenia tra quei regni - molti- che scelsero di individuare nel loro passato, tra dominazione persiana e macedone, la nobilitante figura di uno dei Sette persiani. Tuttavia il rinvenimento di iscrizioni in aramaico di Artaxias vicino al lago Sevan dimostra che anche costui si definiva ‘orontide’, il che implica che, nonostante l’impressione che si ricava da Strabone, anche lo strategos di Antioco III fosse –o dicesse di essere- della stessa stirpe che aveva precedentemente retto l’Armenia48.

Se dunque la comune origine orontide è sostenuta anche dalla dinastia artasside, da cui proviene Tigrane, si può spingere l’ipotesi fino ad immaginare che anche Tigrane potesse rivendicare legami achemenidi, e forse proprio con Idarne, uno dei Sette. Del resto, se anche l’ipotesi di una discendenza da Idarne non fosse valida, rimarrebbe visibile l’intento di tracciare una linea non interrotta che partisse dall’Oronte che poteva vantare un legame indiscutibile con la casa achemenide, ovvero il già citato matrimonio con la figlia di Artaserse II.

Del resto, se ci si accontenta di indicatori meno espliciti, occorre ricordare come al Tigrane che appare nelle fonti greche non manchino i tratti tipici del morarca orientale sul modello persiano49, così

come si insiste sul titolo di ‘Re dei Re’ che più tardi rivendicò -e non sempre si vide riconosciuto- anche nei suoi rapporti con i Romani50.

46 Le iscrizioni che riguardano l’identità dei primi tra gli avi paterni non sono chiaramente leggibili, salvo la prima che riguarda Dario I (vd. Facella 2006, 87-94). Si è ipotizzato che al secondo posto ci fosse Hydarnes suo figlio, ma è più probabile che ci fosse Serse (Facella 2006, 88).

47 In favore di una assoluta continuità dinastica si potrebbero chiamare altre fonti, come l’armeno Mosè di Corene (1, 31), per il quale però la continuità ininterrotta dei dinasti armeni è spinta ben oltre il verosimile, vd. le osservazioni di Facella 2006, 202-203 con discussione delle diverse posizioni assunte dagli studiosi moderni.

48 Il punto in Facella 2006, 202-203 e n. 21. 49 Vd. Plut. Luc. 21.

50 Glielo attribuisce Lucullo in un discorso alle proprie truppe in Plut. Luc. 14, 6; glielo rifiuta poi nel rivolgersi a lui per lettera in Lucull. 21, 7. Sul titolo di ‘re dei re’ vd. però infra.

Almeno un altro regno, assolutamente in ombra -almeno per le fonti antiche- durante il primo conflitto mitridatico, sembra aver rivendicato origini achemenidi, ma con una possibile ricerca anche di eredità macedoni: è il caso, già accennato, degli Arsacidi51.

La situazione delle fonti circa il regno dei Parti e la dinastia che lo resse è tale da generare una profonda incertezza in particolare circa i momenti iniziali del regno52, circa la sua ‘fondazione’, la

provenienza dei suoi protagonisti, ed anche dei suoi futuri sovrani.

Sebbene non sia intento di quest’analisi indagare approfonditamente questi aspetti, occorre premettere che le tradizioni che saranno qui brevemente prese in esame non sono le sole né le più attendibili per una ricostruzione ‘verosimile’ della fondazione e dei fondatori del regno partico, ma risultano significative per la prospettiva qui adottata, che ricerca tracce non tanto di ‘vera discendenza’ dal regno achemenide, quanto di rivendicazioni avanzate in questo senso.

Negli studi rivolti al regno partico è da tempo diffusa l’idea che anche il regno degli Arsacidi si presentasse per molti aspetti quale erede di quello achemenide53, tuttavia non molti dati sopravvivono

circa la formulazione di una rivendicazione di discendenza diretta da un sovrano achemenide. La sola testimonianza esplicita in questo senso è infatti un accenno di Sincello che attribuisce l’informazione ad Arriano: secondo questa versione al “re Artaserse dei Persiani” viene fatto risalire il genos dei fratelli Arsace e Teridate (τὸ γένος ἕλκοντες ἀπὸ τοῦ Περσῶν ᾿Αρταξέρξου), all’origine del regno arsacide dei Parti54.

In questa versione infatti i due protagonisti sono satrapi di Battriana fino all’offesa perpetrata dal macedone Agatocle, eparchos di Persia, ai danni di uno dei due, per la quale viene ucciso da entrambi, e i due fratelli, prima Arsace -per un tempo molto breve- e dopo Teridate, regnano sul territorio55.

La versione che tramanda Fozio dei Parthika di Arriano presenta invece alcune differenze, come il nome del nemico dei due fratelli, che è Ferecle, satrapo per conto di Antioco56, e la presenza di cinque

complici accando ai due fratelli, a formare ancora una volta il numero di sette, che richiama la congiura

51 Vd. supra cap.1.1.3.

52 Le origini del regno partico sono relativamente recenti (per un quadro degli eventi, oltre a Debevoise 1938, 1-28, vd. Lerouge 2007, 12-15 e 173-194 con aggiornamento bibliografico), e ricadono in periodi per i quali possiamo altrimenti contare su fonti di primo piano. Tuttavia questo regno resta decisamente nell’ombra fino al conflitto mitridatico in particolare per i Romani, secondo la formulazione di Plut. Sull. 5, 8. Sui progressi circa la conoscenza dei Parti nel mondo romano vd. di recente Lerouge 2007.

53 Vd. Wolski 1966, 65-89 ampiamente sui diversi indicatori di eredità achemenide visibili nel regno partico.

54 Sync. 539, 14 Bonn: ᾿Επὶ τούτου τοῦ ᾿Αντιόχου Πέρσαι τῆς Μακεδόνων καὶ ᾿Αντιόχων ἀρχῆς ἀπέστησαν, ὑπ’ αὐτοὺς τελοῦντες ἀπὸ ᾿Αλεξάνδρου τοῦ κτίστου, διὰ τοιαύτην αἰτίαν. ᾿Αρσάκης τις καὶ Τηριδάτης ἀδελφοὶ τὸ γένος ἕλκοντες ἀπὸ τοῦ Περσῶν ᾿Αρταξέρξου ἐσατράπευον Βακτρίων ἐπὶ ᾿Αγαθοκλέους Μακεδόνος ἐπάρχου τῆς Περσικῆς. ὃς ᾿Αγαθοκλῆς ἐρασθεὶς Τηριδάτου, ὡς ᾿Αρριανός φησιν, ἑνὸς τῶν ἀδελφῶν, καὶ τὸν νεανίσκον σπουδάζων ἐπιβουλεῦσαι διαμαρτήσας ἀνῃρέθη παρ’ αὐτοῦ καὶ ᾿Αρσάκου τοῦ ἀδελφοῦ αὐτοῦ, καὶ βασιλεύει Περσῶν ᾿Αρσάκης, ἀφ’ οὗ οἱ Περσῶν βασιλεῖς ᾿Αρσακίδαι ἐχρημάτισαν, ἔτη β, καὶ ἀναιρεῖται, καὶ μετ' αὐτὸν Τηριδάτης ἀδελφὸς ἔτη λζ.

55 Sulla storicità di Tiridate e sulla sua plausibilità come sovrano si sono sollevate molte riserve, vd. e.g. Wolski 1962, 138- 145 ed ancora Wolski 1966, 80 n. 4.

56 A queste si può opporre la versione di Iust. 41, 4, 7 che conosce un Andragora come avversario del primo Arsace, ma cfr. per un esame sulle fonti Wolski 1959, 222-238. Su Andragora vd. Lerouge 2007, 181-185.

dei Sette Persiani contro lo pseudo-Smerdi57. Di maggior rilievo è però il fatto che la genealogia

riportata per i due protagonisti in questo caso non contenga rimandi ad alcun sovrano achemenide58.

Ancora una volta ci si trova di fronte ad una elaborazione genealogica -dai contorni piuttosto incerti, visto lo stato della tradizione- cui si può opporre un altro filone di tradizione, rappresentato per noi dalle testimonianze di Strabone e di Trogo Pompeo in Giustino59. Per entrambi questi autori l’origine

del popolo partico e dei suoi regnanti è presentata come assolutamente allogena rispetto al territorio su cui si formerà il regno60.

Prima però di respingere la versione preservata da Fozio, in quanto notizia isolata in un autore tardo (VIII-IX sec. d.C.) la cui dipendenza da Arriano può anche essere messa in dubbio, occorre domandarsi se una simile rivendicazione di origini achemenidi fosse compatibile con l’autorappresentazione della dinastia partica in particolare per anni vicini alle guerre mitridatiche. A tal fine sarà utile ricorrere ad altri indicatori, poiché non poche sono le tracce di ricorsi da parte degli Arsacidi ad un modello achemenide in senso più ampio61. I segnali di una forte adesione al modello di regalità achemenide -se si accantona

la ricerca di tracce di espliciti legami genealogici- sembrano più chiaramente leggibili non tanto negli anni a ridosso della nascita del regno partico quanto piuttosto in un momento successivo. Alcuni indizi in questo senso si avvertono infatti durante il regno di Mitridate II (123-88 a.C.), che non a caso si distinse per una fortunata politica di espansione territoriale, necessaria a motivare e legittimare ambizioni ‘achemenidi’62. Dopo un periodo di difficile lettura le tracce si fanno poi più evidenti e

continue per i sovrani arsacidi della seconda metà del I secolo63.

Se dunque si ha ragione di credere che sotto il regno di Mitridate II non mancassero segnali chiari di una ripresa di modelli regali achemenidi -in questo senso il più esplicito sarebbe l’impiego per la prima

57 Il parallelo con i Sette persiani -accanto al modello dei tirannicidi ateniesi- è ricordato da Lerouge 2007, 191 n. 45 (che lo attribuisce ad Altheim, Stiehl, 1970, 444). Su di esso rifletteva del resto già Wolski 1966, 85-87, con una leggera sfumatura nella presentazione delle due testimonianze da Arriano che mi sembra degna di nota: quella da Fozio è definita infatti “la tradition transmise par Arrien” (Wolski 1966, 85), mentre l’altra è attribuita a “Syncelle…qui cite Arrien”.

58 Arr. fr. 1, 2: Διέρχεται δὲ ἐν ταύτῃ τῇ πραγματείᾳ τοὺς πολέμους, οὓς ἐπολέμησαν ῾Ρωμαῖοι καὶ Πάρθοι ῾Ρωμαίων αὐτοκράτορος ὄντος Τραϊανοῦ. φησὶ δὲ τὸ Πάρθων γένος Σκυθικόν, ἀποστῆναι δὲ τῆς τῶν Μακεδόνων ἐπικρατείας, ἅμα Περσῶν καταστραφέντων πάλαι δουλωθέν, δι’ αἰτίαν τοιαύτην. ᾿Αρσάκης καὶ Τηριδάτης ἤστην ἀδελφὼ ᾿Αρσακίδαι, τοῦ υἱοῦ ᾿Αρσάκου τοῦ Φριαπίτου ἀπόγονοι. οὗτοι Φερεκλέα τὸν ὑπὸ ᾿Αντιόχου τοῦ βασιλέως (Θεὸν αὐτὸν ἐπίκλην ὠνόμαζον)–ἀλλ' οἵ γε ᾿Αρσακίδαι τὸν ὑπὸ ᾿Αντιόχου σατράπην αὐτῶν τῆς χώρας καταστάντα Φερεκλέα, ἐπεὶ τὸν ἕτερον τῶν ἀδελφῶν αἰσχρῶς ἐπείρασε βιασάμενος, οὐκ ἐνεγκόντες τὴν ὕβριν ἀνεῖλόν τε τὸν ὑβρίσαντα καὶ ἑτέροις πέντε τὴν πρᾶξιν ἀνακοινωσάμενοι καὶ τὸ ἔθνος Μακεδόνων ἀπέστησαν καὶ καθ’ ἑαυτοὺς ἦρξαν καὶ ἐπὶ μέγα δυνάμεως ἤλασαν, ὡς καὶ ῾Ρωμαίοις ἀντιρρόπους μάχας θέσθαι, ἐνίοτε δὲ καὶ μεθ’ ἑαυτῶν τὴν νίκην ἔχοντας τοῦ πολέμου ἀπελθεῖν. Lerouge 2007, 191, 48 si pronuncia a favore della maggior attendibilità di questa versione rispetto a quella di Sincello, e con ciò esprime forti riserve sulla possibilità che gli Arsacidi di II sec. si dessero come antenato l’achemenide Artaserse II. Vi facevano invece affidamento Tarn 1929, 138-141; Neusern 1963, 40-59, part. 44-45 ed anche Wolski 1966, 84-89.

59 Strabo 11, 9, 1-3; Iust. 41, 4, 6-10; 5, 5-8.

60 Strabo 11, 9, 1-3 traccia per il primo Arsace origini scitiche, così come invasori sono i suoi Parti. Origini scitiche compaiono anche nel racconto conservato da Iust. 41, 1-6. Per una rassegna delle fonti cfr. e.g. Neusner 1963, 40-48. 61 Vd. e.g. Wolski 1966, 65-89.

62 Wolski 1966, 74. Si ricordano anche altri caratteri propri dell’autorappresentazione dei dinasti (la veste persiana, alcuni tratti dell’iconografia nelle monete) ed altre somiglianze nell’organizzazione politica del regno e nei costumi della corte (Wolski 1966, 82-84).

63 Il titolo è attestato nella monetazione di Mitridate III (57-54 a.C.), di Orode I (57-37), di Pacoro I (muore nel 38) e di Fraate IV (38/7-3/2) e di molti altri successori di I d.C. Per un elenco più dettagliato vd. Neusner 1963, 46-47, che non sembra considerare le attestazioni sotto Mitridate I che come ‘anticipazioni’ di un clima successivo.

volta dell’appellativo ‘Re dei Re’ (in greco) sulle coniazioni del sovrano64-, certo niente prova che a ciò

si affiancasse la rivendicazione di una discendenza di sangue, a meno che non si voglia vedere nel ‘re Mitridate’ di Ampelio proprio Mitridate II di Partia65, ipotesi che come si è visto appare praticabile ma

tutt’altro che sicura. Sembra abbastanza certo però almeno che il regno di Mitridate II abbia segnato un momento di svolta nella promozione dell’eredità achemenide66, e dunque in questi anni una

rivendicazione di discendenza dagli Achemenidi avrebbe potuto inserirsi perfettamente nel quadro.