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1.3 La titolatura del sovrano

1.3.2 Mitridate ‘basileus basileon megas’

Un cambiamento di prospettiva può però risultare utile per meglio comprendere la scelta operata da Mitridate circa la sua titolatura. Più che concentrarsi sul quando essa potè essere adottata, può essere utile mettere a fuoco la formulazione esatta, sia della titolatura di Mitridate sia di quella scelta dagli altri sovrani suoi contemporanei e suoi successori, cercando elementi utili per tracciarne una ‘storia’.

24 Così Molev 2009, 322 e n. 9, dove l’iscrizione è datata “soon after the victories of Neoptolemos in about 106/5 B.C.”. 25 Posidon. fr 36 (=Athen. 5, 213a). Ballesteros-Pastor 1995, 112 che ricorda come questa descrizione somigli a quella che Plutarco fa del ‘re dei re’ Tigrane, Plut. Luc. 21, 5), ma insiste nel considerarla, per il caso pontico, più propaganda che realtà. 26 Si vd. i già citati passi di Plut. Luc. 14, 6 e 21, 7.

Alla luce dell’iscrizione di Ninfeo si era infatti proposta la lettura di una titolatura più complessa di ‘basileus basileon’: benchè non sia leggibile sulla pietra, è suggerito già dai primi editori che il sovrano vi comparisse designato come ‘basileus basileon megas’27. Trattandosi di integrazione, per supportarne la

plausibilità occorre riflettere allargando lo sguardo al panorama degli altri regni coevi.

La titolatura di ‘basileus basileon megas’ è infatti presente nelle legende monetali proprio di Mitridate II di Partia28, e, limitando l’indagine alle sole coniazioni partiche, si rintraccia questa stessa combinazione

solo in alcune monete di Orode II (57-38 a.C.)29, mentre molti altri sovrani partici, a partire però solo

da Mitridate III (57-54 a.C.) -dunque, dopo un considerevole intervallo cronologico- portarono il titolo di ‘basileus basileon’ senza ulteriori aggettivi30.

D’altro canto in riferimento a Mitridate II di Partia vi sono tracce di questa titolatura anche in terra greca, come dimostra la sua presenza a Delo, nel monumento dedicato proprio all’Eupatore: almeno due personaggi tra quelli onorati accanto al sovrano del Ponto infatti vengono esplicitamente collegati alla corte di Mitridate II di Partia (designato solo col nome dinastico di ‘Arsace’), e almeno in uno dei due casi il sovrano è definito ‘basileus basileon megas’31. La circostanza è particolarmente significativa

perché come si è detto consente di confrontare le differenti titolature di Mitridate Eupatore (solo ‘basileus’) e del collega e omonimo di Partia, almeno così come esse circolavano nell’anno 102-101 a.C.

Le attestazioni di questa titolatura ‘estesa’ non sono però confinate al regno partico: proprio per la dinastia ‘figlia’ dell’Eupatore, la casa regnante bosforana, questa precisa formulazione compare fin dal diretto erede di Mitridate, suo figlio Farnace II32, e poi nella titolatura di Asandro33. In seguito durante il

regno della regina Dynamis come si è detto il titolo di ‘Re dei Re’ senza ulteriori aggettivi è conservato in riferimento proprio al defunto Eupatore34.

Le evidenze bosforane successive alla morte del sovrano pontico mostrano comunque una certa oscillazione nella titolatura di Mitridate, poiché in un’altra iscrizione datata al regno della sua discendente Dynamis, la stessa regina che altrove era stata presentata come figlia del ‘basileus megas’ Farnace e nipote del ‘basileus basileon’ Mitridate35, ora è designata con una una sensibile modifica: il padre

27 SEG 37, 668.

28 Si vd. e.g. Sellwood 1980, nrr. 23; 27-29. Su altri documenti in lingua greca il sovrano appare con questa titolatura, vd. anche in IK Estremo Oriente 454 e 455 (ma cfr. per una discussione su titolatura e cronologia già Minns 1915, 22-65, part. 33- 42).

29 E’ posposto al nome l’aggettivo megas in altre coniazioni di Orode così come in quelle di Mitridate II, vd. Sellwood 1980, nr. 27, 8.

30 Per un confronto sulle differenti forme scelte dalla legende monetali, vd. Sellwood 1980.

31 ID 1581, l. 2. Il nome del personaggio non è leggibile, ma egli è definito uno dei ‘protoi philoi’ del Re. Il sovrano partico potrebbe non portare tale titolatura in ID 1582, l. 6, dove forse sarebbe presente semplicemente come ‘basileus Arsakes’. 32 Così in CIRB 28: ὺς βασ[ιλέων] /[μέ άκ[ης]/[Ἀ [βούλῳ]

33 CIRB 30: βα[σιλεύοντος βασιλέως βασιλέων]/μεγάλου Ἀσάνδρου [φιλ]ορωμαίου σωτῆ-/ρος καὶ βασιλίσσης Δυνάμεως Παν- /ταλέων ναύαρχος Ποσιδῶνι Σωσινέ-/ωι καὶ Ἀφροδίτηι Ναυαρχίδι.

34 CIRB 979.

35 Si tratta di CIRB 979, l’iscrizione più volte citata da Fanagoria, dove Mitridate porta anche gli appellativi di Eupatore e Dioniso.

è sempre il ‘basileus megas’ Farnace, ma Mitridate non è più che un ‘basileus’36. Farnace stesso, come si è

visto, non è necessariamente presentato costantemente come un ‘basileus megas’, ma anche un ‘basileus

basileon megas’. E’ però la versione ‘estesa’ di ‘basileus basileon megas’ che entrerà a far parte della titolatura

usuale di sovrani bosforani che vantavano origini da Mitridate come Tiberio Giulio Rhescuporis e suo figlio Sauromate I37.

Il doppio binario di circolazione, partico e bosforano, rafforza dunque l’impressione che Mitridate Eupatore, che cronologicamente si colloca proprio all’intersezione dei due percorsi dinastici, abbia potuto giocare un qualche ruolo nella fissazione e diffusione di questa titolatura. Tuttavia non si può negare che l’impiego che Mitridate fece del titolo di ‘basileus basileon (megas)’ fu in ogni caso estremamente parco, e ci si potrebbe domandare la ragione per la quale questo titolo non comparve mai nelle coniazioni da lui promosse. L’assenza del titolo non prova che esso non abbia fatto parte della titolatura di Mitridate, poiché sono noti i casi di altri sovrani, tra i quali probabilmente è da includere lo stesso Tigrane, che non impiegarono tale titolo nelle legende monetali al momento dell’assunzione, mentre altri sembrano non averlo incluso mai (come nel caso di Fraate, per il quale però la designazione ‘Re dei Re’ è ben nota alle fonti letterarie38). Nel caso di Mitridate, le sue coniazioni seguirono un ritmo

ben leggibile, anche se non costante, ma solo a partire dal 95. Non sembra però che si possa impiegare questo argomento a supporto di una ricostruzione che vedrebbe Mitridate ‘Re dei Re’ solo a ridosso delle conquiste bosforane (per quanto in concorrenza con Mitridate di Partia), e che avrebbe già abbandonato tale titolatura al momento dell’inizio delle sue coniazioni.

D’altra parte non appare convincente neppure l’ipotesi per la quale l’assenza di tale titolo nelle coniazioni sarebbe dovuta a una ‘propaganda’ a due facce messa in opera dal sovrano pontico, che non monetò come ‘Re dei Re’ per ‘nascondere’ la sua faccia più orientale (che di conseguenza si deve ritenere impresentabile alla metà ellenizzata del suo regno) mentre impiegò questo titolo per la ‘metà’ iranica -le proporzioni non sono necessariamente corrette- del suo dominio39.

Un’ulteriore traccia della diffusione della titolatura ‘basileus basileon megas’ può però aiutare a ricomporre un quadro d’insieme. Questa formulazione, che in tale combinazione non può essere interpretata come una creazione di Mitridate Eupatore, potrebbe più plausibilmente aver avuto origine in seno alla dinastia arsacide, come suggerisce la presenza nel monumento di Delo nel 102-101 in riferimento all’arsacide Mitridate II, e l’attestazione nelle coniazioni partiche. L’impiego di questa titolatura da parte di un sovrano impegnato in un grande rilancio del prestigio achemenide potrebbe poi

36 CIRB 31, da Panticapeo.

37 Vd. e.g. per Rhescuporis CIRB 980; per suo figlio Sauromate CIRB 1048; 1135. 38 Cfr. Plut. Pomp. 38, 2 ed anche Cass. Dio 37, 6.

39 In questo senso gli editori del testo di Ninfeo Vinogradov, Molev, Tolstikov 1985, 725-727 (non vidi), con cui concorda Erciyas 2006, 124.

spiegare il fatto che essa fu scelta nel monumento di Nemrud Dagh, in cui gli antenati persiani di Antioco I di Commagene recano appunto tale titolatura, evidentemente ritenuta perfettamente consona anche per i più antichi re achemenidi40. Anche in questo caso poi ai ‘basileis basileon megaloi’ del ramo

paterno achemenide si oppongono i titoli ‘greci’ degli avi materni, non sempre facilmente leggibili, ma che non paiono essersi spinti oltre il ‘basileus megas’41.

Se dunque il modello di ‘basileus basileon megas’ sembra esemplato sulla titolatura degli Arsacidi, noto quindi ai tempi di Mitridate VI anche in terra greca e destinato a ricomparire nella dinastia bosforana, si può suggerire che esso possa non essere immune dall’influenza ‘greca’, e non sia frutto solo del desiderio di rafforzare e sottolineare amplificandolo lo status del sovrano, ma risenta forse anche del desiderio di richiamarsi ad una origine ‘doppia’, iranica e greca, desiderio certo ben presente anche nella dinastia partica degli arsacidi. L’aggettivo ‘megas’ potrebbe voler suggerire l’inclusione anche della formula adottata –pur sporadicamente- dai sovrani seleucidi, e forse non è un caso che proprio nel monumento di Commagene si sia proposto di leggere, pur tra molte incertezze, la testimonianza di una insolita titolatura di Alessandro: ‘basileus megas’42.

A questo punto è utile fornire un breve quadro circa le testimonianze che per una titolatura come ‘basileus basileon megas’ possono essere rintracciate nelle fonti letterarie. Se come si è detto in nessun caso si trovano riscontri per Mitridate Eupatore, o per qualcuno dei protagonisti a lui coevi, sarà però di un certo interesse cercare di delimitare cronologicamente le attestazioni sopravvissute: un riscontro preciso infatti viene soltanto dalle Epistole di Ippocrate ad Artaserse (III), dove appunto il sovrano achemenide è designato come ‘basileus basileon megas’43, e nel Romanzo di Alessandro, in cui è Dario ad essere a più

riprese designato come ‘basileus basileon megas theos’44. In entrambi i contesti una collocazione cronologica

precisa risulta assai ardua: le lettere di Ippocrate sono lontane dall’essere autentiche e dal poter attestare quindi effettivamente una titolatura coeva ad Artaserse III45, ed anche il Romanzo di Alessandro risente

di redazioni stratificate. Si può solo ricavare l’impressione dunque che, da un certo momento in poi, questa formula fu accreditata come perfettamente corrispondente ad una titolatura iranica, attribuibile quindi a sovrani di schietta dinastia achemenide. Ma questo momento potrebbe anche essere, del tutto plausibilmente, successivo agli anni di Mitridate.

40 Così è designato e.g. Artaserse II (IGLSyr 1, 3 ll. 12-14), ma anche Dario I (IGLSyr 1, 14 ll. 7-8) e Serse (IGLSyr 1, 15, 7- 8).

41Per un catalogo delle iscrizioni sopravvissute circa gli antenati della linea materna di Antioco I di Commagene vd. Dörner, Young 1996, 306-355.

42 Dörner, Young 1996, 322-326.

43 Hp. Ep. 1, 1; 2, 1;3, 1; 7, 1; 8, 1. La stessa formula sempre nel contesto delle lettere tra Ippocrate e Artaserse si trova in Suda s.v. Ippokrates. Sulla tradizione circa l’episodio vd. Pinault 1992, 79-84.

44 Ps.Call. 1, 38, 2; 39, 8; 40, 2.

45 Se non certo la titolatura, almeno la circostanza dell’offerta d’impiego da parte di Artaserse è nota già a Plut. Cat. Ma. 23, 3. Conoscono l’episodio anche Gal. 1, 58 Kühn; Stob. 3, 464.

In ogni caso, l’assunzione da parte di Mitridate Eupatore del titolo di ‘basileus basileon’ (o nella versione ricostruita di ‘basileus basileon megas’) mantiene caratteristiche ‘irregolari’ rispetto all’impiego del titolo presso gli achemenidi: esso appare infatti assunto per un periodo limitato, forse in sovrapposizione o in concorrenza con altri sovrani, e speso in un ambito anch’esso limitato.

In parte queste incongruenze trovano spiegazione nel momento travagliato che sia la dinastia pontica sia le coeve e ‘rivali’ dinastie di Partia e di Armenia si trovarono a fronteggiare: in un periodo in cui il regno che più direttamente aveva ereditato il territorio achemenide, quello seleucide, viveva la sua più profonda crisi, doveva crearsi un terreno assolutamente propizio alla rivendicazione di una priorità nella discendenza achemenide da parte dei diversi regni ‘orientali’ dell’area. In questo quadro si realizzarono certo condizioni favorevoli alla nascita di una titolatura che intendesse fissare una gerarchia, riprendendo elementi ineludibilmente achemenidi, tra i diversi sovrani, ed ambisse forse anche a conservare qualcosa della titolatura seleucide al suo apice (l’ampliamento con l’aggettivo ‘megas’). Queste condizioni sono certamente leggibili per il regno partico di Mitridate II, così come, a seguito della crisi che accompagnò la morte di questo sovrano, per il regno di Tigrane d’Armenia, che tentò di raccoglierne il testimone.

Particolarmente ‘irregolare’ nel caso dell’Eupatore però sarebbe il periodo di assunzione ed anche l’impiego da parte di Mitridate del titolo di ‘Re dei Re’. L’esame complessivo delle attestazioni invita ad una grande prudenza: se il documento di Ninfeo è genuino -e non vi sono indicazioni per pensare il contrario- occorre ricordare come questa evidenza si trova di fatto assolutamente isolata, tanto all’esterno quanto all’interno del regno pontico. E’ vero che complessivamente non sono molte le attestazioni della titolatura dell’Eupatore, in particolare quelle provenienti da aree interne del regno pontico, ma esse non sono nemmeno del tutto assenti. Il fatto poi che tale titolo non trovi riscontro nella monetazione contribuisce a suggerire una diffusione piuttosto ridotta, sia nel tempo che forse anche nello spazio46: tanto questa attestazione quanto quella cronologicamente pertinente alla regina

Dynamis rimandano al territorio del Bosforo, il che inviterebbe a circoscrivere a quest’area –o quanto meno a focalizzare in essa- l’impiego.

Nessuna indicazione invece sopravvive circa l’uso di tale titolatura all’esterno del regno pontico, né vi è traccia che esso abbia giocato un qualsiasi ruolo nelle relazioni con le città greche d’Asia o d’Europa, e tanto meno nei rapporti con i Romani, ambito in cui il titolo ottiene un certo rilievo, ma riferito esclusivamente a Tigrane (ed eventualmente a successivi sovrani di Partia)47.

Visto tale quadro non è prudente trarre conclusioni di portata troppo generale circa l’effettivo impiego di questo titolo da parte di Mitridate, tanto meno trarne prova di un’autorappresentazione

46 Esempi di uno sfruttamento ‘settoriale’ di questa titolatura potrebbero essere rintracciati anche nell’uso di Tigrane d’Armenia (che per alcuni spenderebbe il titolo solo all’interno del suo regno, come già accennato, vd. Foss 1986, 35-36). 47 Sul rilievo del titolo di ‘Re dei Re’ ma attribuito in contesto sensibilmente differente a Pompeo vd. infra.

fortemente orientata in senso ‘iranico’. Se Mitridate avesse impiegato questa titolatura in maniera più estesa e percepibile, forse sarebbe meno arbitrario desumere da questo comportamento una scelta più marcata a favore di una rappresentazione ‘achemenide’ del proprio potere, e contemporaneamente una presa di distanza dal più vicino modello di regno ellenistico, quello dei Seleucidi. Ma d’altro canto se si intende l’autorappresentazione di Mitridate come tendente più alla sintesi delle due ‘radici’ achemenide e greca che alla sottolineatura di una sola, sarebbe suggestivo interpretare la titolatura di ‘basileus basileon

megas’ come una combinazione di titolature differenti, di sapore achemenide ma con una concessione

anche a quelli adottati, pur sporadicamente, da alcuni sovrani seleucidi. Il fatto che la ‘creazione’ di questa sintesi non sia da attribuirsi ai sovrani pontici, ma probabilmente a quelli partici, non mi sembra affatto contraddire questa ipotesi.

Per quel che riguarda dunque il periodo in cui tale titolatura sarebbe stata assunta, a mio avviso rimane più convincente l’ipotesi di una collocazione cronologica successiva alla morte di Mitridate di Partia (intorno al 91). E’ difficile pensare che una sovrapposizione delle due rivendicazioni non avrebbe potuto avere il sapore di una sfida tra le due dinastie. Quanto alla circolazione, appare più conveniente immaginare che essa sia stata piuttosto ridotta, concentrata nel territorio bosforano probabilmente in ragione dello status ‘subordinato’ di quest’area rispetto al regno pontico. Non è poi necessario pensare che il titolo sia stato oggetto di una ‘cessione’ spontanea in favore di Tigrane: il sovrano d’Armenia probabilmente perseguì un proprio cammino verso la conquista di spazi e domini capaci di rivaleggiare con il potere partico e di richiamarsi quindi direttamente all’eredità achemenide. Estraneo a questo suo percorso, e quindi alla sua titolatura, resterebbe l’aggettivo ‘megas’.

L’influenza del modello partico da un lato e quella circoscritta al Bosforo di Mitridate Eupatore dall’altro possono spiegare dunque la successiva fortuna della titolatura ampliata ‘basileus basileon megas’, che troverà un suo spazio tanto a Nemrud Dagh quanto in alcune fonti letterarie che guardarono alla più antica e gloriosa dinastia achemenide.