1.4 I ritratti e l’autorappresentazione
1.4.6 Possibili collocazioni cronologiche
E’ opportuno ora tentare di riassumere le possibili collocazioni cronologiche suggerite almeno per alcuni tra i ritratti di Mitridate, e considerando a parte i differenti tipi monetali non direttamente coniati da Mitridate ma nei quali è stato nel tempo riconosciuto un possibile ritratto dell’Eupatore88, così come
le gemme che potrebbero recarne l’effige.
Vista la poca solidità di molte delle attribuzioni fin qui prese in esame, si tenterà soltanto di riassumere le principali linee cronologiche suggerite non tanto per collocare nell’appropriata cornice temporale singoli ritratti quanto per tentare di leggere possibili evoluzioni nella rappresentazione del sovrano pontico.
83 Vd. App. Mithr. 115, 563-564 in cui si menzionano arredi e coppe decorate con gemme custoditi da Mitridate (tra cui alcuni pezzi ereditati da Dario).
84 Plin. nat. 37, 11-12: Gemmas plures primus omnium Romae habuit -quod peregrino appellant nomine dactyliothecam- privignus Sullae Scaurus, diuque nulla alia fuit, donec Pompeius Magnus eam, quae Mithridatis regis fuerat, inter dona in Capitolio dicaret, ut Varro aliique aetatis eius auctores confirmant, multum praelata Scauri. hoc exemplo Caesar dictator sex dactyliothecas in aede Veneris Genetricis consecravit, Marcellus Octavia genitus unam in aede Palatini Apollinis. Victoria tamen illa Pompei primum ad margaritas gemmasque mores inclinavit, sicut L. Scipionis et Cn. Manli ad caelatum argentum et vestes Attalicas et triclinia aerata, sicut L. Mummi ad Corinthia et tabulas pictas.
85 Posidonio ap. Athen. 5, 212c. Sottolinea il possibile uso ‘politico’ delle gemme con ritratto del sovrano anche Smith 1988, 12, che ricorda anche Plut. Luc. 3, 1, in cui il comandante romano rifiuta ogni dono da Tolemeo (X) ma non può rifiutarne l’anello in cui è incastonata una gemma con il suo ritratto, e Plb. 15, 3.
86 Vd. e.g. di recente Plantzos 1999, 42-56 (part. 55-56) e 60-63 (sull’influenza del modello di Alessandro).
87 Vd. Plantzos 1999, 56, per il quale l’esempio mitridatico “is perhaps one of the very few cases in Hellenistic glyptic where a coin portrait type is so blatantly transferred to intaglios, indicating that both serve the same purpose”.
88 Sui possibili ritratti del sovrano nelle coniazioni delle città pontiche, sia nei tipi di Lisimaco e di Alessandro che nelle vesti di altre divinità vd. deCallataÿ 1997, 84-150, con approfondimenti per la monetazione in nome di Lisimaco deCallataÿ 1995, 39-50 e deCallataÿ 1997b, 55-58; sulle monete a nome di Alessandro deCallataÿ 1987, 238-242; deCallataÿ 1994, 300-342; deCallataÿ 1998, 169-192.
Partendo da quello che a torto o a ragione si continua a considerare il ritratto più ‘sicuro’ di Mitridate89, la testa del Louvre con leontea, sia la possibile provenienza pergamena che la somiglianza
con le coniazioni del primo tipo ‘realistico’ del sovrano concorrerebbero a datarlo a ridosso del conflitto mitridatico90. Se si esclude che dal ‘gruppo di Prometeo’ di Pergamo si possano trarre ulteriori
conferme dell’identificazione del sovrano con Eracle, e allo stesso modo si legge con cautela la possibile identificazione di Mitridate nei panni di Telefo infante, l’impiego di Eracle come modello di riferimento da parte di Mitridate avrebbe comunque una collocazione cronologica e una attestazione sufficientemente chiara già per gli anni della prima guerra mitridatica.
Al secondo tipo di coniazioni, quello che restituisce il ritratto ‘idealizzato’ e che va collocato intorno all’88 per la zecca di Pergamo e all’85 per le zecche pontiche, potrebbero invece essere avvicinati i ritratti da Ostia e da Atene, simili anche tra loro91.
Ancora al secondo gruppo sono stati avvicinati i ritratti da Panticapeo e Odessa: pur diversi per stile entrambi hanno la postura propria della testa di Alessandro e l’evidente anastole, tuttavia se ne sono notate anche alcune peculiarità che renderebbero plausibile una collocazione che cronologicamente non apparterrebbe più al regno di Mitridate ma a quello dei suoi ‘eredi’ bosforani92.
Le coniazioni a nome di Mitridate poi non offrono alcun appiglio per leggere uno sviluppo possibile o trarre qualche indicazione cronologica per raffigurazioni del sovrano che si allontanino dal modello di Alessandro (assai compatibile con quello di Eracle), e in nulla possono contribuire a datare ritratti come quello -possibile- di Mitridate nelle vesti di Helios, benché alcuni vi vedano comunque forti somiglianze nel volto piuttosto con il ritratto monetale di secondo tipo93.
Le collocazioni cronologiche suggerite per i ritratti riflettono bene dunque le tappe ricostruibili dalle fonti circa la ‘propaganda’ del sovrano, o forse si può insinuare piuttosto che da tali ricostruzioni esse siano fortemente influenzate: Mitridate che fin dalle sue prime coniazioni si avvicinava al modello di Alessandro avrebbe continuato nel corso della guerra contro Roma, e poi per tutto l’arco del suo regno dopo la pace di Dardano, a marcare la propria volontà di imitare il liberatore dell’Asia (e le divinità care al sovrano macedone, sia come modelli che come antenati dinastici, come Eracle). A prezzo di una drastica semplificazione si potrebbe affermare quindi che l’iconografia per noi leggibile a Delo, con l’assenza di particolari attributi divini e la vicinanza a ritratti ‘ellenistici’ pur somiglianti ad Alessandro,
89 Si può notare come invece deCallatay 1994, 301 non fornisca particolare supporto alla teoria. Sulla bibliografia a sostegno fanno rapidamente il punto Treister, Dmitriev, Malyshev 1999, 469 e n. 62.
90 Così e.g. Smith 1988, 99. Erciyas 2001, 118-119 accosta a questo ritratto anche “an amethyst ringstone” ora a Firenze (Richter 1968, cat. n. 694), in cui si vede la capigliatura tipica di Mitridate e segni del diadema, e “ a second gem…made of yellowish-green glass” con un ritratto molto simile a quello delle monete (Richter 1968, cat. n. 650).
91 Così Erciyas 2001, 120, che però piuttosto genericamente circa l’introduzione del ‘secondo tipo’ afferma che essa “…dates after 90 a.C.”
92 Così Erciyas 2001, 124: “the pose of the head and the emphasized anastole seem to be different than the other portraits of Mithradates, and this calls for a more cautious evaluation of the portraits. They compare well with Mithradates’ second portrait type (post-88 B.C.), but they may also belogng to later rulers of Bosphorus who imitated this type”.
avrebbe segnato un primo stadio, mentre Pergamo, sede del re dopo lo scoppio della guerra ed in un momento particolarmente fortunato sul suolo asiatico, avrebbe ospitato un più deciso sviluppo dell’autorappresentazione, in cui l’assimilazione ad Eracle oltre a contenere un richiamo ad Alessandro, avrebbe offerto nuove potenzialità e nuova ricchezza di messaggi per l’Eupatore che si atteggiava a liberatore dell’Asia forse anche in chiave antiromana94.
La vasta fortuna dell’associazione di Mitridate a Eracle tuttavia potrebbe anche risentire di un difetto di fondo: non può infatti sfuggire il pericolo di ragionamento circolare in alcune identificazioni, per le quali la presenza della pelle di leone costituisce base sufficiente per cercare -e qualche volta trovare- tracce di somiglianza con la fisionomia di Mitridate95.
Per giungere però ad una lettura complessiva di fasi e strumenti impiegati da Mitridate nella sua autorappresentazione non vi è solo la difficoltà di pervenire a identificazioni certe del ritratto del sovrano. Vi è un altro spazio ‘vuoto’ che rende intrinsecamente fragili le ricostruzioni che prendono le mosse dalla ritrattistica di Mitridate: il silenzio dalle aree interne del suo regno.